Presidenza Innocenti

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

Moderatore: Emy77

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speartakle
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Re: Il nuovo presidente

Messaggio da speartakle »

Ma davvero Mr Ian credi che Capuozzo non sarebbe stato selezionato?
Ma ti giuro che uno con quelle gambe anche senza la tecnica di Capuozzo io l'ho visto forse una volta: Campa.
Cioè in veneto secondo me sarebbe stato preso in CDF di corsa.
Non so che selezioni vengono fatte altrove
Mr Ian
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Re: Il nuovo presidente

Messaggio da Mr Ian »

speartakle ha scritto: 23 mar 2022, 8:53
Mr Ian ha scritto: 23 mar 2022, 7:59 uno dei problemi sicuramenti da dover affrontare è quello legato agli atleti che non passano per il collo di bottiglia delle selezioni...perchè è vero che manca l eccellenza, ma non è che di quantità c'è ne sia a bizzeffe...mi dicono di liste gara di serie a e b che fanno piangere o riempite con gente che passava dal campo pur magari di far giocare l argentino di turno...
il sistema selezioni, in molti casi parecchio politicizzato, negli anni si è dimenticato totalmente di chi rimaneva fuori, magari i casi di sbagli evidenti erano pochi, ma non ci si è neanche posto il problema se gli "scartati" erano ancora motivati a continuare, alla fine non è che il rugby può finire con i cdf o accademie...
Inoltre sui parametri di selezione qualcosa da rivedere c'è...è sarà un caso se i profili alla capuozzo, nel nostro caso Bruno e Minozzi, non siamo passati per il canononico processo federale completo...
Per me se l attività rimane incentrata nei club è un bene, alla fine funziona così in tutto il mondo, dove magari esistono le accademie, ma sono strutture federali a supporto dei club e non viceversa come successo in Italia. Anche perchè un Capuozzo non lo convocavano manco per le selezioni regionali...
Noi abbiamo fatto negli anni un tipo di selezione che per prenderne 1 ne abbiamo persi 3 e questo non possiamo permetterlo.
Poi che i club debbano strutturarsi, penso che sia così palese che se ne sia accorti anche loro...
Cambia il passaggio da CdFP ad accademia nazionale (e vanno benissimo le due u23), organizza una attività per tenere collegati quelli che hanno partecipato agli ASA ma non sono stati scelti o hanno declinato l'invito al CDFP, ma che senso ha smantellare tutto e ritardarlo?
Penso agli ASA U16 in veneto, di atleti non selezionati che meritano ce ne saranno forse uno o 2 per infortuni o per qualche caso del destino, ma il meglio è lì. Cavolo questi siamo, i campioni non si nascondono sotto i sassi, è facilissimo vedere chi ne ha a quell'età, siamo pochi e i migliori emergono a vista d'occhio.
Invece di migliorare un sistema rodato esistente e fare dei correttivi o aggiungere si è deciso di smantellare....
Io davvero voglio sperare di sbagliarmi ma più guardo alle cose e più vedo lati negativi in questo cambiamento rispetto ai lati positivi.
Spero di sbagliarmi, ma mi sento in dovere di evidenziare queste cose
il fatto è che tornare al vecchio sistema non ci vuole nulla, i club ed il personale coinvolto sarà sempre quello, le strutture rimangono e torniamo al vecchio sistema...
però occhio che il sistema costa e penso che a lungo termine si voglia cercare di limitare economincamente le uscite per dirottarle altrove...i soldi son quelli e bene o male devi farli girare..
Quanto a Capuozzo, non pensare a l atleta di ora, ma pensa al mingherlino di 16 anni che non avrebbe fatto gli stacchi al bilanciere o lo squat con tutto il suo peso...no buono per rugby
Garry
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Re: Il nuovo presidente

Messaggio da Garry »

Se non sono scemi, "tornare al vecchio sistema non ci vuole nulla" anche no, nel senso che se non sono scemi, dovranno aspettare almeno 4 - 5 anni per vedere se il "nuovo sistema" funziona.
O vogliamo cambiare sistema ogni anno?

4 - 5 anni sono il minimo per eliminare le scorie e i veleni del vecchio sistema ed ammirare finalmente i benefici effetti del nuovo.
Però allo stesso tempo 4 - 5 anni buttati (nel caso che il "nuovo" andasse male) sono un'enormità. Si accumulerebbe un ritardo enorme sprecando tutto quello che era stato fatto in precedenza.

