"Wally's Pub": seconda puntata
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"Wally's Pub": seconda puntata
„Wally’s Pub“ Seconda puntata.
Le cose venute bene, non bisognerebbe rifarle, come invece accade nel cinema. A volte poi può mancare l’ispirazione e allora si ricorre al mestiere. Ma non è la stessa cosa. Tuttavia, se da un lato non vuoi, dall’altro senti che devi. Puoi mai arrecare una delusione ai tuoi innumerevoli fans? Speriamo che abbiano pazienza, e che si accontentino.
Così quando Sabato alle 14.20 varco la porta del Wally’s e mi vedo il proprietario scozzese, capisco che non sarà come sabato scorso: niente saponette finlandesi, niente bariste giuncheggianti dagli occhi blu e dal piercing sopraccigliare, niente pinta di Guinness ogni 2 minuti e 26 secondi. Che cosa rimane di sabato scorso? MEEEEEEEEEEEEEEEENGHIAAAAA, Horacio.
Ne intuisco la presenza da questa nota sequenza di 6 suoni (vedi sopra) che sta a lui come il tuono sta al lampo: mi giro, e lo vedo intrespolato in un angolo su uno sgabellino che riesce a contenerne a malapena un sedicesimo di chiappa sinistra. Si è pettinato e per la prima volta mi è sembrato di vederlo un po’ smilzo in viso (“è perduto sedisci chili en tre semane. Ora peso sole 123 chili”). Sta addentando una strana cosa cina, un gigantesco involtone primavera (ma date le dimensioni anche quattro stagioni), e in un sacchetto sul tavolino ha ancora uno di quei contenitori di plastica semiopaca da ristorante cino. Alla faccia della dieta. “Io me le manscio, la dieta. Bafangule a la dieta. Questo è sole berdure. No scè niente carne. Nunca carne, solo berdure tuta la semana e una volta cada dia.”. E l’involtone sparisce nelle fauci di Horacio come la barchetta di Geppetto nella balena, grondando frittume e morchia.
Questa volta la barzelletta cambia: ci sono uno scozzese (il proprietario), un italiano, un argentino e un gallese, che aspetta un amico sudafricano. Dopo cinque minuti arriva un inglese con una maglia irlandese. È Mark, uno che non dovrebbe mai giocare a rugby, altrimenti finisce come quella volta due anni fa a Thann, che un avversario prende la palla in mezzo al campo da un up and under nostro e urla “Mark”. Un mark a centrocampo? Qualcuno si guarda stupito, l’arbitro per non saper né leggere né scrivere, lascia andare. Il tipo peraltro mica si ferma, comincia a correre seguito da un suo compagno di squadra. Era Mark, abbiamo scoperto dopo. Comunque fa sempre un certo effetto vedere un inglese con una maglia irlandese. Il gallese ha invece una maglia strana di una squadra gallese che non esiste più, dice lui, qualcosa tipo “Bridgeon”. “Era l’unica maglia azzurra da rugby che avevo”, dice lui. Più francese che italiana, dico io, ma è il pensiero che conta.
Insomma, si è capito: la barista non c’è, altrimenti col cavolo che mi metto a parlare di maglie. Speriamo che almeno la partita sia decente, altrimenti come mi distraggo?
Infatti la partita è indecente. Devo dire più per colpa dell’Inghilterra. Anche Scanavacca però: due aperture di Troncon, due up and under. c4$$o, ma allora è la maglia numero 10, c’è il meccanismo stile Big Jim che chi la mette tira calci non appena gli schiacci la schiena. Vabeh. Qualcuno tira un colpo in testa a Scanavacca e quando ritorna in campo dimostra di essere rinsavito secondo la ben nota regola di Don Camillo (“neanche a me, Signore, piace spiegare il Vangelo a pugni in testa, ma, vede, secondo me le persone non hanno in testa idee sbagliate, ma solo idee fuori posto, allora basta sbatacchiarle un po’ e tutto ritorna al suo posto”).
L’arbitro è un pochino irritante. Come? Quello di Robertson è tenuto e quello di Tindall sul placcaggio di De Marigny no? Con un bel calcio di punizione avremmo potuto liberare con più tranquillità e avere una touche nostra a centrocampo. Invece rinvio in affanno nei 22, touche inglese e da lì nasce quello che ben sappiamo.
