Hai ragione... una lucida ed implacabile sintesi.Garry ha scritto: 25 feb 2020, 20:11Sì, ma vederle così, tutte insieme... è un articolo da depressione cosmica, dai.Ettore73 ha scritto: 25 feb 2020, 19:11 https://www.ultimouomo.com/rugby-italia ... i-nazioni/
Tante cose già dette da voi, le ritrovo qui riassunte...peccato non si parli del rugby argentino.
La posizione impossibile di Franco Smith
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Re: La posizione impossibile di Franco Smith
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Re: La posizione impossibile di Franco Smith
"Zebre e Benetton Treviso faticano nella competizione, pur affrontando quasi sempre delle franchigie che schierano giocatori di secondo piano e prospetti da lanciare in Nazionale entro qualche anno"
Questo è il passaggio che trovo più interessante... le Zebre dovrebbero fare solo questo (in grassetto)...non reclutare stranieri.
Questo è il passaggio che trovo più interessante... le Zebre dovrebbero fare solo questo (in grassetto)...non reclutare stranieri.
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Re: La posizione impossibile di Franco Smith
Qui non sono d'accordo. Sul Pro14 non sono d'accordo sia per il Benetton che per le Zebre.
Primo: "Zebre e Benetton Treviso faticano..." non si possono mettere sullo stesso piano Zebre e Benetton, per budget e risultati. Quando saranno sullo stesso piano (ovviamente verso l'alto, non verso il basso...
) saremo a cavallo. Oltretutto, se ho ben capito, il Benetton ha annunciato un ulteriore salto di qualità per la prossima stagione.
Secondo: "pur affrontando quasi sempre delle franchigie che schierano giocatori di secondo piano..." non è vero, a parte il turnover fisiologico (che fanno anche le nostre), e a parte le convocazioni in nazionale (che le nostre subiscono più massicciamente, essendo solo due...), gli avversari "di nome" contro le nostre giocano eccome, soprattutto con il Benetton, perché ormai non è più una sorpresa.
Terzo: "prospetti da lanciare": i prospetti li lanci in una squadra competitiva.
Una squadra autoctona, con la stitichezza del nostro rugby nazionale non riesci a farla. Guarda solo le Zebre di oggi, con gli stranieri che hanno. Per rispetto dei giocatori non faccio nomi, ma fra gli italiani che ci giocano (e anche fra gli stranieri) ci sono alcuni che non valgono assolutamente questo livello. E fortuna che ci sono gli stranieri...
Primo: "Zebre e Benetton Treviso faticano..." non si possono mettere sullo stesso piano Zebre e Benetton, per budget e risultati. Quando saranno sullo stesso piano (ovviamente verso l'alto, non verso il basso...

Secondo: "pur affrontando quasi sempre delle franchigie che schierano giocatori di secondo piano..." non è vero, a parte il turnover fisiologico (che fanno anche le nostre), e a parte le convocazioni in nazionale (che le nostre subiscono più massicciamente, essendo solo due...), gli avversari "di nome" contro le nostre giocano eccome, soprattutto con il Benetton, perché ormai non è più una sorpresa.
Terzo: "prospetti da lanciare": i prospetti li lanci in una squadra competitiva.
Una squadra autoctona, con la stitichezza del nostro rugby nazionale non riesci a farla. Guarda solo le Zebre di oggi, con gli stranieri che hanno. Per rispetto dei giocatori non faccio nomi, ma fra gli italiani che ci giocano (e anche fra gli stranieri) ci sono alcuni che non valgono assolutamente questo livello. E fortuna che ci sono gli stranieri...
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Re: La posizione impossibile di Franco Smith
Il benetton è penultimo In classifica in quella che doveva essere la stagione delle conferme. Ha giocato bene solo le prime 4 partite in Champions e pochi scampoli di pro14, perdendo partite contro le gallesi quando i gallesi erano ancora in giappone
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Re: La posizione impossibile di Franco Smith
Bisogna capire cosa gli stia succedendo, ma il valore della squadra non si discute e lo si vede anche nelle sconfitte come quella di ieri, ma ho idea che sia più apprezzato all'estero che qui da noi
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Re: La posizione impossibile di Franco Smith
Intanto ancora nessuna notizia...
