Nazionali Giovanili, Accademie e sviluppo
Moderatore: Emy77
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Re: Nazionali Giovanili, Accademie e sviluppo
i giocatori della nazionale erano al 90% dell'accademia e il preparatore della Nazionale under20 non era lo stesso???? scusa non lo sapevo ma faccio fatica a crederlo.....
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Re: Nazionali Giovanili, Accademie e sviluppo
Staff diversi...Campo11 ha scritto:i giocatori della nazionale erano al 90% dell'accademia e il preparatore della Nazionale under20 non era lo stesso???? scusa non lo sapevo ma faccio fatica a crederlo.....
intervista a Cavinato dopo la JRWC (Gazzettino di Rovigo, riportata anche da Rugby1823)
Che poi serva più che altro a scaricarsi le responsabilità è un dubbio che resta.Un concetto che viene ripetuto oggi sulle pagine de Il Gazzettino, edizione di Rovigo.
"Non è certo colpa di Cavinato - l'accusa dell'ormai ex allenatore degli azzurrini - se in nazionale arrivano giocatori con qualità tecniche individuali insufficienti per il livello internazionale. Se non sanno calciare come si deve o se non hanno confidenza con i fondamentali non è certo con me, che li alleno per brevi periodi, che devono prendersela. Molti di questi ragazzi arrivano dalle accademie federali e dovrebbe essere compito di queste strutture fornire una preparazione tecnica adeguata a livello individuale. Se questo non accade forse sarebbe bene chiedersi il perché. Magari si scoprirebbe che qualche responsabilità, più che gli allenatori delle varie nazionali di categoria, potrebbero averla i tecnici che lavorano nelle accademie"
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Re: Nazionali Giovanili, Accademie e sviluppo
Giorgio quando scrivi castronate del genere mi deludi , parlando con Gennari mi ha detto che lui ed altri calciatori si allenavano almeno un pomeriggio alla settimana con Doussy.Lo stesso è andato ,almeno un paio di volte al mese nelle varie Accdemie minori(Mogliano,Parma,Roma).Spero che almeno tu non dica che Leso se gioca in Eccellenza è solo merito del Club e non del lavoro svolto in AccdemiaGiorgioXT ha scritto:No, non ci siamo proprio.piotor ha scritto: Secondo me invece introdurresti ancora di piu' il concetto che "conta solo vincere", quando il problema e' educare al gioco INDIPENDENTEMENTE dal risultato. L'utilita' dell'accademia, come di qualsiasi selezione, e' (in teoria..) che ci si concentra solo e soltanto sul gioco, senza pensare al vincere a tutti i costi. Se questo lavoro non si riesce a fare a livello di club per mille questioni (su tutte quella culturale che e' trasvresale fra tutti gli sport in Italia) allora se ne prende carico la federazione, scegliendo i migliori talenti e crescendoli seriamente.
Educare al gioco va bene fino alla Under 14, ed anche lì e nelle under precedenti i risultati sono comunque necessari per capire se il lavoro è corretto (certo, si dovrà comunque partire da presupposti come quelli di fare squadre equilibrate, di non puntare solo sul "grosso" ecc. ecc., ma li dò per scontati),
Vedo che parti dal presupposto, comune in ambito federale , che i club non sappiano nè vogliano fare formazione e che quindi SOLO la federazione possa farla... questo potrà essere vero per alcune società (spesso proprio quelle più "amate" ad alto livello) ma è negato dai fatti .
Da quello che ho visto in Accademia ho dubbi sul definire seria la preparazione (estremi/MA che hanno fatto un solo allenamento di gioco al piede in una stagione...) spero che con l'arrivo di Green le cose siano cambiate; quello che posso vedere con i miei occhi è che Leso visto domenica ha perso almeno 10 kg ed è decisamente più valido di quello visto a giugno ai mondiali u.20... io qualche domanda me la farei.
