Equiparati si, equiparati no, la nazionale dei cachi?

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

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jpr williams
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Re: Equiparati si, equiparati no, la nazionale dei cachi?

Messaggio da jpr williams »

Consulente ha scritto: 20 ago 2020, 0:02Non ha nessun senso applicare categorie morali alla questione degli equiparati, come non ha nessun senso applicare categorie morali ad una supernova.
Invece ha senso, perchè la supernova non ha bisogno di regolamenti per esistere, l'equiparazione si. E quindi necessita di una scelta fra diverse opzioni. Che deve obbedire a criteri necessariamente etici: quando scegli decidi sempre per ciò che ritieni più giusto, oppure per ciò che ti fa più comodo. In ogni caso fai una scelta. La supernova non la sceglie nessuno.
Consulente ha scritto: 20 ago 2020, 0:02Tu stai dicendo che gli equiparati sono un male (in senso etico, intrinseco), io, e praticamente chiunque altro, che e' una frase senza senso logico.
Di essere in minoranza, come accade sempre a chi fa scelte scomode e che portano apparentemente solo svantaggi, lo sapevo già. Altrimenti non avrei citato il format "uno contro tutti". Innanzitutto vorrei precisare meglio che l'opzione è più ontologica che morale. Dobbiamo decidere se il concetto di nazionale abbia in sè un valore intrinseco o non lo abbia. Strano che debba spiegarlo ad uno che ha le tue idee sul concetto di nazione, ma mi fermo subito, sennò dici che parlo di politica. Io penso che una nazionale è "nazionale" o non lo è. Per me nazionale vuol dire rappresentativa composta da cittadini di un paese (anche con doppia citadinanza, quindi, anche se con parentele "acrobatiche", diciamo così) e senza presenza di non cittadini. Dovrebbe essere l'espressione del meglio che una nazione è in grado di produrre. Senza di ciò, a mio avviso, una competizione fra nazionali non può esistere, non può dirsi tale. E' un'altra roba, magari apprezzabile, ma diversa. Ripeto: parliamo quasi più di ontologia che di moralità. O più semplicemente deicdiamo se il nome debba essere rappresentativo della cosa o si possa appiccicare il concetto di "nazione" alla qualunque. Le parole sono importanti! (cit.)
Consulente ha scritto: 20 ago 2020, 0:02Porsi la domanda se servono o non servono, se sono "giusti" o "sbagliati", per il fine che ci vogliamo dare, invece, e' una questione su cui si puo' discutere.
Anche qui mi sono già espresso: quante vittorie contro le tier 1 abbiamo conseguito con gli equiparati negli ultimi 5 anni? Non è vero, peraltro, come molti entusiasti dell'equiparazione sostengono, che tale sistema finisce per avvantaggiare quelli che sono già più forti?
Quindi, anche volendo far finta che sia un sistema "giusto", siamo convinti che ci serva?
Consulente ha scritto: 20 ago 2020, 0:02Nota che questo non e' relativismo etico come stile di vita: se mi chiedi se la pedofilia e' un male ti rispondo che lo e' in senso assoluto, totale e che non sono disposto a nessun compromesso su questo, per nessuna ragione, anche a scapito di subire qualunque danno personale per sostenere questa posizione. Ed ho lo stesso atteggiamento per molte altre cose.
Ma la questione degli equiparati mi sembra decisamente di minor momento: e' una mera questione amministrativa o al massimo di politica sportiva.
Qui parliamo di rugby. Che non è la tutela dei bambini, ma comunque per molti di noi (voglio sperare tutti) rappresenta una parte che amiamo della nostra vita. Non mi sembra peregrino che si possa parlarne anche in relazione a qualcosa che va al di là delle formazioni o della tattica per discutere di com'è e di come ognuno di noi vorrebbe che fosse.
Non sarà importante come la lotta alla pedofilia, ma io a questo sport ci sono un filino affezionato e di come si evolve un tantino mi preoccupo. Naturalmente lo faccio a mio modo con le mie idee minoritarie che evidentemente, però, almeno hanno l'effetto di stimolare una discussione. Altrimenti in questo thread ci sarebbero solo i miei post da sfigato dedito alla masturbatio grillorum (cit.)
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jpr williams
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Re: Equiparati si, equiparati no, la nazionale dei cachi?

