Il Benetton e l\'Europa
Moderatore: Emy77
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Ieri leggendo uno dei giornali locali di Treviso ho letto una dichiarazione di Munari che, assieme ad altre cose da lui dette in passato, mi ha un po\' preoccupato: partendo dal fatto che io ammiro moltissimo il \"nano\", e che, secondo me da quando c\'è lui a Treviso è stato fatto un enorme salto di qualità, devo dire che non mi piace il suo atteggiamento nei confronti dell\'Europa. Invece di spingere verso qualcosa che, al momento, è più grande di noi, ma che deve essere il nostro (inteso come italiano) vero obiettivo, Munari da qualche tempo dice che \"quelli lì\" hanno budget inarrivabili, che l\'Europa \"è come un sesto grado\", ecc. L\'impressione è che ci sia un atteggiamento rinunciatario. Ho sempre apprezzato Treviso perchè è stata la prima e (forse) l\'unica squadra italiana che veramente guardasse al di fuori del proprio giardinetto. Da qualche tempo a questa parte mi sembra che questo lodevole atteggiamento non ci sia più. Ho sempre criticato le altre squadre italiane che mettevano dentro i ragazzini per salvaguradare i \"migliori\" per il campionato, ma vedo che questo adesso viene fatto anche dal Benetton.
<BR>Se c\'è veramente questo atteggiamento, mi domando perchè continuare, visto che fa male (in senso fisico!) andare in campo a prendere 50 punti.
<BR>Spero di essere smentito dalla prossima partita di coppa, ma comincio ad avere qualche dubbio...
<BR>Se c\'è veramente questo atteggiamento, mi domando perchè continuare, visto che fa male (in senso fisico!) andare in campo a prendere 50 punti.
<BR>Spero di essere smentito dalla prossima partita di coppa, ma comincio ad avere qualche dubbio...
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Hai ragionissimo. Vedere il Treviso massacrato dal Munster non fa bene a nessuno. In fondo vuole dire meno rispetto per il rugby italiano, meno tifosi che vanno a vedere partite \'scontate\', meno scambi di opinione fra allenatori esteri e italiani ecc. Meno di tutto e la ghetizzazione del rugby italiano, forzato a giocare contro spagnoli e portoghesi (!) dove non s\'imparera\' niente. Boh. S\'e\'ne parlato tanto di questo in questo ottimo forum rugbistico e non (magnifici i messaggi sempre piu\' surreali su Ozzy Osbourne) ma come ha detto l\'allenatore del Rovigo ed altri, finche\' Munari & Co si preoccupano dei loro orticelli le prenderemo sempre. E poi di allenatori validi e sinceri come Kirwan ne verranno sempre meno, perche se le societa\' non crescono in Europa, come si puo\' pretendere ai giocatori di misurarsi a livello nazionale? Il Galles non e\'un granche\' e sicuramente migliorera\' adesso che sono selezioni regionali. Ma anche prima, quando erano squadrette, anche loro con orticelli e campanili, almeno non entravano mai in campo se non per vincere. Per smettere il loro campanilismo hanno ingaggiato un australiano, Moffett, che dopo tanto sangue e sudore li ha costretti tutti a seguire i suoi piani. Il Cardiff (vedi Treviso) e rimasto piu\' o meno com\'era. Le altre \'squadrette\' si sono unite in nuove compagini. I risultati gia\' si vedono, a livello europeo e 6 Nazioni. Ma ci sara\' il coraggio di farlo in Italia?
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Non per vanità, ma perchè penso che possa interessare vi allego un mio pezzo in cui tre rappresentanti di Rovigo, Padova e Treviso dicono la loro sull\'ipotesi-selezioni.