E l'orologio fa tick tock
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Re: La posizione impossibile di Franco Smith
Ma come sei ansiogeno!oldprussians ha scritto: 25 feb 2020, 23:01 Intanto ancora nessuna notizia...
E l'orologio fa tick tock
Porcocane vuoi far esplodere il bar?

Cosa aspetti con tutta questa ansia?
Ancora nessuna notizia de che?
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Re: La posizione impossibile di Franco Smith
Succede che la stagione dopo il mondiale è sempre particolare, il logorio e lo stress di preparazione+coppa del mondo è unico e i più impiegati solitamente vivono stagioni transitorie: ecco spiegato perchè Allan, Negri, Steyn, Ruzza stan facendo più fatica e sembrano la brutta copia dei giocatori visti lo scorso anno.Garry ha scritto: 25 feb 2020, 22:13 Bisogna capire cosa gli stia succedendo, ma il valore della squadra non si discute e lo si vede anche nelle sconfitte come quella di ieri, ma ho idea che sia più apprezzato all'estero che qui da noi
E' un calo fisioligico che non risparmia nessuno, le altre nazionali comprese, per questo auspicavo un ricambio decisamente più marcato.
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Re: La posizione impossibile di Franco Smith
L articolo di skysport ha un pò di imperfezioni però bene o male fa un quadro lucido della situazione, capisco che non è facile riassumere 20 anni di fallimenti ed ogni capitolo meriterebbe una storia a se, dai permit fino ad O Shea, passando per la travagliata questione Zebre.
Prima di giudicare Smith, diamogli uno staff decente. Quello che oggi manca come il pane è un forward coach, che curi tutti gli aspetti del gioco che oggi un avanti di alto livello deve possedere, la mischia è solo uno di quegli aspetti e forse neanche il più importante nel rugby di oggi...
Prima di giudicare Smith, diamogli uno staff decente. Quello che oggi manca come il pane è un forward coach, che curi tutti gli aspetti del gioco che oggi un avanti di alto livello deve possedere, la mischia è solo uno di quegli aspetti e forse neanche il più importante nel rugby di oggi...
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Re: La posizione impossibile di Franco Smith
Appunto, questi che non valgono il livello, potrebbero lasciare il posto a giovani prospetti (U20) e gli stranieri buoni (tipo le seconde linee) si tengono. Il problema è che leggi la rosa in estate...Garry ha scritto: 25 feb 2020, 20:43 Per rispetto dei giocatori non faccio nomi, ma fra gli italiani che ci giocano (e anche fra gli stranieri) ci sono alcuni che non valgono assolutamente questo livello. E fortuna che ci sono gli stranieri...
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Re: La posizione impossibile di Franco Smith
Però i nomi "in ingresso" li potrebbero fare, quelli che conoscono meglio i nostri giovani.
Finché qualcuno non mi fa i nomi di chi, secondo lui, deve entrare, però, per me i giocatori sono questi, e il percorso è corretto.
Dite che si dovrebbero prendere in blocco i 30 della nazionale U20 e piazzarli tutti nelle franchigie?
Il problema delle franchigie è l'opposto, cioè migliorare la qualità della squadra in modo da migliorare la qualità individuale dei più meritevoli. Partecipiamo al Pro14 proprio per quello.
I migliori vengono testati come permit player, e ai "migliori dei migliori" l'anno dopo viene fatto un contratto da professionista.
Uno stress e una pressione non indifferenti, per questi ragazzi, altro che "non c'è sufficiente concorrenza"... Però così è più difficile puntare sul cavallo sbagliato.
I tecnici hanno sbagliato qualche scelta? Non so, per me è difficile trovare in Top12 delle alternative ai giovani che sono arrivati alle franchigie. Un po' per colpa del ruolo (per esempio mi sarebbe piaciuto vedere Mordacci come permit, ma purtroppo è una terza...) e molto per colpa della loro qualità, che nel campionato italiano può anche andare bene, ma a un livello superiore no.
