loverthetop_86 ha scritto: ↑23 feb 2020, 12:44Ieri ero allo stadio e mi sono reso conto a fine primo tempo che non avremmo mai potuto vincerla.
Ho un messaggio scritto ad un mio amico intorno al quarantesimo: "Vedrai, arriviamo all'ora di gioco poco sopra il break e poi dilagano".
C'ho quasi azzeccato.
Io ieri non sono nemmeno riuscito ad arrabbiarmi. Piansi dal nervoso dopo Italia-Francia dell'anno scorso, perché quella la buttammo via veramente in malo modo. Quella di ieri no, perché, forse come direbbe Baglioni, non la partita non è mai stata nostra.
E sinceramente io non ne faccio una colpa a Smith, e neppure a chi è sceso in campo. I ragazzi hanno dato tutto.
Tornando in treno, tra una cosa e l'altra, mi è capitato di ripensare a varie cose. Ad altre partite della Nazionale degli scorsi anni. Cominciai a seguirla per sbaglio a fine anni '90, credo che il primo ricordo nitido sia quello di Italia-Scozia a Monigo.
E ho pensato che questa Nazionale, a livello fisico e tecnico, non abbia niente da invidiare alle Nazionali viste negli scorsi anni. Anzi.
Qui secondo me manca proprio il manico, cioè gente che ad un certo punto della partita prende e si mette i compagni sulle spalle.
Perché ieri, con uno o due giocatori del genere in campo, la partita si vinceva. Perché la Scozia di ieri, fino alla meta di Hastings, nonostante il dominio nel breakdown, aveva una scimmia sulle spalle che manco immaginate. Hogg non ha fatto cappelle, è vero, ma se escludiamo la meta non ha nemmeno fatto il fenomeno. Hastings ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare.
A noi mancano i giocatori che ad un certo punto prendevano i compagni e dicevano "Adesso".
E non sto parlando necessariamente di un Giovanelli, basta pensare ad un Ghiraldini. Ad un Mauro Bergamasco, toh, ad un Geldenhuys.
Gente che nei momenti bui aumentava la cilindrata dei propri maroni e tutti gli altri seguivano.
Io non vedo in questa Nazionale un giocatore così.
Mi spiace, escludo pure Zanni, che è encomiabile, ma che non è uno in grado di urlare in faccia ai suoi.
E ti ritrovi con giocatori in campo che, ad un certo punto, non sanno cosa fare.
Bloccati dalla paura di sbagliare o dal braccino.
Ma li vedevi anche durante l'inno, attanagliati dal panico.
Forse aveva ragione Munari quando, parlando della stitichezza delle Accademie nel produrre giocatori dell'alto livello, diceva più o meno: "Quando passi intere stagioni a sentirti dire che sei bravo, che sei bello, che sei forte e poi ti ritrovi all'improvviso a che fare con gente della tua età già più forte di te, è una bella bastonata sui denti".
Forse le Accademie hanno prodotto fior di profili atletici e poco più.
Ragazzi forti, belli, ma incapaci di prendere in mano le cose quando il vento cambia perché nessuno gliel'ha insegnato.
O perché non ne hanno veramente mai avuto bisogno.
C'è un video che riassume tutto. Europei di Basket, credo 2011. Siamo sotto di 20 contro Israele nonostante in campo ci siano fior di giocatori (Belinelli, Bargnani, Gallinari, etc).
Simone Pianigiani, il ct, chiama il timeout e sfoga tutta la sua inca.zzatura gridando "Ma almeno facciamo a ca.zzotti!"
Ecco, quello.
Ieri i nostri non avrebbero mai torto un capello agli scozzesi.
E non è questione di breakdown.
E non è questione di Smith o non Smith.
In pratica hai fatto l'identikit di Parisse