Tranquillo, tanto rispondevo a CantalMad Max ha scritto:innanzitutto, scusa del ritardo,Brules ha scritto:Non so quanto paghi e cosa fornisca il tuo club, ma sulla quota del minirugby io mi sento di dirti di stare tranquillo




Moderatore: Emy77
Tranquillo, tanto rispondevo a CantalMad Max ha scritto:innanzitutto, scusa del ritardo,Brules ha scritto:Non so quanto paghi e cosa fornisca il tuo club, ma sulla quota del minirugby io mi sento di dirti di stare tranquillo
Il problema e' che dipende da che "materiale" hai. Sparo numeri a caso per fare un esempio.Cantal ha scritto: i ragazzini spesso non sanno cosa devono fare durante la partita... perché non conoscono le regole e non le provano in allenamento...
tendendo a fare ginnastica e movimento...
Brules ha scritto:Il problema e' che dipende da che "materiale" hai. Sparo numeri a caso per fare un esempio.Cantal ha scritto: i ragazzini spesso non sanno cosa devono fare durante la partita... perché non conoscono le regole e non le provano in allenamento...
tendendo a fare ginnastica e movimento...
Mettiamo che un club abbia 60 ragazzini in U10, di cui 20 giocano da 4-5 anni o almeno fanno sport da 4-5 anni. Possono fare 4 squadre di cui 2 lavorano in un certo modo.
Un'altro club piu' piccolo in una zona meno vocata, magari ne ha 13 di cui 10 sono al primo approcio con lo sport. A quei 10 devi insegnare a tenere in mano la palla se non a correre. Magari gli altri 3 potrebbero fare cose piu' avanzate, ma cosa gli puoi far fare in allenamento?
Cantal ha scritto:
pepe carvalho ha scritto: Capitolo agonismo nel minirugby: io ho sempre dei dubbi sulla necessità di spingere in modo esasperato a quel livello, si rischia avere dei brutti risvegli con ragazzini che se ne vanno per una ragione o per l'altra. Per spiegarmi dovrei fare esempi fin troppo riconoscibili ma credo che sia in effetti dannoso per la maggioranza dei ragazzini, certo per alcuni porta ad avere una struttura mentale e fisica che nelle giovanili e dopo li aiuteranno parecchio.
forse so pure chi è....Mad Max ha scritto:pepe carvalho ha scritto: Capitolo agonismo nel minirugby: io ho sempre dei dubbi sulla necessità di spingere in modo esasperato a quel livello, si rischia avere dei brutti risvegli con ragazzini che se ne vanno per una ragione o per l'altra. Per spiegarmi dovrei fare esempi fin troppo riconoscibili ma credo che sia in effetti dannoso per la maggioranza dei ragazzini, certo per alcuni porta ad avere una struttura mentale e fisica che nelle giovanili e dopo li aiuteranno parecchio.
dopo di 8 anni di minirugby passati sia come padre, che come accompagnatore, che come educatore in seconda, non posso che essere d'accordo al 200%
Ricordo ancora le parole di un ragazzo figlio di uno con un parente in nazionale il quale ha da sempre imposto al figlio solo la competizione più spinta , che una volta confessò al mio "come vorrei solo poter divertirmi"...
Se hai bazzicato il minirugby milanese è facile immaginarlo putroppo; Sulle competenze e capacità tecniche del padre non ho proprio nulla da dire, per carità, però sulle sue metodologie di approccio ad una squadra di minirugby personalmente ho tante riserve.pepe carvalho ha scritto:forse so pure chi è....Mad Max ha scritto:pepe carvalho ha scritto: Capitolo agonismo nel minirugby: io ho sempre dei dubbi sulla necessità di spingere in modo esasperato a quel livello, si rischia avere dei brutti risvegli con ragazzini che se ne vanno per una ragione o per l'altra. Per spiegarmi dovrei fare esempi fin troppo riconoscibili ma credo che sia in effetti dannoso per la maggioranza dei ragazzini, certo per alcuni porta ad avere una struttura mentale e fisica che nelle giovanili e dopo li aiuteranno parecchio.
dopo di 8 anni di minirugby passati sia come padre, che come accompagnatore, che come educatore in seconda, non posso che essere d'accordo al 200%
Ricordo ancora le parole di un ragazzo figlio di uno con un parente in nazionale il quale ha da sempre imposto al figlio solo la competizione più spinta , che una volta confessò al mio "come vorrei solo poter divertirmi"...
hai ragione, il padre è un ottimo allenatore, probabilmente perfetto per le giovanili (U16/U18), troppo per il mini rugby e soprattutto troppo centrato a far emergere le qualità di suo figlio. Credo che la politica da attuare sia che i padri non debbano allenare i figli. Due le ragioni:Mad Max ha scritto:Se hai bazzicato il minirugby milanese è facile immaginarlo putroppo; Sulle competenze e capacità tecniche del padre non ho proprio nulla da dire, per carità, però sulle sue metodologie di approccio ad una squadra di minirugby personalmente ho tante riserve.pepe carvalho ha scritto:forse so pure chi è....Mad Max ha scritto:pepe carvalho ha scritto: Capitolo agonismo nel minirugby: io ho sempre dei dubbi sulla necessità di spingere in modo esasperato a quel livello, si rischia avere dei brutti risvegli con ragazzini che se ne vanno per una ragione o per l'altra. Per spiegarmi dovrei fare esempi fin troppo riconoscibili ma credo che sia in effetti dannoso per la maggioranza dei ragazzini, certo per alcuni porta ad avere una struttura mentale e fisica che nelle giovanili e dopo li aiuteranno parecchio.
