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da ForrestGump » 1 dic 2014, 19:49
Mah…difficile dire qualsiasi cosa su una partita così noiosa e brutta.
Nei primi 2 minuti le squadre provano ad aprire il pallone, ma l’ovale ridotto ad una saponetta e il campo che, nonostante le piogge non certo torrenziali è ridotto ad una palude, fa passare la voglia.
Il cic – ciac delle scarpe di chiunque – ala, guardalinee, fotografo – passi nei pressi della linea laterale la dice lunghissima, a riguardo.
E quindi via di giocate strette, di calcioni lunghi e ali che prendono freddo. Il che è un peccato, visto che in campo ci sono due delle migliori ali dell’Eccellenza: Fadalti da una parte e Di Giulio dall’altra.
Nello scambio di cortesie al piede si fanno notare due petrarchini, ovvero Menniti e Capraro.
Il primo mette di là dei calci corti e prevedibili, che cascano, con diligenza amanuense, sistematicamente in braccio a Di Giulio e De Jager, che grazie a Dio pensano a consegnare l’ovale all’impiegatuccio Seymour piuttosto che a ripartire e provare a far male.
Impiegatuccio che, in ogni caso, il piede lo sa usare, ricacciandoci indietro efficacemente e sistematicamente.
Capraro invece è più spettacolare: in una delle poche occasioni in cui si fa trovare sotto il calcio, non si fida della presa al volo (e fa bene), va per lo stop di piede (e fa bene) e si fa passare la palla sotto il piede (ehm…), regalando ai calvini una touche che poteva essere anche pericolosa. Nel frattempo, faccio notare, Marcato scalda la panchina.
Passin passetto si arriva al 3 – 0 per gli ospiti e nel frattempo si scalda anche Passacantando, che comincia il suo show fischiando un velo al Sudato. Il velo in questione era probabilmente quello con cui si sposò mia prozia Erminia, morta zitella, perché nessuno, oltre a Passacantando, l’ha visto.
Sugli spalti ilarità e insulti si mischiano, ma intanto si va su un tennistico 0 – 6.
A metà del primo tempo, con un Petrarca assolutamente non in partita e Calvisano che fa di tutto per restarne fuori, la mischia nera decide che è ora di smetterla di ingaggiare in anticipo e sfruttare la propria superiorità. Palloni di qualità non ne escono, ma finalmente si comincia a guadagnare qualche fallo che ci porta fino a ridosso della meta avversaria.
Lì il Petrarca comincia a giocare da Petrarca: sebbene in campo ci siano molti dei protagonisti delle due sconfitte subite l’anno scorso contro Calvisano, ammettere i propri errori e trarne frutto resta materia al di là della portata dei neri: a 10m dalla meta si va in touche, nonostante sia una giornata in cui la touche petrarchina va a caccia di Pieris Rapae e Papilio Machaon Linnaeus più che palloni. A margine, faccio notare che la stagione non è propizia né per le Pieris né per i Papilio…
Successivamente, da 45 m e oltre Menniti va per i pali, sfornando un calcio talmente corto e triste da competere degnamente col solstizio d’inverno in piena steppa mongola. E intanto Marcato scalda la panchina
In ogni caso i calvini non si registrano e ci consentono di risalire fino al 6 – 6, quando Passacantando fischia la fine del primo tempo e grazie a Dio (e a un paio di accorti e previdenti druidi) ci si concede una birra.
Il secondo tempo parte lancia in resta, con molti protagonisti a cercare di ravvivare la partita.
Il primo è proprio Capraro: solito calcio di Seymour, Capraro fuori posizione si fa scavalcare, si gira, r*** la palla ma il terreno infido lo fa scivolare, ci cade sopra e la spinge in area di meta, il tutto mentre Marcato scalda la panchina.
Segue un’ammucchiata generale sopra l’ovale dopo la quale Passacantando, che ancora arrancava vari metri dietro l’azione, non concede né la meta né la mischia ai 5, e assegna un drop dai 22 al Petrarca. Da dov’ero io si vedeva poco o niente, impossibile dire qualsiasi cosa.
Si prosegue con tanto gioco al piede tutto a sfavore del Petrarca, perché per tutto il secondo tempo i calci di Menniti sono funzionali solo al “fruo dea sgalmara” (trad.: usura dello zoccolo). E, nota a margine, mentre Menniti consumava inutilmente lo scarpino, Marcato scaldava la panchina.