Messaggio da jpr williams »

Ed eccomi al "lavoro vero". Perchè rispondere a messer Luqa, come ho detto, è sempre impegnativo e prima di farlo riconosco che i suoi argomenti sono più solidi dei miei e che mi ha messo in crisi. Non mi ha fatto cambiare idea, ovviamente, perchè la mia è un'opzione ontologica come dicevo più sopra, ma sicuramente sul piano logico Luqa è un Everest ed io non sono nè Edmund Hillary né Tenzing Norgay.
Luqa-bis ha scritto: 19 ago 2020, 18:21Giustezza degli equiparati

Puoi aderire ad una "fazione" per tre motivi: militanza - coscrizione - assoldamento.
vale per gli eserciti, vale per le squadre (anche per le religioni talvolta)...
...Come già scritto IRB ha cercato di mettere una regola su una situazione già abusata (forse ci dimentichiamo che in passato c'è chi come nel RL ha giocato con due nazionali maggiori del codice Union.
E ha scelto secondo i tre filoni di solito "oridnari" per accedere alla cittadinanza :
- linea di sangue - sei figlio di ... -
- diritto di nascita - sei nato in ...
- naturalizzazione (nel rugby equiparazione) - sei vissuto abbastanza in ...
non ha messo la quarta possibile
se hai sposato una/uno di .... (poi saia le polemiche)

Sono le stesse tre linee guida che si usano per il riconoscimento della cittadinanza nel mondo.
IRB le ha declinate in un modo che fosse una regola comune per tutti e non legata a scelta alla norme politiche d iogni paese, perché lo sport per la carta CIO dovrebbe essere indipendente dalla politica.
Su questo ho poco da obiettare perchè, come sempre quando c'è di mezzo Luqa, è ineccepibile. Osservo solo che la naturalizzazione "civile" non richiede 3 anni e soprattutto, a quanto ne so, richiede la rinunzia alla cittadinanza di origine in molti paesi (non l'Italia) e curiosamente il paese in cui risulta più facile ottenerla è proprio l'Argentina, che pure non usa equiparati. Mi sembra, insomma, che la similitudine fra i criteri di cittadinanza civili e sportivi, che è coerente per ius sanuinis e ius soli, traballi un pò nel caso della naturalizzazione/equiparazione. Ma ammetto che la suggestione della similitudine ha un suo fascino. Che non travolge la mia contrarietà ontologica all'equiparazione, ma la mette a dura prova. Solo Luqa è riuscito a farmi traballare, spero di mantenere l'equilibrio.
Aggiungo una cosa: io non polemizzerei minimamente nel caso di cittadinanza per matrimonio. Che mi sembra una bella scelta di vita. Specie se ricordo casi preclari come quelli di Josefa Idem (maritata Guerrini) e Fiona May (maritata Iapichino).
Luqa-bis ha scritto: 19 ago 2020, 18:21veniamo al perché può essere giusto riconoscere ad un giocatore la militanza sportiva su base di equiparazione:
prendiamo qualcuno dei piloni delle giovanili o anche di recente pratica maggiore:
Conosco almeno 5-6 giocatori che non sono nati in Italia, non hanno nessun nonno italiano, ma in Italia hanno fatto tutte le scuole.
Per alcuni, essendo nati all'estero da genitori esteri, non dovrebbero mai essere riconosciuti italiani, e se questa opinione diventa maggioritaria questo potrebbe esse realtà.
A questi ragazzi per esempio romeni, albanesi, marocchini, nigeriani, egiziani, ucraini, latino-americani, potrebbe essere negata la cittadinanza nonostante una formazione scolastica , sportiva e civile totalmente italiana .
Dovremmo negare loro l'opportunità di rappresentare quantomeno la federazione che li ha tesserati?
NO grande come una casa. Per il semplice motivo che per me ragazzi come questi dovrebbero essere cittadini italiani come me e te, non equiparati, vale a dire professionisti formatisi all'estero e giunti da noi con contratti professionistici per una società. Permettimi di dire che sono cose diversissime come lo sono la vita ed un contratto.
Luqa-bis ha scritto: 19 ago 2020, 18:21Certo, come in tutte le cose il fine determina l'etica del gesto.
Per molte federazioni la scelta è scegliere i migliori tra chi ha eleggibile in campionato,
per alcune vai a fare scouting sui figli di migrati
per alcune assumi i migliori prospetti delle federazioni più povere e tenerli come le sorbe a maturare il diritto (sempre che siano boni).