Ok, l’arbitro fa parte del gioco, niente da dire. Ma se fa parte del gioco, allora perché non placcarlo qualche volta? Non si pretende giustizia, ma un po’ di coerenza, c4$$o, quella sì. Vuoi giocare con noi, bel bambino? Toh!!!! Razzola nel fango, senti le ossa scricchiolare sotto il peso dei placcaggi di Totò (il famoso “Bacio Perugini”). Ti fa bua? Chi te lo ha detto di giocare con noi? Non vuoi più far parte del gioco? Alora bafangule, a casa di Horacio a mengiare involtoni cini!
Horacio comincia ad agitarsi “Eso arbitre è una mierda” (che in realtà non è così negativo come sembra: per lui “mierda” è semplicemente un sinonimo di “non così buono”. Secondo me gli mancano le parole adatte ad esprimere i concetti più elementari). “El tenuto del’englese no è fischiato. E il cartone sciallo? Per l’anglese, no per l’Italiano. Ora, te lo digo io, l’arbitre fischia cosí per aiutare Anglatera, perché ha visto che non fanno NA-DA!!”. E io, per non far la fine dell’involtone quattro stagioni, non oso contraddirlo. Quando poi c’è la punizione del 17-0 Horacio pesta un pugno sul bancone. “Aora te digo che comincia arrobare.Perché te digo, che se arbitro non fischia così per anglatera, el sciogo è otra cosa per l’italia, no per l’anglatera”.
Nel frattempo sono arrivati altri membri per la barzelletta dalla fattura genericamente anglosassone. Il proprietario che mi chiama “Gyoggyow” mi chiede se sarò il 17 al pub, che oltretutto è San Patrick “È la nostra festa nazionale” mi fa. Come? Lo scozzese in realtà è un irlandese? Ecco perché quando la Scozia perdeva non si incazzava mai. Nessuno si fila la partita. 17-0. Poi il fattaccio: gli inglesi perforati come dei dilettanti in seconda fase a partire dai nostri 30 metri. Ridicoli! “Beh, 10 punti poi non sono tanti”, fa uno. Il gallese non sta più in piedi “comò ìdali!!!!”. Dopo 5 pinte appena? Scuoto la testa perplesso.
Partita un po’ del c4$$o, ma colpa degli inglesi. Sembra che Wilkinson abbia preso anche lui la maledizione di Mon-pez-zuma. Solo calci, calci, calci. Mai un’apertura. Boh? Finisce così, con Horacio che si beve una coca-cola e a momenti si aspira anche il vetro.
“Meno male che adesso arriva Scozia-Galles”. Le ultime parole famose. La cosa più divertente sono i 5 Jones su 15. Mi ricorda Beppe Grillo al Maracana in “Te lo do io il Brasile”. Formazione: Grillo, Grillo, Grillo, Grillo, Grillo, Grillo, Grillo, Grillo, Grillo, Grillo, Grillo. In panchina: Grillo, Grillo, Grillo, Grillo, Grillo. Allenatore: Piera (mamma di Grillo).
Il gallese impetroliato urla ogni 15 secondi “comò uèils”, osservato da un soggetto di genere femminile, che si era intrufolato anzitempo. Dovrebbe essere la sua fidanzata australiana, da quello che ho capito. Se non fosse per lo schifo di partita che mi tocca vedere, manco l’avrei notata. Ogni tanto le getto un’occhiata indolente: non è malaccio, ha dei tratti di viso insoliti, rari anche qui da queste parti, occhi verdi, capelli rosso ruggine. Per il resto mi ricordava tanto, nella sua forma parallepipoidale (= 90 -90-90) una pinta. E allora ho capito per la prima volta il senso della teoria evoluzionistica di Darwin: l’unica speranza per una donna anglosassone di finire nelle mani di un uomo è quella di assomigliare ad una pinta di birra. A partire dall’ottava, la vista si annebbia, gli uomini riconoscono solo a tatto. Per questo si perpetua solo il DNA delle donne a forma di pinta, assicurando il mantenimento della razza. È terribile, ma è così. Tra lei, Jones e Paterson scelgo comunque lei, più per colpa di Jones e Paterson che per meriti suoi.
