ok, ma un orticello lo prenderesti?jpr williams ha scritto: ↑31 ott 2020, 14:07Per scherzare, ma neanche tanto. In fondo è proprio questo che mi aspetto accadrà e sta accadendo sotto i miei occhi ogni giorno: questa sciagurata impostazione federale porterà all'estinzione il rugby italiano.Consulente ha scritto: ↑30 ott 2020, 22:32Gia' me lo vedo jpr seduto sulle tribune dello stadio di Calvisano trasformato in orti per i pensionati perche' di uno stadio del rugby non ci sara' piu' bisogno. Anzi, ne avra' affittato un appezzamento, probabilmente.
E Oldie lo redarguira' dicendogli che non si possono piantare le bietole vicino ai rapanelli ed e' una follia! Non crescera' nulla!
Salvo poi sostenere che i peperoni di jpr sono migliori di qualunque peperone britannico o francese.
(si fa per scherzare...)
Poi dice che uno diventa pessimista...
Il rugby non pro sta scomparendo un pezzo alla volta. E quando sarà scomparso vorrò proprio vedere da dove li prenderanno i giocatori le vostre franchigie. Vedremo se sanno "fabbricarseli"
La caduta finale dal Tier 1
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Re: La caduta finale dal Tier 1
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Re: La caduta finale dal Tier 1
In linea di principio è giustissimo. Ma se, putacaso, ci si rendesse conto che si è scelta la direzione sbagliata, quella che porta verso un burrone, si deve procedere egualmente?
Ci stiamo provando da un bel pezzo senza risultati apprezzabili...
La pallavolo italiana gode di un florido e seguito campionato domestico e si confronta con i club di altri paesi nelle coppe.
Viviamo l'era del rugby itagliano che inizia a Treviso e finisce a Mogliano.
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Ne ho già uno.
Ho pomodori di vario tipo, zucchine, erbe aromatiche, melanzane, peperoni, insalatina, erba gatta (ho 3 gatti...), fragole e un bel rovo di more.
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Re: La caduta finale dal Tier 1
La pallavolo, prima dello storico mondiale del 78 disputato in Italia, era uno sport diffuso nel paese a macchia di leopardo con rivalità storiche tra squadre di una sola regione più qualche altra. I risultati a livello internazionale erano prossimi all'irrilevanza e gli sponsor erano pressoché tutti locali. Ci sono molte analogie con il Top 10 attuale.jpr williams ha scritto: ↑31 ott 2020, 14:19La pallavolo italiana gode di un florido e seguito campionato domestico e si confronta con i club di altri paesi nelle coppe.
Ci sono voluti impegno, investimenti e sacrifici per raggiungere il livello attuale scalando le posizioni e creando una vera scuola di tecnici, che non a caso sono richiestissimi all'estero.
Se la Fipav avesse creduto all'ineluttabilità di una situazione mediocre saremmo ancora in posizione di retroguardia.
Invece affidò le giovanili ad un formatore come il Prof. Skiba, tecnico di fama internazionale ed i progressi furono netti. Un po' come sta succedendo con Aboud nel rugby
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Tutto vero.Soidog ha scritto: ↑31 ott 2020, 17:41La pallavolo, prima dello storico mondiale del 78 disputato in Italia, era uno sport diffuso nel paese a macchia di leopardo con rivalità storiche tra squadre di una sola regione più qualche altra. I risultati a livello internazionale erano prossimi all'irrilevanza e gli sponsor erano pressoché tutti locali. Ci sono molte analogie con il Top 10 attuale.jpr williams ha scritto: ↑31 ott 2020, 14:19La pallavolo italiana gode di un florido e seguito campionato domestico e si confronta con i club di altri paesi nelle coppe.
Ci sono voluti impegno, investimenti e sacrifici per raggiungere il livello attuale scalando le posizioni e creando una vera scuola di tecnici, che non a caso sono richiestissimi all'estero.
Se la Fipav avesse creduto all'ineluttabilità di una situazione mediocre saremmo ancora in posizione di retroguardia.
Invece affidò le giovanili ad un formatore come il Prof. Skiba, tecnico di fama internazionale ed i progressi furono netti. Un po' come sta succedendo con Aboud nel rugby
Ma non nega affatto quel che ho scritto e che hai citato.
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Quello che hai scritto si è potuto verificare solo perché dietro ci sono stati anni di duro lavoro, svolto con la consapevolezza che si poteva arrivare al livello dei migliori. Nel commentare l'attualità non bisogna scordare le originijpr williams ha scritto: ↑31 ott 2020, 17:47Tutto vero.Soidog ha scritto: ↑31 ott 2020, 17:41La pallavolo, prima dello storico mondiale del 78 disputato in Italia, era uno sport diffuso nel paese a macchia di leopardo con rivalità storiche tra squadre di una sola regione più qualche altra. I risultati a livello internazionale erano prossimi all'irrilevanza e gli sponsor erano pressoché tutti locali. Ci sono molte analogie con il Top 10 attuale.jpr williams ha scritto: ↑31 ott 2020, 14:19La pallavolo italiana gode di un florido e seguito campionato domestico e si confronta con i club di altri paesi nelle coppe.
Ci sono voluti impegno, investimenti e sacrifici per raggiungere il livello attuale scalando le posizioni e creando una vera scuola di tecnici, che non a caso sono richiestissimi all'estero.
