Altro piccolo assaggino..spero possa piacere.. buona lettura!
Ciao a tutti! Purtroppo Natale è già passato, ma oggi ho voglia di farvi un regalo lo stesso. Ho pensato di farvi rivivere il 12 marzo di quest’anno. Se non sapete cos’è successo quel giorno, forse questo blog non è il posto giusto per voi o forse avete bisogno di una buona dose di fosforo per la memoria. (si scherza, chiaro!). Per chi non se lo ricorda quel sabato l’Italia batte la Francia nella quarta giornata del 6 Nazioni e riscrive la storia del rugby azzurro contemporaneo. Per me fu ancora più grande la gioia, visto che due giorni prima mi ero laureato col massimo dei voti..Per questo vi voglio raccontare quel weekend più unico che raro, spero vi possa piacere.
Quando c’è il 6 Nazioni di solito il mio weekend, con buona pace di lavori vari e studio, inizia il mercoledì. Con questo non voglio dire che stacco tutto e non mi muovo da casa, significa solo che nella mente ho solo un pensiero, un pensiero lungo 80 minuti. Ecco, la settimana che precedeva il match con la Francia non poteva essere così per me. Non doveva. Giovedì avevo la discussione della mia tesi, e senza uno straccio di discorso preparato non potevo certo dedicarmi a qualcosa di diverso. Sta di fatto che in quel giovedì, dopo le classiche botte al laureato (se non sapete cosa sono fatevi invitare a una laurea in Veneto!) mi arrivò un messaggio. “Mallett la da persa, 6 cambi con tutte riserve..c’è anche Orquera!“. Accendo il PC e noto che effettivamente i titolari sono diversi da quelli schierati contro il Galles. Masi estremo, Orquera apertura, Festuccia tallonatore. Primo pensiero: si va al massacro! Poi, non appena qualche neurone cominciò a funzionare ricordai una cosa: i nuovi innesti avevano una caratteristica in comune, tutti giocavano nel Top 14 francese. E allora erano due le cose: o Mallett cerca quella che a Oxford chiamano “botta di culo” affidandosi a chi il rugby francese lo mastica un pochino o cerca di risparmiare le forze per il match di Murrayfield con la Scozia. Quale delle due?
Arriva il sabato e chiaramente la mia preparazione al match assomiglia a quella di Fantozzi: isolamento completo dal mondo o quasi, birra e casa libera in caso di sfogo liberatorio, sia esso composto da bestemmioni o da urla di gioia disarticolate e tendenti alla demenza. Vai, si comincia!
E quando vedi Masi estremo capisci subito una cosa: oggi serve la chiavetta per l’autoscontro, la palla la teniamo noi. Niente calci, possesso e avanzamento. La tattica funziona, Semenzato gira a mille, Parisse e Masi sono furie nei primi minuti, e i francesi ci capiscono poco o nulla. Però purtroppo esageriamo e ci esponiamo ai loro contrattacchi. No, concedere ai galletti il gioco rotto è una follia e Clerc ci punisce bruciando Canale. Ora i francesi cercano di stanarci e cominciano un assedio che porterà solo altri tre punti con Parra. La diga tiene, e da lì si riparte. Canale trova la breccia e imbarazza Rougerie, Bergamasco aggiunge altri tre punti e ci riporta sotto. Rischiamo però, abbiamo momenti di black-out che quasi ci costano una meta: Parisse è costretto a rifugiarsi in area di meta e concedere una mischia ai francesi. E lì ci risvegliamo, li cacciamo indietro e ci prendiamo anche il fallo. Finisce il primo tempo sull’8-6 per loro, con i francesi che buttano fuori la palla, buon segno per noi.
All’inizio del secondo tempo diamo una lezione di difesa ai francesi: li prendiamo alla gola sulla nostra linea dei 10 metri e da lì riescono solo a retrocedere, non riescono più nemmeno a respirare e cominciano a chiedersi se erano quelle le famose “Vacanze Romane” che i loro quotidiani prevedevano. Riescono a mettere 3 punti in carniere dopo un nostro tenuto a terra che mina le nostre sicurezze, ed è lì che ci facciamo male: Parisse esaspera una salita e Trinh-Duc trova il buco per Parra in mezzo ai pali. “This is the end” dei Doors risuona nella mia testa, e non vorrei mai fosse la colonna sonora dei 15 giganti in campo. Giganti, sì, tutti, compreso Orquera, ricoperto di insulti e sberleffi dopo il match di Twickenham e che oggi sta facendo il diavolo a quattro davanti ai mediani francesi e con un Chabal (non il miglior Chabal) alle calcagna.
Per fortuna mia non lo è nelle teste dei giocatori c’è tutta un’altra musica. Si riparte, cattivi, incarogniti, con l’elmetto giù; e guadagniamo subito un calcio . Purtroppo Mirco colpisce una zolla e la palla si pianta. E non sembra la giornata giusta nemmeno quando sfiora i pali con un’altra punizione. In altri tempi altre Nazionali avrebbero sbracato, avrebbero concesso altre 3 mete e fine della conversazione. No, basta, l’eco delle sconfitte per mano dei galletti non porta più sommesse lacrime, è tempo di giocarsela tutta!
La terza linea sale in cattedra e Semenzato sprona i suoi uomini a dovere. E’ Masi, vero guerriero in campo, tutto corse e testate contro il muro, ad andare oltre, e non è il lieto fine. Bergamasco mette altri 2 calci, inframezzati da uno di Parra, si va sul 21-19 per loro.
L’azione ristagna a metà campo. La palla arriva al neoentrato Burton, meno peperino di Orquera ma con un piede tattico più performante. Pallone a incrociare, rimbalzo e fuori giusto giusto nei 22, con Huget che ci mette anche la manina, touche nostra! Il Flaminio trema, la folla si fa sentire tutta. Semenzato sfrutta un fallo francese e manda Bergamirco a calciare tra i pali. Io sto tremando a casa, la mia gamba destra sente tutto il fremito del momento, fortuna che non tocca a me calciare. La palla entra, vantaggio nostro a 5 minuti dal termine!
E adesso bisogna guardare anche il centesimo: avanziamo a picconate, cerchiamo di nascondere la palla, intanto il pubblico canta “Fratelli d’Italia”, storicamente non sarà “Swing low Sweet Chariot”, ma l’effetto è quello. A 10 secondi è mischia per loro fuori dai nostri 22. Resistiamo con tutto, anche con i nervi, l’arbitro per una volta ci grazia e fischia la fine. Fermali tu 15 buoi impazziti che esultano, se puoi. Fermalo un ct che ha ricevuto più critiche di Berlusconi in 17 anni e che piange con la giornalista che gli asciuga le lacrime. Fermate un pubblico che canta “Ma il cielo è sempre più blu” (pazienza il significato della canzone, per oggi va bene così). E fermatemi dal non piangere in salotto, col divano rigato di lacrime di commozione e gioia.
Volete sapere la prima cosa fatta lunedì 14 marzo? Ho preso il cd di Rino Gaetano..
Buone feste a tutti!
http://www.rugbystories.it/storia/ma-il ... u-azzurro/