Comincio dalla fine.
Siccome è un difetto che ho anche io, per problemi di scarsità di tempo e cose da scrivere, faccio ammenda per i tanti errori di tastiera (e soprattutto barra spaziatrice).
In effetti sarebbe meglio rileggere e corregegr, non tanto per rispetto (non è una forma di offesa) quanto per rendersi più comprensibili.
Comunque i concetti di Laporte , condivisibili o meno, sono comprensibili.
1. Il rugby union è dominato da 8 federazioni, di cui 4 afferenti a due nazioni (di cui una in crisi economica) e che non occupano(lo si può scrivere almeno per 4-5) posizioni di rileivo nel contesto "economico".
2. Questo gruppo di elite non persegue sviluppo diffuso della classe arbitrale e in fondo nemmeno di quella tecnica e dirigenziale.
Si obietetrà che spetta alle federazioni minori darsi da fare, ma quello dei test match e degli arbitri è scoglio imponente.
3. per il business si è scelta l avi aprofessionistica, e paesi con disponbilità economica di grossi gruppi (anche se con difficoltà economiche e/o sociali dove lo sport ha effetti promozionali alti, è logico che si buttinosul mercato con tanti soldi per compensare i limiti del movimento di base.
Per questo ci sono gli argentini e i giapponesi.
per le scelte dell' "eight club" IRB ci sono Samoa e Figi e NZL e AUS (il SAF è un caso a sé e in Vodacom le franchigie argentine e namibiane le hanno prese)
per quanto riguarda poi i giocatori in emigrazione.
vengono da un sistema dove dai 15 anni hanno masticato solo rugby, con una usura fisica elevatissima, dove a 28 anni sei 2vecchio" per il livello di eccellenza e dove ognianno arrivano tanti ventenni affamati.
Perché dovrebbero tirare la carretta sino a 35 in Europa prendendo botte ?
Per il livello?
mah, tutto sommato non è così male farsi 3-4 anni in Giappone a stipendio triplo o quadruplo che in patria, essere a mezza giornata di volo piuttosto che 2 giorni e telefonare a casa alla stessa ora invece che all'alba.
A 30-35 anni torni e hai prospettive economiche validissime e puoi ancora giocare a livello di provincia o club.
Il problema lo devono valutare i giapponesi: è un sistema che costa, che crea spettacolo ma occorre vedere se sviluppa il loro sistema.
Tutto sommato importando grossi calibri 30enni e naturalizzando isolani di medio livello (quelli che verrebbero anche in Italia, ma vuoi mettere giocare con Muliaina o So'oialo?) è molto probabile che creino soldi e gioco , e che diventino uan rivale molto competitiva.
C'è da augurarselo.
Anche per USA, Canada, Russia
Giocatori in Giappone
Moderatore: Emy77
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Re: Giocatori in Giappone
Umorismo involontario - Ironia ?Luqa-bis ha scritto:Comincio dalla fine.
Siccome è un difetto che ho anche io, per problemi di scarsità di tempo e cose da scrivere, faccio ammenda per i tanti errori di tastiera (e soprattutto barra spaziatrice).
In effetti sarebbe meglio rileggere e corregegr, non tanto per rispetto (non è una forma di offesa) quanto per rendersi più comprensibili.
Scherzi a parte hai capito il concetto.
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Re: Giocatori in Giappone
No, semplice mancata correzione in un messaggio lungo scritto di fretta.
Faccio ammenda, ma dopo non riuscivo più a correggere.
Faccio ammenda, ma dopo non riuscivo più a correggere.