Se la Fipav avesse creduto all'ineluttabilità di una situazione mediocre saremmo ancora in posizione di retroguardia.
Invece affidò le giovanili ad un formatore come il Prof. Skiba, tecnico di fama internazionale ed i progressi furono netti. Un po' come sta succedendo con Aboud nel rugby
Ma non nega affatto quel che ho scritto e che hai citato.
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Sì ma dopo 10 anni vinse l'europeo....Tweet dopo 20 siamo sempre allo stesso punto se non peggio.... E dire che la Celtic League doveva essere la soluzione.... Alla faccia del bicarbonato di sodioSoidog ha scritto: ↑31 ott 2020, 17:41La pallavolo, prima dello storico mondiale del 78 disputato in Italia, era uno sport diffuso nel paese a macchia di leopardo con rivalità storiche tra squadre di una sola regione più qualche altra. I risultati a livello internazionale erano prossimi all'irrilevanza e gli sponsor erano pressoché tutti locali. Ci sono molte analogie con il Top 10 attuale.jpr williams ha scritto: ↑31 ott 2020, 14:19La pallavolo italiana gode di un florido e seguito campionato domestico e si confronta con i club di altri paesi nelle coppe.
Ci sono voluti impegno, investimenti e sacrifici per raggiungere il livello attuale scalando le posizioni e creando una vera scuola di tecnici, che non a caso sono richiestissimi all'estero.
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Dall'arrivo di Aboud ne sono passati tre, vedrai che presto abbandonerai i digestiviLaporte ha scritto: ↑31 ott 2020, 21:35Sì ma dopo 10 anni vinse l'europeo....Tweet dopo 20 siamo sempre allo stesso punto se non peggio.... E dire che la Celtic League doveva essere la soluzione.... Alla faccia del bicarbonato di sodioSoidog ha scritto: ↑31 ott 2020, 17:41La pallavolo, prima dello storico mondiale del 78 disputato in Italia, era uno sport diffuso nel paese a macchia di leopardo con rivalità storiche tra squadre di una sola regione più qualche altra. I risultati a livello internazionale erano prossimi all'irrilevanza e gli sponsor erano pressoché tutti locali. Ci sono molte analogie con il Top 10 attuale.jpr williams ha scritto: ↑31 ott 2020, 14:19La pallavolo italiana gode di un florido e seguito campionato domestico e si confronta con i club di altri paesi nelle coppe.
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Il problema, per me, è che Aboud sembrava essere parte di un sistema che aveva al vertice COS. Siamo sicuri che rimarrà ancora a lungo?
Il "sistema" precedente si è in gran parte sciolto come neve al sole: COS, Catt, Atkinson...
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Toh, è rispuntato anche Laporte.
Comunque, tenendo bordone paragone con la pallavolo , le società seguirono una strategia diversa.
E si era negli anni '80-'90 - dal punto di vista delle sponsorizzazioni economiche mooolto diversi.
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Re: La caduta finale dal Tier 1
So che nella pallavolo (ero abbonato di una media società di A1, la Gabeca Montichiari che vinse anche due coppe delle coppe: ero presente alle finali) non si è MAI pensato di fare delle franchigie e si è insistito sui club per la loro diffusione sul territorio in grado di "coinvolgere" l'intero paese e non solo Parma e Treviso (che erano forti anche nella pallavolo, ai miei tempi).
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Nel volley femminile c'è il "Club Italia" che gioca in campionato. Non è una franchigia, ma è un club di atlete pagate dalla federazione
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Nel rugby pro ci vogliono rosters da 45 giocatori + permit players, nella pallavolo una volta erano da 12 giocatori. Nel rugby infortunarsi è nell'ordine delle cose, nella pallavolo è molto più difficile.jpr williams ha scritto: ↑1 nov 2020, 16:51So che nella pallavolo (ero abbonato di una media società di A1, la Gabeca Montichiari che vinse anche due coppe delle coppe: ero presente alle finali) non si è MAI pensato di fare delle franchigie e si è insistito sui club per la loro diffusione sul territorio in grado di "coinvolgere" l'intero paese e non solo Parma e Treviso (che erano forti anche nella pallavolo, ai miei tempi).
Per giocare a pallavolo bastano palestre medio-piccole.
Questo ha favorito la nascita di tanti piccoli clubs.
Per assurdo a scatenare la voglia di giocare a pallavolo per tante bambine ci hanno pensato i cartoni animati Giapponesi.
Ma se non ci fosse stato il lavoro della Fipav saremmo rimasti all'epoca dove lo scudetto si decideva tra Panini, Ruini e Cus Bumor e l'interesse a livello nazionale era minimo
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Continuo a non discutere questo e a ribadire che nel volley maschile e femminile esistono campionati nazionali che sono la base del seguito e dell'interesse per questo sport con club che sono il motore della nazionale producendo giocatori. Anche nel femminile, dove si è creata una "franchigia" ebbene questa milita nel campionato nazionale femminile. Per dire che la pallavolo trova la sua forza in un seguito campionato domestico, non in una competizione senz'anima di cui nei territori frega una fava a nessuno
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Perché il campionato italiano di volley è sufficientemente competitivo, e la federazione non distribuisce soldi a pioggia ai club
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