Venditti e il marcio

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

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Garry
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Re: Venditti e il marcio

Messaggio da Garry »

Mr Ian ha scritto: 15 ott 2020, 20:19
...gli allenatori di cavalli sono stati dei cavalli?
Certamente no.
Però se fossero stati dei cavalli, sarebbero degli allenatori migliori :wink:

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Mr Ian
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Re: Venditti e il marcio

Messaggio da Mr Ian »

Garry ha scritto: 15 ott 2020, 20:27
Mr Ian ha scritto: 15 ott 2020, 20:19
...gli allenatori di cavalli sono stati dei cavalli?
Certamente no.
Però se fossero stati dei cavalli, sarebbero degli allenatori migliori :wink:
ho scritto cavalli, non cani :wink:
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jpr williams
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Re: Venditti e il marcio

Messaggio da jpr williams »

Squilibrio ha scritto: 15 ott 2020, 19:56Ma scusate un attimo, da anni quì scrivete del marcio che c'è nel nostro sport, ora che un ex giocatore sempre ineccepibile nel proprio comportamento dentro e fuori dal campo fa un discorso generale e senza pensare minimamente al professionismo del figlio gli date addosso?
Si, però noi (io almeno lo faccio sempre; poi si può essere d'accordo con me o meno) quando parliamo di cose che non vanno diciamo QUALI cose e QUALI personaggi. Sta tutto lì.
Squilibrio ha scritto: 15 ott 2020, 19:56Io qualche cosa so delle o delle vicende a cui si riferisce come in tanti a parma e non solo sappiamo quindi non trovo nulla di scandaloso nelle sue parole e credo che più di una persona gli debba delle scuse dalla cittadella del rugby e poi ricordiamoci una cosa, lui potrebbe essere rimasto a parma senza giocare nemmeno una partita e prendere i soldi che gli spettavano che credo adesso non prenda e invece no, ha rescisso e se ne è andato rinunciando a tutto quindi ancora una volta grande venditti.
Quindi è una cosa che riguarda una sorta di conventicola parmigiana. Un parlare a tutti affinchè qualche innominato a Parma capisca. Beh, non mi sembra bello.
Squilibrio ha scritto: 15 ott 2020, 19:56Lascatemi dire una cosa poi da persona che non ha mai praticato rugby ma che frequenta il vostro mondo, il rugby è uno sport con valori superiori rispetto ad altri ma non tutti siamo perfetti e quindi le mele marce ci sono come in qualsiasi altro sport, il problema del rugby è che ci si vanta della presunta superiorità morale ma poi quando si difendono determinati comportamenti o si sfugge da determinate accuse esterne ecco che per non perdere la verginità non si accetta che un errore può essere capitato anche nel mondo incantato della palla ovale e questo agli aocchi della gente extrarugby vi fa apparire come persone false e ipocrite.


Questo c'entra poco, a mio avviso, con l'argomento di cui stiamo parlando, ma, comunque, due cose:
- mai preteso che il rugby fosse perfetto, poichè la perfezione non è di questo mondo, ma migliore degli altri sport si: per molto tempo lo è stato in maniera notevole
-convengo che da quando c'è il professionismo questa "differenza positiva" va sempre più sbiadendo. C'è ancora, per me, ma sempre meno.
Viviamo l'era del rugby itagliano che inizia a Treviso e finisce a Mogliano.
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Re: Venditti e il marcio

Messaggio da jpr williams »

Mr Ian ha scritto: 15 ott 2020, 20:19quanto alla parte che sottolineo, penso che prima ci scrolliamo di dosso questi discorsi e meglio è...ci sono in giro fior fiori di analisti, gente che parla seriamente di rugby che non ha manco 30 e non ha calcato chissà che palcoscenici, eppure gli è riconosciuta molta competenza nel settore. Solo in Italia abbiamo ancora quesa sorte di demarcazione.
In Inghilterra dicono, ..se può parlare di rugby solo chi ha giocato a rugby, allora gli allenatori di cavalli sono stati dei cavalli?
Se è per quello qua dicono anche che per parlare di droga non c'è bisogno di essersi fatti le pere o sniffato.
Ma non mi sembra che ci sia mai stata una questione del genere. O almeno non me ne sono mai accorto. Una delle persone più competenti in fatto di rugby che conosco (scriveva assiduamente qui, ora assai raramente) è uno che come sport ha sempre fatto la maratona e avrà preso in mano un ovale due volte in vita sua. Eppure non mi sognerei mai di dirgli che non capisce di rugby.
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Re: Venditti e il marcio

