Cosa cambierà con Brunel?

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

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Sator Arepo
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Re: Cosa cambierà con Brunel?

Messaggio da Sator Arepo »

Laporte ha scritto:
Sator Arepo ha scritto: Leggo spessissimo questa cosa... mi sembra che molti si ricordino facilmente che Lomu aveva genitori tongani, ma che tutti tendano a dimenticarsi del fatto che i giocatori di Tonga e Samoa sono quasi tutti nati, cresciuti, e rugbysticamente educati in Nuova Zelanda, in qualche caso in Australia.
Sono quindi frutto del lavoro di altri movimenti rugbystici, non certo di quelli nazionali.
Se mi dite che le Pacific Islands anche in patria hanno un numero di tesserati infinitamente superiore (in proporzione) al nostro, siamo d'accordo, ma se mi dite che sono dei mostri a creare giocatori di livello assoluto, be' mi sembra quantomeno discutibile.
Piu' o meno e' come se noi avessimo una nazionale composta da giocatori figli di genitori italiani, ma nati, cresciuti e diventati professionisti in Francia e Inghilterra.

Non dico che in Italia non si possa e non si debba lavorare meglio, tutt'altro, ma portare Samoa e Tonga come esempio proprio no.
ma per piacere... I tuilagi dove sono nati a San marino ?
No, sono nati a Samoa. Peccato che l'unico che ha giocato i mondiali di quest'anno fosse Alesana. Vogliamo vedere i suoi compagni di nazionale dello squad 2011?

Ti'i Paulo: nato a Christchurch NZ, cresciuto a Canterbury, gioca a Clermont.
Census Johnston: nato a Auckland NZ, cresciuto a Taranaki, gioca a Tolosa.
Anthony Perenise: nato a Porirua NZ, cresciuto a Hawke's Bay, gioca a Bath.
Sakaria Taulafo: nato a Nelson NZ, cresciuto a Tasman, gioca negli Wasps.
Daniel Leo: nato a Dunedin NZ, cresciuto nel Sunnybank (AU), gioca a Bordeaux.
Filipo Levi: nato a Huntly NZ, cresciuto a Otago, gioca a Tasman.
Kane Thompson: nato a Wellington NZ, cresciuto a Southland, gioca nei Chiefs.
Kahn Fotuali'i: nato a Auckland NZ, cresciuto a Nelson, gioca nei Crusaders.
Junior Poluleuligaga, nato a Otahuhu NZ, cresciuto a North Harbour, gioca nei Chiefs.
Tasesa Lavea, nato a Taihape NZ, cresciuto a Manukau Counties, gioca a Sale.
Johnny Leota, nato a Palmerston North NZ, cresciuto a Manawatu, gioca a Sale.
Sailosi Tagicakibau, nato a Auckland NZ, cresciuto a Taranaki, gioca negli Irish.
Paul Williams, nato a Auckland NZ, figlio di un All Black, cresciuto a Canterbury, gioca nello Stade Francais.
Ole Avei, nato a Wellington NZ.
Jeremy Sua, nato a Wellington NZ.
James So'oialo, nato a Wellington NZ.

Poi ci sono i nati di Samoa: Schwalger, trasferitosi da bambino a Auckland dove ha fatto tutte le giovanili, Tekori stessa cosa, Tusi Pisi e Fuimaono-Sapolu idem.

Ma per piacere... informiamoci prima di parlare.
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Laporte
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Re: Cosa cambierà con Brunel?

Messaggio da Laporte »

calep61 ha scritto:
Leinsterugby ha scritto:ah lo stesso discorso vale per l'argentina, che ha un movimento con molti meno soldi ma molti + risultati ;)
Leinsterugby, i soldi non sono tutto, perlomeno per alimentare un movimento sportivo.
La leva principale è la passione che, a volte, si autoalimenta per una serie di circostanze anche fortuite.
In Argentina, per esempio, ci sono un numero esagErato di club di rugby, solo a Buenos Aires c'è ne sono talmente tanti da giustificare l'organizzazione di un torneo per la SOLA provincia dI Buenos Aires, ll'Unión de Rugby che è considerato il più competitivo di tutto il Paese. qUESTO PERMETTE DI FAR MATURARE GIOCATORI DI SPESSORE IN NUMERO DECISAMENTE SUPERIORE ALL'iTALIA (hops, ho digitato il tasto maiusc), purtroppo.