dopo di 8 anni di minirugby passati sia come padre, che come accompagnatore, che come educatore in seconda, non posso che essere d'accordo al 200%
Ricordo ancora le parole di un ragazzo figlio di uno con un parente in nazionale il quale ha da sempre imposto al figlio solo la competizione più spinta , che una volta confessò al mio "come vorrei solo poter divertirmi"...
sacrificare il godimento dell'infanzia dei bambini sull'altare della competizione non credo sia una cosa tanto saggia.... alla fine il conto lo pagano i ragazzi stessi dopo.
certo dosare la giusta quantità di competizione e gioco per ogni bambino in modo che cresca armoniosamente, non è facile ma costringere tutti ad andare al ritmo del più veloce sin da subito, alla lunga non paga in termini di crescita sia umana che sportiva
hai perfettamente ragione, secondo me sarebbe perfetto anche come allenatore dei 3/4 della prima squadrapepe carvalho ha scritto:hai ragione, il padre è un ottimo allenatore, probabilmente perfetto per le giovanili (U16/U18), troppo per il mini rugby e soprattutto troppo centrato a far emergere le qualità di suo figlio. Credo che la politica da attuare sia che i padri non debbano allenare i figli. Due le ragioni:Mad Max ha scritto:Se hai bazzicato il minirugby milanese è facile immaginarlo putroppo; Sulle competenze e capacità tecniche del padre non ho proprio nulla da dire, per carità, però sulle sue metodologie di approccio ad una squadra di minirugby personalmente ho tante riserve.pepe carvalho ha scritto:forse so pure chi è....Mad Max ha scritto:pepe carvalho ha scritto: Capitolo agonismo nel minirugby: io ho sempre dei dubbi sulla necessità di spingere in modo esasperato a quel livello, si rischia avere dei brutti risvegli con ragazzini che se ne vanno per una ragione o per l'altra. Per spiegarmi dovrei fare esempi fin troppo riconoscibili ma credo che sia in effetti dannoso per la maggioranza dei ragazzini, certo per alcuni porta ad avere una struttura mentale e fisica che nelle giovanili e dopo li aiuteranno parecchio.
dopo di 8 anni di minirugby passati sia come padre, che come accompagnatore, che come educatore in seconda, non posso che essere d'accordo al 200%
Ricordo ancora le parole di un ragazzo figlio di uno con un parente in nazionale il quale ha da sempre imposto al figlio solo la competizione più spinta , che una volta confessò al mio "come vorrei solo poter divertirmi"...
sacrificare il godimento dell'infanzia dei bambini sull'altare della competizione non credo sia una cosa tanto saggia.... alla fine il conto lo pagano i ragazzi stessi dopo.
certo dosare la giusta quantità di competizione e gioco per ogni bambino in modo che cresca armoniosamente, non è facile ma costringere tutti ad andare al ritmo del più veloce sin da subito, alla lunga non paga in termini di crescita sia umana che sportiva
la prima è che rischiano di fare favoritismi, la seconda che chiedano al proprio figlio troppo e lo facciano fuggire, queste due cose nell'economia di un gruppo rischiano di essere devastanti.
hai assolutamente ragione, se il materiale umano che hai a disposizione latita, allora poco puoi fareCantal ha scritto:
può bastare un pool di scienziati stranieri ad alzare il livello dell'asticella... io dico di no...
degli equiparati assolutamente no......
Cantal ha scritto: io credo che il problema sia prima più che dopo...
sono gli educatori.... sono le strutture delle squadre, sono i campi e le attrezzature... sono le metodologie... è la pasta di cui sono fatte le nostre generazioni... la nostra federazione...
io di certo non lo so... e pongo solo dei dubbi...
Ma non puo' essere che il divario che si crea in quella fascia di eta' dipenda anche da quello che si fa negli anni prima?Mad Max ha scritto: il grosso problema per i nostri ragazzi è nelle giovanili (U16/U18), che sono quelle che forniscono al ragazzo il grosso della formazione e che da noi è eccessivamente carente e di pessima qualità se rapportata alla formazione che viene mediamente fornita oltre frontiera. Prova per esempio a comparare i risultati delle nostre rappresentative (U18/U20) ottenuti ai rispettivi sei nazioni con quelli ottenuti dalla nazionale maggiore e ti potrai facilmente accorgere che la grossa differenza di crescita tra noi e gli altri, avviene proprio dai 15 ai 17 anni.
Brules ha scritto: Probabilmente e' un po' di tutto e, a mio modesto parere c'e' solo 1 soluzione: fare i cinesi della situazione e copiare spudoratamente quello che fanno gli altri