Quindi si, arruolare equiparati oltre che legittimo può essere anche etico.
E può non esserlo.
La Federazione potrebbe adottare una sua misura di contenimento che porti a non selezionare prima di cinque anni, ma soprattutto a non andare a saccheggiare i vivai altrui (come abbiamo fatto anche con gli oriundi quando noi avevamo i soldi).
Sarebbe un correttivo. Ma non cambierebbe l'ontologia, che potrebbe cambiare solo con l'assunzione di rigidissimi divieti a livello WR (probabili come il mio matrimonio con Diane Kruger per farle acquisire la cittadinanza). Comunque meglio di un calcio nelle palle.
Luqa-bis ha scritto: 19 ago 2020, 18:21Eh, per te, quelli son club non la nazionale lo hai scritto.
ma per me, e nel rugby si è spesso giocato per province non solo per club, quando si era nobili e cavalieri, se giocavi a Firenze o eri di Firenze, o ci avevi studiato o ci eri andato a lavorare. Non è che ti avevano chiamato dalla società piccola, perché eri bello forzuto, veloce e gnorante al posto giusto e ti avevano offerto quel rimborso spese che era quasi borsa di studio o quasi stipendio.
In un paese dai cento campanili, anche nel rugby la militanza societaria è quasi una cittadinanza - dalle mie parti c'è chi ha quasi tolto il saluto a chi ha lasciato la squadra dopo tutte le under e due anni di seniores per andare dai rivali storici perché giocavano una serie sopra e era arrivato lo sponsor che dava un bel rimborso.
Facciamo i puristi sulla nazionale ma non per il campanile?
OT, ma incolpevole, perchè sono stato io a teletrasportarti qui.
Si, ci fossero ancora il Granducato, il Lombardo-Veneto (che forza!) e il Regno delle Due Sicilie avrebbe un senso. Ma ti ricordo che nei club è n ormale la presenza di stranieri, figuriamoci di alloctoni connazionali. No, per me un club è una cosa ontologicamente diversa da una "nazionale" quindi non sottoscrivo il paragone suggestivo.
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Re: Equiparati si, equiparati no, la nazionale dei cachi?

Messaggio da Soidog »

Le regole possono essere, a piacere, considerate belle o brutte, giuste o sbagliate, efficaci o inutili.
Nel caso delle equiparazioni sono fatte rispettare rigorosamente. Se non esistono i requisiti non si può equiparare.
Come avrebbe detto Kelsen, esistono perché cogenti.

Una federazione è libera di decidere come comportarsi, non è costretta ad equiparare giocatori.
Le regole non lo impongono.
Una federazione può procedere alle equiparazioni che ritiene opportune nel rispetto delle regole.
Sono sue valutazioni discrezionali che attengono alla pura politica sportiva.
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Re: Equiparati si, equiparati no, la nazionale dei cachi?

Messaggio da Consulente »

jpr williams ha scritto: 20 ago 2020, 10:49
Consulente ha scritto: 20 ago 2020, 0:02Non ha nessun senso applicare categorie morali alla questione degli equiparati, come non ha nessun senso applicare categorie morali ad una supernova.
Invece ha senso, perchè la supernova non ha bisogno di regolamenti per esistere, l'equiparazione si. E quindi necessita di una scelta fra diverse opzioni. Che deve obbedire a criteri necessariamente etici
Vedo che non riesci a capire il parallelo e il perche' la tua obiezione non e' pertinente. Io non so come spiegare meglio quindi mi arrendo. Problema mio facilmente, le cose che sembrano piu' chiare sono le piu' difficili da spiegare.
jpr williams ha scritto: 20 ago 2020, 10:49 Non sarà importante come la lotta alla pedofilia, ma io a questo sport ci sono un filino affezionato e di come si evolve un tantino mi preoccupo. Naturalmente lo faccio a mio modo con le mie idee minoritarie che evidentemente, però, almeno hanno l'effetto di stimolare una discussione. Altrimenti in questo thread ci sarebbero solo i miei post da sfigato dedito alla masturbatio grillorum (cit.)
Mi chiedo come ci si possa affezionare al Rugby in quanto tale. Il Rugby in se e' una entita' astratta che non mi suscita alcun sentimento. Le persone che vi sono coinvolte, al contrario, coinvolgono anche me. Se parlando di Rugby intendi chi nel mondo del Rugby vive, allora gli equiparati sono una questione di non enorme rilevanza che in generale non porta alcun danno a quelle stesse persone.
Garry
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Re: Equiparati si, equiparati no, la nazionale dei cachi?