D'accordo che i soldi non sono tutto (d'altrond ein Italia non ce ne sono poi tanti, visto che l'uso italico è non pagare, fallire e ripartire ogni anno senza retrocedere), ma neppure i numeri

Sul numero di club bonoarensi devo sfatare il lugo comune. Sono pochi rispetto allì'Italia

La Ciudad Autónoma de Buenos Aires con 2,9 milioni di Abitanti
La provincia Autonoma , capitale La Plata con 15,6 milioni...

Tutto insieme come Lombardia e area CIV

Rugbysticamante ci sono due federazioni importanti

l'URBA ha (http://www.urba.org.ar/clubes/guia-de-clubes) 80 club tra effettivi ed invitati. la Mar del Plata RU una ventina (in un area di due milioni di abitanti) In totale un cemtinaio di club. Un ogni 180.000 abitanti

In Lombardia e area CIV :ce sono molti di più solo nell'area CIV (oltre 100 ?)

Secondo il sito dell'Urba però ogni settimana scendono in campo per 250 partite diverse, 16.000 giocatori, di cui 7.000 tra i dieci e i 14.000 anni.

Interessante sarebbe conoscere quanti son i giocatori che settimanalmente giocano nell'area Lombardia+CIV ? Giocatori non tesserati .


Duqnue non credfo che il problema siano i numeri, ma l'rganizzazione sociertaria.

Un club sportivo argentino possiede il proprio campo, possiede strutture, addirittura in mioltimolti di essi hanno una propia banca che gestisce i risparmi dei soci e presta loro i soldi per il mutuo.

Altro che fare come in Italia che ogni anno il club chiude per fallimento e riapre .... Lì devi rispettare regole precise .
Laporte
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Re: Cosa cambierà con Brunel?

Messaggio da Laporte »

calep61 ha scritto:
Leinsterugby ha scritto:ah lo stesso discorso vale per l'argentina, che ha un movimento con molti meno soldi ma molti + risultati ;)
Leinsterugby, i soldi non sono tutto, perlomeno per alimentare un movimento sportivo.
La leva principale è la passione che, a volte, si autoalimenta per una serie di circostanze anche fortuite.
In Argentina, per esempio, ci sono un numero esagErato di club di rugby, solo a Buenos Aires c'è ne sono talmente tanti da giustificare l'organizzazione di un torneo per la SOLA provincia dI Buenos Aires, ll'Unión de Rugby che è considerato il più competitivo di tutto il Paese. qUESTO PERMETTE DI FAR MATURARE GIOCATORI DI SPESSORE IN NUMERO DECISAMENTE SUPERIORE ALL'iTALIA (hops, ho digitato il tasto maiusc), purtroppo.

D'accordo che i soldi non sono tutto (d'altronde in Italia non ce ne sono poi tanti, visto che l'uso italico è non pagare, fallire e ripartire ogni anno senza retrocedere), ma neppure i numeri

Sul numero di club bonoarensi devo sfatare il lugo comune. Sono pochi rispetto allì'Italia

La Ciudad Autónoma de Buenos Aires con 2,9 milioni di Abitanti, la provincia Autonoma , capitale La Plata ne ha 15,6 milioni... Totale 17 milioni

Tutto insieme come Lombardia e area CIV o poco più.

Rugbysticamante ci sono due federazioni importanti : l'URBA ha (http://www.urba.org.ar/clubes/guia-de-clubes) 80 club tra effettivi ed invitati. la Mar del Plata RU una ventina (in un area di due milioni di abitanti) In totale un cemtinaio di club. Un ogni 180.000 abitanti

In Lombardia e area CIV :ce sono molti di più solo nell'area CIV (oltre 100 ?)

Secondo il sito dell'Urba però ogni settimana scendono in campo per 250 partite diverse, 16.000 giocatori, di cui 7.000 tra i dieci e i 14.000 anni.

Interessante sarebbe conoscere quanti son i giocatori che settimanalmente giocano nell'area Lombardia+CIV ? Giocatori non tesserati !

Dunque non credo che il problema siano i numeri, ma l'organizzazione sociertaria.

Un club sportivo argentino possiede il proprio campo, possiede strutture, addirittura molti di essi hanno una propria banca che gestisce i risparmi dei soci e presta loro i soldi per il mutuo.

Altro che fare come in Italia che ogni anno il club chiude per fallimento e riapre .... Lì devi rispettare regole precise e soldi dallo stato pochi.
Laporte
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Re: Cosa cambierà con Brunel?

Messaggio da Laporte »

Laporte ha scritto:
Altro che fare come in Italia che ogni anno il club chiude per fallimento e riapre .... Lì devi rispettare regole precise e soldi dallo stato pochi.
Aggiungo che non per nulla un club prima di diventare membro effettivo dell'URBA deve passare vari anni come "club invitato"
calep61
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Re: Cosa cambierà con Brunel?

