pulici ha scritto: 15 mar 2021, 12:22
solo per capire ma prima delle Accademie come erano posizionati gli u20? esistevano già competizioni a livello internazionali, chiedo perche' non so.
Poi se parliamo di accademie come bacino per creare giocatori top allora mi chiedo che grande sviluppo ci sia stato visto che non si sono in questi anni i giocatori usciti dalle accademie (quasi tutti visti che si sono azzerati quasi i vivai per rifornire l'accademia) hanno giochicchiato un po' in europa per poi tornare a rimpolpare le franchigie italiane senza progredire mai.
In epoca preaccademia sono cresciuti fior di giocatori che poi hanno avuto successi internazionali non banali (i vari parisse, bergamasco, perugini, castrogiovanni, bortolami ecc.) usciti da semplici (serie) società.
E' solo questione di dna di questi ultimi oppure si sono persi anni e generazioni con queste accademie?
Ferma, Parisse, Castrogiovanni non sono "prodotti" di club. Sono giocatori importati da altro sistema di formazione.
Secondo quei giocatori citati arrivano da un altro "mondo" quello a cavallo tra dilettantismo e professionismo. Dove la spinta a professionalizzare la formazione di un giocatore era minore.
Le accademie (che poi parliamo sempre di due cose diverse, Centri di Formazione Permanente u18 e Accademia Naz. u20) se li consideriamo CDF sono il metodo di instradare ad una professionalizzazione della formazione da quando un atleta ha 17 anni (non di u16 ma u18, nessun u16 è in CDF), confrontandosi e quindi allenandosi 4 giorni a settimana con altrettanti ragazzi che hanno quell'obiettivo e quelle doti.
é fatto perchè già instradarsi a 18 anni ad una formazione professionistica è tardi se vuoi competere con gli altri. é fatto perchè i club storici non è che abbiano brillato nel fare questa cosa da soli o utilizzando soldi dati da FIR per questo (ti pigli i giocatori alla fine dell'u16 degli altri club i più forti, li fai allenare peò magari con dei tecnici formati sotto marco caco, assieme ad altri che magari sono li perchè pagano 400 € di retta dai genitori che vogliono il figlio nel club figo). E soprattutto fare una selezione che non fosse casuale come quella che si genera nei passaggi tra Club di blasone e club piccoli. Così anche chi viene da un club piccolo ma non ha interesse o non vuole essere costretto a spostarsi in altro club può avere una parte di formazione professionistica che il club stesso non potrebbe darsi.
Per me la parte dei CDF potrebbe essere trasferita nei club se e solo se questi garantiscono di avere una organizzazione e uno staff degno dell'obiettivo: professionalizzare la formazione.
Non puoi pensare di professionalizzare tutti i club o avere in tutti allenatori di quel livello ovunque.
Sono percorsi dedicati per chi a 16/17 anni decide che vuole provare quella via. Pensare di eliminare questo percorso e ridarlo ai club, mi mette in allerta, io sono sicuro che alcuni staff di società di alto livello non sono in grado di garantire questa preparazione, altrettanto non sarebbero in grado di farlo se oltre a garantire quella preparazione devono anche occuparsi di altri 30 giocatori che non sono li con quegli obiettivi.
Vorrei sapere poi perchè i CDF tolgono spazio alle giovanili dei club, se il fatto è che ti levano per 4 giorni 5/6 giocatori e li rivedi solo il venerdì allora stiamo parlando del nulla.
Il fatto è che se vogliamo professionismo dobbiamo avere dei percorsi simili ai CDF, che siano nei club o fatti da FIR, ma ci devono essere.