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Re: Nazionali Giovanili, Accademie e sviluppo
Se non fosse andato a Tirrenia, la scorsa stagione avrebbe giocato in eccellenza ed il Petrarca non avrebbe preso Sodini...questo è certo.copernico ha scritto:Spero che almeno tu non dica che Leso se gioca in Eccellenza è solo merito del Club e non del lavoro svolto in Accdemia
Sono contento che le cose siano cambiate a Tirrenia, perchè nelle stagioni passate non era proprio così.
Perchè non pubblicate il programma degli allenamenti indicativo? sarebbe utile anche per tutti gli altri.
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Re: Nazionali Giovanili, Accademie e sviluppo
si continua a girare intorno al problema per avere 20 - 25 giocatori di livello in under 20
accorre perlomeno avere circa 70 - 80 ragazzi su cui lavorare in under 18 e così via fino alla 16
con tecnici preparati e formati per raggiungere certi obbiettivi via via che l'atleta cresce
partendo dal presupposto che ogni atleta di livello internazionale (perchè è di questo che stiamo parlando)
a partire dall'under 17 debba sapere placcare con la destra e con la sinistra , passare un pallone con la destra e con la sinistra
e teoricamente conoscere le funzioni primarie di ogni ruolo , perchè nel rugby moderno i ruoli servono solo nelle fasi statiche.
ma in italia visto che secondo siamo carenti dovremmo prima di parlare di formare giocatori
formare tecnici capaci di portare i nostri atleti ad alto livello , e una volta formata una squadra di tecnici validi
individuarne uno per portare in nazionale , non voglio stranieri sulla panchina azzurra e nemmeno oriundi.
dobbiamo far crescere il livello tecnico dei nostri tecnici
accorre perlomeno avere circa 70 - 80 ragazzi su cui lavorare in under 18 e così via fino alla 16
con tecnici preparati e formati per raggiungere certi obbiettivi via via che l'atleta cresce
partendo dal presupposto che ogni atleta di livello internazionale (perchè è di questo che stiamo parlando)
a partire dall'under 17 debba sapere placcare con la destra e con la sinistra , passare un pallone con la destra e con la sinistra
e teoricamente conoscere le funzioni primarie di ogni ruolo , perchè nel rugby moderno i ruoli servono solo nelle fasi statiche.
ma in italia visto che secondo siamo carenti dovremmo prima di parlare di formare giocatori
formare tecnici capaci di portare i nostri atleti ad alto livello , e una volta formata una squadra di tecnici validi
individuarne uno per portare in nazionale , non voglio stranieri sulla panchina azzurra e nemmeno oriundi.
dobbiamo far crescere il livello tecnico dei nostri tecnici
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Re: Nazionali Giovanili, Accademie e sviluppo
Nella mia infinita ignoranza, mi pare che il punto sia proprio questo.ivan68 ha scritto:ma in italia visto che secondo siamo carenti dovremmo prima di parlare di formare giocatori
formare tecnici capaci di portare i nostri atleti ad alto livello , e una volta formata una squadra di tecnici validi
individuarne uno per portare in nazionale , non voglio stranieri sulla panchina azzurra e nemmeno oriundi.
dobbiamo far crescere il livello tecnico dei nostri tecnici
Qui ho incontrato un allenatore under 16 di una nota societa' italiana, che e' venuto per i mondiali ma ne ha giustamente approfittato per fare un po' di servizio di intelligence assistendo agli allenamenti dei ragazzi locali della sua stessa categoria. Mi raccontava di essere rimasto impressionato (anzi sembrava quasi sconvolto) dai metodi di allenamento neozelandesi e da come vengano portati all'estremo i concetti di pressione, intensita', rapidita' di esecuzione... Ora questo signore tornera' sicuramente al lavoro ben determinato ad emulare le cose a cui ha assistito e che l'hanno cosi' positivamente colpito.
Ho letto talvolta su questo forum della necessita' di mandare i nostri giovani promettenti a giocare per un periodo all'estero nei paesi rugbysticamente piu' avanzati, ma non sarebbe decisamente piu' produttivo mandare invece i loro allenatori a fare degli stage, o magari come in questo caso anche solo ad assistere a quello che fanno i loro colleghi?