Si arriva sul 9 – 9 e poi Passacantando da ancora un po’ di brio ad una partita che stava sonnecchiando. Di Giulio e un petrarchino vanno a contestare una palla alta, il calvino arriva in leggero ritardo e colpisce in aria l’avversario.
Fallo si, ma il giallo a Di Giulio è ingiustificato e ingiustificabile, tanto più che 3 minuti dopo accade lo stesso (ma a casacche invertite) e Passacantando non fa un plissè. Fatto sta che sull’onda della superiorità numerica il Petrarca si trova avanti 15 – 9, dopo aver scelleratamente buttato un’occasione da meta originatasi da una touche ben dentro i 22 avversari.
Mancano cinque minuti alla fine e Di Giulio deve stare sulla panca dei puniti per un altro minuto o due, ma parliamo del Petrarca, la cui capacità decisionale in campo rivaleggia degnamente con quella di una gallina decapitata.
I neri non ci stanno a vincere così, e dopo aver sonnecchiato per quasi tutta la partita cominciano ad accelerare il gioco. Il calvisano libera i propri 22 con un calcione verso le panchine, ed anche un pilone obnubilato da 80 minuti di mischie furibonde, cogliendo con la coda dell’occhio che sul tabellone il numero sotto Petrarca ha due cifre e quello sotto ospiti ne ha una sola (quindi non servono nemmeno grandi skill matematiche per capire che sei avanti), lascerebbe rotolare la palla pigramente in touche.
Lui no, lui gli corre incontro, si danna l’anima, si tuffa addirittura per prendere l’ovale…ah…no…ehm…gli è caduto in avanti. La cosa stupefacente, che fa ben capire quanto in oca fossero i ragazzi in campo, è che autore di siffatta pregevolezza tecnica è stato il Sudato, non un Capraro qualsiasi.
Poi l’inevitabile epilogo: palla a Calvisano, attacco ragionato e lucido, Passacantando che non fischia più nulla, né le entrate laterali calvine né i fuorigioco neri, meta e trasformazione allo scadere. Calvisano +1 e Petrarca che, grazie soprattutto all’impegno profuso negli ultimi 5 minuti, riesce nell’impresa – non facile, vista come si era messa la partita – di conquistare il punto di bonus difensivo.
Fine delle buone notizie.
Quella cattiva è che ieri mi sono vergognato di tifare Petrarca, e non per come (non) hanno giocato i ragazzi in campo. Mi sono vergognato di certi elementi in tribuna, che non erano di sangue bresciano. Seguo il rugby da quasi 15 anni e frequento con assiduità lo stadio da 4, sarò “mona” ma forse qualcosa ho imparato. Il rugby non è uno sport semplice da capire, ma la decenza di tacere se non sai è alla portata di tutti.
Una squadra che attacca, schierata dietro la ruck, non può essere in fuorigioco. E una touche non può essere irregolare quando il tallonatore sta ancora pulendo il pallone. Il braccio teso dell’arbitro indica un vantaggio, quindi il fallo è stato visto, e in ogni caso il fischio non può essere contestuale al fallo: il tempo di inspirare e mettere in bocca il fischietto non è zero.
Passacantando ha palesato un inadeguatezza imbarazzante, ma non per questo è un venduto, e l’ha dimostrato arbitrando indegnamente e sfavorendo solo il gioco, non certo i calvini o i neri.
Quando però questi concetti vengono urlati a pieni polmoni da una tifoseria che di rugby sa poco o nulla, e farebbe meglio a sforzarsi di capire piuttosto che dare fiato alla bocca solo per togliere le “scarpie” (trad.: ragnatele) dall’ugola, io riesco solo a vergognarmi.
Ancora peggio, come ho purtroppo sentito, attaccarsi agli episodi sfavorevoli (indubbi) piuttosto di dimostrare un minimo di onestà intellettuale e ammettere che per 80 minuti la tua squadra non ha fatto nulla se non meritare ampiamente la sconfitta. Certe persone, per favore, sfoghino altrove le loro frustrazioni.
Progetto Villa Arzilla 2
Proverbio cinese: "Se sbatti la testa su un muro e ti fai male, puoi riprovarci. Ma è meglio se cerchi la porta"
Calvisano, 10 Maggio 2014. "Fate fallo!"