Cultura del tifo

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mondOvALE
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Re: Cultura del tifo

Messaggio da mondOvALE » 8 mar 2016, 16:22

Secondavita ha scritto:Ci vorrebbe Gavazzi sindaco e presidente del Brescia cosi lo stadio lo farebbero in 4 e 4 ..8 ... :D :D
e' una battuta ovviammente... :rotfl:
Ahahah! Eh no, non basterebbe. Dovrebbe come minimo essere al posto di Tavecchio, avere i soldi del Cavaliere ma soprattutto far parte della corrente renziana del PD, sennò puoi scordarti sogni di gloria... :-]

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Re: Cultura del tifo

Messaggio da enrico land » 8 mar 2016, 16:52

mondOvALE ha scritto:Noi due siamo la testimonianza vivente del perchè un nuovo stadio non si farà mai. :-]
Ed il perchè esiste la salmonella... :rotfl:
:rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl:
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Re: Cultura del tifo

Messaggio da Secondavita » 8 mar 2016, 17:50

mondOvALE ha scritto:
Secondavita ha scritto:Ci vorrebbe Gavazzi sindaco e presidente del Brescia cosi lo stadio lo farebbero in 4 e 4 ..8 ... :D :D
e' una battuta ovviammente... :rotfl:
Ahahah! Eh no, non basterebbe. Dovrebbe come minimo essere al posto di Tavecchio, avere i soldi del Cavaliere ma soprattutto far parte della corrente renziana del PD, sennò puoi scordarti sogni di gloria... :-]
Ok . Ho capito ... Diciamo a Gavazzi di fare secondo, terzo anello e copertura allo stadio del Calvisano che lo userà a settimane alterne con il Brescia calcio ...penso che per Settembre è' pronto :lol:
Tanto va' la gatta al lardo ...
Che ci lascia lo zampino :shock:
non c'e' peggior sordo di chi non vuol sentire.... :roll:
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Chi tace non sempre acconsente ...a volte non ha voglia di discutere con idioti ...

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Re: Cultura del tifo

Messaggio da Secondavita » 8 mar 2016, 17:53

Oppure , meglio ancora , ne facciamo uno nuovo solo per il calcio a Pontoglio a metà con l'Atalanta :-))
Tanto va' la gatta al lardo ...
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Re: Cultura del tifo

Messaggio da mondOvALE » 8 mar 2016, 19:28

Secondavita ha scritto:Oppure , meglio ancora , ne facciamo uno nuovo solo per il calcio a Pontoglio a metà con l'Atalanta :-))
I Pontogliesi ne sarebbero certamente entusiasti, soprattutto in vista dei derby. Se proprio ti stanno così sulle palle puoi mettergli anche un termovalorizzatore, un campo rom ed un centro di accoglienza... Puoi già candidarti a sindaco. :-]

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Re: Cultura del tifo

Messaggio da enrico land » 8 mar 2016, 21:30

tanto è una vita che non si gioca il derby, e sicuramente non lo vedremo nemmeno il prossimo anno...
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Re: Cultura del tifo

Messaggio da Himiko » 9 mar 2016, 8:46

Giusto per riportare il thread in carreggiata, domenica ci sarà Calvisano/Petrarca, match che in passato ha visto qualche celebre intemperanza di troppo da parte di tifosi in quota giallonera. Lo scorso anno era stata una partita di rara bruttezza sotto il profilo del gioco e tutto sommato tranquilla dal punto di vista del pubblico; vediamo se e in che misura il "modello a tendere" teorizzato da Ale avrà applicazione.
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Re: Cultura del tifo

Messaggio da Garryowen » 9 mar 2016, 10:02

Non preoccuparti, Casellato ha già preallertato i carabinieri. :lol:
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http://www.walesonline.co.uk/sport/rugby/rugby-news/how-much-funding-welsh-rugby-12405682 A imperitura memoria