Messaggio da calep61 »

Leinsterugby, i soldi non sono tutto, perlomeno per alimentare un movimento sportivo.
La leva principale è la passione che, a volte, si autoalimenta per una serie di circostanze anche fortuite.
In Argentina, per esempio, ci sono un numero esagErato di club di rugby, solo a Buenos Aires c'è ne sono talmente tanti da giustificare l'organizzazione di un torneo per la SOLA provincia dI Buenos Aires, ll'Unión de Rugby che è considerato il più competitivo di tutto il Paese. qUESTO PERMETTE DI FAR MATURARE GIOCATORI DI SPESSORE IN NUMERO DECISAMENTE SUPERIORE ALL'iTALIA (hops, ho digitato il tasto maiusc), purtroppo.[/quote]


D'accordo che i soldi non sono tutto (d'altronde in Italia non ce ne sono poi tanti, visto che l'uso italico è non pagare, fallire e ripartire ogni anno senza retrocedere), ma neppure i numeri

Sul numero di club bonoarensi devo sfatare il lugo comune. Sono pochi rispetto allì'Italia

La Ciudad Autónoma de Buenos Aires con 2,9 milioni di Abitanti, la provincia Autonoma , capitale La Plata ne ha 15,6 milioni... Totale 17 milioni

Tutto insieme come Lombardia e area CIV o poco più.

Rugbysticamante ci sono due federazioni importanti : l'URBA ha (http://www.urba.org.ar/clubes/guia-de-clubes) 80 club tra effettivi ed invitati. la Mar del Plata RU una ventina (in un area di due milioni di abitanti) In totale un cemtinaio di club. Un ogni 180.000 abitanti

In Lombardia e area CIV :ce sono molti di più solo nell'area CIV (oltre 100 ?)

Secondo il sito dell'Urba però ogni settimana scendono in campo per 250 partite diverse, 16.000 giocatori, di cui 7.000 tra i dieci e i 14.000 anni.

Interessante sarebbe conoscere quanti son i giocatori che settimanalmente giocano nell'area Lombardia+CIV ? Giocatori non tesserati !

Dunque non credo che il problema siano i numeri, ma l'organizzazione sociertaria.

Un club sportivo argentino possiede il proprio campo, possiede strutture, addirittura molti di essi hanno una propria banca che gestisce i risparmi dei soci e presta loro i soldi per il mutuo.

Altro che fare come in Italia che ogni anno il club chiude per fallimento e riapre .... Lì devi rispettare regole precise e soldi dallo stato pochi.[/quote]

Credo si sia fatta un po' di confusione; io mi riferivo a club professionali o, comunque, partecipanti al livello massimo del campionato nazionale e non alle squadre giovanili.
Vogliamo fare un esempio di confronto movimento/club rugbystico Italia - Argentina, bene, Buenos Aires è la capitale e nella sua provincia si organizza il campionato più competitivo dell'Argentina con quante squadre al massimo livello, 10, 15, 20 (?) poco importa il numero esatto, in ogni caso il confronto con le squadre di pari livello presenti a Roma non è neanche fattibile e neanche lo sarebbe considerando il Triveneto dove i team al top possono essere considerati ,3, 4, esageriamo, diciamo 5 così nessuno si offende? E che dire che a Milano, considerata da tutti una delle due capitali della storia del rugby italico non c'è una squadra di alto livello e una delle squade più blasonate d'Italia è stata oggetto di un ecente penoso fallimento sportivo? Certo che organizzativamente in argentina avranno qualche cosa di più che da noi, non fosse altro che a dimostrazione di quanto sono stati capaci di fare, ma è stata la passione a far da carurante al loro movimento passione che trova, evidentemente, più adepti e coinvolgimento che da noi. Agiungerei una considerazione di fondo rubata ad un certo Munari che di rugby mi sembra se ne intenda un po':" gli argentini sono degli sportivi nati, umili e competitivi di natura e queste caratteristiche nel rugby sono la base.".
Lascerei perdere, peraltro le loro capacità nella finanza visto che negli ultimi 50 anni sono passati da un tracollo ad un altro dai quali, capacità loro, certamente, si sono salvati grazie forse alle medesime caratteristiche, umiltà e tenacia.
È proprio vero che la maggior parte dei mali che capitano all'uomo sono cagionati dall'uomo.
Plinio il Vecchio
Non essendosi potuto fare in modo che quel che è giusto fosse forte, si è fatto in modo che quel che è forte fosse giusto.
Blaise Pascal
Nulla infonde più coraggio al pauroso della paura altrui.
Umberto Eco
Laporte
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Re: Cosa cambierà con Brunel?