Magari sarebbero in molti a tornare carichi di idee ed entusiasmo come e' capitato alla persona che ho incontrato.
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Re: Nazionali Giovanili, Accademie e sviluppo
Il confronto con la Nuova Zelanda è molte volte fuori luogo; se prendi un ragazzo di 15 anni italiano e 1 neozelandese, quest'ultimo conosce sicuramente molto di + il gioco di un ragazzo nostro; ad esempio (scusa il paragone) è come paragonare un ragazzino napoletano che gioca a calcio con uno svizzero, il napoletano sa, oltre a tutto il regolamento, le malizie del gioco;
ai nostri ragazzi bisogna dare + possibilità di giocare e se veramente il movimento rugbystico italiano è cresciuto come mai è stata eliminata l'under 18?
questo non aiuta certo a far migliorare, giocando, i giovani rugbysti italiani.
Nulla in contrario sulle opportunità che devono essere date ai tecnici per ampliare le proprie conoscenze ma ricordiamo ci che siamo italiani!!!
ai nostri ragazzi bisogna dare + possibilità di giocare e se veramente il movimento rugbystico italiano è cresciuto come mai è stata eliminata l'under 18?
questo non aiuta certo a far migliorare, giocando, i giovani rugbysti italiani.
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Re: Nazionali Giovanili, Accademie e sviluppo
Scusa ma non ho capito il tuo discorso: il fatto che siamo italiani dovrebbe impedirci di andare a studiare cosa fanno quelli che lavorano meglio di noi?Campo11 ha scritto:Il confronto con la Nuova Zelanda è molte volte fuori luogo; se prendi un ragazzo di 15 anni italiano e 1 neozelandese, quest'ultimo conosce sicuramente molto di + il gioco di un ragazzo nostro; ad esempio (scusa il paragone) è come paragonare un ragazzino napoletano che gioca a calcio con uno svizzero, il napoletano sa, oltre a tutto il regolamento, le malizie del gioco;
ai nostri ragazzi bisogna dare + possibilità di giocare e se veramente il movimento rugbystico italiano è cresciuto come mai è stata eliminata l'under 18?
questo non aiuta certo a far migliorare, giocando, i giovani rugbysti italiani.
Nulla in contrario sulle opportunità che devono essere date ai tecnici per ampliare le proprie conoscenze ma ricordiamo ci che siamo italiani!!!
Chiaro che ogni situazione va adattata al proprio ambiente, ma se a livello di didattica e insegnamento ci sono movimenti anni luce avanti al nostro (e non parlo solo della Nuova Zelanda), analizzare quello che fanno e vedere se sia possibile ispirarsi ai loro metodi non mi sembra cosi' fuori luogo.
Chiaro che non e' la soluzione unica e definitiva, ma in un programma di rifondamento di un settore giovanile a livello nazionale potrebbe essere un piccolo passo.
Per carita' io non ho mai insegnato a nessuno a giocare a rugby, ma vedere gente che invece lo fa restare cosi' impressionata mi ha dato un minimo da pensare.
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- andrea12
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Re: Nazionali Giovanili, Accademie e sviluppo
Magari ci spiegheresti meglio il : ma ricordiamo ci che siamo italiani!!!? GrazieCampo11 ha scritto:Il confronto con la Nuova Zelanda è molte volte fuori luogo; se prendi un ragazzo di 15 anni italiano e 1 neozelandese, quest'ultimo conosce sicuramente molto di + il gioco di un ragazzo nostro; ad esempio (scusa il paragone) è come paragonare un ragazzino napoletano che gioca a calcio con uno svizzero, il napoletano sa, oltre a tutto il regolamento, le malizie del gioco;
ai nostri ragazzi bisogna dare + possibilità di giocare e se veramente il movimento rugbystico italiano è cresciuto come mai è stata eliminata l'under 18?
questo non aiuta certo a far migliorare, giocando, i giovani rugbysti italiani.
