Sudafrica---Sviluppo o razzismo reverso
Moderatore: Emy77
- Giamma
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qua è vero c'è molto razzismo inverso, ma va anche considerato come si è usciti dall'apartheid
il sudafrica è stato vittima di embargo...
Scusami se continuo ma è un argomento a cui tengo molto. Posso immaginare le motivazioni che hanno portato a questo razzismo inverso ma non le giustifico. Nella storia si sono giustificate troppi fatti e questo a portato a fatti tremendi e disumani: la vendetta dei poveri tedeschi nei confronti dei ricchi ebrei, la vendette delle bande di Tito nei confronti degli italiani... o più vicino al SA la vendetta dei neri verso i farmers dello ZBW o della Namibia.
qua è vero c'è molto razzismo inverso, ma va anche considerato come si è usciti dall'apartheid
il sudafrica è stato vittima di embargo...
Scusami se continuo ma è un argomento a cui tengo molto. Posso immaginare le motivazioni che hanno portato a questo razzismo inverso ma non le giustifico. Nella storia si sono giustificate troppi fatti e questo a portato a fatti tremendi e disumani: la vendetta dei poveri tedeschi nei confronti dei ricchi ebrei, la vendette delle bande di Tito nei confronti degli italiani... o più vicino al SA la vendetta dei neri verso i farmers dello ZBW o della Namibia.
- Giamma
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Personalmente sono daccordo con pier,
Non è assolutamente una presa di posizione razzista la sua
Emerge il migliore, indipendentemente dal colore della pelle, una forzata parità non è giustificabile, sarebbe come imporre una "quota bianca" nella NBA o nella NFL (da scompisciarsi) o una "quota nera" nella NHL.... In una squadra come i Lakers con un quintetto tutto nero chi togliereste? Kobe Briant per far spazio ad un cinese o ad un bianco qualsiasi? Stiamo parlando di SPORT, ed il nostro è tra i più belli ed ancora ancorato a certi valori, il sudore ed il sacricio degli sportivi devono essere riconosciuti indipendentemente dal colore della pelle o delle credenze religiose e politiche, per assurdo il Sudafrica potrebbe inserire un quota del 5% di sportivi appartenenti alla religione Induista....
Non è assolutamente una presa di posizione razzista la sua
Emerge il migliore, indipendentemente dal colore della pelle, una forzata parità non è giustificabile, sarebbe come imporre una "quota bianca" nella NBA o nella NFL (da scompisciarsi) o una "quota nera" nella NHL.... In una squadra come i Lakers con un quintetto tutto nero chi togliereste? Kobe Briant per far spazio ad un cinese o ad un bianco qualsiasi? Stiamo parlando di SPORT, ed il nostro è tra i più belli ed ancora ancorato a certi valori, il sudore ed il sacricio degli sportivi devono essere riconosciuti indipendentemente dal colore della pelle o delle credenze religiose e politiche, per assurdo il Sudafrica potrebbe inserire un quota del 5% di sportivi appartenenti alla religione Induista....
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Come molti sapranno...in SA ci sono delle accademie e college di grande prestigio per quel che riguarda l'insegnamento del rugby..vedi l'Institut of Rugby di Pretoria il college di Hamilton o le highs schools di Stellenbosch
nel primo come nel secondo c'è una possibilità su 8 (SE NON ERRO) di diventare uno Springbock...essendo college molto esclusivi, molto spesso aperti solo alla popolazione colona penso che sia scontato il motivo per il quale si denota una netta inferiorità di giocatori coulored nelle selezioni nazionali...
sarei stato un pò più chiaro..se non fosse per la degustazione di rhum invecchiati che ho ancora in circolo!
Rugbisticamente vostro.
Mike
nel primo come nel secondo c'è una possibilità su 8 (SE NON ERRO) di diventare uno Springbock...essendo college molto esclusivi, molto spesso aperti solo alla popolazione colona penso che sia scontato il motivo per il quale si denota una netta inferiorità di giocatori coulored nelle selezioni nazionali...
sarei stato un pò più chiaro..se non fosse per la degustazione di rhum invecchiati che ho ancora in circolo!
Rugbisticamente vostro.
Mike
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cara Giamma,
innanzittto io non approva questa cosa da principio...capisco però da cosa sia scaturita
in secondo luogo nella squadra in cui mi alleno (university kwazulu natal) non vige nessuna di queste regole, credo che la questione delle presenze delle minoranze disavantaggiate funzioni solo a livelli di S14/currie cup/springnok/vodacom cup, gioca chi è il migliore chi si allena chi rispetta in compagni
quello che fa notare era il fatto che si punti in sud africa a fare sviluppo del rugby e quindi coinvolger + giocatori e poi lasciare fuori una squadra (con tutti i suoi motivi economici, qualitativi, e razziali) che fa dello sviluppo del gioco le sue radici.