Ripeto una domanda a cui nessuno ha dato risposta.

PERCHÉ? Intendo, perché si è sentita l'esigenza di questo cambiamento?
Le cose non stanno andando male, tutto il mondo rugbistico internazionale ci riconosce i grossi progressi fatti fino all'U20.
Il salto al rugby professionistico è il momento in cui siamo deficitari, ma quello, guarda caso, è in mano ai club e alle franchigie, che evidentemente non assolvono al loro compito.

Allora, PERCHÉ?
L'unica risposta intelligente, anche se triste, sarebbe: "per ridurre i costi".
Ma siamo sicuri che si ridurranno? Gli allenatori a tempo pieno dei club "eletti" chi li paga? E le strutture (palestre, campi sintetici, foresterie...)?

Ripeto, qui si sta buttando alle ortiche il lavoro degli ultimi 7 - 8 anni, errori compresi (indispensabili per migliorare), quindi, essendo un nuovo inizio si ricomincerà con gli errori (è umano) sidovrà correggere il tiro, fare modifiche... insomma ripetere nei club tutto il percorso già fatto in federazione

"La vita è quello che non esisterà mai sotto il fascismo: libertà, creazione, sincerità, verità, bellezza e volto umano"
R.I.P. Pavel Kushnir - pianista russo morto in carcere, vittima del fascismo russo
Garry
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Re: Il nuovo presidente

Messaggio da Garry »

Non dimentichiamo che i ragazzi nelle accademie sono in full immersion nel rugby e accumulano esperienze di convivenza oltre a mettere alla prova la loro motivazione con l'uscita dalla loro "comfort zone"


A proposito, devo dire he ormai per poter discutere qui sono costretto ad utilizzare escamotage come quello di ieri.
Il messaggio che ho postato alle 22 in realtà era un articolo di "Fratelli di rugby", ma per poter discutere sul tema in questione e non dover discutere su "Fratelli di rugby" (solite risposte) ho dovuto pubblicarlo senza scrivere l'autore.
Almeno così le repliche hanno avuto senso

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jentu
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Re: Il nuovo presidente

Messaggio da jentu »

Non per essere ripetitivo, ma quello che si sta lavorando era un sistema completo fino a 20 anni, quello che si sta per adottare è un sistema ancora solo accennato per la sua maggior parte.
Quando sarà definito completamente, compresa l'eventuale modifica dei campionati giovanili?
Perché se i poli formativi, come sono certo, dreneranno risorse umane dal resto del movimento non si può pensare che tutti siano su un piano di parità.
Per il passaggio 20 - seniores sarà interessante capire se, come spero, i ragazzi della U20 vanno diretti in franchigia, almeno alcuni.
Parlare e scrivere sono due attività umane differenti
I fatti degli altri sono solo opinioni, le mie opinioni sono fatti (cit. omen nomen)
Non discutere mai con un idiota: ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza (cit. Incertae sedis)
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Re: Il nuovo presidente

Messaggio da Mr Ian »

il perchè è più semplice di quello che si possa pensare. Economicamente la coperta è sempre la stessa, anzi forse accorcia, per cui dopo tanti anni ad aver investito nella formazione dai 16 ai 20 anni, oggi ci si è reso conto che un lavoro importante è necessario anche nelle due fasi della filiera, il reclutamento e la specializzazione.
Nel reclutamento i singoli club non sono ormai capaci di far fronte alla concorrenza di tutti gli altri sport e necessiatano di un aiuto economico molto importante, sia in termini di strutture che di competenze.
Quanto alla specializzazione, se è vero che vogliamo farla fare anche ai club e pretendiamo da loro una massiccia ristrutturazione, dall altro lato i premi annuali devono essere quantificati agli sforzi che fanno.
A chi non piacerebbe che ci fossero soldi per tutto, ma non è così. Del buon lavoro fatto fino ad oggi sicuramente rimarranno le tracce l imprinting, fermo restando che i toni catastrofistici che si utilizzano sono un tantino esagerati..certo se si vuol continuare a fare bene servono gli sforzi di tutti, se invece si vuol remare contro per il gusto di andare contro qualcuno, allora non ci sarà riforma o accademia che tenga..
speartakle
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Re: Il nuovo presidente

Messaggio da speartakle »