Nulla in contrario sulle opportunità che devono essere date ai tecnici per ampliare le proprie conoscenze ma ricordiamo ci che siamo italiani!!!
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Re: Nazionali Giovanili, Accademie e sviluppo
Forse va inteso nel sensonon è detto che quanto si fa in Nuova zelanda sia riproducibile in Italia, se si vuole anche per "caratteristiche sociocaratteriali" tipiche.
Ipotizzo eh..
Ad ogni modo è opportuno che ai tecnici delle giovanili sia propsettata l'ipotesi di tirocini/stage formativi presso realtà di altre federazioni.
Peraltro, io non mi scandalizzerei se una decina di ragazzi di 19-20 anni partisseroper Francia, Galles, Inghilterra .
Lo considererei un Erasmus rugbistico: 2-3 anni utili per crescere come uomo, per studiare e per sviluppare le qualità di rugbista.
Magari tornano in Italia a 23-24 con abilità superiori e mentalità più forte.
Ipotizzo eh..
Ad ogni modo è opportuno che ai tecnici delle giovanili sia propsettata l'ipotesi di tirocini/stage formativi presso realtà di altre federazioni.
Peraltro, io non mi scandalizzerei se una decina di ragazzi di 19-20 anni partisseroper Francia, Galles, Inghilterra .
Lo considererei un Erasmus rugbistico: 2-3 anni utili per crescere come uomo, per studiare e per sviluppare le qualità di rugbista.
Magari tornano in Italia a 23-24 con abilità superiori e mentalità più forte.
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- Iscritto il: 21 giu 2011, 14:19
Re: Nazionali Giovanili, Accademie e sviluppo
SCUSATE SONO STATO IMPRECISO; siamo italiani significa che abbiamo una diversa predisposizione al lavoro, siamo latini, se un tecnico italiano vuole imparare per me è meglio la Francia, per esempio. Anche con i passati tecnici della Nazionale quelli francesi hanno avuto + feeling con la squadra; è solo un mio pensiero però.....
- andrea12
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- Iscritto il: 2 lug 2008, 16:32
Re: Nazionali Giovanili, Accademie e sviluppo
Ripropongo, sorvolando solo parzialmente sugli ultimi interventi.
Cosa impedisce e quali sono i rischi nel fare così:
a) creare delle Academy (in cui la federazione non c'entra niente e che non possono essere autorefernziali), già U.16 o 17, fino a U.23 in cui gli accademici vengono pagati direttamente dalla Academy (si può pagare in varie forme, e direi che fino a 18 anni non sia necessario pagare in denaro :formazione di qualità, assitenza specializzata, convitto e scuola, ecc; poi con i 18 è chiaro che il giocatore va considerato un professionista e come tale va retribuito) e permettere alle squadre di confrontarsi tra pari livello (una sorta di barrage alla veneta............con cipolla
così qualcuno comincia a piangere subito e qualcuno capisce di aver imbroccato) da settembre a dicembre
b) creare un secondo momento di campionato in cui le squadre più forti, per fasce di merito (lo possono stabilire anche i tecnici regionali/nazionali), si incontrano di continuo fino ad almeno giugno inoltrato (diciamo almeno fino a metà).
Fare una fase di campionato , diciamo fino a dicembre/gennaio in cui le squadre di club si affrontano in un campionato regionale , io direi interzonale, e poi si potrebbe pensare, con febbraio ad un nazionale A (12 squadre, quelle che i tecnici nazionali reputano migliori e che rappresentino il meglio del rugby italiano), B (12 sqaudre), e C (12 squadre).
Il camp nazionale A provvede per intero a sostenere le spese (trasferte, ecc), il B a compartecipazione federale e il C a d elevata percentuale di intervento federale (B e C paga, in diversa misura la FIR, perchè si presuppone che il piccolo Club merittevole abbia meno sostanze del grande Club che esiste da 100 anni.............)
Sarebbe un grande stimolo anche per i tecnici, preparatori fisici e staff per intero.
