3/4 centro
Moderatore: Emy77
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3/4 centro
salve,qualcuno mi può dire bene cosa bisogna fare in questo ruolo,quali sono le caratteristiche fisiche consigliate e ki siano i più forti 3/4 centro???grazie mille
- diddi
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Ciao Fera (ternano/a?), benvenuto!
Comincio io a rispondere perché sono un mezzo-neofita sulla strada verso la conoscenza del rugby. Magari quel che dirò sarà smentito e allora impareremo in due da chi ne sa di più.
Collochiamo i "centri" nel campo: fanno parte della linea dei 3/4, cioè della linea di giocatori che in attacco si schierano dietro al mediano di apertura per riceverne palla e imbastire un'azione alla mano, nell'ambito della quale si situano "al centro", tra le due ali.
Fisicamente devono essere veloci, ma senza limitare eccessivamente la forza statica, dal momento che, giocando al centro del campo, possono ricevere facilmente placcaggi anche da giocatori della mischia avversaria. Difensivamente devono inoltre essere preparati a placcare tutto (per Maci Battaglin era addirittura il loro compito primario), dal momento che la loro posizione strategica e la loro mobilità gli permette di "tappare" buchi improvvisi e coprire una buona fetta di campo.
Tecnicamente devono avere mani buone, ottime, perché a loro è affidata la trasmissione della palla al largo, verso le ali.
Tatticamente occorre distinguere tra le due posizioni di primo e secondo centro: dal momento che i due si trovano sempre vicini, la loro distribuzione in campo non rispecchia un criterio destra/sinistra, ma di vicinanza/lontananza rispetto alla fonte del gioco (il mediano di apertura), nel senso che il "primo centro" è quello che sta vicino all'apertura, "secondo centro" quello più lontano, indipendentemente dal fatto che si giochi da destra a sinistra o viceversa. Qui esistono due scuole di pensiero: primo centro "pesante" e secondo "leggero", a peso decrescente man mano che ci si allontana dagli avanti, con il primo da usare come ariete e il secondo da "finisseur"; oppure primo centro "tecnico" e secondo "tradizionale", ove il primo diventa quasi una seconda apertura e ha responsabilità di impostazione del gioco quando l'apertura è impegnata nel gioco a terra o è fuori posizione e il secondo assume i compiti del centro "di sfondamento". Tendenzialmente, la prima soluzione è più "old fashioned" e "britannica" e la seconda più "moderna" e "australe" (in NZ apertura e primo centro vengono anche definiti "first 5/8" e "second 5/8", dove "cinque ottavi" sta a significare una via di mezzo tra lo "half back", il mediano, e il 3/4 puro). Oggigiorno però le squadre tendono a decidere la tattica da utilizzare in base ai giocatori a disposizione: per fare un esempio, l'Inghilterra schiera spesso a primo centro Tindall, che è un bestione che usano sovente per finire con una corsa nel mezzo un'azione insistita del loro potente pacchetto; ma, non avendolo a disposizione, nella RWC ha schierato Farrell e Catt, che sono grossi pure loro, ma molto più propensi ad assumersi responsabilità di organizzazione del gioco.
Cosa deve fare un centro? Tutto ciò che è gioco aperto, e non solo! Salire, placcare, retrocedere, passare, correre; il tutto a cento all'ora, altrimenti arrivano le botte!
Il "tipo" varia a seconda della funzione tattica: si va dai 180x85 ca.(un'apertura "grossa") per i centri più tecnici ai 190x100 ca. dei centri "fisici" (una terza linea "leggera").
Centri modello? La coppia irlandese O'Driscoll-D'Arcy, caso particolare di centri altamente "tecnici" che coesistono, è il top; forse il più forte in assoluto è l'australiano Mortlock, ma il titolo può essergli conteso dal compagno di nazionale Giteau, da Fourie (SA), da Mauger (NZ) o da Jauzion (F). A dire il vero, dopo il ritiro del mitico "all black" Tana Umaga, gli interpreti del ruolo ad alto livello si sono fatti più radi: per fare un esempio, ai mondiali la NZ ha giocato le partite più importanti con McAlister (che di norma gioca mediano di apertura) e Muliaina (che di solito gioca estremo). C'è poi il caso del giovane sudafricano Steyn, che non ho citato nonstante l'ottima qualità del giocatore e il suo impego nel Sud Africa campione del mondo, perché non si sa ancora in quale ruolo sarà sfruttato il suo versatile talento. Gli italiani Mirco Bergamasco, Canale e Masi (in ordine alfabetico) sono centri che possono competere a livello internazionale anche coi migliori. Ma se non sono in formissima è dura...
Comincio io a rispondere perché sono un mezzo-neofita sulla strada verso la conoscenza del rugby. Magari quel che dirò sarà smentito e allora impareremo in due da chi ne sa di più.
Collochiamo i "centri" nel campo: fanno parte della linea dei 3/4, cioè della linea di giocatori che in attacco si schierano dietro al mediano di apertura per riceverne palla e imbastire un'azione alla mano, nell'ambito della quale si situano "al centro", tra le due ali.