Messaggio da Garry »

Soidog ha scritto: 20 ago 2020, 12:19 Le regole possono essere, a piacere, considerate belle o brutte, giuste o sbagliate, efficaci o inutili.
Nel caso delle equiparazioni sono fatte rispettare rigorosamente. Se non esistono i requisiti non si può equiparare.
Come avrebbe detto Kelsen, esistono perché cogenti.

Una federazione è libera di decidere come comportarsi, non è costretta ad equiparare giocatori.
Le regole non lo impongono.
Una federazione può procedere alle equiparazioni che ritiene opportune nel rispetto delle regole.
Sono sue valutazioni discrezionali che attengono alla pura politica sportiva.
E tu pensi ancora che si stia discutendo di regolamenti?
Qui si parla del sesso degli angeli, mi sembra evidente.
Sono quelle discussioni il cui fine ultimo è solo la discussione stessa, e infatti le argomentazioni si possono tranquillamente inserire nella categoria delle masturbazioni mentali.
Caso strano, gli unici che non utilizzano equiparati sono quelli che non se li possono permettere.
Il promotore della "regola dei 5 anni", che molto volentieri vorrebbe anche abolirli del tutto, guardacaso, è argentino. Avrei ascoltato le sue motivazioni con maggior rispetto se fosse stato, poniamo, inglese o giapponese, ma vale sempre la regola dell'orticello. Così va il mondo

"La vita è quello che non esisterà mai sotto il fascismo: libertà, creazione, sincerità, verità, bellezza e volto umano"
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Re: Equiparati si, equiparati no, la nazionale dei cachi?

Messaggio da Luqa-bis »

@ jpr williams

1. grazie per i complimenti, ma ad essere sincero li aborro, mi mettono più in imbarazzo che le cortesie di Garry.

2. per amor di discussione

equiparati e naturalizzati

In Italia, a mia memoria la naturalizzazione per residenza si ha dopo almeno 10 anni.
per memoria ricordo due giovani ragazze della ex jugoslavia, che emigrate in Svezia erano state naturalizzate e poi erano venute a lavorare nel pub di un mio amico a Firenze (non ricordo se erano qui per studio o per altro).
E al sentire dei 10 anni erano rimaste sorprese "It's too much", la loro risposta.
So che c'è chi ha proposto 5 anni.
So chi ci sono paesi dove si può scendere a 2-3. Se hai professionalità di interesse (eheheh).

IRB ripeto ha scelto una formula un po' ipocrita, che nei fatti impediva un passaggio da una nazionale all'altra se non rinunciando ad almeno un mondiale, deterrente ritenuto adeguato a distinguere tra cittadinanza elettiva per afflato o per assegno.

Non so se un cittadino naturalizzato sia considerato diversamente da un equiparato, ma il concetto permane perché in alcuni paesi di ha la cittadinanza solo rinunciando alle altre, e in alcuni paesi rinunciare alla cittadinanza comporta anche la rinuncia ad alcuni diritti di proprietà, ereditari e di accesso ai ricongiungimenti familiari.

Diciamo che l'equiparato è come un milite della legione Straniera, del Tercio, dei battaglioni Gurkha e dei Marines con la green card ma senza passaporto blu.

Quella sui ragazzi non l'ho capita.
io sono un fautore dello ius scholae (se mi permettete il latino maccheronico) . se hai fatto le scuole da noi, sei dei nostri.
Ma siccome ci sono sempre due approcci quando si è due rive di un fiume:
trovare una motivazione per comunicare e costruire un ponte
trovare una motivazione per separare e mettere un limes sulle rive.

Per qualcuno , un nero, un slavo , un islamico non saranno mai italiani. E purtroppo potrebbero non essere una sparuta minoranza, ma magari una consistente maggioranza relativa.
Già adesso ci sono casi di atleti della fascia U14-U18, esclusi dai campionati italiani.
Giusto?
Per lo stato si.
per lo sport, dubito.

Sui club, ci siamo spiegati.


@ Garry

Mi sembra un po' arrogantemente british chiosare con "gli equiparati non li vuole chi non se li può permettere".
Mi pare ovvio, è giustificato. E lo ho spiegato con il paragone con i club ricchi e quelli pane e frittata , scriverebbe qualcuno sui Lepini.
E del resto tu stesso ammetti con queste parole, che è solo una questione di soldi, quindi non di attaccamento alla bandiera, ma al vil denaro.
In fondo in fondo, anche tu sembri considerarli come dei mercenari.