Messaggio da Squilibrio »

jpr williams ha scritto: 16 ott 2020, 10:44
Squilibrio ha scritto: 15 ott 2020, 19:56Ma scusate un attimo, da anni quì scrivete del marcio che c'è nel nostro sport, ora che un ex giocatore sempre ineccepibile nel proprio comportamento dentro e fuori dal campo fa un discorso generale e senza pensare minimamente al professionismo del figlio gli date addosso?
Si, però noi (io almeno lo faccio sempre; poi si può essere d'accordo con me o meno) quando parliamo di cose che non vanno diciamo QUALI cose e QUALI personaggi. Sta tutto lì.
Squilibrio ha scritto: 15 ott 2020, 19:56Io qualche cosa so delle o delle vicende a cui si riferisce come in tanti a parma e non solo sappiamo quindi non trovo nulla di scandaloso nelle sue parole e credo che più di una persona gli debba delle scuse dalla cittadella del rugby e poi ricordiamoci una cosa, lui potrebbe essere rimasto a parma senza giocare nemmeno una partita e prendere i soldi che gli spettavano che credo adesso non prenda e invece no, ha rescisso e se ne è andato rinunciando a tutto quindi ancora una volta grande venditti.
Quindi è una cosa che riguarda una sorta di conventicola parmigiana. Un parlare a tutti affinchè qualche innominato a Parma capisca. Beh, non mi sembra bello.
Squilibrio ha scritto: 15 ott 2020, 19:56Lascatemi dire una cosa poi da persona che non ha mai praticato rugby ma che frequenta il vostro mondo, il rugby è uno sport con valori superiori rispetto ad altri ma non tutti siamo perfetti e quindi le mele marce ci sono come in qualsiasi altro sport, il problema del rugby è che ci si vanta della presunta superiorità morale ma poi quando si difendono determinati comportamenti o si sfugge da determinate accuse esterne ecco che per non perdere la verginità non si accetta che un errore può essere capitato anche nel mondo incantato della palla ovale e questo agli aocchi della gente extrarugby vi fa apparire come persone false e ipocrite.


Questo c'entra poco, a mio avviso, con l'argomento di cui stiamo parlando, ma, comunque, due cose:
- mai preteso che il rugby fosse perfetto, poichè la perfezione non è di questo mondo, ma migliore degli altri sport si: per molto tempo lo è stato in maniera notevole
-convengo che da quando c'è il professionismo questa "differenza positiva" va sempre più sbiadendo. C'è ancora, per me, ma sempre meno.
Hai ragione, probabilmente io per come sono fatto avrei detto tutto e tutto di più ma le parole di venditti mi sembrano una riflessione senza voler solo accusare qualcuno ma solo per evidenziare il suo stato d'animo, la felicità e la paura, non ci vedo nulla di male e in fondo non ha detto nulla di sbagliato perchè anche il rugby come altri sport e come tutto, ha i suoi problemi, difetti e mele marce.

Riguardo la faccenda non so se si può parlare di combriccola parmigiana perchè penso che nessun attore sia parmigiano nella vicenda dato che le zebre hanno dei collaboratori dipendenti provenienti un pò da tutta italia, i parmigiani sono pochi e per il parlare a pochi perchè qualcuno capisca non penso sia adatto, vale quello scritto poco sopra.

Tu non pensi che il rugby sia perfetto ma il mondo del rugby si fa vanto di questo
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Re: Venditti e il marcio

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Squilibrio ha scritto: 16 ott 2020, 14:38 Tu non pensi che il rugby sia perfetto ma il mondo del rugby si fa vanto di questo
soprattutto quando è proprio chi si fa vanto che è tra i primi ad essere ipocrita
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Re: Venditti e il marcio

Messaggio da Garry »

Mai sentito nessuno che si faccia vanto di essere perfetto.
In compenso ho sentito tanti cadere nell'errore di considerare l'eccezione come se fosse la regola.
Anche nel rugby, per esempio, puoi sentire un tizio fra il pubblico che insulta un giocatore avversario, ma di solito viene guardato come se fosse un marziano. Nelle "curve" del calcio sei un marziano se non lo fai.

Al Flaminio hanno lanciato una bottiglietta in campo durante una partita degli azzurri, ma abbiamo visto com'è andata a finire

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Re: Venditti e il marcio

Messaggio da speartakle »

Garry ha scritto: 16 ott 2020, 15:52 Mai sentito nessuno che si faccia vanto di essere perfetto.
In compenso ho sentito tanti cadere nell'errore di considerare l'eccezione come se fosse la regola.
Anche nel rugby, per esempio, puoi sentire un tizio fra il pubblico che insulta un giocatore avversario, ma di solito viene guardato come se fosse un marziano. Nelle "curve" del calcio sei un marziano se non lo fai.

