BETTARELLO, 20 ANNI FA LA PRIMA COI BARBARIANS
Inviato: 5 mag 2007, 13:45
Dato che la sezione Storia è ancora chiusa per problemi con il server, vi pubblico un articolo da parte di L3gs.
Grazie L3gs!
E' articolo commemorativo dei 20 anni dalla prima selezione di Bettarello nei Barbarians, apparso sul Gazzettino la settimana scorsa e scritto da Antonio Liviero
" BETTARELLO, 20 ANNI FA LA PRIMA COI BARBARIANS
Bararello? Bararello chi? Alla reception dell'albergo, una signorina gentile e incredula controllò più volte la lista degli ospiti senza trovare quel nome insolito. Stefano sillabò: Bet-ta-rel-lo. Ma lei di rimando: Ba-ra-rel-lo? I'm sorry.Una goccia di sudore affiorò sulla fronte del mediano di apertura del Treviso e dell'Italia. Pensò che forse non si trovava a Cardiff ma stava sognando. Oppure si trattava di uno scherzo di qualche compagno del Treviso. Insistette nel suo inglese stentato. Ma la signorina lo scrutava inflessibile e sospettosa: un italiano nei Barbarians? Ma chi vorrà prendere in giro, sembrava chiedersi. Ci pensò il direttore dell'hotel, chiamato d'urgenza, a mettere fine a quell'assurdo imbarazzo. Aveva origini italiane: «Stefano, ma certo. Qui c'è molta curiosità per te».
Era il venerdì santo. La sera i Baa-Baas sostennero un sommario allenamento sul campo dell'Athletic Cardiff cui seguì la cena in albergo. Tra i britannici ci fu molta cordialità mentre Bettarello rimase un po' in disparte con il terza linea della Romania Morariu. Erano i soli esterni all'International Board. «Mi pare che ci sia un po' di diffidenza nei nostri confronti, è naturale» confidò Bettarello. «Se ci hanno chiamati è per giocare ma per domani la vedo dura». Invece quando alzarono da tavola, il capitano del Galles Pickering avvicinò l'apertura del Treviso: «Allora, domani giochi».
Il 18 aprile 1987 i Barbarians affrontarono il Cardiff all'Arms Park, sul campo che ospitava abitualmente il club. Era un pomeriggio di sole, senza una bava di vento. Bettarello interpretò subito la partita secondo il dogma dei Barbarians, sollecitando a ripetizione la linea dei trequarti nella quale spiccava la star inglese Carling. Dopo una decina di minuti l'arbitro concesse una punizione da oltre metacampo. «Adesso fai vedere chi sei» disse tra sè Stefano. Piazzò il pallone: 52 metri, centrale. Un brusio di sorpresa si levò dalle tribune. Bettarello fece i suoi soliti 5 passi indietro, seguiti dai tre laterali a semicerchio. Infine aggiustò la posizione dei piedi, allontanandosi di dieci centimetri dalla palla. Rilassò le spalle e rallentò il respiro. Guardò i pali. Poi solo la palla. Unì il pollice e l'indice della mano sinistra e, come sempre quando compiva quel gesto, pensò a Roby Robazza, tallonatore azzurro e suo maestro di training autogeno. Trascorsero tre secondi di vuoto mentale. Chiuse gli occhi per un attimo. Infine la breve rincorsa. Colpì di collo pieno. La palla si alzò dritta. «Va, va, va...» mormorò il mediano d'apertura. Un boato accompagnò il tiro che entrava tra i pali. La partita dell'apertura azzurra proseguì sullo stesso livello: un monumentale calcio di spostamento dai propri 22 metri ai 22 avversari; tre mete trasformate delle quali due dalla linea di touche. E un'altra punizione da 48 metri. Alla fine 100% al piede, e scelte di gioco perfette. I Barbarians in vantaggio 18-3 alla fine del primo tempo furono rimontati e sconfitti (33-24) dalla forza del collettivo del Cardiff. Il giorno dopo le pagine dei quotidiani erano tutte per Bettarello “padrone della scena”, paragonato per creatività a Barry John. “Ah, se la mamma gli avesso messo nome Gareth...” sospirò il cronista del Sunday Mail.
Il giorno di Pasqua i Baa Baas si riunirono a pranzo in un ristorante sulla scogliera tra Cardiff e Swansea. All'improvviso Pickering picchiettò con il coltello sul bicchiere. Si fece silenzio ed entrò tra gli applausi un cameriere con una torta e una candelina. Sulla torta c'era scritto “happy birthday”. Stefano compiva 29 anni ma non l'aveva detto a nessuno. Il ghiaccio era sciolto. Contro ogni previsione fu schierato dal primo minuto anche l'indomani a Swansea, dove i Barbarians vinsero 30-17 con 6 mete. Bettarello rinunciò sistematicamente a piazzare è realizzò 3 trasformazioni. L'anno dopo fu invitato di nuovo. Giocò entrambe le partite e segnò all'ultimo minuto il drop della vittoria (22-21) a Swansea che diede al capitano dell'Inghilterra Orwin il suo primo successo in Galles."