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Re: Cultura del tifo

Messaggio da mondOvALE » 9 mar 2016, 10:26

Ok. Torniamo in carreggiata e stiamo "sul pezzo".
La codificazione del tifo è estremamente psicologica e riguarda più una eccessiva aspettativa verso un obiettivo che ad una condizione sedimentata o ad un'area geograficamente territoriale (Calvisano, Rovigo o L'Aquila non cambia).
L'unico parametro che realisticamente vedo possibile per decriptare ed analizzare le reazioni di un pubblico è la frustrazione di un risultato mancato o l'esaltazione per uno insperato. L'arbitro più o meno capace è una scusa. L'essere di una tal città piuttosto che di un'altra, idem. Perfino il campanilismo lo vedo secondario ed un fattore su cui ci si gioca piuttosto che su cui ci si divide. Più un tifo cova speranze concrete per un risultato o un obiettivo, più ha aspettative, più si fa numeroso e più le reazioni si fanno isteriche. Se invece è un tifo depresso per una situazione senza sbocchi della squadra, subisce spesso passivamente se non che con rari rigurgiti isolati. L'esempio di domenica sarà Calvisano - Petrarca. Da una parte, un tifo appagato, con la pancia strapiena e senza eccessive aspettative. Dall'altra un tifo tornato fiero e pieno di rinnovate speranze. Negli ultimi anni ricordo perfettamente l'atteggiamento dei petrarchini al Peroni. Entravano allo stadio già sapendo il finale e comunque, più in generale, già intuendo un'altra annata sciagurata. L'aspettativa era zero ed il tifo era lo specchio di chi aveva l'aspettativa a zero... Domenica immagino di assistere ad una situazione molto diversa. Più elettrica e adrenalinica, con tutto quello che ciò comporterà. Ma questo riguarda ogni tifo d'Italia in correlazione agli obiettivi sperati e alla relativa classifica.
Ovviamente un'unica altra variabile è l'antipatia verso una squadra (quindi verso un paese, un tifo, dei colori, un dialetto etc..) che si pensa in qualche modo privilegiata. Il Calvisano "di Gavazzi" degli ultimi anni, giusto per stare nello spiccio. Da "squadra simpatia" delle prime Finali consecutivamente perse a "squadra del Boss", capitalista, pigliatutto e pigliatutti, ipertutelata e finanziata. I tifosi subiscono questi umori e le reazioni ne son spesso la conseguenza. I calvini in trasferta si sentono ospiti scomodi e sgraditi (conosco chi vi rinuncia. Non per coda di paglia ma per autoconservazione del sistema nervoso) e tutti gli altri tifosi son convinti di dover lottare non solo contro una squadra ma contro un Sistema. Tutto ciò si traduce non solo in ironie trite e ritrite che solo chi vive LO stadio può conoscere ma in reazioni emotive collettive che generano poi altrettante reazioni. Lì si tappa la vena e addio. I Santi dei sacri valori rugbistici, per un pò, si tappano occhi e orecchie...
Ma oggi è Calvisano e domani sarà un'altra. E' stato così anche per il Milan di Berlusconi e Dominguez (fortunatamente per pochissimi anni) o per il SuperTreviso dei Benetton, con la differenza che all'epoca il fattore "federale" non era contemplato per giustificare un'egemonia.
Forse ho detto cose scomode ma che penso fossero necessarie alla discussione.

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Re: Cultura del tifo

Messaggio da JosephK. » 9 mar 2016, 11:30

Però, da semplice appassionato che vede l'Eccellenza in Tv (mai vista dal vivo una partita) a me pare che certe piazze siano molto più "calde", magari nel bene e nel male, e certe altre molto più timide/accoglienti.
Un esempio del primo tipo è probabilmente Rovigo, mentre Viadana cade nella seconda sottospecie. Poi magari voi che allo stadio ci andate smentirete ma la sensazione è questa cioè che anche il "posto" dove si gioca conta...
"Volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare fino in fondo, qualsiasi cosa accada. E' raro vincere in questi casi, ma qualche volta succede" (Il Buio oltre la siepe).