Al Flaminio hanno lanciato una bottiglietta in campo durante una partita degli azzurri, ma abbiamo visto com'è andata a finire
tu non hai mai sentito presidenti di club che alle presentazioni ufficiali-istituzionali, ai fine partita, alle riunioni in tempi duri, fanno sfoggio dei valori del rugby per poi adottare allegramente comportamenti che hanno poco dello spirito del sostegno, lavoro di squadra ecc? Ceh c'è sempre l'amico da sistemare, l'allenatore da trovare tra i vecchi compagni di squadra, non siamo il calcio ma devi far giocare come dico io ecc.
per fare un po' di qualunquismo a volte mi sembra che i valori a cui teniamo tanto in campo, poi fuori si trasformano in familismo amorale, dove sostegno, rispetto, spirito di squadra valgono si, ma per gli amici mica per tutti.
Garry
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Re: Venditti e il marcio

Messaggio da Garry »

speartakle ha scritto: 16 ott 2020, 16:13
Garry ha scritto: 16 ott 2020, 15:52 Mai sentito nessuno che si faccia vanto di essere perfetto.
In compenso ho sentito tanti cadere nell'errore di considerare l'eccezione come se fosse la regola.
Anche nel rugby, per esempio, puoi sentire un tizio fra il pubblico che insulta un giocatore avversario, ma di solito viene guardato come se fosse un marziano. Nelle "curve" del calcio sei un marziano se non lo fai.

Al Flaminio hanno lanciato una bottiglietta in campo durante una partita degli azzurri, ma abbiamo visto com'è andata a finire
tu non hai mai sentito presidenti di club che alle presentazioni ufficiali-istituzionali, ai fine partita, alle riunioni in tempi duri, fanno sfoggio dei valori del rugby per poi adottare allegramente comportamenti che hanno poco dello spirito del sostegno, lavoro di squadra ecc? Ceh c'è sempre l'amico da sistemare, l'allenatore da trovare tra i vecchi compagni di squadra, non siamo il calcio ma devi far giocare come dico io ecc.
per fare un po' di qualunquismo a volte mi sembra che i valori a cui teniamo tanto in campo, poi fuori si trasformano in familismo amorale, dove sostegno, rispetto, spirito di squadra valgono si, ma per gli amici mica per tutti.
Certo che li ho sentiti, ma dici che non stai parlando di eccezioni? Secondo me lo sono.
Di solito dei "valori" ne parlano gli sponsor per motivare la loro decisione

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Re: Venditti e il marcio

Messaggio da speartakle »

Garry ha scritto: 16 ott 2020, 16:24 Certo che li ho sentiti, ma dici che non stai parlando di eccezioni? Secondo me lo sono.
Di solito dei "valori" ne parlano gli sponsor per motivare la loro decisione
mah i società in giro ne ho viste parecchie e chi più chi meno almeno uno così ci passa. Non sto dicendo che siano tutti così, ma l'eccezione è uno su cento e per la mia esperienza la percentuale è decisamente più alta.
Ripensandoci il familismo amorale nel rugby sarebbe un buon caso di studio per qualche sociologo antropologo
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Re: Venditti e il marcio

Messaggio da giuseppone64 »

Mr Ian ha scritto: 15 ott 2020, 20:35
Garry ha scritto: 15 ott 2020, 20:27
Mr Ian ha scritto: 15 ott 2020, 20:19
...gli allenatori di cavalli sono stati dei cavalli?
Certamente no.
Però se fossero stati dei cavalli, sarebbero degli allenatori migliori :wink:
ho scritto cavalli, non cani :wink:
A colpi di fioretto...
Scusa tesoro se sono stato un po' brusco stamani. Papà non sei stato un po' brusco, sei stato un barbaro...
mio figlio 17 anni
Amore sbrigati che facciamo tardi a scuola! Mi sbrigo solo se mi ripeti che sono la più bella del mondo.
mia figlia 6 anni
MA CHE ORA E'?
mia moglie
Molti amici molto onore
Io
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Re: Venditti e il marcio

Messaggio da Luqa-bis »

@ jpr williams

La istintiva difesa della'depto di uno sport-culto come è il rugby. Chi fa parte di una comunità abbastanza coesa e con una identità e dei valori radicati tende istintivamente a proteggerla quando è messa sotto accusa, a ragione o a torto.
Qui si va a sezionare il commento di un padre che è stato cavallo (o cane) e che vede il suo cucciolo , che prima detestava il rugby, avvicinarvisi con la curiosità e la voglia di chi ha nella mente la figura del padre e il sentito dire dagli amici e conoscenti.