Cosa impedisce e quali sono i rischi nel fare così:
a) creare delle Academy (in cui la federazione non c'entra niente e che non possono essere autorefernziali), già U.16 o 17, fino a U.23 in cui gli accademici vengono pagati direttamente dalla Academy (si può pagare in varie forme, e direi che fino a 18 anni non sia necessario pagare in denaro :formazione di qualità, assitenza specializzata, convitto e scuola, ecc; poi con i 18 è chiaro che il giocatore va considerato un professionista e come tale va retribuito) e permettere alle squadre di confrontarsi tra pari livello (una sorta di barrage alla veneta............con cipolla

b) creare un secondo momento di campionato in cui le squadre più forti, per fasce di merito (lo possono stabilire anche i tecnici regionali/nazionali), si incontrano di continuo fino ad almeno giugno inoltrato (diciamo almeno fino a metà).
Fare una fase di campionato , diciamo fino a dicembre/gennaio in cui le squadre di club si affrontano in un campionato regionale , io direi interzonale, e poi si potrebbe pensare, con febbraio ad un nazionale A (12 squadre, quelle che i tecnici nazionali reputano migliori e che rappresentino il meglio del rugby italiano), B (12 sqaudre), e C (12 squadre).
Il camp nazionale A provvede per intero a sostenere le spese (trasferte, ecc), il B a compartecipazione federale e il C a d elevata percentuale di intervento federale (B e C paga, in diversa misura la FIR, perchè si presuppone che il piccolo Club merittevole abbia meno sostanze del grande Club che esiste da 100 anni.............)
Sarebbe un grande stimolo anche per i tecnici, preparatori fisici e staff per intero.
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- Iscritto il: 18 mag 2011, 10:17
Re: Nazionali Giovanili, Accademie e sviluppo
Non commento l'aspetto economico perché andrebbe prima valutato.
Vorrei capire meglio come si configurerebbe l'accesso a questi "Conservatori del rugby", quanti sarebbero numericamente e quali sarebbero i loro legami con le società.
Per questioni legate all'aseptto scolastico, sarebbe opportuno prevederle da dopo la scuola media inferiore (o secondaria inferiore che dir si voglia), cioè dai 14 anni circa: permetterebbe di sincronizzare meglio con le scuole medie superiori (o secondaria superiore) e poi le università.
Per quanto riguarda i campionati giovanili, interessante la proposta di una doppia fase, territoriale prima, per merito la seconda.
Però per la seconda fase interzonale, mi pare che se i tempi sono circa 5 mesi (forse qualcosa in più) siamo sulle 22-24 settimane, precise precise per tornei a 12...
Vorrei capire meglio come si configurerebbe l'accesso a questi "Conservatori del rugby", quanti sarebbero numericamente e quali sarebbero i loro legami con le società.
Per questioni legate all'aseptto scolastico, sarebbe opportuno prevederle da dopo la scuola media inferiore (o secondaria inferiore che dir si voglia), cioè dai 14 anni circa: permetterebbe di sincronizzare meglio con le scuole medie superiori (o secondaria superiore) e poi le università.
Per quanto riguarda i campionati giovanili, interessante la proposta di una doppia fase, territoriale prima, per merito la seconda.
Però per la seconda fase interzonale, mi pare che se i tempi sono circa 5 mesi (forse qualcosa in più) siamo sulle 22-24 settimane, precise precise per tornei a 12...
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Re: Nazionali Giovanili, Accademie e sviluppo
credo che l'idea di andrea 12 sia condivisibile purchè il tutto si svolga effettivamente per merito sportivo e non per merito politico
- andrea12
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- Iscritto il: 2 lug 2008, 16:32
Re: Nazionali Giovanili, Accademie e sviluppo
Il problema sta proprio qui: le regole per fare ci sono sempre, ma noi siamo i primi a trovare le alternative, le deroghe, le variazioni e le raccomandazioni del Tale e Talaltro.
Nessuno metterà mai a posto questa stortura, sopratutto se straniero
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