JPR Williams "Il rugby morirà, fisici assurdi"

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SELLAGISQUAMBERABLANCO
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Re: JPR Williams "Il rugby morirà, fisici assurdi"

Messaggio da SELLAGISQUAMBERABLANCO » 4 dic 2013, 10:50

Bingo! Quoto alla grande.
Vorrei però chiarire una cosa: non metto in discussione la disponibilità di talento e talenti fra i giocatori attuali, ci mancherebbe altro.
La questione è che il fattore fisico, la violenza degli impatti, la filosofia dello scontro ed il gioco antisportivo (chiamatelo pure tattico), impediscono l'espressione di questi talenti ed il gioco "spettacolare" e arioso che un volta era più facile ammirare quando l'ovale prendeva la via dei trequarti.


Mero ha scritto:
madflyhalf ha scritto:
Garryowen ha scritto:
Insomma, credo che dei cervelli rugbistici come quelli di Edwards, John, Bennett, o dei quattro francesi contenuti nel nick di uno degli utenti di questo topic, non nascano tutti i giorni. Non li ho visti giocare all'epoca ma i loro video con certe giocate, decisioni tattiche o linee di corsa mi impressionano allo stesso modo degli highlights odierni. Forse c'era molta più improvvisazione, ma anche tanta conoscenza del gioco, nonostante il suo status dillettantistico. Non dimentichiamo che gli allenatori professionisti di oggi sono i giocatori dilettanti di ieri.

Garryowen
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Re: JPR Williams "Il rugby morirà, fisici assurdi"

Messaggio da Garryowen » 4 dic 2013, 10:58

madflyhalf ha scritto:
Garryowen ha scritto:Il tuo discorso ricorda quella definizione che Munari aveva dato del gioco della Scozia. E' come se un'orchestra suonasse in perfetta armonia e poi a un certo punto qualcuno azionasse una motosega...
A parte che i discorsi che paragonano le diverse epoche rientrano nelle classiche chiacchiere da bar e quindi tutto va bene, ma quando qualcuno aziona la motosega, è giusto puntualizzare.
Se un Gareth Edwards o un Phil Bennet fossero apparsi oggi, emergerebbero tanto come allora, perché si allenerebbero come gli altri e avrebbero la medesima preparazione.
Sbagliato!

Emergerebbero meno, se leggi bene e soprattutto se guardi lo stesso rugby che guardo io, ti accorgeresti che è il livello medio tecnico che si è alzato tantissimo, non solo fisico!
Non ho paura di dirlo più e più volte: i fenomeni di allora, oggi sarebbero giocatori normali! Il livello tecnico medio è enormemente più alto.

Come si può non notarlo è un mistero
Toppato!

Non girarci dentro il piede, che ti sporchi di più... :wink:

Oggi quei talenti emergerebbero di più, così come anche oggi riescono a distinguersi ed emergere le altre individualità citate. Emergono NON grazie all'allenamento (tutti gli atleti internazionali sono super-allenati) ma emergono proprio per le loro doti naturali.
A parte gli allenamenti, a parte le modifiche del regolamento, i progressi sono principalmente sulla tattica e sugli schemi di gioco. Le capacità individuali o "skills" che dir si voglia, se si escludono le "star" e si parla del giocatore medio, più che essere migliorate, sembrano a volte peggiorate. Probabilmente è solo un'impressione dovuta al fatto che oggi le azioni sono più forzate e devi anche tentare l'impossibile, ma il risultato è quello. Ricordo partite quasi noiose da come erano "perfettine". Non vedevi un errore, non cadeva un pallone. Adesso di palloni ne cadono, eccome, anche nelle squadre migliori
"C'è solo una cosa al mondo meglio del rugby. Parlare di rugby"
(parafrasi da G.G. Marquez)

http://www.walesonline.co.uk/sport/rugby/rugby-news/how-much-funding-welsh-rugby-12405682 A imperitura memoria

Garryowen
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Re: JPR Williams "Il rugby morirà, fisici assurdi"