Il gallese ormai è fuori dalla grazia di Dio. Si regge in piedi solo perché la densità dell’aria a queste latitudini è più alta. Mi parla di passione gallese, mi racconta che il giorno più bello della sua vita è stato la meta di Scott Gibbs a Wembley. Poi me lo riracconta. Poi me lo ririracconta. Poi me lo ririririracconta. Alla fine l’ho sentito talmente tante volte che glielo racconto io. E allora lui mi fa “ma c’eri anche tu?”.
Le cose venute bene, non bisognerebbe rifarle, come invece accade nel cinema. A volte poi può mancare l’ispirazione e allora si ricorre al mestiere. Ma non è la stessa cosa. Tuttavia, se da un lato non vuoi, dall’altro senti che devi. Puoi mai arrecare una delusione ai tuoi innumerevoli fans? Speriamo che abbiano pazienza, e che si accontentino.
Così quando Sabato alle 14.20 varco la porta del Wally’s e mi vedo il proprietario scozzese, capisco che non sarà come sabato scorso: niente saponette finlandesi, niente bariste giuncheggianti dagli occhi blu e dal piercing sopraccigliare, niente pinta di Guinness ogni 2 minuti e 26 secondi. Che cosa rimane di sabato scorso? MEEEEEEEEEEEEEEEENGHIAAAAA, Horacio.
Ne intuisco la presenza da questa nota sequenza di 6 suoni (vedi sopra) che sta a lui come il tuono sta al lampo: mi giro, e lo vedo intrespolato in un angolo su uno sgabellino che riesce a contenerne a malapena un sedicesimo di chiappa sinistra. Si è pettinato e per la prima volta mi è sembrato di vederlo un po’ smilzo in viso (“è perduto sedisci chili en tre semane. Ora peso sole 123 chili”). Sta addentando una strana cosa cina, un gigantesco involtone primavera (ma date le dimensioni anche quattro stagioni), e in un sacchetto sul tavolino ha ancora uno di quei contenitori di plastica semiopaca da ristorante cino. Alla faccia della dieta. “Io me le manscio, la dieta. Bafangule a la dieta. Questo è sole berdure. No scè niente carne. Nunca carne, solo berdure tuta la semana e una volta cada dia.”. E l’involtone sparisce nelle fauci di Horacio come la barchetta di Geppetto nella balena, grondando frittume e morchia.
Questa volta la barzelletta cambia: ci sono uno scozzese (il proprietario), un italiano, un argentino e un gallese, che aspetta un amico sudafricano. Dopo cinque minuti arriva un inglese con una maglia irlandese. È Mark, uno che non dovrebbe mai giocare a rugby, altrimenti finisce come quella volta due anni fa a Thann, che un avversario prende la palla in mezzo al campo da un up and under nostro e urla “Mark”. Un mark a centrocampo? Qualcuno si guarda stupito, l’arbitro per non saper né leggere né scrivere, lascia andare. Il tipo peraltro mica si ferma, comincia a correre seguito da un suo compagno di squadra. Era Mark, abbiamo scoperto dopo. Comunque fa sempre un certo effetto vedere un inglese con una maglia irlandese. Il gallese ha invece una maglia strana di una squadra gallese che non esiste più, dice lui, qualcosa tipo “Bridgeon”. “Era l’unica maglia azzurra da rugby che avevo”, dice lui. Più francese che italiana, dico io, ma è il pensiero che conta.
Insomma, si è capito: la barista non c’è, altrimenti col cavolo che mi metto a parlare di maglie. Speriamo che almeno la partita sia decente, altrimenti come mi distraggo?
Infatti la partita è indecente. Devo dire più per colpa dell’Inghilterra. Anche Scanavacca però: due aperture di Troncon, due up and under. c4$$o, ma allora è la maglia numero 10, c’è il meccanismo stile Big Jim che chi la mette tira calci non appena gli schiacci la schiena. Vabeh. Qualcuno tira un colpo in testa a Scanavacca e quando ritorna in campo dimostra di essere rinsavito secondo la ben nota regola di Don Camillo (“neanche a me, Signore, piace spiegare il Vangelo a pugni in testa, ma, vede, secondo me le persone non hanno in testa idee sbagliate, ma solo idee fuori posto, allora basta sbatacchiarle un po’ e tutto ritorna al suo posto”).
