Garry ha scritto: 21 ago 2020, 10:31Non fissiamoci sui termini.
Lasciando perdere il termine "equiparato": per me a uno "straniero" non dovrebbe essere consentito per regolamento di giocare in nazionale, stop.
Detto questo, per me è più grave (più negativo, meno"sportivo", diciamola come vogliamo) una nazione che ti regala la cittadinanza in quattro e quattr'otto (es. atletica leggera, non sono documentato su altri, ma credo sia successo anche nello sci), di un'altra che ti "equipara" in 5 anni. Stesso discorso (è più grave ecc...) uno sport che a un giocatore con la doppia cittadinanza consente di passare tranquillamente da una nazionale all'altra dopo aver disputato mondiale olimpiadi (scacchi) rispetto a uno sport in cui devi vivere per cinque anni in un Paese e non devi aver mai giocato in altre nazionali
Potrei essere d'accordo con te, ma il fatto che esistano le ipocritissime cittadinanze farlocche non mi sembra un buon motivo per consentire la loro versione nuda e cruda, cioè l'equiparazione.
Ciò detto va precisato che chi ha la doppia cittadinanza è comunque un cittadino, non uno straniero, altrimenti con sta logica non potrebbe giocare per nessuno. Naturalmente, e qui credo sarai d'accordo, dovrebbero essere molto stringenti le norme sul riconoscimento della cittadinanza "sportiva".
Comunque anche tu confermi che l'equiparazione vera e propria esiste solo nel rugby e ne cricket, fatto salvo che in altri sport si utilizzano escamotages per ottenere lo stesso scopo.
Del resto la ricerca di escamotages è dettata proprio dallo stesso opportunismo che per te giustifica la nostra scelta di avvalerci degli equiparati. Che poi la cosa ci giovi secondo me è opinabile.
Viviamo l'era del rugby itagliano che inizia a Treviso e finisce a Mogliano.
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)