Messaggio da Laporte »

calep61 ha scritto:4

Credo si sia fatta un po' di confusione; io mi riferivo a club professionali o, comunque, partecipanti al livello massimo del campionato nazionale e non alle squadre giovanili.
Vogliamo fare un esempio di confronto movimento/club rugbystico Italia - Argentina, bene, Buenos Aires è la capitale e nella sua provincia si organizza il campionato più competitivo dell'Argentina con quante squadre al massimo livello, 10, 15, 20 (?) poco importa il numero esatto, in ogni caso il confronto con le squadre di pari livello presenti a Roma non è neanche fattibile e neanche lo sarebbe considerando il Triveneto dove i team al top possono essere considerati ,3, 4, esageriamo, diciamo 5 così nessuno si offende? E che dire che a Milano, considerata da tutti una delle due capitali della storia del rugby italico non c'è una squadra di alto livello e una delle squade più blasonate d'Italia è stata oggetto di un ecente penoso fallimento sportivo? Certo che organizzativamente in argentina avranno qualche cosa di più che da noi, non fosse altro che a dimostrazione di quanto sono stati capaci di fare, ma è stata la passione a far da carurante al loro movimento passione che trova, evidentemente, più adepti e coinvolgimento che da noi. Agiungerei una considerazione di fondo rubata ad un certo Munari che di rugby mi sembra se ne intenda un po':" gli argentini sono degli sportivi nati, umili e competitivi di natura e queste caratteristiche nel rugby sono la base.".
Lascerei perdere, peraltro le loro capacità nella finanza visto che negli ultimi 50 anni sono passati da un tracollo ad un altro dai quali, capacità loro, certamente, si sono salvati grazie forse alle medesime caratteristiche, umiltà e tenacia.
Bisogna conoscere l'argnetina per esserci stati e gli argentini a casa loro, nel vero senso della parola.

Sulla competitività innata degli Argentini possiamo dire che gli Argentini hanno le giuste caratteristiche per gli sport di squadra, sopratutto campanilismo e sano nazionalismo, ma anche fedeltà ai colori. Eccellono solo negli sport di squadra, dal calcio al rugby, al basket, al polo, all'Hockey su prato (almeno in campo femminile), mentre non vincono una medaglia d'oro in gare individuale alle olimpiadi dalle medaglie d'oro nella Maratona di Juan Carlos Zabala (1932) e Delfo Cabrera (1948). Nelle gare a coppie hanno atteso un oro dal 1952 al 2008...

Eccezione qualche tennista.

Per il resto : Non confondiamo la città di Buenos Aires con la Provincia che ha 17 milioni di abitanti (su 40 del Paese) come una maxiregone italiana.

Diciamo (e qui converrai cone me) che in Argentina , sia a Buenos Aires che Cordoba che Rosario, che La Plata, che Mar del Plata, che Mendoza, il rugby è un fatto metropolitano. O meglio submetropolitano.... :?:

Perchè alla fine solo 2 squadre su 24 della prima divisione dell'URBA hanno sede nella Capitale federale, 21 hanno sede in provincia/sobborghi e una 1 arriva da Rosario (motivi storici).

Le due squadre più vittoriose sono CASI e SIC (57 vittorie in 112 anni) , ossia due squadre di San Isidro , cittadina di 45.000 abitanti. E anche l'Hindu (6 vittorie negli ultimio 15 anni) è di Don Torcuato, cittadina di 65.000 abitanti...

Dunque una realtà articolata. Che dovremmo approfondire meglio.

Sulla finanza: Non so a Buenos Aires, ma certamente nell'interior i club sportivi sono spesso assmilabili alle nostre società di mutuo soccorso di un tempo sono spesso le realtà finanziare più forte rispetto a banche e comuni e sopratutto quelle che hanno tenuto meglio in questi anni.

Ho visitato un centro sportivo di una peese di di meno di 10.000 abitanti tra Santa fe e Cordoba. Il centro sportivo era una cosa spettacolare. Campo da calcio, palasport da 2000 posti (squadra di Basket di livello nazionale), campi da allenamento , pista di atletica, parco. Palestra per fitness...Tutto di proprietà !!!!

E stavano costrendo un complesso di case (un area di un ettaro) dall'altra parte del paese come cooperativa.

Vedi certe cose e capisci perchè in Italia lo sport latiti e viva con il cappello in mano a chiedere l'elemosina a politici e faccendieri... Lì addirittura gestiscono talvolta assicurazioni sanitarie e fondi pensione...