L’arbitro è un pochino irritante. Come? Quello di Robertson è tenuto e quello di Tindall sul placcaggio di De Marigny no? Con un bel calcio di punizione avremmo potuto liberare con più tranquillità e avere una touche nostra a centrocampo. Invece rinvio in affanno nei 22, touche inglese e da lì nasce quello che ben sappiamo.
Ok, l’arbitro fa parte del gioco, niente da dire. Ma se fa parte del gioco, allora perché non placcarlo qualche volta? Non si pretende giustizia, ma un po’ di coerenza, c4$$o, quella sì. Vuoi giocare con noi, bel bambino? Toh!!!! Razzola nel fango, senti le ossa scricchiolare sotto il peso dei placcaggi di Totò (il famoso “Bacio Perugini”). Ti fa bua? Chi te lo ha detto di giocare con noi? Non vuoi più far parte del gioco? Alora bafangule, a casa di Horacio a mengiare involtoni cini!
Horacio comincia ad agitarsi “Eso arbitre è una mierda” (che in realtà non è così negativo come sembra: per lui “mierda” è semplicemente un sinonimo di “non così buono”. Secondo me gli mancano le parole adatte ad esprimere i concetti più elementari). “El tenuto del’englese no è fischiato. E il cartone sciallo? Per l’anglese, no per l’Italiano. Ora, te lo digo io, l’arbitre fischia cosí per aiutare Anglatera, perché ha visto che non fanno NA-DA!!”. E io, per non far la fine dell’involtone quattro stagioni, non oso contraddirlo. Quando poi c’è la punizione del 17-0 Horacio pesta un pugno sul bancone. “Aora te digo che comincia arrobare.Perché te digo, che se arbitro non fischia così per anglatera, el sciogo è otra cosa per l’italia, no per l’anglatera”.
Nel frattempo sono arrivati altri membri per la barzelletta dalla fattura genericamente anglosassone. Il proprietario che mi chiama “Gyoggyow” mi chiede se sarò il 17 al pub, che oltretutto è San Patrick “È la nostra festa nazionale” mi fa. Come? Lo scozzese in realtà è un irlandese? Ecco perché quando la Scozia perdeva non si incazzava mai. Nessuno si fila la partita. 17-0. Poi il fattaccio: gli inglesi perforati come dei dilettanti in seconda fase a partire dai nostri 30 metri. Ridicoli! “Beh, 10 punti poi non sono tanti”, fa uno. Il gallese non sta più in piedi “comò ìdali!!!!”. Dopo 5 pinte appena? Scuoto la testa perplesso.
Partita un po’ del c4$$o, ma colpa degli inglesi. Sembra che Wilkinson abbia preso anche lui la maledizione di Mon-pez-zuma. Solo calci, calci, calci. Mai un’apertura. Boh? Finisce così, con Horacio che si beve una coca-cola e a momenti si aspira anche il vetro.
“Meno male che adesso arriva Scozia-Galles”. Le ultime parole famose. La cosa più divertente sono i 5 Jones su 15. Mi ricorda Beppe Grillo al Maracana in “Te lo do io il Brasile”. Formazione: Grillo, Grillo, Grillo, Grillo, Grillo, Grillo, Grillo, Grillo, Grillo, Grillo, Grillo. In panchina: Grillo, Grillo, Grillo, Grillo, Grillo. Allenatore: Piera (mamma di Grillo).
Il gallese impetroliato urla ogni 15 secondi “comò uèils”, osservato da un soggetto di genere femminile, che si era intrufolato anzitempo. Dovrebbe essere la sua fidanzata australiana, da quello che ho capito. Se non fosse per lo schifo di partita che mi tocca vedere, manco l’avrei notata. Ogni tanto le getto un’occhiata indolente: non è malaccio, ha dei tratti di viso insoliti, rari anche qui da queste parti, occhi verdi, capelli rosso ruggine. Per il resto mi ricordava tanto, nella sua forma parallepipoidale (= 90 -90-90) una pinta. E allora ho capito per la prima volta il senso della teoria evoluzionistica di Darwin: l’unica speranza per una donna anglosassone di finire nelle mani di un uomo è quella di assomigliare ad una pinta di birra. A partire dall’ottava, la vista si annebbia, gli uomini riconoscono solo a tatto. Per questo si perpetua solo il DNA delle donne a forma di pinta, assicurando il mantenimento della razza. È terribile, ma è così. Tra lei, Jones e Paterson scelgo comunque lei, più per colpa di Jones e Paterson che per meriti suoi.