Messaggio da Garryowen » 4 dic 2013, 11:07

SELLAGISQUAMBERABLANCO ha scritto:Bingo! Quoto alla grande.
Vorrei però chiarire una cosa: non metto in discussione la disponibilità di talento e talenti fra i giocatori attuali, ci mancherebbe altro.
La questione è che il fattore fisico, la violenza degli impatti, la filosofia dello scontro ed il gioco antisportivo (chiamatelo pure tattico), impediscono l'espressione di questi talenti ed il gioco "spettacolare" e arioso che un volta era più facile ammirare quando l'ovale prendeva la via dei trequarti.
Di partenza siamo d'accordo, però non condivido le tue conclusioni. I colpi di genio li vedi anche oggi. A volte rischiano l'osso del collo per potersi esprimere, ma si vedono ancora.
Fra parentesi la durezza e gli impatti del giorno d'oggi sono conseguenza dei fisici "costruiti" e dell'evoluzione del gioco, però all'epoca c'era molta più "libertà" (chiamiamola così) per cui se finivi a terra in una ruck non sapevi come ne saresti uscito (e le riprese tv erano meno raffinate di quelle di oggi)
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topotto53
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Re: JPR Williams "Il rugby morirà, fisici assurdi"

Messaggio da topotto53 » 4 dic 2013, 11:46

http://rugby1823.blogosfere.it/2013/12/ ... iglio.html

Si aggiunge anche questa dichiarazione...

in parte si e' discusso di quanto sia diventato troppo "fisico" il rugby moderno, ad es. nel 3d dedicato a italia -fiji....

A me il rugby a " sportellate" , tipico di certo rugby sopratutto dell'emisfero sud, in particolare sudafricano, non piace per nulla...uno con il mio fisico, che in gioventu' ha giocato, e per lunghi anni sempre titolare nella mia squadra, al n.10 ed al 14-11, fino alla serie B ( quando pero' la massima serie, con benetton, rovigo e petrarca era la serie A...) oggi probabilmente, non sarebbe nemmeno convocato per il campionato di C2...il fatto che uno come Tommaso Allan, 183 cm x 90 kg,giochi all'apertura, mi fa veramente stupore...ai miei tempi uno cosi' sarebbe stato seconda o terza linea tutta la vita....

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Re: JPR Williams "Il rugby morirà, fisici assurdi"

Messaggio da Ale_86 » 4 dic 2013, 11:57

Questo, ripeto, non si applica assolutamente al rugby amatoriale, secondo me. Fino alla serie B (odierna), se ci posso giocare io ci può giocare chiunque, prendendo esattamente le stesse botte che si prendevano 30 anni fa. Anzi, molte meno, stando ai racconti dei nostalgici. Quantomeno in termini di tacchettate, morsi, pugni e testate.

I problemi legati al fisico si applicano solo alle serie superiori - e riguardano legittime preoccupazioni sulla salute dei giocatori*, non sul livello del gioco.


* Come per O'Driscoll, l'aver fatto rientrare nonno Smith nell'ultima partita dei Lions è stato da incoscienti.
Potete aumentarmi le tasse su tutto, ma non sulla mia birra!
http://www.salvalatuabirra.it

SELLAGISQUAMBERABLANCO
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Re: JPR Williams "Il rugby morirà, fisici assurdi"

Messaggio da SELLAGISQUAMBERABLANCO » 4 dic 2013, 15:04

Mi rattristo non poco nel vedere che da anni il Galles, in nome della prestanza fisica, rinunci a far giocare un mediano di mischia per schierare il grosso e lento Mike Philips.

TommyHowlett
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Re: JPR Williams "Il rugby morirà, fisici assurdi"

Messaggio da TommyHowlett » 4 dic 2013, 18:31

SELLAGISQUAMBERABLANCO ha scritto:Mi rattristo non poco nel vedere che da anni il Galles, in nome della prestanza fisica, rinunci a far giocare un mediano di mischia per schierare il grosso e lento Mike Philips.
Rattrista il fatto che Philips è stato spesso decisivo proprio grazie al suo lavoro sporco, da seconda/terza linea aggiunta. In questo caso, il Galles è stato ancora una volta più al passo con i tempi degli altri.

Ma altre nazionali stanno facendo meglio: come ricordato poco sopra, Genia unisce all'altezza ridotta tipica di un mm un fisico da pilone ideale per fare da... palla da bowling.
Al giorno d'oggi un mediano di mischia vecchio stampo, ovvero un fuscello capace di infilarsi in qualsiasi buco, rischia di far perdere alla squadra un'ulteriore opzione in fase difensiva.
Non so se i miei giocatori bevono whisky. So che bevendo frappé non si vincono molte partite.