Mr Ian ha scritto: 23 mar 2022, 12:38 il perchè è più semplice di quello che si possa pensare. Economicamente la coperta è sempre la stessa, anzi forse accorcia, per cui dopo tanti anni ad aver investito nella formazione dai 16 ai 20 anni, oggi ci si è reso conto che un lavoro importante è necessario anche nelle due fasi della filiera, il reclutamento e la specializzazione.
Nel reclutamento i singoli club non sono ormai capaci di far fronte alla concorrenza di tutti gli altri sport e necessiatano di un aiuto economico molto importante, sia in termini di strutture che di competenze.
Quanto alla specializzazione, se è vero che vogliamo farla fare anche ai club e pretendiamo da loro una massiccia ristrutturazione, dall altro lato i premi annuali devono essere quantificati agli sforzi che fanno.
A chi non piacerebbe che ci fossero soldi per tutto, ma non è così. Del buon lavoro fatto fino ad oggi sicuramente rimarranno le tracce l imprinting, fermo restando che i toni catastrofistici che si utilizzano sono un tantino esagerati..certo se si vuol continuare a fare bene servono gli sforzi di tutti, se invece si vuol remare contro per il gusto di andare contro qualcuno, allora non ci sarà riforma o accademia che tenga..
in questo thread non ho visto toni catastrofici. Mi sembra normale essere perplessi e un po' preoccupati. Poi magari ci accorgeremo fra 4-5 anni che avevamo solo paura e invece no. Però con questi presupposti mi sembra difficile credere in modo fideistico al nuovo che ancora non si è palesato.
Per esempio mi piacerebbe molto che qualche giornalista si prendesse la briga di chiamare i direttori tecnici di club come Petrarca, Rovigo, Reggio, Colorno ecc e chiedere se si stanno muovendo/organizzando per la prossima stagione.
maxrugby10
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Re: Il nuovo presidente

Messaggio da maxrugby10 »

Garry ha scritto: 23 mar 2022, 10:41 Se non sono scemi, "tornare al vecchio sistema non ci vuole nulla" anche no, nel senso che se non sono scemi, dovranno aspettare almeno 4 - 5 anni per vedere se il "nuovo sistema" funziona.
O vogliamo cambiare sistema ogni anno?

4 - 5 anni sono il minimo per eliminare le scorie e i veleni del vecchio sistema ed ammirare finalmente i benefici effetti del nuovo.
Però allo stesso tempo 4 - 5 anni buttati (nel caso che il "nuovo" andasse male) sono un'enormità. Si accumulerebbe un ritardo enorme sprecando tutto quello che era stato fatto in precedenza.

Ripeto una domanda a cui nessuno ha dato risposta.

PERCHÉ? Intendo, perché si è sentita l'esigenza di questo cambiamento?
Le cose non stanno andando male, tutto il mondo rugbistico internazionale ci riconosce i grossi progressi fatti fino all'U20.
Il salto al rugby professionistico è il momento in cui siamo deficitari, ma quello, guarda caso, è in mano ai club e alle franchigie, che evidentemente non assolvono al loro compito.

Allora, PERCHÉ?
L'unica risposta intelligente, anche se triste, sarebbe: "per ridurre i costi".
Ma siamo sicuri che si ridurranno? Gli allenatori a tempo pieno dei club "eletti" chi li paga? E le strutture (palestre, campi sintetici, foresterie...)?

Ripeto, qui si sta buttando alle ortiche il lavoro degli ultimi 7 - 8 anni, errori compresi (indispensabili per migliorare), quindi, essendo un nuovo inizio si ricomincerà con gli errori (è umano) sidovrà correggere il tiro, fare modifiche... insomma ripetere nei club tutto il percorso già fatto in federazione
A me il sistema lascia qualche dubbio. Io avrei investito quel milione per un'accademia al Sud. Al momento il rugby di vertice sotto il Tevere non esiste. Se devo dirla tutta, tolte le Fiamme che domani il Ministero potrebbe pure decidere di chiudere, da Roma in giù dall'anno prossimo non esisterà più l'alto livello dopo la retrocessione matematica della Lazio. Dieci poli: benissimo, ma quale società al Sud puo' essere un polo di eccellenza? Se decidete di rispondere alla domanda e indicare una società pensateci bene, contate fino a 10.
Mr Ian
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Re: Il nuovo presidente

Messaggio da Mr Ian »

maxrugby10 ha scritto: 23 mar 2022, 15:23
Garry ha scritto: 23 mar 2022, 10:41 Se non sono scemi, "tornare al vecchio sistema non ci vuole nulla" anche no, nel senso che se non sono scemi, dovranno aspettare almeno 4 - 5 anni per vedere se il "nuovo sistema" funziona.
O vogliamo cambiare sistema ogni anno?