Balocchi del Calvisano un paio di partite con le Zebre le ha fatte, ma poi è sparito. E' un errore dei tecnici? Ecco, io vorrei che qualcuno scrivesse cose di questo genere, per poterne discutere e mettermi in testa qualche dubbio.
Finché qualcuno non mi fa i nomi di chi, secondo lui, deve entrare, però, per me i giocatori sono questi, e il percorso è corretto.
Dite che si dovrebbero prendere in blocco i 30 della nazionale U20 e piazzarli tutti nelle franchigie?
Il problema delle franchigie è l'opposto, cioè migliorare la qualità della squadra in modo da migliorare la qualità individuale dei più meritevoli. Partecipiamo al Pro14 proprio per quello.
I migliori vengono testati come permit player, e ai "migliori dei migliori" l'anno dopo viene fatto un contratto da professionista.
Uno stress e una pressione non indifferenti, per questi ragazzi, altro che "non c'è sufficiente concorrenza"... Però così è più difficile puntare sul cavallo sbagliato.
I tecnici hanno sbagliato qualche scelta? Non so, per me è difficile trovare in Top12 delle alternative ai giovani che sono arrivati alle franchigie. Un po' per colpa del ruolo (per esempio mi sarebbe piaciuto vedere Mordacci come permit, ma purtroppo è una terza...) e molto per colpa della loro qualità, che nel campionato italiano può anche andare bene, ma a un livello superiore no.
Balocchi del Calvisano un paio di partite con le Zebre le ha fatte, ma poi è sparito. E' un errore dei tecnici? Ecco, io vorrei che qualcuno scrivesse cose di questo genere, per poterne discutere e mettermi in testa qualche dubbio.
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Re: La posizione impossibile di Franco Smith
Articolo per nulla condivisibile, in alcuni passaggi con informazioni errateEttore73 ha scritto: 25 feb 2020, 19:11 https://www.ultimouomo.com/rugby-italia ... i-nazioni/
Tante cose già dette da voi, le ritrovo qui riassunte...peccato non si parli del rugby argentino.
"Sergio Parisse, Diego Dominguez, Martin Castrogiovanni – nati in Argentina, ma formatisi in tutto e per tutto in Italia", in realtà formatisi in tutto e per tutto in Argentina
Tutti il paragrafo "Il meglio è alle spalle" soffre di un incredibile strabismo temporale, con toni nostalgici per un'età d'oro che non è mai esistita e che dimentica che il rugby domestico è sempre stato del tutto marginale e ha sempre e solo interessato una fetta minuscola della popolazione, geograficamente concentrata, così come ora, con un mercato asfittico e pochi sponsor. Presentare il Milan di Berlusconi come esempio virtuoso è ridicolo, un episodio del tutto isolato e di breve durata - non dettato dalla passione per il rugby ma da una idea dello sport come strumento politico - che non ha inciso sul movimento e ha lasciato solo macerie da cui il rugby milanese non si è ancora ripreso.
I paragoni con il Giappone sono fuori luogo perché in quella realtà è l'interesse di pubblico, del mercato e degli investitori che ha portato alla crescita dello sport, non si possono non fare i conti con il fatto che in Italia non esiste nessuna di queste condizioni. Quello con la Francia "per la sua vicinanza geografica e culturale" è persino più errato, come ci si può paragonare a un movimento in cui i diritti tv per il campionato vengono pagati 100 milioni all'anno e in cui la nazionale va sul più importante canale pubblico nazionale e fa 7 milioni di telespettatori?
Che piaccia o meno, gli unici esempi cui possiamo guardare per migliorare - un poco, il margine è limitato - sono quelli cui abbiamo guardato finora, vale a dire le federazioni celtiche, che hanno una dimensione di mercato e una base di praticanti non troppo dissimile a quella italiana. Oppure quello argentino, che però significherebbe la totale gestione federale del professionismo e la definitiva marginalizzazione del campionati nazionali - e comunque ci manca l'elemento essenziale del sistema argentino, vale a dire la diffusione dei club e una base di 80mila praticanti.