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<BR>TREVISO – Diciannove sconfitte in venti partite, una media di 46,6 punti subiti contro appena 12,4 segnati: è impietoso il bilancio delle squadre italiane nei primi due week-end di Coppe europee. Una nitida fotografia della distanza fra il rugby nostrano e quello francese ed anglosassone. Perfino la Benetton, che dell’affermazione a livello internazionale sembrava avere fatto la propria mission negli ultimi anni, si ritrova ridimensionata al ruolo di modesto sparring-partner di fronte a Gloucester e Munster. Dopo otto stagioni in Europa lastricate di batoste e figuracce, non è venuto il momento di cambiare qualcosa? Se lo chiedono in molti, negli ambienti del rugby italiano. Eppure la soluzione c’è, ed è lì sotto il naso di tutti: partecipare alle Coppe non con tutti i club del Super Ten ma con selezioni in grado di competere, o perlomeno di non sbracare, di fronte alle realtà dei paesi rugbisticamente più evoluti. L’Irlanda lo fa già da un pezzo, ed infatti il Munster che ha annichilito la Benetton sabato scorso è stato due volte finalista nell’Heineken Cup, vinta nel 1999 dall’Ulster. Dopo la Scozia, anche il Galles ha abbinato sei club presentando così, a fianco di Llanelli e Cardiff, tre squadre di maggior spessore sul palcoscenico continentale. In Veneto c’è stato nel recente passato un timido tentativo, immediatamente naufragato, di unire per l’Europa le forze di Padova e Rovigo, rivali storiche, e c’è l’idea di una rinascita dei “Dogi” che si muove lentamente e risulta tutt’oggi in cantiere. Eppure esiste una consapevolezza diffusa, e il ricorso alle selezioni pare non dispiaccia nemmeno all’allenatore azzurro Kirwan.
<BR>Marzio Zanato, tecnico del Rovigo: «Le brutte sconfitte in Heineken Cup e in Parker Shield devono essere un campanello di allarme per i politici ottusi che governano il rugby italiano. In questo modo l’intero movimento perde di credibilità. Bisogna che la Federazione e la Lega diano avvio ad una ristrutturazione sulla base di selezioni, destinando budget adeguati. Mandiamo meno squadre in Europa ma che siano più competitive. Tutto ciò farebbe bene anche alla Nazionale, oltre che alla nostra immagine all’estero».
<BR>Il presidente del Petrarca, Fulvio Lorigiola, si dice possibilista. «Noi saremmo disponibili ad unire le forze con altri, a condizione che si tratti di un progetto serio», spiega, «potrebbe essere la Lega Rugby a gestire le rappresentative con i migliori giocatori delle diverse zone, utilizzando le quote che l’Erc versa ai club per la partecipazione. E’ assurdo che l’Italia sia l’unico paese a schierare i club assieme ad Inghilterra e Francia, che hanno budget di molte volte superiori ai nostri. Già l’anno scorso eravamo aperti ad una mista Padova-Rovigo di grande suggestioni storiche. Ora dovremmo fare tutti un atto di umiltà, abbandonare certe invidie di campanile per abbracciare l’unica via che ci permetta di evitare figuracce in Europa. Le singole società non hanno molto da perderci, considerato che i risultati attuali non attirano di certo gli sponsor».
<BR>A Treviso, pur con la società scossa dal cappotto di Limerick (e dall’infortunio occorso nell’occasione a Troncon: almeno 4 mesi di stop per una distorsione al ginocchio), Amerino Zatta invece frena, nella doppia veste di presidente della Benetton e della Lega Rugby. «Di sicuro è necessario e doveroso tornare a riflettere sulle modalità di partecipazione delle squadre italiane alle coppe europee», commenta, «delle selezioni si è già parlato all’interno della Lega, ma si tratta di un percorso che presenta grossi ostacoli. In Irlanda, Galles e Scozia esiste un movimento a livello di province che non è ristretto alle sole competizioni continentali. Mi sembra invece più urgente uniformare la normativa sugli stranieri, affinché i club italiani non incontrino in Europa un ulteriore handicap». Considerati gli investimenti compiuti, la Benetton non è orientata a dire sì alle selezioni. «Anche se esistesse un progetto concreto, noi non rinunceremmo a partecipare con il nostro nome», precisa Zatta, «nonostante qualcuno sostenga che abbiamo preso sotto gamba l’Heineken Cup di quest’anno, da diverse stagioni impegniamo notevoli risorse per emergere in Europa, mentre basterebbe meno per affermarsi in Italia. Non potremmo vanificare in questo modo il lavoro impostato».
