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dalla enciclopedia Treccani:
"Cavalli, asini e zebre fanno parte della famiglia degli Equidi, mammiferi erbivori sociali, adattati a vivere negli ambienti aperti, dalle steppe alle savane. Sono caratterizzati da uno zoccolo unico, una criniera, e una coda a pennello più o meno sviluppato."
metabolik ha scritto: 17 gen 2020, 16:11
I campi sintetici sono una perversione maligna imposta dal capitalismo.
Anche il professionismo.
No, non necessariamente, la pratica sportiva di alto livello può essere remunerata da un ragionevole compenso; il rugby pone un problema più specifico, trattandosi di sport di contatto, ma il professionismo sportivo non è di per sè una forzatura alienante.
Il sintetico è invece nettamente, evidentemente alienante, perverso.
L'humus deve scomparire per far posta all'asfalto e al cemento, l'unica erba che conoscerai sarà sintetica.
dalla enciclopedia Treccani:
"Cavalli, asini e zebre fanno parte della famiglia degli Equidi, mammiferi erbivori sociali, adattati a vivere negli ambienti aperti, dalle steppe alle savane. Sono caratterizzati da uno zoccolo unico, una criniera, e una coda a pennello più o meno sviluppato."
speartakle ha scritto: 17 gen 2020, 21:25
che buono il cavallo pesto!
La Treccani insegna una storia che non sapevo: cavalli, zebre & co. sono originari del Nord America. Poi attraverso lo stretto di Bering si diffusero in Europa e Africa (in Africa devono essere tutti diventati zebre, perché non ricordo di aver mai visto immagini di cavalli in Africa). Mentre si diffondevano nel mondo, si sono estinti in Nord America. Cosicché quando Cristoforo Colombo e gli altri esploratori/conquistatori sbarcarono in quel continente con alcuni cavalli, gli indigeni rimasero meravigliati perché non conoscevano affatto quel tipo di animale. Pare anzi (ma non so se sia vero) che vedendo gli europei a cavallo pensassero che uomo e cavallo fossero un'unica bestia spaventosa. Una volta reintrodotti in America, i cavalli hanno là trovato una specie di seconda giovinezza, perché nell'immaginario di tutti (o almeno nell'immaginario di qualche decennio fa) i cavalli più famosi sono Furia, i cavalli dei cowboy, degli indiani e dei nordisti, insomma cavalli americani
speartakle ha scritto: 17 gen 2020, 21:25
che buono il cavallo pesto!
La Treccani insegna una storia che non sapevo: cavalli, zebre & co. sono originari del Nord America. Poi attraverso lo stretto di Bering si diffusero in Europa e Africa (in Africa devono essere tutti diventati zebre, perché non ricordo di aver mai visto immagini di cavalli in Africa). Mentre si diffondevano nel mondo, si sono estinti in Nord America. Cosicché quando Cristoforo Colombo e gli altri esploratori/conquistatori sbarcarono in quel continente con alcuni cavalli, gli indigeni rimasero meravigliati...
...e i cavalli pensarono "Ho un deja vu. Questo paesaggio non mi è nuovo"
"La vita è quello che non esisterà mai sotto il fascismo: libertà, creazione, sincerità, verità, bellezza e volto umano"
R.I.P. Pavel Kushnir - pianista russo morto in carcere, vittima del fascismo russo
Ieri sera nel girone 1 si sono qualificate Castres, che ha vinto in rimonta a Worcester, e i Dragons, che hanno battuto con bonus l'Enisei.
Eliminate appunto Worcester Warriors ed Enisei.
Le Zebre devono sperare che Calvisano vinca a Cardiff per avere qualche chance di qualificazione
Addio sogni di gloria. Scende in campo l’avversario più pericoloso per le Zebre: piove alla grande
"La vita è quello che non esisterà mai sotto il fascismo: libertà, creazione, sincerità, verità, bellezza e volto umano"
R.I.P. Pavel Kushnir - pianista russo morto in carcere, vittima del fascismo russo
Quando hanno abbandonato il continente americano gli equidi avevano la taglia di un daino e forse ancora le zampe con tracce delle due dita laterali come tapiri e rinoceronti.
Gorgo, in Africa sono assai diffusi anche gli asini selvatici. Sono equidi anche loro.
metabolik ha scritto: 17 gen 2020, 21:20
No, non necessariamente, la pratica sportiva di alto livello può essere remunerata da un ragionevole compenso; il rugby pone un problema più specifico, trattandosi di sport di contatto, ma il professionismo sportivo non è di per sè una forzatura alienante.
Sarebbe molto lungo e OT argomentare, ma in linea di massima il professionismo marginalizza il talento in favore della preparazione fisica e dell'organizzazione in senso lato; due cose che dipendono solo ed esclusivamente dal denaro.
Il che (per i miei gusti, naturalmente) rende lo sport meno piacevole da vedere perchè diventa più muscolare, più "tattico" e quindi meno legato al talento ed alla fantasia.
Ma ripeto, è una questione di gusti personali. E siamo totlamente OT.
Viviamo l'era del rugby itagliano che inizia a Treviso e finisce a Mogliano.
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)
Guido_53 ha scritto: 18 gen 2020, 13:25
Calvisano non ndoveva iniziare alle 13? C'è qualche problema?
Mi sa che siamo caduti tutti in equivoco e forse erano le 13 locali, cioè le nostre 14.
Altrimenti non saprei
Viviamo l'era del rugby itagliano che inizia a Treviso e finisce a Mogliano.
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)