Atlantic
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Re: JPR Williams "Il rugby morirà, fisici assurdi"

Messaggio da Atlantic » 4 dic 2013, 19:09

madflyhalf ha scritto: Conrad Smith, il più forte 13 mai visto su questo pianeta, che ancora fa la differenza come quando aveva 25 anni, avrà sicuramente un fiato della madonna, ma non è rapido, non è velocissimo, e sicuramente non è un energumeno. E' la dimostrazione vivente che puoi non essere veloce nelle gambe, se sei veloce tra le orecchie...
Forte si.. ma non il piu' forte..

http://www.youtube.com/watch?v=VE7sXwcbOgY

24 partite 19 mete.. e di mete allora non ce n'erano cosi tante

Garryowen
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Re: JPR Williams "Il rugby morirà, fisici assurdi"

Messaggio da Garryowen » 4 dic 2013, 19:32

Beh, dai, ognuno, poi, ha il suo.
Comunque il filmato ha fatto affiorare bei ricordi, quando nel campionato italiano si potevano ammirare anche campioni del genere, sia pure a fine carriera...

Io ho altre preferenze (tanto per dirne uno, Sella), però accetto qualsiasi smentita...

Per questo non utilizzerei certi toni categorici, ma stiamo andando fuori tema e allora faccio notare che Gerber all'epoca era considerato un bestione, uno schiacciasassi, lo sfondamento era una delle sue armi preferite, eppure pesava "solo" 90 kg.
Adesso i centri che pesano meno di 90 kg. a questo livello fai fatica a trovarli. Tanto per dire, Conrad Smith, che da Madflyhalf viene definito "non un energumeno", è 95 kg, stando al suo profilo.
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Atlantic
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Re: JPR Williams "Il rugby morirà, fisici assurdi"

Messaggio da Atlantic » 4 dic 2013, 19:52

Hai ragione , io ho dato il mio :wink:

Luqa-bis
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Re: JPR Williams "Il rugby morirà, fisici assurdi"

Messaggio da Luqa-bis » 7 dic 2013, 11:17

tente presente che l'ingrossamento deifisci è tendenza comune in quasi tutti gli sport collettivi e non, nonché nellapopolazione comune:
guardatevi unfilamto anni '70-'8 e noterete come in media (a parte le capigliature e l'abbigliamento che a volte ti lascia perplesso, oggi) i fisci siano più "prestanti".

Ed in ogni sport che passa da dilettante a pro,l'aspettofisico è curato moltodi più.

Qualcuno anni fa parlò per il rugby di istituire la categoria "pesileggeri" come nel canottaggio

supermax
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Re: JPR Williams "Il rugby morirà, fisici assurdi"

Messaggio da supermax » 7 dic 2013, 17:17

Interessante topic ed interessantissimi interventi. Ma parlando di fisico e tecnica di oggi e di ieri mi sembra non sia stato affrontato il problema (sottinteso) centrale. Come stiamo a controlli antidoping nel rugby? Viene fatta una capillare opera di controllo e/o prevenzione come in altri sport chiacchieratissimi (ciclismo, atletica, ecc.) oppure viviamo in una sorta di limbo omertoso (se non emergono pratiche di doping allora il nostro sport è pulito....)? E' vero che il professionismo ha modificato profondamente la preparazione atletica ma il gap atletico rispetto a 20 anni fa mi sembra veramente eccessivo e, mi sbaglierò, non mi risulta che i giocatori di oggi subiscano controlli a sorpresa lontano dalle gare che costituiscono la vera forma di prevenzione del doping.

Lemond
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Re: JPR Williams "Il rugby morirà, fisici assurdi"

Messaggio da Lemond » 8 dic 2013, 10:04

Come il mio "nick" evidenzia, sono un appassionato di ciclismo e posso dirvi che si è tentato in tutti i modi di distruggere quel professionismo con ogni tipo di controllo che va oltre ogni decenza e soprattutto rispetto della libertà degli uomini che, per svolgere il loro lavoro, non possono essere considerati dei "paria". L'esempio tipico è la schiavitù della reperibilità 365 giorni all'anno e 24 su 24, un po' come il collare ipotizzato per i detenuti. E poi, nonostante questo, il controllo antidoping riesce a trovare solo i poveri, quelli cioè che non fanno parte di una squadra che riesce a organizzare tutta la filiera. Per trovare Armstrong, quasi quindici anni dopo, ci sono voluti i mezzi dell'Usada che, a posteriori, ha potuto analizzare con strumenti che all'epoca non esistevano. Questo per dire che il dping è sempre avanti di anni rispetto all'antidoping normale e allora a che vale sapere tre lustri dopo che un tale ha fatto uso di certe sostanze? Di sicuro a danneggiare uno o più lavoratori, ma non certo a indebolire il sistema. Voler togliere il doping è come cercare di por termine alla professione più antica dell'uomo (che di solito però è svolta dalle donne ;) )
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...
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Lemond
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Re: JPR Williams "Il rugby morirà, fisici assurdi"

