daom ha scritto:Beh, a questo punto penso che dovrò vergognarmi perchè parlavo sul serio. Io lo ricordo così, tanto è vero che mio padre ha smesso di andare a vedere rugby perchè era contro questo fatto e poco tempo fa ne abbiamo discusso nuovamente.
i 40 anni sono passati e riconosco che qualche ricordo può essere stato "riprocessato" dal tempo, ma credo non sbagliare di molto.
oppure non mi sono spiegato...(ho utilizzato calpestare come sinonimo di camminare sopra) . Adesso che ci ripenso mi ricordo l'allenatore che ci diceva che in un controruck se c'è uno per terra devi provare ad evitarlo, ma se noi puoi passa pure evitando di camminare sopra la testa e le cattiverie.(mi ricordo anche che non faceva distinzioni se il tipo per terra era nostro o loro).
Si, diciamo che le cose sono un po cambiate...
In effetti, tanti anni fa (e non chiedermi come faccio a ricordarlo....

)l'approccio alla sicurezza era parecchio differente.
Oggi, fortunatamente, tutto è in funzione della sicurezza. Non so se sia stata una scelta etica oppure dettata da calcoli economici, comunque così è.
Credo che, banalizzando, ci siano due capisaldi:
- Ogni azione irregolare e pericolosa va sanzionata indipendentemente dal contesto nella quale essa è nata;
- Un giocatore è responsabile dell'esecuzione del proprio gesto tecnico indipendentemente dalla volontà di compiere un fallo (e qui provo a spiegarmi meglio: se un giocatore ha intenzione di effettuare un placcaggio "regolare" ma nella dinamica dell'azione tale placcaggio si tramuta in un placcaggio pericoloso al collo, il giocatore sarà sanzionato).