Fisicamente devono essere veloci, ma senza limitare eccessivamente la forza statica, dal momento che, giocando al centro del campo, possono ricevere facilmente placcaggi anche da giocatori della mischia avversaria. Difensivamente devono inoltre essere preparati a placcare tutto (per Maci Battaglin era addirittura il loro compito primario), dal momento che la loro posizione strategica e la loro mobilità gli permette di "tappare" buchi improvvisi e coprire una buona fetta di campo.
Tecnicamente devono avere mani buone, ottime, perché a loro è affidata la trasmissione della palla al largo, verso le ali.
Tatticamente occorre distinguere tra le due posizioni di primo e secondo centro: dal momento che i due si trovano sempre vicini, la loro distribuzione in campo non rispecchia un criterio destra/sinistra, ma di vicinanza/lontananza rispetto alla fonte del gioco (il mediano di apertura), nel senso che il "primo centro" è quello che sta vicino all'apertura, "secondo centro" quello più lontano, indipendentemente dal fatto che si giochi da destra a sinistra o viceversa. Qui esistono due scuole di pensiero: primo centro "pesante" e secondo "leggero", a peso decrescente man mano che ci si allontana dagli avanti, con il primo da usare come ariete e il secondo da "finisseur"; oppure primo centro "tecnico" e secondo "tradizionale", ove il primo diventa quasi una seconda apertura e ha responsabilità di impostazione del gioco quando l'apertura è impegnata nel gioco a terra o è fuori posizione e il secondo assume i compiti del centro "di sfondamento". Tendenzialmente, la prima soluzione è più "old fashioned" e "britannica" e la seconda più "moderna" e "australe" (in NZ apertura e primo centro vengono anche definiti "first 5/8" e "second 5/8", dove "cinque ottavi" sta a significare una via di mezzo tra lo "half back", il mediano, e il 3/4 puro). Oggigiorno però le squadre tendono a decidere la tattica da utilizzare in base ai giocatori a disposizione: per fare un esempio, l'Inghilterra schiera spesso a primo centro Tindall, che è un bestione che usano sovente per finire con una corsa nel mezzo un'azione insistita del loro potente pacchetto; ma, non avendolo a disposizione, nella RWC ha schierato Farrell e Catt, che sono grossi pure loro, ma molto più propensi ad assumersi responsabilità di organizzazione del gioco.
Cosa deve fare un centro? Tutto ciò che è gioco aperto, e non solo! Salire, placcare, retrocedere, passare, correre; il tutto a cento all'ora, altrimenti arrivano le botte!
Il "tipo" varia a seconda della funzione tattica: si va dai 180x85 ca.(un'apertura "grossa") per i centri più tecnici ai 190x100 ca. dei centri "fisici" (una terza linea "leggera").
Centri modello? La coppia irlandese O'Driscoll-D'Arcy, caso particolare di centri altamente "tecnici" che coesistono, è il top; forse il più forte in assoluto è l'australiano Mortlock, ma il titolo può essergli conteso dal compagno di nazionale Giteau, da Fourie (SA), da Mauger (NZ) o da Jauzion (F). A dire il vero, dopo il ritiro del mitico "all black" Tana Umaga, gli interpreti del ruolo ad alto livello si sono fatti più radi: per fare un esempio, ai mondiali la NZ ha giocato le partite più importanti con McAlister (che di norma gioca mediano di apertura) e Muliaina (che di solito gioca estremo). C'è poi il caso del giovane sudafricano Steyn, che non ho citato nonstante l'ottima qualità del giocatore e il suo impego nel Sud Africa campione del mondo, perché non si sa ancora in quale ruolo sarà sfruttato il suo versatile talento. Gli italiani Mirco Bergamasco, Canale e Masi (in ordine alfabetico) sono centri che possono competere a livello internazionale anche coi migliori. Ma se non sono in formissima è dura...
Peterino
Chi sa fa, chi non sa insegna a fare
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- Iscritto il: 5 mar 2006, 0:00
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Mi complimento per il resto del messaggio.diddi ha scritto:Gli italiani Mirco Bergamasco, Canale e Masi (in ordine alfabetico) sono centri che possono competere a livello internazionale anche coi migliori. Ma se non sono in formissima è dura...
Per la parte citata, leggo dall'enciclopedia:
Esiste il canale di scolo,
esiste il canale televisivo,
esiste il canale navigabile,
esiste il canale naturale, così come quello artificiale,
esiste il canale della filodifussione,
esiste il canale nel mixer,
esiste il canale di irrigazione,
esiste il canale uditivo,
esistono tante altre forme di canale...
non esiste il Canale del Rugby.
- diddi
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Capisco la delusione per il Mondiale, che condivido.rask ha scritto:...non esiste il Canale del Rugby.