4 - 5 anni sono il minimo per eliminare le scorie e i veleni del vecchio sistema ed ammirare finalmente i benefici effetti del nuovo.
Però allo stesso tempo 4 - 5 anni buttati (nel caso che il "nuovo" andasse male) sono un'enormità. Si accumulerebbe un ritardo enorme sprecando tutto quello che era stato fatto in precedenza.

Ripeto una domanda a cui nessuno ha dato risposta.

PERCHÉ? Intendo, perché si è sentita l'esigenza di questo cambiamento?
Le cose non stanno andando male, tutto il mondo rugbistico internazionale ci riconosce i grossi progressi fatti fino all'U20.
Il salto al rugby professionistico è il momento in cui siamo deficitari, ma quello, guarda caso, è in mano ai club e alle franchigie, che evidentemente non assolvono al loro compito.

Allora, PERCHÉ?
L'unica risposta intelligente, anche se triste, sarebbe: "per ridurre i costi".
Ma siamo sicuri che si ridurranno? Gli allenatori a tempo pieno dei club "eletti" chi li paga? E le strutture (palestre, campi sintetici, foresterie...)?

Ripeto, qui si sta buttando alle ortiche il lavoro degli ultimi 7 - 8 anni, errori compresi (indispensabili per migliorare), quindi, essendo un nuovo inizio si ricomincerà con gli errori (è umano) sidovrà correggere il tiro, fare modifiche... insomma ripetere nei club tutto il percorso già fatto in federazione
A me il sistema lascia qualche dubbio. Io avrei investito quel milione per un'accademia al Sud. Al momento il rugby di vertice sotto il Tevere non esiste. Se devo dirla tutta, tolte le Fiamme che domani il Ministero potrebbe pure decidere di chiudere, da Roma in giù dall'anno prossimo non esisterà più l'alto livello dopo la retrocessione matematica della Lazio. Dieci poli: benissimo, ma quale società al Sud puo' essere un polo di eccellenza? Se decidete di rispondere alla domanda e indicare una società pensateci bene, contate fino a 10.
Non esiste da roma in giù una società per poter assolvere a questo compito...anche perchè da roma in giù i tesserati si contano sulle dita di una mano..a questo punto la domanda lecita è, vale la pena investire in un polo di eccellenza al sud, oppure sarebbe meglio puntare su di un progetto per favorire il reclutamento?
speartakle
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Re: Il nuovo presidente

Messaggio da speartakle »

maxrugby10 ha scritto: 23 mar 2022, 15:23
Garry ha scritto: 23 mar 2022, 10:41 Se non sono scemi, "tornare al vecchio sistema non ci vuole nulla" anche no, nel senso che se non sono scemi, dovranno aspettare almeno 4 - 5 anni per vedere se il "nuovo sistema" funziona.
O vogliamo cambiare sistema ogni anno?

4 - 5 anni sono il minimo per eliminare le scorie e i veleni del vecchio sistema ed ammirare finalmente i benefici effetti del nuovo.
Però allo stesso tempo 4 - 5 anni buttati (nel caso che il "nuovo" andasse male) sono un'enormità. Si accumulerebbe un ritardo enorme sprecando tutto quello che era stato fatto in precedenza.

Ripeto una domanda a cui nessuno ha dato risposta.

PERCHÉ? Intendo, perché si è sentita l'esigenza di questo cambiamento?
Le cose non stanno andando male, tutto il mondo rugbistico internazionale ci riconosce i grossi progressi fatti fino all'U20.
Il salto al rugby professionistico è il momento in cui siamo deficitari, ma quello, guarda caso, è in mano ai club e alle franchigie, che evidentemente non assolvono al loro compito.

Allora, PERCHÉ?
L'unica risposta intelligente, anche se triste, sarebbe: "per ridurre i costi".
Ma siamo sicuri che si ridurranno? Gli allenatori a tempo pieno dei club "eletti" chi li paga? E le strutture (palestre, campi sintetici, foresterie...)?