Infatti e qua quello che dice martini cala alla perfezione, il rugby è praticamente solo a livello scolastico, i club partono dopo le scuole superiori e quindi se non puoi mandare tuo figlio a college tuo figlio non avrà mai la possibilità di giocare a rugby...e qeusto purtroppo ricade in tutte le cose passate a cui si sta provando a dare risposte concrete, che per me sono insensate
io vorrei vedere un rugby puro nel suo spirito e spesso qua faccio fatica...(sarà che dopo 18 mesi a vivere nel munster)
quello che vorrei riuscire a comunicare è il fatto che è impossibile per ora separare lo sport professionistico dalla politica qua in sudafrica e ciò purtroppo causa divisioni in sudafrica e anche su rugby.it
comunque a quanto pare i southern spears parteciperanno alla currie cup.
promuoviamo uno sport senza barriere!!
innanzittto io non approva questa cosa da principio...capisco però da cosa sia scaturita
in secondo luogo nella squadra in cui mi alleno (university kwazulu natal) non vige nessuna di queste regole, credo che la questione delle presenze delle minoranze disavantaggiate funzioni solo a livelli di S14/currie cup/springnok/vodacom cup, gioca chi è il migliore chi si allena chi rispetta in compagni
quello che fa notare era il fatto che si punti in sud africa a fare sviluppo del rugby e quindi coinvolger + giocatori e poi lasciare fuori una squadra (con tutti i suoi motivi economici, qualitativi, e razziali) che fa dello sviluppo del gioco le sue radici.
Infatti e qua quello che dice martini cala alla perfezione, il rugby è praticamente solo a livello scolastico, i club partono dopo le scuole superiori e quindi se non puoi mandare tuo figlio a college tuo figlio non avrà mai la possibilità di giocare a rugby...e qeusto purtroppo ricade in tutte le cose passate a cui si sta provando a dare risposte concrete, che per me sono insensate
io vorrei vedere un rugby puro nel suo spirito e spesso qua faccio fatica...(sarà che dopo 18 mesi a vivere nel munster)
quello che vorrei riuscire a comunicare è il fatto che è impossibile per ora separare lo sport professionistico dalla politica qua in sudafrica e ciò purtroppo causa divisioni in sudafrica e anche su rugby.it
comunque a quanto pare i southern spears parteciperanno alla currie cup.
promuoviamo uno sport senza barriere!!
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comunque questo è ciò che gli spears hanno pubblicato sul loro sito
http://www.thespears.co.za/rel1404061.htm
questa la traduzione su google ci voule un po di immaginazione perchè il livello non è gran che
http://translate.google.com/translate?u ... uage_tools
http://www.thespears.co.za/rel1404061.htm
questa la traduzione su google ci voule un po di immaginazione perchè il livello non è gran che
http://translate.google.com/translate?u ... uage_tools
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questo invece il link all'articolo che dice che gli spears parteciperanno alla currie cup
http://www.iol.co.za/index.php?click_id ... 63&set_id=
http://www.iol.co.za/index.php?click_id ... 63&set_id=
- minghiolo
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Kostas Kenteris, greco...- ha scritto:secondo me non c\'è nulla di male nella legge...anzi... in questo modo non si rischia di emarginare i neri dal rugby. in sud africa c\'era l\'haparteid fino a 10 anni fa e le frizioni tra neri e bianchi non sono ancora finite purtroppo... e poi ce ne sono di neri bravi: habana, andrews, willemse, shimange ecc.
<BR>e poi è normale che ci siano più bianchi nel rugby, l\'hanno portato loro in sud africa.
indagato per doping...
proprio per quella gara

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Il Sud Africa ha appunto creato un trofeo assegnato nel 2004 all'interno del 3 Nations che si chiama Freedom Cup.
E' stato messo in palio affrontando un altra squadra che fa dell'integrazione fra indigeni e discendenti di coloni europei la forza della squadra: la Nuova Zelanda.
Anzi già che ci sono lancio un appello.
Chi sà se in questo 2006 ci sarà la seconda edizione del Torneo ??
E' stato messo in palio affrontando un altra squadra che fa dell'integrazione fra indigeni e discendenti di coloni europei la forza della squadra: la Nuova Zelanda.