In Argentina due categorie non fallsicono mai: i club sportivi storici e chi possiede un pezzzo di terra.
calep61
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Re: Cosa cambierà con Brunel?

Messaggio da calep61 »

Laporte ha scritto:
calep61 ha scritto:4

Credo si sia fatta un po' di confusione; io mi riferivo a club professionali o, comunque, partecipanti al livello massimo del campionato nazionale e non alle squadre giovanili.
Vogliamo fare un esempio di confronto movimento/club rugbystico Italia - Argentina, bene, Buenos Aires è la capitale e nella sua provincia si organizza il campionato più competitivo dell'Argentina con quante squadre al massimo livello, 10, 15, 20 (?) poco importa il numero esatto, in ogni caso il confronto con le squadre di pari livello presenti a Roma non è neanche fattibile e neanche lo sarebbe considerando il Triveneto dove i team al top possono essere considerati ,3, 4, esageriamo, diciamo 5 così nessuno si offende? E che dire che a Milano, considerata da tutti una delle due capitali della storia del rugby italico non c'è una squadra di alto livello e una delle squade più blasonate d'Italia è stata oggetto di un ecente penoso fallimento sportivo? Certo che organizzativamente in argentina avranno qualche cosa di più che da noi, non fosse altro che a dimostrazione di quanto sono stati capaci di fare, ma è stata la passione a far da carurante al loro movimento passione che trova, evidentemente, più adepti e coinvolgimento che da noi. Agiungerei una considerazione di fondo rubata ad un certo Munari che di rugby mi sembra se ne intenda un po':" gli argentini sono degli sportivi nati, umili e competitivi di natura e queste caratteristiche nel rugby sono la base.".
Lascerei perdere, peraltro le loro capacità nella finanza visto che negli ultimi 50 anni sono passati da un tracollo ad un altro dai quali, capacità loro, certamente, si sono salvati grazie forse alle medesime caratteristiche, umiltà e tenacia.
Bisogna conoscere l'argnetina per esserci stati e gli argentini a casa loro, nel vero senso della parola.

Sulla competitività innata degli Argentini possiamo dire che gli Argentini hanno le giuste caratteristiche per gli sport di squadra, sopratutto campanilismo e sano nazionalismo, ma anche fedeltà ai colori. Eccellono solo negli sport di squadra, dal calcio al rugby, al basket, al polo, all'Hockey su prato (almeno in campo femminile), mentre non vincono una medaglia d'oro in gare individuale alle olimpiadi dalle medaglie d'oro nella Maratona di Juan Carlos Zabala (1932) e Delfo Cabrera (1948). Nelle gare a coppie hanno atteso un oro dal 1952 al 2008...

Eccezione qualche tennista.

Per il resto : Non confondiamo la città di Buenos Aires con la Provincia che ha 17 milioni di abitanti (su 40 del Paese) come una maxiregone italiana.

Diciamo (e qui converrai cone me) che in Argentina , sia a Buenos Aires che Cordoba che Rosario, che La Plata, che Mar del Plata, che Mendoza, il rugby è un fatto metropolitano. O meglio submetropolitano.... :?:

Perchè alla fine solo 2 squadre su 24 della prima divisione dell'URBA hanno sede nella Capitale federale, 21 hanno sede in provincia/sobborghi e una 1 arriva da Rosario (motivi storici).

Le due squadre più vittoriose sono CASI e SIC (57 vittorie in 112 anni) , ossia due squadre di San Isidro , cittadina di 45.000 abitanti. E anche l'Hindu (6 vittorie negli ultimio 15 anni) è di Don Torcuato, cittadina di 65.000 abitanti...

Dunque una realtà articolata. Che dovremmo approfondire meglio.

Sulla finanza: Non so a Buenos Aires, ma certamente nell'interior i club sportivi sono spesso assmilabili alle nostre società di mutuo soccorso di un tempo sono spesso le realtà finanziare più forte rispetto a banche e comuni e sopratutto quelle che hanno tenuto meglio in questi anni.

Ho visitato un centro sportivo di una peese di di meno di 10.000 abitanti tra Santa fe e Cordoba. Il centro sportivo era una cosa spettacolare. Campo da calcio, palasport da 2000 posti (squadra di Basket di livello nazionale), campi da allenamento , pista di atletica, parco. Palestra per fitness...Tutto di proprietà !!!!

E stavano costrendo un complesso di case (un area di un ettaro) dall'altra parte del paese come cooperativa.