Ripeto, qui si sta buttando alle ortiche il lavoro degli ultimi 7 - 8 anni, errori compresi (indispensabili per migliorare), quindi, essendo un nuovo inizio si ricomincerà con gli errori (è umano) sidovrà correggere il tiro, fare modifiche... insomma ripetere nei club tutto il percorso già fatto in federazione
A me il sistema lascia qualche dubbio. Io avrei investito quel milione per un'accademia al Sud. Al momento il rugby di vertice sotto il Tevere non esiste. Se devo dirla tutta, tolte le Fiamme che domani il Ministero potrebbe pure decidere di chiudere, da Roma in giù dall'anno prossimo non esisterà più l'alto livello dopo la retrocessione matematica della Lazio. Dieci poli: benissimo, ma quale società al Sud puo' essere un polo di eccellenza? Se decidete di rispondere alla domanda e indicare una società pensateci bene, contate fino a 10.
è anche vero però che rimane il CDFP di Roma. Non bastava prima certo, però almeno rimane.
C'è bisogno di una squadra in Top10 o club come Capitolina e Lazio rinforzati al livello tecnico dai soldi del polo?
Perchè se è la prima Polo o non Polo il problema rimane e non è risolvibile se non dalle stesse società, di sicuro non è la FIR che può fare in modo che una squadra del sud salga in TOP10. Se è la seconda non servono grandi club basterebbe anche solo che avessero una buona struttura tecnica a livello giovanile, certo non semplice ma neanche impossibile perchè li si delle risorse la FIR può metterle.

A Napoli sembrava che le cose si stessero muovendo con l'approdo in serie A, ma mi sembra le cose non stiano andando benissimo...
supermax
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Re: Il nuovo presidente

Messaggio da supermax »

In realtà l'idea che sotto Roma non ci sia nulla è quanto meno balzana. La Sicilia ha tesserati e tradizione. Catania ha una squadra in A ed una in B ed una serie di società satelliti con il CUS Catania da anni nell'élite dell'under 18. Produce poco adesso, a parte l'isolato caso di Licata, ma con seri investimenti può tornare ad essere un polo di riferimento. In Campania non è Napoli il riferimento recente ma Benevento, che ci ha dato Canna, Furno e Perugini e poi si è inaridita. Anche qui c'è una base dalla quale ripartire. Non parliamo dell'anno zero.
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Re: Il nuovo presidente

Messaggio da speartakle »

supermax ha scritto: 23 mar 2022, 16:16 In realtà l'idea che sotto Roma non ci sia nulla è quanto meno balzana. La Sicilia ha tesserati e tradizione. Catania ha una squadra in A ed una in B ed una serie di società satelliti con il CUS Catania da anni nell'élite dell'under 18. Produce poco adesso, a parte l'isolato caso di Licata, ma con seri investimenti può tornare ad essere un polo di riferimento. In Campania non è Napoli il riferimento recente ma Benevento, che ci ha dato Canna, Furno e Perugini e poi si è inaridita. Anche qui c'è una base dalla quale ripartire. Non parliamo dell'anno zero.
sono paragonabili ad una Capitolina? ad un Valsugana, Vicenza per sparare società di serie A che fanno della formazione un loro punto forte (Vicenza insomma).

ultimamente no questo era l'intento del messaggio
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Re: Il nuovo presidente

Messaggio da supermax »

Mai detto che sono paragonabili ad una Capitolina. Intendo dire che ci sono molte potenzialità inespresse che, con un serio progetto tecnico, non si parla solo di soldi, possono svilupparsi appieno. Per questo le Accademie in queste aree non sarebbero per nulla soldi buttati.
Mr Ian
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Re: Il nuovo presidente

Messaggio da Mr Ian »

supermax ha scritto: 23 mar 2022, 16:16 In realtà l'idea che sotto Roma non ci sia nulla è quanto meno balzana. La Sicilia ha tesserati e tradizione. Catania ha una squadra in A ed una in B ed una serie di società satelliti con il CUS Catania da anni nell'élite dell'under 18. Produce poco adesso, a parte l'isolato caso di Licata, ma con seri investimenti può tornare ad essere un polo di riferimento. In Campania non è Napoli il riferimento recente ma Benevento, che ci ha dato Canna, Furno e Perugini e poi si è inaridita. Anche qui c'è una base dalla quale ripartire. Non parliamo dell'anno zero.
in 3 squadre insieme non abbiamo gli stessi tesserati under 17 delle fiamme oro...lasciamo stare che c'è solo da piangere
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Re: Il nuovo presidente

Messaggio da supermax »

Ma sapete di cosa state parlando? I due convocati delle Fiamme Oro per la nazionale under 18 sono uno di Messina ed uno della Sardegna (non ricordo la città). Cosa vi dice che non ci sia nulla sotto? La Sicilia è ottava per numero di tesserati, prima di Abruzzo e Campania.
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