Grazie L3gs!
E' articolo commemorativo dei 20 anni dalla prima selezione di Bettarello nei Barbarians, apparso sul Gazzettino la settimana scorsa e scritto da Antonio Liviero
" BETTARELLO, 20 ANNI FA LA PRIMA COI BARBARIANS
Bararello? Bararello chi? Alla reception dell'albergo, una signorina gentile e incredula controllò più volte la lista degli ospiti senza trovare quel nome insolito. Stefano sillabò: Bet-ta-rel-lo. Ma lei di rimando: Ba-ra-rel-lo? I'm sorry.Una goccia di sudore affiorò sulla fronte del mediano di apertura del Treviso e dell'Italia. Pensò che forse non si trovava a Cardiff ma stava sognando. Oppure si trattava di uno scherzo di qualche compagno del Treviso. Insistette nel suo inglese stentato. Ma la signorina lo scrutava inflessibile e sospettosa: un italiano nei Barbarians? Ma chi vorrà prendere in giro, sembrava chiedersi. Ci pensò il direttore dell'hotel, chiamato d'urgenza, a mettere fine a quell'assurdo imbarazzo. Aveva origini italiane: «Stefano, ma certo. Qui c'è molta curiosità per te».
Era il venerdì santo. La sera i Baa-Baas sostennero un sommario allenamento sul campo dell'Athletic Cardiff cui seguì la cena in albergo. Tra i britannici ci fu molta cordialità mentre Bettarello rimase un po' in disparte con il terza linea della Romania Morariu. Erano i soli esterni all'International Board. «Mi pare che ci sia un po' di diffidenza nei nostri confronti, è naturale» confidò Bettarello. «Se ci hanno chiamati è per giocare ma per domani la vedo dura». Invece quando alzarono da tavola, il capitano del Galles Pickering avvicinò l'apertura del Treviso: «Allora, domani giochi».
Il 18 aprile 1987 i Barbarians affrontarono il Cardiff all'Arms Park, sul campo che ospitava abitualmente il club. Era un pomeriggio di sole, senza una bava di vento. Bettarello interpretò subito la partita secondo il dogma dei Barbarians, sollecitando a ripetizione la linea dei trequarti nella quale spiccava la star inglese Carling. Dopo una decina di minuti l'arbitro concesse una punizione da oltre metacampo. «Adesso fai vedere chi sei» disse tra sè Stefano. Piazzò il pallone: 52 metri, centrale. Un brusio di sorpresa si levò dalle tribune. Bettarello fece i suoi soliti 5 passi indietro, seguiti dai tre laterali a semicerchio. Infine aggiustò la posizione dei piedi, allontanandosi di dieci centimetri dalla palla. Rilassò le spalle e rallentò il respiro. Guardò i pali. Poi solo la palla. Unì il pollice e l'indice della mano sinistra e, come sempre quando compiva quel gesto, pensò a Roby Robazza, tallonatore azzurro e suo maestro di training autogeno. Trascorsero tre secondi di vuoto mentale. Chiuse gli occhi per un attimo. Infine la breve rincorsa. Colpì di collo pieno. La palla si alzò dritta. «Va, va, va...» mormorò il mediano d'apertura. Un boato accompagnò il tiro che entrava tra i pali. La partita dell'apertura azzurra proseguì sullo stesso livello: un monumentale calcio di spostamento dai propri 22 metri ai 22 avversari; tre mete trasformate delle quali due dalla linea di touche. E un'altra punizione da 48 metri. Alla fine 100% al piede, e scelte di gioco perfette. I Barbarians in vantaggio 18-3 alla fine del primo tempo furono rimontati e sconfitti (33-24) dalla forza del collettivo del Cardiff. Il giorno dopo le pagine dei quotidiani erano tutte per Bettarello “padrone della scena”, paragonato per creatività a Barry John. “Ah, se la mamma gli avesso messo nome Gareth...” sospirò il cronista del Sunday Mail.
Il giorno di Pasqua i Baa Baas si riunirono a pranzo in un ristorante sulla scogliera tra Cardiff e Swansea. All'improvviso Pickering picchiettò con il coltello sul bicchiere. Si fece silenzio ed entrò tra gli applausi un cameriere con una torta e una candelina. Sulla torta c'era scritto “happy birthday”. Stefano compiva 29 anni ma non l'aveva detto a nessuno. Il ghiaccio era sciolto. Contro ogni previsione fu schierato dal primo minuto anche l'indomani a Swansea, dove i Barbarians vinsero 30-17 con 6 mete. Bettarello rinunciò sistematicamente a piazzare è realizzò 3 trasformazioni. L'anno dopo fu invitato di nuovo. Giocò entrambe le partite e segnò all'ultimo minuto il drop della vittoria (22-21) a Swansea che diede al capitano dell'Inghilterra Orwin il suo primo successo in Galles."