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<BR>TREVISO – Diciannove sconfitte in venti partite, una media di 46,6 punti subiti contro appena 12,4 segnati: è impietoso il bilancio delle squadre italiane nei primi due week-end di Coppe europee. Una nitida fotografia della distanza fra il rugby nostrano e quello francese ed anglosassone. Perfino la Benetton, che dell’affermazione a livello internazionale sembrava avere fatto la propria mission negli ultimi anni, si ritrova ridimensionata al ruolo di modesto sparring-partner di fronte a Gloucester e Munster. Dopo otto stagioni in Europa lastricate di batoste e figuracce, non è venuto il momento di cambiare qualcosa? Se lo chiedono in molti, negli ambienti del rugby italiano. Eppure la soluzione c’è, ed è lì sotto il naso di tutti: partecipare alle Coppe non con tutti i club del Super Ten ma con selezioni in grado di competere, o perlomeno di non sbracare, di fronte alle realtà dei paesi rugbisticamente più evoluti. L’Irlanda lo fa già da un pezzo, ed infatti il Munster che ha annichilito la Benetton sabato scorso è stato due volte finalista nell’Heineken Cup, vinta nel 1999 dall’Ulster. Dopo la Scozia, anche il Galles ha abbinato sei club presentando così, a fianco di Llanelli e Cardiff, tre squadre di maggior spessore sul palcoscenico continentale. In Veneto c’è stato nel recente passato un timido tentativo, immediatamente naufragato, di unire per l’Europa le forze di Padova e Rovigo, rivali storiche, e c’è l’idea di una rinascita dei “Dogi” che si muove lentamente e risulta tutt’oggi in cantiere. Eppure esiste una consapevolezza diffusa, e il ricorso alle selezioni pare non dispiaccia nemmeno all’allenatore azzurro Kirwan.
<BR>Marzio Zanato, tecnico del Rovigo: «Le brutte sconfitte in Heineken Cup e in Parker Shield devono essere un campanello di allarme per i politici ottusi che governano il rugby italiano. In questo modo l’intero movimento perde di credibilità. Bisogna che la Federazione e la Lega diano avvio ad una ristrutturazione sulla base di selezioni, destinando budget adeguati. Mandiamo meno squadre in Europa ma che siano più competitive. Tutto ciò farebbe bene anche alla Nazionale, oltre che alla nostra immagine all’estero».
<BR>Il presidente del Petrarca, Fulvio Lorigiola, si dice possibilista. «Noi saremmo disponibili ad unire le forze con altri, a condizione che si tratti di un progetto serio», spiega, «potrebbe essere la Lega Rugby a gestire le rappresentative con i migliori giocatori delle diverse zone, utilizzando le quote che l’Erc versa ai club per la partecipazione. E’ assurdo che l’Italia sia l’unico paese a schierare i club assieme ad Inghilterra e Francia, che hanno budget di molte volte superiori ai nostri. Già l’anno scorso eravamo aperti ad una mista Padova-Rovigo di grande suggestioni storiche. Ora dovremmo fare tutti un atto di umiltà, abbandonare certe invidie di campanile per abbracciare l’unica via che ci permetta di evitare figuracce in Europa. Le singole società non hanno molto da perderci, considerato che i risultati attuali non attirano di certo gli sponsor».
