Mentre mi predisponevo al terzo tempo, felice per l’ennesima finale conquistata, pensavo che, però, il tutto era stato un po’ rovinato da quell’ultima meta subita stupidamente
e che aveva consegnato un’amara vittoria parziale ai ragazzi di Mojan. A distanza di qualche ora ho cambiato idea per due ordini di motivi. Innanzitutto il risultato, anche se maturato in maniera rocambolesca, è giusto. Mogliano ha meritato pienamente sul campo la vittoria di giornata con una partita coraggiosa, bella e intelligente
. Naturalmente nel computo, non solo aritmetico, dei due match la qualificazione premia giustamente Calvisano, ma il Mogliano del retour match ha fatto vedere che il suo valore non è affatto così distante da quello dei gialloneri come, invece, era sembrato nell’andata al Quaggia. Considero, senza alcuna retorica, un onore per Calvisano aver conquistato la qualificazione contro uno straordinario e meritevole avversario
, e, dopo la partita fatta al San Peroni, non sarebbe stato giusto che i ragazzi del Kino uscissero dal campo senza, almeno, una meritata soddisfazione sul piano morale. L’altro motivo riguarda, invece, Calvisano: dopo la splendida prestazione dell’andata (e dopo aver visto in TV un Rovigo – solo apparentemente, secondo me – poco scintillante) cominciava a circolare una pericolosa arietta di supponenza e faciloneria
. Il match di domenica ci riporta sulla terra e ci rende noto che, stavolta, partiamo da underdog. Ma naturalmente dovremo essere underdog come lo è stato il Mojan
. La partita l’avete vista tutti e, quindi, è inutile raccontarla. Il succo parla di un inizio equilibrato, in cui Calvisano ha rischiato di andare in vantaggio, dopo di chè i biancoblù hanno preso saldamente in mano il match sino quasi ad impattare il punteggio (sul 14-3 sarebbe bastata una meta non trasformata a ribaltare la qualificazione). Qui Calvisano ha mostrato quanto sia quadrato nella testa
; è sembrato, per certi versi, di rivedere la seconda parte del primo tempo della finale dell’anno scorso. Calvisano, sotto nel punteggio e schiaffeggiato dalle bellissime folate orchestrate dalla mediana ospite, ha preso, con pazienza metodica, a macinare il proprio gioco senza affannarsi a cercare di restituire gli schiaffi. Ha conquistato, metri, palloni, campo e penalties, trasformandoli in punti: il 14-9 di fine primo tempo è stata la piattaforma ideale sulla quale si è costruita la possibilità di restituire nel secondo tempo gli sberloni presi nel primo. Sino a quell’ultima palla, in extra time, che un giusto destino ha messo nelle mani dell’ottimo Van Zyl (mio personale MoM) che l’ha depositata in mezzo ai pali. Giusto così. Da segnalare il miracolo compiuto dallo staff calvino, che ci ha rimesso insperatamente in campo Braam Steyn, insieme al rientrante capitan Castello
. Permangono le preoccupazioni per Bergamo, visto con una vistosa fasciatura alla spalla
. Per concludere riprendo l’inizio, cioè il terzo tempo passato davvero in allegria con gran copia di mangiaggi e beveraggi, ad organizzarci per sabato prossimo e con la graditissima visita al nostro tavolo di quello splendido uomo di sport che è il Kino accompagnato dalla consorte (per dire la verità decisamente più splendida di lui
), che mi ha fatto dono della maglietta commemorativa di questi PO di Mogliano
. Penso che un coach che ha appena perso una qualificazione che a un certo punto era sembrata possibile e che viene con quella simpatia, quel sorriso e quella disponibilità sia decisamente un grande rugbysta. Speriamo di r*** a Rovigo: la bumba la porto io
.
Ah, dimenticavo, a proposito di grandi uomini di sport, nell’intervallo bella e suggestiva cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria al capitano eterno Paul Griffen, il quale, credo, ha aggiunto l’ennesimo record alla sua lunga serie: penso che nessuno mai, prima di questa occasione, abbia ricevuto un’onorificenza in maglietta, pinocchietto e infradito: come si fa a non amare un grande come lui? Uno vero che se ne inifschia di qualunque convenzione e luogo comune perché ha capito dove sta il valore vero delle persone.
Viviamo l'era del rugby itagliano che inizia a Treviso e finisce a Mogliano.
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)