E tutto sommato, allungare il periodo d i"naturalizzazione sportiva" non è una bestemmia.
Garry
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Re: Equiparati si, equiparati no, la nazionale dei cachi?

Messaggio da Garry »

Luqa-bis ha scritto: 20 ago 2020, 18:28 Mi sembra un po' arrogantemente british chiosare con "gli equiparati non li vuole chi non se li può permettere".
Ottima osservazione :lol:
In pratica se qualcuno affermasse che la terra gira intorno al sole potrebbe essere accusato di essere "arrogantemente" copernicano.
Qualsiasi descrizione neutrale ed oggettiva della realtà diventa "arrogantemente" descrittiva

Luqa-bis ha scritto: 20 ago 2020, 18:28 In fondo in fondo, anche tu sembri considerarli come dei mercenari
Non utilizzo termini arroganti come "mercenari", ma come ho scritto più volte sono sempre stato contrario alla regola sull'equiparazione. Anche un'equiparazione come quella del rugby, con diversi paletti che altri sport non hanno. A maggior ragione perché ha contribuito ad aumentare il gap fra le "grandi" e le "piccole", escludendo il Giappone

Però visto che facciamo parte di World Rugby, giochiamo con le regole di World Rugby cercando di non aumentare con decisioni autolesioniste la nostra inferiorità rispetto agli avversari.

Sta di fatto che in tanti anni di discussioni "da bar", anche solo per pazzeggio, nessuno è stato capace di trovare un'alternativa che non crei ingiustizie ed esclusioni per i numerosi casi particolari che si possono trovare in un mondo globalizzato

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Re: Equiparati si, equiparati no, la nazionale dei cachi?

Messaggio da MarcoC »

Questo sarà pure un bar, ma è decisamente ben frequentato: è un vero piacere leggervi.
Non partecipo alla discussione attivamente perché il mio campo è più la gara di rutti a fine serata.. :-]
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Re: Equiparati si, equiparati no, la nazionale dei cachi?

Messaggio da Luqa-bis »

@ Garry

Si può avere ragione come Kopernick , e divulgarla con arroganza.

Nel caso specifico, però, stai dando di terrapiattisti o di tolemaici a quelli che hanno un concetto di Nazionale legato alla cittadinanza come jpr.
Però se preferisci posso scriverti che british-osamente consideri mosse da mera invida economica le obiezioni argentine, come british-osamente i media inglesi scrivevano "argentinianborn" quando sbavano per Parisse.

Potresti avere anche ragione, ma lasci la gradevolezza di un riccio di castagna dimenticato nella tasca dei pantaloni.
Come lo sanno fare i british.

Salutami Galileo
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Re: Equiparati si, equiparati no, la nazionale dei cachi?

Messaggio da Garry »

Luqa-bis ha scritto: 20 ago 2020, 19:46 @ Garry

Si può avere ragione come Kopernick , e divulgarla con arroganza.

Nel caso specifico, però, stai dando di terrapiattisti o di tolemaici a quelli che hanno un concetto di Nazionale legato alla cittadinanza come jpr.
Però se preferisci posso scriverti che british-osamente consideri mosse da mera invida economica le obiezioni argentine, come british-osamente i media inglesi scrivevano "argentinianborn" quando sbavano per Parisse.

Potresti avere anche ragione, ma lasci la gradevolezza di un riccio di castagna dimenticato nella tasca dei pantaloni.
Come lo sanno fare i british.

Salutami Galileo
Demone, esci da quel corpo!
Orsù, liberati dai pregiudizi nei miei confronti, altrimenti non riuscirai mai a capire quello che scrivo, sempre che ti interessi capire, perché la mia impressione è che tu sia impegnato soprattutto a cercare di capire te stesso.

Lo dico per l'ultima volta. La penso quasi esattamente come jpr sulla regola degli equiparati.
Quello che ci distingue, su questo tema, è solo l'atteggiamento da tenere nei confronti della regola.
I terrapiattisti c'entrano come l'ananas sulla pizza.
Semmai è la storia della volpe e l'uva

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Re: Equiparati si, equiparati no, la nazionale dei cachi?