<BR>A Treviso, pur con la società scossa dal cappotto di Limerick (e dall’infortunio occorso nell’occasione a Troncon: almeno 4 mesi di stop per una distorsione al ginocchio), Amerino Zatta invece frena, nella doppia veste di presidente della Benetton e della Lega Rugby. «Di sicuro è necessario e doveroso tornare a riflettere sulle modalità di partecipazione delle squadre italiane alle coppe europee», commenta, «delle selezioni si è già parlato all’interno della Lega, ma si tratta di un percorso che presenta grossi ostacoli. In Irlanda, Galles e Scozia esiste un movimento a livello di province che non è ristretto alle sole competizioni continentali. Mi sembra invece più urgente uniformare la normativa sugli stranieri, affinché i club italiani non incontrino in Europa un ulteriore handicap». Considerati gli investimenti compiuti, la Benetton non è orientata a dire sì alle selezioni. «Anche se esistesse un progetto concreto, noi non rinunceremmo a partecipare con il nostro nome», precisa Zatta, «nonostante qualcuno sostenga che abbiamo preso sotto gamba l’Heineken Cup di quest’anno, da diverse stagioni impegniamo notevoli risorse per emergere in Europa, mentre basterebbe meno per affermarsi in Italia. Non potremmo vanificare in questo modo il lavoro impostato».
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bobo, io non sarei così drastico con i manager di treviso. Credo che anche le dichiarazioni di Munari siano da intendere come mettere le mani avanti dopo una batosta subita. Io credo che ci sia a Tv come a Calvisano la volontà concreta di far bene in Europa. Non avrebbe avuto senso prendere in questi anni giocatori come Mason, Smith e Legg solo per puntare al campionato italiano. Il problema è più psicologico: se facciamo bene, bene, altrimenti va bene lo stesso, ci abbiamo provato....E questo si riflette sulle prestazioni in campo, con una squadra che non è pienamente convinta di poter giocarsela con le altre, per cui vediamo sprazzi di buona organizzazione ma manca la cattiveria soprattutto quando viene il momento di averla. Contro il Gloucester è mancato la convinzione nei loro 22 per esempio. Poi si sarebbe perso lo stesso perchè non possiamo farci illusioni: le migliori squadre di Heineken sono fuori portate per le nostre. Però probabilmente avrebbero sudato di più come i Wasps a Calvisano. A Munster se ne potevano beccare meno. Ma se proprio devo dire la mia, mi ha fatto più male l\'eliminazione di Tv l\'anno scorso contro un Newcastle ultimo in classifica e senza Wilkinson, dopo aver vinto bene a Tv che non i 50 e passa punti beccati dalla quasi nazionale irlandese di Munster.
<BR>Per quanto riguarda ancora Tv l\'appunto che faccio è che forse invece di prendere tanti illustri 3/4 dall\'estero, dato che comunque alla Benetton vi sono anche tanti giocatori forti in quei ruoli (Williams, i Dallan, Canale, Pozzebon), come mai non sono riusciti a costruire una prima linea decente. Quando manca Martinez mi sembrano allo sbando. A livello internazionale sia chiaro.
<BR>Per quanto riguarda ancora Tv l\'appunto che faccio è che forse invece di prendere tanti illustri 3/4 dall\'estero, dato che comunque alla Benetton vi sono anche tanti giocatori forti in quei ruoli (Williams, i Dallan, Canale, Pozzebon), come mai non sono riusciti a costruire una prima linea decente. Quando manca Martinez mi sembrano allo sbando. A livello internazionale sia chiaro.
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Credo proprio per i motivi di cui ho detto prima: se Green non vince lo scudetto rischia di perdere il posto, se Green prende 50 punti col Munster nessuno dice niente perchè tanto loro sono più forti, il sesto grado di Munari ecc. ecc. In definitiva vale di più una stagione come quella (brutta a mio avviso) dell\'anno scorso dove hanno vinto uno scudetto perdendo in malo modo a Newcastle (squadra che era abbondantemente alla portata di Tv l\'anno scorso) che non una stagione dove si facciano delle buone prestazioni in europa, magari con qualche vittoria ma si perda in semifinale o in finale di campionato.