Metti una sera con gli amici del bar e capisci quanto è importante... la cultura del rugby.

Entrare al bar per condividere, non per dividere (Il sommo Beppone).

Nex time... Good Game... Nice try... Seh seh avemo capito...

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Re: Cultura del tifo

Messaggio da mondOvALE » 9 mar 2016, 11:47

JosephK. ha scritto:Però, da semplice appassionato che vede l'Eccellenza in Tv (mai vista dal vivo una partita) a me pare che certe piazze siano molto più "calde", magari nel bene e nel male, e certe altre molto più timide/accoglienti.
Un esempio del primo tipo è probabilmente Rovigo, mentre Viadana cade nella seconda sottospecie. Poi magari voi che allo stadio ci andate smentirete ma la sensazione è questa cioè che anche il "posto" dove si gioca conta...
Joseph, normale che Rovigo appaia una piazza più calda ma perchè allo stadio è comunque in numero sempre maggiore rispetto alle altre, è una città di 52.000 abitanti che vivono solo per il rugby (non hanno altro) e perchè hanno un'aspettativa sempre enorme dovuta ad una squadra costantemente performante alla caccia di un obiettivo quasi trentennale. Il "calore" a cui fai cenno è dovuto a questi tre fattori, impossibili da riscontrare altrove. Solo L'Aquila potrebbe avere un parallelismo ma quella è una piazza che è depressa da troppi anni e soprattutto senza alcuna aspettativa di gloria nel futuro prossimo. Si è sedimentata un'apatìa che cambierebbe solo se la squadra tornasse ai fasti di un tempo, o quasi.
Per il resto, una piazza vale l'altra. E' tutta questione di aspettativa verso un obiettivo. L'emotività prende il sopravvento e l'emotività di un popolo latino si traduce, talvolta, in maleducazione.
Lapalissiano.

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Re: Cultura del tifo

Messaggio da Garryowen » 9 mar 2016, 12:31

Garryowen ha scritto:Non preoccuparti, Casellato ha già preallertato i carabinieri. :lol:
Oh, volevo dire Cavinato, eh.
Ho sbagliato cugino
"C'è solo una cosa al mondo meglio del rugby. Parlare di rugby"
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Re: Cultura del tifo

Messaggio da ElBono » 9 mar 2016, 13:50

mondOvALE ha scritto:
JosephK. ha scritto:Però, da semplice appassionato che vede l'Eccellenza in Tv (mai vista dal vivo una partita) a me pare che certe piazze siano molto più "calde", magari nel bene e nel male, e certe altre molto più timide/accoglienti.
Un esempio del primo tipo è probabilmente Rovigo, mentre Viadana cade nella seconda sottospecie. Poi magari voi che allo stadio ci andate smentirete ma la sensazione è questa cioè che anche il "posto" dove si gioca conta...
Joseph, normale che Rovigo appaia una piazza più calda ma perchè allo stadio è comunque in numero sempre maggiore rispetto alle altre, è una città di 52.000 abitanti che vivono solo per il rugby (non hanno altro) e perchè hanno un'aspettativa sempre enorme dovuta ad una squadra costantemente performante alla caccia di un obiettivo quasi trentennale. Il "calore" a cui fai cenno è dovuto a questi tre fattori, impossibili da riscontrare altrove. Solo L'Aquila potrebbe avere un parallelismo ma quella è una piazza che è depressa da troppi anni e soprattutto senza alcuna aspettativa di gloria nel futuro prossimo. Si è sedimentata un'apatìa che cambierebbe solo se la squadra tornasse ai fasti di un tempo, o quasi.
Per il resto, una piazza vale l'altra. E' tutta questione di aspettativa verso un obiettivo. L'emotività prende il sopravvento e l'emotività di un popolo latino si traduce, talvolta, in maleducazione.
Lapalissiano.
Secondo me sarebbe ora anche di sfatare questo luogo comune... Rovigo ha fatto 1125 spettatori di media a partita nel girone d'andata, media inferiore anche a quella di Piacenza. Lo scorso anno, in tutto il campionato, togliendo il rugby day sono stati poco più di 1400. Quella di tutte le altre squadre è stata ancora più bassa, ma stiamo ragionando nell'ordine delle 50 o 100 persone di differenza. Non credo che la "sanguineità" di una tifoseria vada ricercata nelle decine di persone in più o in meno. A conti fatti, il 2% degli abitanti di Rovigo va allo stadio, percentuale che si abbassa allo 0,5% se contiamo l'intera provincia. Rimarrebbe il discorso dell'aspettativa, ma io mi ricordo anche solo pochi anni fa c'era una Rugby Rovigo che restava sistematicamente fuori dai playoff e navigava costantemente nella parte centrale della classifica, eppure non mi sembra che il modo di interpretare il tifo da parte dei suoi sostenitori fosse diverso da quello che è ora. Il discorso vale, all'opposto, anche per l'altro esempio fatto da Joseph: il tifo di Viadana è sempre stato interprepato in modo diverso, più accogliente e festoso e meno strafottente o "protestante" (perdonatemi le continue licenze polemiche di oggi!), anche quando riempivano lo stadio e si giocavano costantemente lo scudetto.