Vedi certe cose e capisci perchè in Italia lo sport latiti e viva con il cappello in mano a chiedere l'elemosina a politici e faccendieri... Lì addirittura gestiscono talvolta assicurazioni sanitarie e fondi pensione...

In Argentina due categorie non fallsicono mai: i club sportivi storici e chi possiede un pezzzo di terra.
Laporte, mi sembra che tu, sostanzialmente, abbia confermato la mia analisi. Quindi, se i soldi che hanno a disposizione come sistema paese sono meno di quelli italiani, ma hanno un movimento numericamente e, conseguentemente, qualitativamente superiore al nostro ci dovrà pur essere un elemento oggettivo di distinzione tra i due movimenti, un carburante con maggior vigore del nostro che trova, a mio modo di vedere, nella maggiore passione degli argentini verso il rugby la sua collocazione concreta. Risolvere tutto dicendo sempre che noialtri siamo incapaci mi sembra un po' troppo semplicistico, non trovi? In fondo gli organi istituzionali che governano il movimento rugbystico nazionale è composto in buona parte da persone che hanno praticato questo sport, possono avere idee non condivisibili per alcuni sul come affrontare alcuni problemi, ma accusarli solo di essere completamente incapaci mi sembra semplicistico, non trovi? Io ritengo corretto cercare di alimentare la passione di base verso questo sport ed ogni iniziativa tesa in tal senso è indirizzata nel verso giusto per lo sviluppo e la cresita di questo sport.
È proprio vero che la maggior parte dei mali che capitano all'uomo sono cagionati dall'uomo.
Plinio il Vecchio
Non essendosi potuto fare in modo che quel che è giusto fosse forte, si è fatto in modo che quel che è forte fosse giusto.
Blaise Pascal
Nulla infonde più coraggio al pauroso della paura altrui.
Umberto Eco
settimese
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Re: Cosa cambierà con Brunel?

Messaggio da settimese »

in italia i giocatori forti ci sono, quello che manca e' la cultura. da noi il rugby ha lo stesso spazio dell'ippica e del golf. in francia e' il terzo sport, nei paesi celtici il primo, in inghilterra il secondo. in sudafrica, nz, aus tonga samoa e fiji il primo. in argentina nei primi 3. noi abbiamo i giocatori ma non abbiamo la cultura per vincere le partite a parita' di forze
Ultima modifica di settimese il 7 nov 2011, 14:06, modificato 1 volta in totale.
edopardo
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Re: Cosa cambierà con Brunel?

Messaggio da edopardo »

Madonna ragazzi ma che seghe mentali vi fate in un Post dove si dovrebbe parlare cosa cambierà con Brunel?Certo ne avete di fantasia..potreste scrivere romanzi sul rugby fantasy :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl:
calep61
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Re: Cosa cambierà con Brunel?

Messaggio da calep61 »

edopardo ha scritto:Madonna ragazzi ma che seghe mentali vi fate in un Post dove si dovrebbe parlare cosa cambierà con Brunel?Certo ne avete di fantasia..potreste scrivere romanzi sul rugby fantasy :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl:
Edopardo, in fondo, condivido il tuo pensiero, ma tant'è da commento a commento si è ampliato un po' il tema.
Per ripristinare un po' la situazione iniziale riallego il mio intervento iniziale con il quale, sostanzialmente, auspicavo un po' più di equilibrio nella guida della nazionale ovale, parola più volte impiegata dal neo commander Bunel, da questo il mio compassato ottimismo.
Più equilibrio nelle scelte dei giocatori; per esempio per la famosa apertura mi aspetto una scelta, ovviamente buona, ma qualunque essa sia duratura, diciamo almeno 1 anno. Solo negli ultimi due anni con Mallet abbiamo avuto una mezza dozzina di aperture, tutte bocciate o quasi, ma vogliamo dare il tempo ai giocatori di consolidare un proprio ruolo nel team (chiamasi fiducia) e poter permettere loro di proporsi con un pizzico di tranquillità senza essere sempre all'ultimo esame possibile della propria esistenza sportiva?
Poi, se nei principali club di punta, franchigie comprese, si continua a far occupare il ruolo di calciatore a giocatori stranieri non impiegabili in nazionale mi chiedo come si possa far crescere un vero specialista al piede da poter impiegare tra gli azzurri (vedi cosa accade nel Prato, nel Padova, nel Calvisano, nel Rovigo, nonche negli Aironi, forse l'unica eccezione nel Treviso con l'oriundo Burton).