Mi colpisce che non ci si fermi sui passaggi che Venditti fa sul "che tipo di giocatore/compagno di squadra sarà mai? , quello che esce subito dagli spogliatoi, quello che ci resta sino all'ultimo, quello che piange per le sconfitte o quello che è già pronto per la prossima partita.
E nessuno ha fatto una qualsiasi osservazione su quanto il rugby di alto livello (professionistico ma chissà se è diverso nel semidilettante mondo Top12) porti via del padre (e magari in futuro della madre) ad un figlio.

Quello che ci ha colpito è stato un dubbio da padre "Io so che nel rugby c'è anche del marcio, io l'ho visto; mio figlio lo incontrerà? Quale sarà la sua reazione?".
E allora
"Dovevi parlare prima o sputi nel piatto dove hai mangiato" - forse prima avevo una passione e una ambizione, e forse senza marcio avrei potuto mangiare meglio,
"I nomi , doveva fare i nomi!"- in questo paese si chiede l'eroismo di opporsi al sistema per poi gridare "spia!delatore! - la mattina giustizialisti, la sera corporativi
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Re: Venditti e il marcio

Messaggio da jpr williams »

Luqa-bis ha scritto: 17 ott 2020, 8:42La istintiva difesa della'depto di uno sport-culto come è il rugby. Chi fa parte di una comunità abbastanza coesa e con una identità e dei valori radicati tende istintivamente a proteggerla quando è messa sotto accusa, a ragione o a torto.
Qui si va a sezionare il commento di un padre che è stato cavallo (o cane) e che vede il suo cucciolo , che prima detestava il rugby, avvicinarvisi con la curiosità e la voglia di chi ha nella mente la figura del padre e il sentito dire dagli amici e conoscenti.
Caro Luqa, nessuna difesa a priori e nessun culto. Solo la richiesta che quando qualcuno parla di qualcosa lo faccia con chiarezza e non con velate allusioni. Scrivere un post pubblico destinato ad essere letto da tutti lo richiede. Qua invece pare che si sia utilizzata una comunicazione pubblica di un "lieto evento" per lanciare messaggi oscuri che solo qualche introdotto può capire. Per carità, nessuna condanna: ho solo voluto dire che questo modo di fare personalmente non mi piace. E siccome questo è un luogo pubblico di discussione in cui ognuno di noi dice quello che pensa rispetto a quanto accade mi sembra normale dire quello che penso riguardo a quanto accade, appunto.
Luqa-bis ha scritto: 17 ott 2020, 8:42Mi colpisce che non ci si fermi sui passaggi che Venditti fa sul "che tipo di giocatore/compagno di squadra sarà mai? , quello che esce subito dagli spogliatoi, quello che ci resta sino all'ultimo, quello che piange per le sconfitte o quello che è già pronto per la prossima partita.
E nessuno ha fatto una qualsiasi osservazione su quanto il rugby di alto livello (professionistico ma chissà se è diverso nel semidilettante mondo Top12) porti via del padre (e magari in futuro della madre) ad un figlio.
Tutte riflessioni interessanti cui il primo, a mio avviso, a mancare di rispetto è stato proprio l'autore: come se tu presentassi in tavola una magnifica torta di gran pasticceria, ma dopo averla impiattata ci versassi sopra uno schizzo di liquame.
Luqa-bis ha scritto: 17 ott 2020, 8:42Quello che ci ha colpito è stato un dubbio da padre "Io so che nel rugby c'è anche del marcio, io l'ho visto; mio figlio lo incontrerà? Quale sarà la sua reazione?".
E allora
"Dovevi parlare prima o sputi nel piatto dove hai mangiato" - forse prima avevo una passione e una ambizione, e forse senza marcio avrei potuto mangiare meglio,
"I nomi , doveva fare i nomi!"- in questo paese si chiede l'eroismo di opporsi al sistema per poi gridare "spia!delatore! - la mattina giustizialisti, la sera corporativi
La faccenda dello sputare e del piatto la condivido con te: puoi benissimo aver fatto parte di un mondo (con relativi e leciti vantaggi) e poi accorgerti dei suoi problemi e denunciarli. Tutto sta a vedere se lo fai perchè ami quel mondo e vuoi portare il tuo contributo a migliorarlo (e allora esci dalla genericità) oppure ti proponi altri scopi. Che possono andare appunto dallo sputo nel piatto oppure dal desiderio di parlare in codice a qualcuno (e allora un "luogo pubblico" mi sembra poco indicato) oppure addirittura così, tanto per dire (il che sarebbe anche peggio). Io in ogni caso non darei mai del delatore a chi denuncia qualcosa di sbagliato in modo aperto: anzi, lo considererei coraggioso.
Viviamo l'era del rugby itagliano che inizia a Treviso e finisce a Mogliano.
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)
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