Per tornare un attimino off-topic, il sindaco di Pontoglio è quello che ha fatto mettere i cartelli che richiamavano alla profonda tradizione cristiana. Fortunatamente io vivo un po' più a sud, ma se fossi pontogliese mi darebbe meno fastidio di un'eventuale stadio in coabitazione con l'Atalanta! Quindi, SECONDAVITA SINDACO!!!

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Re: Cultura del tifo

Messaggio da mondOvALE » 9 mar 2016, 15:10

Quindi... Se nasci a Rovigo o tifi Rugby Rovigo sei geneticamente più predisposto alla strafottenza rispetto a chi nasce o tifa Petrarca o SanDonà?
Altrimenti, se il DNA c'entra 'na cippa, non mi spiego il tuo discorso, Bono. A meno che non sia uno statuto della società, sottoscritto da ogni tifoso rossoblu, che prevede la protesta ideologica durante ogni partita, soprattutto quelle di cartello.
Io non credo nelle differenze comportamentali per default. Un motivo (pratico. Non surreale) c'è sempre. Pensare che nel Polesine siano polemici o maleducati mentre se ti sposti verso i Colli Euganei diventano già più civili, lo trovo senza un senso logico. A meno che non mi si dia una spiegazione plausibile che non sia l'aria del Delta che porta con se princìpi malsani o che la convivenza con le nutrie rende nervosi.
Riguardo le presenze, beh... I numeri da te dati riguardano la magra stagione di quest'anno per motivi arcinoti ma negli anni passati il Battaglini si staccava nettissimamente da tutti. Impossibile negarlo. Senza contare un particolarino non secondario: quando i rossoblu vanno (in massa) in trasferta, la metà delle presenze conteggiate negli altri stadi delle altre società, sono le loro. Non i tifosi di casa. Se andassero in trasferta tanti quanti andiamo noi tifosi calvini, vedresti le statistiche di presenza delle altre squadre d'Eccellenza schiantarsi al suolo...
(Ed ora esigo una medaglia ad honorem dalle Posse. :-] )

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Re: Cultura del tifo

Messaggio da ElBono » 9 mar 2016, 16:44

Guarda che io non ho trovato una motivazione al diverso modo di intendere il tifo. Ho solo detto che il fattore numerico non conta, perchè non è diverso rispetto ad altre realtà. Escluderei questa possibile motivazione insomma, poi so bene che non si può parlare di genetica... Magari di abitudine, ma certo non di genetica!

E sulle presenze, ti ho citato anche quelle della scorsa stagione. 1400, 1300, 1250, davvero credi che la differenza la facciano quei 50-100 spettatori?

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