- jaco
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OK ragazzi, pur non amando alla foliia la Benetton (da buon sandonatese) e reputando estremamente ragionevoli tutte i vostri rilievi, non posso non osservare un paio di cose:
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<BR>1. Formazione scesa in campo sabato a Limerick: Mason; Canale, Visentin, M. Dallan, Legg (st 24’ Perziano); Smith (st 16’ Eigner), Troncon (st 1’ Travagli); Parisse (st 16’ Garozzo), Palmer, Erasmus; Dellapè, Checchinato (st 22’ Pavanello); Costanzo (st 22’ Di Santo), Tejeda, Ribbens (st 33’ Sbaraglini).
<BR>Ora tenendo presenti gli infortunati (Ongaro, Pozzebon, Gritti e Picone) e il fatto che Williams è rimasto fuori per motivi legati al numero di stranieri da schierare, sono rimasti fuori per scelta Denis Dallan, Faliva, Kino, Orlando e Martinez. Francamente, però, non mi sembra che quella messa in campo sia una formazione di serie B...
<BR>
<BR>2. Vado, per curiosità, a vedere i risultati ottenuti dal Munster in casa negli ultimi anni e trovo:
<BR>18/01/03: Munster - Gloucester 33-6
<BR>06/12/02: Munster - Viadana 64-0
<BR>19/10/02: Munster - Perpignan (futuro finalista) 30-21
<BR>05/01/02: Munster - Harlequins 51-17
<BR>03/11/01: Munster - Bridgend 40-6
<BR>e qui mi fermo e nemmeno commento.
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<BR>Mi viene da pensare: e se gli irlandesi (sul cui blocco si fonda la nazionale del trifoglio) siano semplicemente più forti (specie quando giocano in casa)?
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<BR>1. Formazione scesa in campo sabato a Limerick: Mason; Canale, Visentin, M. Dallan, Legg (st 24’ Perziano); Smith (st 16’ Eigner), Troncon (st 1’ Travagli); Parisse (st 16’ Garozzo), Palmer, Erasmus; Dellapè, Checchinato (st 22’ Pavanello); Costanzo (st 22’ Di Santo), Tejeda, Ribbens (st 33’ Sbaraglini).
<BR>Ora tenendo presenti gli infortunati (Ongaro, Pozzebon, Gritti e Picone) e il fatto che Williams è rimasto fuori per motivi legati al numero di stranieri da schierare, sono rimasti fuori per scelta Denis Dallan, Faliva, Kino, Orlando e Martinez. Francamente, però, non mi sembra che quella messa in campo sia una formazione di serie B...
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<BR>2. Vado, per curiosità, a vedere i risultati ottenuti dal Munster in casa negli ultimi anni e trovo:
<BR>18/01/03: Munster - Gloucester 33-6
<BR>06/12/02: Munster - Viadana 64-0
<BR>19/10/02: Munster - Perpignan (futuro finalista) 30-21
<BR>05/01/02: Munster - Harlequins 51-17
<BR>03/11/01: Munster - Bridgend 40-6
<BR>e qui mi fermo e nemmeno commento.
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<BR>Mi viene da pensare: e se gli irlandesi (sul cui blocco si fonda la nazionale del trifoglio) siano semplicemente più forti (specie quando giocano in casa)?
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L'ignorante sa tant, l'inteigente sa poc, el saggio sa nient. EL MONA SA TUT!
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- jaco
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E\' vero, bobo, quelle dichiarazioni non sono propriamente cristalline, però la formazione mi sembrava decisamente competitiva e credo che nessun giocatore scenda in campo per risparmiarsi... in definitiva penso che Treviso abbia provato ad onorare l\'impegno (tra l\'altro con il sacrificio, ahimè, di Tronky), ma sabato proprio non ce n\'era...
<BR>Neroz, non ci provare, non voglio entrare nelle vostre faccende... (in realtà è tutta rabbia perchè fino a qualche anno fa erano anche le mie faccende...)
<BR>
<BR>...dai che forse ci salviamo!
<BR>Neroz, non ci provare, non voglio entrare nelle vostre faccende... (in realtà è tutta rabbia perchè fino a qualche anno fa erano anche le mie faccende...)
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