Anzi già che ci sono lancio un appello.
Chi sà se in questo 2006 ci sarà la seconda edizione del Torneo ??
www.rugbyxever.net
di tutto un pò e un pò di tutto sul rugby nazionale ed internazionale, nazionali e club.
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- Iscritto il: 19 mag 2006, 9:42
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Le quote sono un provvedimento razzista, sbagliatissimo dai pulcini alle vecchie glorie. Devono giocare i migliori, emergere i migliori, vincere i migliori, bianchi o neri che siano. Le categorie protette sul lavoro esistono per tutelare i disabili o chi è stato colpito da disgrazie familiari, non i meno capaci o gli appartenenti a determinati gruppi sociali. Se si paragonano i neri del Sudafrica alle nostre categorie protette si da per scontato che non possono competere coi bianchi ad armi pari, che siano meno capaci e quindi necessitino di un sostegno. Diventa una misura di solidarietà sociale, non di equità. Chi ha fatto il paragone coi campionati statunitensi ha centrato nel segno. Pensate alla nazionale olimpionica USA di atletica leggera. Sarebbe opportuno inserire le quote bianche? E poi non c'è niente di male se uno sport si identifica con un gruppo sociale, quando questo avviene per tradizioni e partecipazione e non per esclusione.
Ruggero
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Scusa Ruggero, ma non sono d'accordo. Mi limito solo all'ultimo periodo: in Sudafrica l'identificazione di un gruppo sociale o etnico in uno sport, segnatamente il rugby, è avvenuta non solo per tradizioni e partecipazione, ma, purtroppo, anche per esclusione. Fino al 1992 c'erano due federazioni ed ai giocatori neri era preclusa la possibilità di giocare negli Springboks.
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Esatto, questo fino al 1992. Da allora in poi in pochi anni sono state eliminate tutte le forme di esclusione e separazione nello sport come in tutto il resto. E anzi ne sono state introdotte di nuove e di segno contrario, nell'economia, nella politica ecc., ma questo è un altro discorso. Se si ritengono necessarie le quote (io no) bisogna essere coerenti e dire che senza di esse i giocatori neri non potrebbero essere selezionati nei grandi club e in nazionale. Se invece lo fossero, quale bisogno delle quote? Agli ultimi due campionati mondiali di calcio a cui ha partecipato, la nazionale sudafricana schierava un solo giocatore bianco. Il 35% sarebbe 4, col resto di qualcosa forse. Nessuno ha suggerito quote per i bianchi. Perché?
Ruggero
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Ruggero, come ho già scritto in un altro 3D, le quote sono un risarcimento, una sorta contrappasso terapeutico. Nessuno le ha suggerite per i bianchi per la semplice ragione che questi non dovevano essere risarciti per quanto avvenuto in passato. E' verissimo, esse non rispettano la meritocrazia, ma la storia di quel paese ci deve portare a considerazioni diverse e all'utilizzo di parametri differenti da quelli che potremmo prendere in considerazione in altre nazioni. Il processo di dialogo ed interazione, avviato con l'abolizione dell'aparthaid e l'istituzione dei tribunali della conciliazione, è ancora in fieri. Penso e spero che più avanti si potrà verificare l'esistenza e la consistenza di una coscienza democratica: allora non ci sarà più bisogno delle quote nello sport e nella vita civile.
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- Iscritto il: 19 mag 2006, 9:42
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Se proprio di risarcimenti c'è bisogno, lasciamoli al campo della politica. Lì c'è stato qualcosa, ma si è trattato più di giustizia sommaria, esplosione irrazionale di rancore, rivalsa etnica (e razzista). I risultati sono agli occhi di tutti. Nello sport non aggiungiamo ingiustizia all'ingiustizia, lasciamo che sia una battaglia leale. E poi passiamo al lato umano. Un giocatore che gioca perché è nero, si sentirà davvero molto diverso da quello che non giocava perché era nero?
Ruggero
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Prometto che è l'ultimo intervento. Se iniziassi a parlare di politica potrei debordare e quindi non inizio. Ribadisco: in Sudafrica, come altrove, ma forse più che altrove, non è stato possibile disgiungere lo sport dalla politica. Considerata l'importanza, anche simbolica, che il rugby riveste in quel paese, si è partiti dai campi della pallaovale per lanciare dei messaggi di cambiamento, cambiamento resosi necessario perché, fino a poco tempo fa, quel confronto leale che dovrebbe essere sempre garantito, non poteva realizzarsi.