Il gallese ormai è fuori dalla grazia di Dio. Si regge in piedi solo perché la densità dell’aria a queste latitudini è più alta. Mi parla di passione gallese, mi racconta che il giorno più bello della sua vita è stato la meta di Scott Gibbs a Wembley. Poi me lo riracconta. Poi me lo ririracconta. Poi me lo ririririracconta. Alla fine l’ho sentito talmente tante volte che glielo racconto io. E allora lui mi fa “ma c’eri anche tu?”.
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RE: "Wally
Bafangule all'arbitro !
Ci posti una foto di Horacio yetì ??
![Mr. Green :-]](./images/smilies/icon_mrgreen.gif)
I vostri etilometri non placcheranno la nostra sete!
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Re: RE: "Wally
JPR ha scritto:Ci posti di Horacio yetì ??
Non posso. L'unica che ho occupa quasi 17MB sul disco rigido.
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Re: RE: "Wally
wolf84 ha scritto:Yeti ormai è un classico... ti prego non mollare...
Si, me lo dicono tutti di non mollare. Ma a volte, specie dopo la pasta e ceci, può capitare.
G.
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Re: RE: "Wally
UAHUHAUHAUHAUHAUHAUHAUHAUAHUAHUAHAUyeti ha scritto:wolf84 ha scritto:Yeti ormai è un classico... ti prego non mollare...
Si, me lo dicono tutti di non mollare. Ma a volte, specie dopo la pasta e ceci, può capitare.
G.





"gli uomini si dividono in due categorie...quelli con la pistola carica e quelli che scavano....TU SCAVI"
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RE: Re: RE: "Wally
pezzo di cacca: sbaglio o io ho conosciuto MarK?
ma...se è davvero lui, come sei riuscito a convincerlo a mettersi le scarpette e infangarsi?
ma...se è davvero lui, come sei riuscito a convincerlo a mettersi le scarpette e infangarsi?
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RE: Re: RE: "Wally
Questi pezzi sono dei capolavori.... qualcuno più riuscito, qualcuno magari meno (ma, si sà, dai migliori si esige sempre il meglio).... alcune trovate sono da annuario delle battute (l'"involtino quattro stagioni" ne è un esempio da tramandare ai nipoti....
)....ma quello che veramente mi colpisce, sono i finali.... 
![Mr. Green :-]](./images/smilies/icon_mrgreen.gif)

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RE: Re: RE: "Wally
Ti chiedo in sposo.
Mi sono esercitata a dire bafangule benissimo.
Mi sono esercitata a dire bafangule benissimo.
Member of Sant Etienne Express
conversazione del 19/5/09
Robbb "dici che se bevo la birra scaduta mi fa male?"
silvia "scaduta da quando?"
robbb"settembre 2009"
silvia "ma settembre 2009 deve ancora arrivare! siamo nel 2008"
conversazione del 19/5/09
Robbb "dici che se bevo la birra scaduta mi fa male?"
silvia "scaduta da quando?"
robbb"settembre 2009"
silvia "ma settembre 2009 deve ancora arrivare! siamo nel 2008"
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Infatti la partita è indecente. Devo dire più per colpa dell’Inghilterra. Anche Scanavacca però: due aperture di Troncon, due up and under. c***, ma allora è la maglia numero 10, c’è il meccanismo stile Big Jim che chi la mette tira calci non appena gli schiacci la schiena. Vabeh


presto disponibile big jim "up & under"...
ps aspettavo con ansia la seconda puntata



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e comunque i Jones erano 6 
Jones, sono Jones...allerta Jones, Jones e il reverendo Jones! Ma non farne parola con Jones, temo sia una spia degli inglesi!

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Non mi ricordo se quella gag c'è nel film, non mi pare. Il riferimento però è a un numero di Dylan Dog (136 - Lassù qualcuno ci chiama) che cita largamente il film.


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