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Re: La posizione impossibile di Franco Smith
Sono abbastanza d'accordo sul tuo giudizio, ma è vero che sono le cose che si leggono a volte anche qui.danci ha scritto: 26 feb 2020, 8:30Articolo per nulla condivisibile, in alcuni passaggi con informazioni errateEttore73 ha scritto: 25 feb 2020, 19:11 https://www.ultimouomo.com/rugby-italia ... i-nazioni/
Tante cose già dette da voi, le ritrovo qui riassunte...peccato non si parli del rugby argentino.
Forse non sono d'accordo sul fatto di poterci paragonare alle nazioni celtiche, perché anche lì la distanza è grossa. A parte i numeri di praticanti, che non conosco ma suppongo siano superiori, c'è la penetrazione nel tessuto sociale, c'è il rugby scolastico, di college.
Ma ad ogni modo è un aspetto secondario del tuo discorso, che condivido.
I giornalisti di rugby sono bestie rare. Non vorrei passare per snob, ma il giornalista di calcio "che-si-occupa-anche-di-rugby" mi desta qualche sospetto. Mi viene da pensare che dietro ci sia un calcolo dovuto alla grande concorrenza che ritrova fra i giornalisti calciofili. Insomma la ricerca di un terreno pseudo-vergine per farsi notare più facilmente (ma tanto per cambiare sto andando OT...)
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Re: La posizione impossibile di Franco Smith
Non c'è dubbio.Garry ha scritto: 26 feb 2020, 8:49
Forse non sono d'accordo sul fatto di poterci paragonare alle nazioni celtiche, perché anche lì la distanza è grossa. A parte i numeri di praticanti, che non conosco ma suppongo siano superiori, c'è la penetrazione nel tessuto sociale, c'è il rugby scolastico, di college.
Sul numero dei giocatori sai meglio di me che i numeri sono piuttosto opinabili, in ogni caso dai un'occhiata a queste fonti se hai voglia, si direbbe che abbiamo meno praticanti dell'Irlanda ma più di Galles e Scozia, ma anche facendo la tara ai nostri numeri che sappiamo non essere attendibili dovremmo avere un numero di praticanti simile a Scozia e Galles.
https://www.ruck.co.uk/top-20-country-r ... s-world/4/
http://chartsbin.com/view/42777
https://pulse-static-files.s3.amazonaws ... -FINAL.pdf
Il concetto è che un paese da 60 mln di persone che ha un numero di praticanti simile a paesi da 5 mln, ma avendo questi ultimi molta più tradizione, organizzazione e strutture - e successo a livello di nazionali e franchigie - deve guardare a quei paesi come modello di sviluppo, non agli altri paesi da 60 mln ma con una base praticanti e un mercato enormemente più vasto, e questo non riguarda solo Inghilterra e Francia ma anche il Giappone. Per questo ritengo che la strada delle franchigie fosse l'unica possibile. Sono passati 10 anni e non ha certamente avuto il successo che tutti speravamo, né in termini di ricaduta positiva sulla nazionale né di diffusione e popolarità dello sport, ma nessuna delle alternative che sentiamo mi sembrano praticabili. Tornare a un sistema basato sul campionato nazionale con risorse economiche così asfittiche significa di fatto tornare a un sistema dilettantistico e andare a giocare direttamente a un livello tra Tier2 e Tier3.
Ricorderai che i Benetton all'epoca disserro "o Celtic League o siamo fuori", e che l'eventuale ingresso di Banzato è legato al Pro14, non certamente al campionato nazionale. Rugby di vertice e mercati più promettenti. Cancellare il sistema delle franchigie si può fare, io non mi straccerei neppure le vesti, ma bisogna essere consapevoli che si tratterebbe con grande probabilità di una autoretrocessione, sia in termini di qualità del rugby di vertice - gran parte dei giocatori troverebbero ingaggi molto più convenienti in ProD2, come ha fatto agevolmente Gori ad esempio - che in termini di mercato.
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Re: La posizione impossibile di Franco Smith
Perfettamente d'accordo. Le altre strade che ciclicamente vengono proposte, le abbiamo già battute.
Dobbiamo fare MEGLIO quello che stiamo già facendo. Magari cambiamo le persone, ma non la strada che stiamo percorrendo
Dobbiamo fare MEGLIO quello che stiamo già facendo. Magari cambiamo le persone, ma non la strada che stiamo percorrendo
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