jpr williams ha scritto:Già, durante la partita mi chiedevo cosa ne potessero pensare gli spettatori del Soldier Field abituati al gridiron dove l'azione si ferma ogni 10"" per pemettere alle TV di mandare uno spot ed al classico spettatore "Joe sixpack" di andare al frigo e tirar fuori una lattina di pessima Bud, cosa ne potessero pensare, dicevo, di questo sport dove invece ci sono intensità e continuità insieme.
Poi, però, sugli spalti erano tutti irlandesi..
Mi rivolgo a te perché ti sei dimostrato sensibile all'argomento.
Non so se hai letto già questa cosa, ma solo adesso ho scoperto perché i giocatori irlandesi davanti alla haka si erano disposti in quella figura di "8" sul terreno di gioco.
Era il numero di maglia di Anthony Foley...
Ecco, per opporsi alla Haka ci vuole un simbolo, un valore e un "cemento" per i giocatori altrettanto potente. Gli irlandesi lo hanno trovato, per i meno sensibili potrà sembrare ingenuo, ma nel rugby, secondo me, funziona.
Sapendo questa cosa, adesso quella haka fa venire ancor di più i brividi...
(Sono in modalità "seria" per cui non dico quali simboli mi verrebbero in mente per l'Italia...)
"C'è solo una cosa al mondo meglio del rugby. Parlare di rugby"
(parafrasi da G.G. Marquez)
http://www.walesonline.co.uk/sport/rugby/rugby-news/how-much-funding-welsh-rugby-12405682 A imperitura memoria