Ma non ti sembra di essere inutilmente crudele? Il Canale del rugby esiste, si chiama Gonzalo e gioca in Francia al Clermont-Auvergne vice-campione di Francia (spesso e volentieri titolare anche nella fase finale 2006/07). Ha "toppato" il Mondiale, è vero. Ma non è che, perché uno gioca male, per questo non esista più: vuol dire che per te esistono solo i giocatori e non le persone, e questo è sbagliato.
Scusa, finito il cicchetto...

Peterino
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Mi verrebbe da commentare, ma forse è meglio che non lo faccio.rask ha scritto:Mi complimento per il resto del messaggio.diddi ha scritto:Gli italiani Mirco Bergamasco, Canale e Masi (in ordine alfabetico) sono centri che possono competere a livello internazionale anche coi migliori. Ma se non sono in formissima è dura...
Per la parte citata, leggo dall'enciclopedia:
Esiste il canale di scolo,
esiste il canale televisivo,
esiste il canale navigabile,
esiste il canale naturale, così come quello artificiale,
esiste il canale della filodifussione,
esiste il canale nel mixer,
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esistono tante altre forme di canale...
non esiste il Canale del Rugby.
E credimi ,a volte è più difficile tacere.
- Il_killer_delle_lattine
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rask ha scritto:Mi complimento per il resto del messaggio.diddi ha scritto:Gli italiani Mirco Bergamasco, Canale e Masi (in ordine alfabetico) sono centri che possono competere a livello internazionale anche coi migliori. Ma se non sono in formissima è dura...
Per la parte citata, leggo dall'enciclopedia:
Esiste il canale di scolo,
esiste il canale televisivo,
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esistono tante altre forme di canale...
non esiste il Canale del Rugby.
quanta cattiveria.....
secondo me è ingiusto prendersela così tanto con un buon giocatore come Gonzalo, che negli ultimi 2 6N ha mostrato grossi miglioramenti e che ha dato un apporto notevole soprattutto in difesa.
certo che quell'avanti con la scozia, mannaggia, mannaggia, mannaggia!!!!!!
Detto questo non credo lo si possa considerare di livello, nemmeno quando è in forma: D'Arcy, BOD, Tait (seppur giovanissimo), Contepomi, Mortlock e molti altri sono obbiettivamente di un altro pianeta
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...soprattutto quando ti manca il senso dell'umorismo.Rugby-Tv ha scritto:Mi verrebbe da commentare, ma forse è meglio che non lo faccio.rask ha scritto:Mi complimento per il resto del messaggio.diddi ha scritto:Gli italiani Mirco Bergamasco, Canale e Masi (in ordine alfabetico) sono centri che possono competere a livello internazionale anche coi migliori. Ma se non sono in formissima è dura...
Per la parte citata, leggo dall'enciclopedia:
Esiste il canale di scolo,
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esiste il canale navigabile,
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non esiste il Canale del Rugby.
E credimi ,a volte è più difficile tacere.
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Non ho intenzione di giudicare, nè tantomeno criticare, persone che non conosco.diddi ha scritto:Capisco la delusione per il Mondiale, che condivido.rask ha scritto:...non esiste il Canale del Rugby.
Ma non ti sembra di essere inutilmente crudele? Il Canale del rugby esiste, si chiama Gonzalo e gioca in Francia al Clermont-Auvergne vice-campione di Francia (spesso e volentieri titolare anche nella fase finale 2006/07). Ha "toppato" il Mondiale, è vero. Ma non è che, perché uno gioca male, per questo non esista più: vuol dire che per te esistono solo i giocatori e non le persone, e questo è sbagliato.
Scusa, finito il cicchetto...
Conosco un giocatore che ha deluso fortemente e ho espresso una critica in maniera goliardica...
Cmq 1000 volte meglio Masi centro. O no?
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sono d'accordo con la descrizione sopra fatta, i centri devono avere molte caratteristiche importanti, ma le più importanti e fondamentali sono il placcaggio e l'avanzamento palla in mano almeno dal mio punto di vista..
Poi molto dipende dalle risorse umane di cui ogni società dispone, ma i centri vengono usati molto spesso da fase statica per fare un setup e partire da una buona piattaforma di gioco, per tentare il gioco al largo solamente nelle fasi successive alla prima o alla seconda..
Poi molto dipende dalle risorse umane di cui ogni società dispone, ma i centri vengono usati molto spesso da fase statica per fare un setup e partire da una buona piattaforma di gioco, per tentare il gioco al largo solamente nelle fasi successive alla prima o alla seconda..
FORZA...CORAGGIO...LEALTA' e ORGOGLIO:
questa è l'essenza del Rugby, è inutile che ti alleni se non hai il carattere
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- Iscritto il: 10 ott 2005, 0:00
- Località: Sicilia - Catania
Ma poi scusate ragazzi nel gergo tecnico rugbistico non si usa dire "uscire dal canale" quando si riceve il pallone da un compagno e si deve fare un passo laterale prima di iniziare la corsa?
"Il rugby è un gioco da bestie giocato da gentiluomini e gestito da dementi."
(frankye88)
"La stupidità è un peccato mortale"
(The Darwin Awards)
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