Messaggio da giuseppone64 »

Che bello, siete tutti figli miei.
Manca solo rutto che starà spendendo la sua parte di eredità in alcool e donnine, ma tornerà.
Prepariamoci ad accoglierlo figli miei...
Scusa tesoro se sono stato un po' brusco stamani. Papà non sei stato un po' brusco, sei stato un barbaro...
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MA CHE ORA E'?
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Re: Equiparati si, equiparati no, la nazionale dei cachi?

Messaggio da jpr williams »

Soidog ha scritto: 20 ago 2020, 12:19 Le regole possono essere, a piacere, considerate belle o brutte, giuste o sbagliate, efficaci o inutili.
Nel caso delle equiparazioni sono fatte rispettare rigorosamente. Se non esistono i requisiti non si può equiparare.
Come avrebbe detto Kelsen, esistono perché cogenti.
Una federazione è libera di decidere come comportarsi, non è costretta ad equiparare giocatori.
Le regole non lo impongono.
Una federazione può procedere alle equiparazioni che ritiene opportune nel rispetto delle regole.
Sono sue valutazioni discrezionali che attengono alla pura politica sportiva.
Aggiungerei che l'acqua è composta da due atomi di idrogeno e da uno di ossigeno e che le ovvietà semplificano la vita.
Una sola postilla: io passo per conservatore (un pò me ne vanto), ma al tuo confronto sono una specie di tupamaro!
Con la tua interpretazione claustrofobica del povero Hans Kelsen sarebbe ancora in vigore il codice di Hammurabi!
O forse la grundnorm che recita "uga baluga batù, grrrr" seguita dalla percussione di un femore sul cranio.
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Re: Equiparati si, equiparati no, la nazionale dei cachi?

Messaggio da jpr williams »

Consulente ha scritto: 20 ago 2020, 13:00Vedo che non riesci a capire il parallelo e il perche' la tua obiezione non e' pertinente. Io non so come spiegare meglio quindi mi arrendo. Problema mio facilmente, le cose che sembrano piu' chiare sono le piu' difficili da spiegare.
No, scusa, equiparare ( :wink: ) un fenomeno naturale, che per sua natura esiste senza alcuna relazione con decisioni umane cui è del tutto indifferente (come avrebbe detto la natura all'islandese) ad una scelta regolamentare chedeve necessariamente essere frutto di scelte compiute secondo parametri vari (opportunità, valori, comodo, etica e tutto quel che vuoi), ecco, quello si mi sembra poco pertinente.
jpr williams ha scritto: 20 ago 2020, 10:49Mi chiedo come ci si possa affezionare al Rugby in quanto tale. Il Rugby in se e' una entita' astratta che non mi suscita alcun sentimento. Le persone che vi sono coinvolte, al contrario, coinvolgono anche me. Se parlando di Rugby intendi chi nel mondo del Rugby vive, allora gli equiparati sono una questione di non enorme rilevanza che in generale non porta alcun danno a quelle stesse persone.
Non so che dirti, io ci sono affezionato da quando ho 8 anni. Pensavo che qui, anche se ognuno a modo suo, lo fossimo un pò tutti. :shock:
Ti do ragione sul fatto che gli equiparati non siano una questione di enorme rilevanza. Ma sono una questione, almeno a mio modo di vedere. Perdonami, ma a me piace occuparmi anche di cose che non siano solo enormi, ma anche medie.
La sai quella del vivere 50 anni da orsacchiotto anzichè cent'anni da pecora o un giorno da leone? Ecco, una roba così. Esistono anche altre cose oltre a quelle enormi.
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Re: Equiparati si, equiparati no, la nazionale dei cachi?

Messaggio da jpr williams »