Messaggio da Lemond » 11 dic 2013, 9:24

Aggiungo quanto scritto da un mio amico, grande conoscitore di quasi tutti gli sport, sulla radiazione di Danilo Di Luca

Da Morris l'originale il Ven Dic 06, 2013 2:53 pm
+
-La sentenza non aggiunge nulla al ciclismo, è solo un fatto di mera coerenza nella giurisprudenza. Ma che a monte vi siano crepe mostruose sulle vicende doping e, quindi, anche a livello della giurisprudenza ad esse legate, è altrettanto vero, potremmo dire lapalissiano. Ormai, addirittura, è così anche per chi ha un prosciutto intero davanti agli occhi..
La sentenza è solo un atto che modificherà la vita di Danilo di qui in avanti. Che lo sentenzia, per quelle ragioni che stanno a monte, come un appestato, un untore. Ed è un finale dispregiativo, più per chi guarda l’atto come una forma di “razziale (sissignori) purezza”, che per chi, come Danilo, è solo uno delle decine di migliaia di dopati che lo sport intero, nonché altre tantissime azioni umane, han visto protagonista.
Oggi, nello sport, se lo si conosce veramente, c’è più doping di prima, più violento, pericoloso e modificante di prima, ma è bene pensare che si stia limitando, che abbia preso colpi gravi, quasi mortali. È la legge, sovente tradotta anche sui codici, dell’uomo ipocrita, credulone, miope ed infernale nel suo dominio sull’uomo stesso. Dell’uomo che inventa la religione per la ragione grafica di limitarne la crescita, ed aumentarne a dismisura la sottomissione, condita di morale, come sempre sublimata sulla mirra dell’ipocrisia. Di un uomo che è peggiore del tempo che fu, ma che ha acquisito una altrettanto infernale capacità di imbavagliare gli occhi con l’apparenza al posto della realtà. Della società della libera volpe nel libero pollaio; con la libertà, dunque, come parametro decisamente metafisico. Il doping, è un tassello del mosaico umano (perché non è solo nello sport) che sta luccicando come un esempio basilare sulle miserie umane, dove si producono slogan anche meramente idioti, pur di farne un funzionale strumento di corso, o di viale che sia. La pena che si deve provare, viene da qui, soprattutto.
Allo sportivo Di Luca va la riconoscenza di chi ha amato (e magari ama ancora) questa disciplina sportiva. Di chi lo ha visto campione reale, perché lo era veramente e che s’è seduto con le sue virtù maggiorate al pari dello scalino di altri, migliaia, maggiorati come lui. Di chi non ha mai goduto dell’impero, dell’unico caso di morfologica differenza, perché padrone-padrino depositario di esclusive uniche, in quanto rielaborazione umana della pseudo religiosa Trinità, dove per anni s’è prodotta la scimmiottesca speranza, di confondere ulteriormente gli imbecilli, con infusi totali di ammirazione. Di Luca era gli altri, perciò vero come gli altri e, per questo, viste le risultanze e la completezza del corridore, come il ciclista italiano più forte dall’assassinio di Pantani ad oggi e, probabilmente, anche di un lungo domani.
Lo saluto, se lo r*** gli stringerò nuovamente la mano e colgo occasione per ricordargli che chi non è ipocrita, non è scemo, o vinto dalla strana malattia del sentirsi realmente un piccolo dio quotidiano per bontà, preghiere e giustizia, lo vedrà sempre come un grande campione del ciclismo perlomeno moderno. Sicuramente più brillante di tanti che ancor oggi corrono, o giocano, o calciano, con la pulizia della durezza del talco.
E la battaglia al doping, non guadagna un granello di polvere, con la radiazione di Di Luca..
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Garryowen
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Re: JPR Williams "Il rugby morirà, fisici assurdi"

Messaggio da Garryowen » 11 dic 2013, 12:01

Sarà conoscitore di tutti gli sport, questo tuo amico, ma certamente non è conoscitore della sportività.
Di Luca era dopato, era recidivo, ed è stato condannato.
Viva i giudici, e che continuino così.

Non è un grande campione.
Non lo è proprio perché si è dopato.
E' stato beccato solo lui e tutti gli altri l'hanno sfangata? Peggio per lui, non sono campioni nemmeno gli altri e loro lo sanno, però lui è stato beccato per due volte con uno dei sistemi di doping più odioso perché doppiamente truffaldino. Giusto che fosse radiato.

Chi denuncia queste cose sarebbe ipocrita? Io le denuncio a testa alta, e posso farlo senza ombre e senza paura. Prima delle gare a malapena prendevo un caffè espresso con un cucchiaino di zucchero.
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