Ho letto un po' d'interventi sul tema.
Volevo anch'io offrire un contributo di riflessione.
Innanzitutto, ho trovato convincente l'intervista a Brunel, risultato attento alla base, coerente con la tradizione francese da tempo stutturata sulla formazione istituzionale in ogni disciplina sportiva o meno, ma rispettoso dell'attuale nazionale ovale.
In fondo ai mondiali hanno sbagliato decisamente solo l'ultima trance di competizione con un secondo tempo di Italia vs Irlanda condizionato da un rientro dagli spogliatori della squadra azzurra non sufficientemente fredda e concentrata.
Durante tutto il primo tempo e anche durante le immagini dallo spogliatorio irlandese è emerso il forte nervosismo dei verdi che percepivano, sicuramente più pressione dei nostri.
Purtroppo, dopo la grande 1a meta loro, scaturata da una esemplare azione del portatore di palla che è riuscito ad evitare il placaggio di Bocchino con un'eccezzionale taglio di corsa da grande fuoriclasse creando i presupposti per la meta di O'Driscoll, gli equilibri si sono invertiti.
Se la nostra nazionale fosse riuscita a segnare per prima una meta o portarsi avanti con il punteggio ai calci, sono convinto che la partita si sarebbe sviluppata in maniera diversa e chissà come sarebbe finita?
Semmai, una decisa obbiezione sarebbe da avanzare sulla strategia spesso evidenziata nelle modalità di difesa della linea azzurra rispetto alla squadra aversaria avanzante con la palla; troppo passiva ed attendista.
Scelta tattica di Mallet o propensione dei nostri?
Comunque sia, quando si è vista una maggiore aggressività della linea azzurra, in avanzamento sui portatori di opalla - con l'Australia e con la Russia lo si è visto decisamente - l'effetto contenimento della fase avanzante degli aversari è risultato decisamente migliore ed efficace.
Quindi, mister Brunel, benvenuto e buon lavoro!
È proprio vero che la maggior parte dei mali che capitano all'uomo sono cagionati dall'uomo.
Plinio il Vecchio
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Umberto Eco
VANZANDT
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Re: Cosa cambierà con Brunel?

Messaggio da VANZANDT »

calippo61 lavori per la federazione ..... sarai mica per caso un dondi boy
Attilio B
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Re: Cosa cambierà con Brunel?

Messaggio da Attilio B »

Adesso calep61 entrerà e scriverà:

"ZANZAN, e tu non sarai mica per caso una Benetton girl"

e così via, costruendo il rugby italiano...
calep61
Messaggi: 1560
Iscritto il: 27 ott 2011, 11:51

Re: Cosa cambierà con Brunel?

Messaggio da calep61 »

VANZANDT ha scritto:calippo61 lavori per la federazione ..... sarai mica per caso un dondi boy
La mia non più tenera età mi ha portato a consolidare l'idea che contano i contenuti e non la sterile appartenenza.
Ho espresso delle considerazioni e delle convinzioni sull'arrivo di Brunel e sul possibile sviluppo futuro della nazionale ovale per stimolare uno scambio di opinioni e condividere convinzioni comuni nel forum.
Non mi interessa chi supportano o destabilizzano, mi interessa ed incuriosisce il confronto.
Personalmente, con le informazioni in mio possesso, trovo condivisibile l'azione operata dalla FIR negli ultimi anni e non perchè sono pro Dondi a priori, benchè, pur non conoscendolo personalmente, concordo con molti dei suoi pensieri e delle sue considerazioni dichiarate alla stampa (puoi leggere gli altri miei interventi per un possibile approfondimento). Tu, invece, a parte la dichiarata appartenenza trevigiana come la pensi?

p.s. trovo il team biancoverde un esempio di eccellenza tutta italiana e ho tifato Rugby Treviso ogni volta che è scesa in campo in PRO 12, come la tiferò in HC.
È proprio vero che la maggior parte dei mali che capitano all'uomo sono cagionati dall'uomo.
Plinio il Vecchio
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Laporte
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Re: Cosa cambierà con Brunel?

Messaggio da Laporte »

calep61 ha scritto:
Laporte, mi sembra che tu, sostanzialmente, abbia confermato la mia analisi. Quindi, se i soldi che hanno a disposizione come sistema paese sono meno di quelli italiani, ma hanno un movimento numericamente e, conseguentemente, qualitativamente superiore al nostro ci dovrà pur essere un elemento oggettivo di distinzione tra i due movimenti, un carburante con maggior vigore del nostro che trova, a mio modo di vedere, nella maggiore passione degli argentini verso il rugby la sua collocazione concreta.
No non diciamo la stessa cosa. Il movimento NON è+ numericamente superiore al nostro. Almeno come club.