Garry ha scritto: 20 ago 2020, 17:35E tu pensi ancora che si stia discutendo di regolamenti?
Ti sei fatto aspettare, come le star, ma alla fine sei arrivato! :-]
Certo che non si parla di regolamenti: si parla di etica, ontologia e di opportunismo. Direi un trilemma non da poco.
Una discussione su semplici regolamenti sarebbe kelsenianamente banale.
Garry ha scritto: 20 ago 2020, 17:35Qui si parla del sesso degli angeli, mi sembra evidente.
Sono quelle discussioni il cui fine ultimo è solo la discussione stessa, e infatti le argomentazioni si possono tranquillamente inserire nella categoria delle masturbazioni mentali.
Benvenuto fra gli emuli di Onan allora!
Comunque credevo che un forum servisse proprio a fare delle discussioni fini a sé stesse, non potendo noi essere a capo di WR (almeno non io, forse tu...)
Garry ha scritto: 20 ago 2020, 17:35Caso strano, gli unici che non utilizzano equiparati sono quelli che non se li possono permettere.
Che però possono permettersi di mazzulare abbastanza regolarmente noi che siamo così benestanti da poterci permettere gli equiparati. :wink:
Garry ha scritto: 20 ago 2020, 17:35Il promotore della "regola dei 5 anni", che molto volentieri vorrebbe anche abolirli del tutto, guardacaso, è argentino. Avrei ascoltato le sue motivazioni con maggior rispetto se fosse stato, poniamo, inglese o giapponese, ma vale sempre la regola dell'orticello. Così va il mondo
Lui almeno proprone un orticello bio, ogm free :-]
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Luqa-bis ha scritto: 20 ago 2020, 18:281. grazie per i complimenti, ma ad essere sincero li aborro, mi mettono più in imbarazzo che le cortesie di Garry.
Chiedo venia. Spero, però, che tu sappia che erano assolutamente sinceri e tutt'altro che ironici. Cose che penso davvero.
C'è però una cosa che apprezzo poco di te: l'abuso dell'interlinea! :-]
Così non dirai che ti faccio troppi complimenti!
Luqa-bis ha scritto: 20 ago 2020, 18:28per amor di discussione
Come dicevo al nostro comune amico, penso che a quello serva un forum.
Luqa-bis ha scritto: 20 ago 2020, 18:28equiparati e naturalizzati

Non so se un cittadino naturalizzato sia considerato diversamente da un equiparato, ma il concetto permane perché in alcuni paesi di ha la cittadinanza solo rinunciando alle altre, e in alcuni paesi rinunciare alla cittadinanza comporta anche la rinuncia ad alcuni diritti di proprietà, ereditari e di accesso ai ricongiungimenti familiari.

Diciamo che l'equiparato è come un milite della legione Straniera, del Tercio, dei battaglioni Gurkha e dei Marines con la green card ma senza passaporto blu.
Quindi la definizione di mercenario (absit iniuria verbis) è descrittiva e non spregiativa.
Luqa-bis ha scritto: 20 ago 2020, 18:28Quella sui ragazzi non l'ho capita.
io sono un fautore dello ius scholae (se mi permettete il latino maccheronico) . se hai fatto le scuole da noi, sei dei nostri.
Ma siccome ci sono sempre due approcci quando si è due rive di un fiume:
trovare una motivazione per comunicare e costruire un ponte
trovare una motivazione per separare e mettere un limes sulle rive.

Per qualcuno , un nero, un slavo , un islamico non saranno mai italiani. E purtroppo potrebbero non essere una sparuta minoranza, ma magari una consistente maggioranza relativa.
Già adesso ci sono casi di atleti della fascia U14-U18, esclusi dai campionati italiani.
Giusto?
Per lo stato si.
per lo sport, dubito.
Non hai capito perchè io sono un cane a scrivere. :cry:
Ma la penso come te: i ragazzi di cui parli, a mio avviso, dovrebbero essere cittadini italiani. Lo ius scholae (maccheronico, ma efficace) per me vale molto più del sinallagma professionistico. Questi ragazzi di qualunque colore o religione o provenienza siano sono italianissimi per me: hanno fatto le scuole qui, vivono fra noi, nella nostra società cui danno e daranno il loro contributo: questo me li rende connazionali.
Luqa-bis ha scritto: 20 ago 2020, 18:28@ Garry

Mi sembra un po' arrogantemente british chiosare con "gli equiparati non li vuole chi non se li può permettere".
Mi pare ovvio, è giustificato. E lo ho spiegato con il paragone con i club ricchi e quelli pane e frittata , scriverebbe qualcuno sui Lepini.
E del resto tu stesso ammetti con queste parole, che è solo una questione di soldi, quindi non di attaccamento alla bandiera, ma al vil denaro.
In fondo in fondo, anche tu sembri considerarli come dei mercenari.

E tutto sommato, allungare il periodo d i"naturalizzazione sportiva" non è una bestemmia.
Al di là che io lo porterei diciamo a 30 anni ( :-] ) sottoscrivo il resto.
Viviamo l'era del rugby itagliano che inizia a Treviso e finisce a Mogliano.
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)
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