Certamente lo è qualitativamente. Lì i club sono istituzioni consoldiate non ASD più o meno improvvisate.

Cominciamo a mettere delle regole serie: stabiliamo che una società non può fallire allegramente e ripresentarsi l'anno dopo sotto altra veste senza pagare e senza neppure retrocedere (stile Lodo-petrucci)

Cominciamo a smettere con lamenatrcoi sempre dlel'obbligatorietà giovanile. Smettiamola con le "federazioni di club" utili solo ad aggirare crac economici e oibblighi sull'attività giovanile, ma che creano confusione anche nel pubblico.

Per il resto ripeto, la solidità economica dei club in Italia NON è adeguata. In Argentina il gioco è amatoriale, ma la gestione delle società e professionale, assai professionale.
Namor
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Re: Cosa cambierà con Brunel?

Messaggio da Namor »

La cosa che mi preme di più, e che mi piacerebbe capisse anche gran parte del forum, è che in nazionale si va "imparati".

I giocatori devono imparare nel Treviso e negli Aironi, e poi arrivare "imparati" in nazionale.
Brunel infatti non va, e non deve, andare a vedere partite di serie A. Magari può e vorrà farlo per il gusto di farlo, liberissimo, ma Brunel deve, e andarà, a vedere le partite della Celtic, di Benetton ed Aironi, e qualche partita di Super10, magari. E da li convocherà CHIUNQUE si meriti di stare in nazionale, con l'unico e solo scopo di VINCERE IL SEI NAZIONI.
Una nazionale che partecipa al 6 Nazioni, quando gioca il 6 Nazioni, deve pensare solo ed esclusivamente a VINCERE IL SEI NAZIONI.
I giocatori cosìdetti vecchi devono essere sostituiti solo se c'è chi li può sostituire garantendo una prestazione MIGLIORE del sostituto.

Questa premessa per dire che i giocatori devono cambiare si, ma gradualmente, inserendo chi è MEGLIO, non uguale, se poi anche giovane meglio, ma l'essere giovane non può e non deve essere prerogativa per essere il sostituto di.

Mi auguro quindi che vengano fatti pochi esperimenti per il prossimo 6 Nazioni, puntando ad avere la migliore squadra possibile, a prescindere dall'età.
Le nostre scuole di rugby di alto livello oggi si chiamano Aironi e Benetton Treviso e soprattutto dalla seconda dobbiamo aggiornare il gruppo dell'ultimo mondiale.
PILONI DESTRI: Castro, Cittadini, Staibano, Chistolini.
TALLONATORI: Ghiraldini, D'Apice, Santamaria.
PILONI SINISTRI: Perugini, Rizzo, De Marchi, Fazzari

SECONDE: Van Zyl, Geldenhuys, Bernabò, Pavanello Furno, Cazzola, Biagi.
TERZE: Barbieri, Parisse, Zanni, Derbyshire, Minto, Petillo, Filippucci, Favaro.

MM: Semenzato, Gori, Tebaldi, Chillon, Palazzani, Callori di Vignale.
MA: Orquera, Di Bernardo, Burton, Bocchino, Iannone, Morisi.

CENTRI: Bergamasco, Canale, Benvenuti, Garcia, Majstorovic, Sgarbi, Pratichetti, Rodwell.
ALI: Nitoglia, Pratichetti, Toniolatti, Quartaroli, Venditti, Visentin.
ESTREMI: Masi, McLean, Trevisan.
In prima linea riconfermerei Castro, Ghiraldini e D'apice, facendo contendere il posto di pilone sinistro a Perugini e Rizzo.
In seconda assolutamente quella della Benetton, Pavanello e Van Zyl, con Gheldenuys e Bernabò a contendersi il posto.
Terza Benetton + Parisse, quindi flanker Zanni, Derbyshire con Barbieri alle calcagna e Parisse N°8 con Minto(?) per il posto.
Puntare su Semenzato e Botes, con Gori a contendere il posto.
Burton e Orquera per il 10, con chi saprà mettersi in mostra in Celtic dietro.
Per i centri non rimetterei Bergamasco, ma piuttosto una coppia Masi - Sgarbi con Canale, Garcia a sbavare per giocare titolari!
Alle ali non possiamo fare a meno di Bergamasco amici, e dobbiamo convocare il talento azzurro Benvenuti. Chi altro è un problema però. Toniolatti non è da sottovalutare imho.
Estremi: McLean, Masi e Nitoglia sono gli unici nomi papabili, con relativi problemi annessi.
We will,we will RUCK you!
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