Deserto, allenamenti su metà campo. Di rugby

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ayr
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Deserto, allenamenti su metà campo. Di rugby

Messaggio da ayr » 26 mar 2009, 16:11

da: www.gazzettino.it

ALLE 8 DI SERA, PRONTI IN CAMPO Viaggio tra società, allenamenti e spogliatoi di Padova e provincia/23

Deserto, allenamenti su metà campo. Di rugby

Sul campo comunale, una preparazione "double face": calcio da una parte, palla ovale dall’altra. E problemi di classifica

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Giovedì 26 Marzo 2009,
Di campi di allenamento ne hanno due: il martedì all’Augusteo, si chiama così, appunto lungo la strada Augustea che fila via rettilinea, passando a fianco del vicino cimitero maggiore di Este; al giovedì al campo Zanchi, quartiere Meggiaro, vicino alle piscine e quando sono lì usano gli spogliatoi della scuola media a fianco. La domenica le partite le giocavano al Comunale di Este, ma ora il calendario dei giallorossi in serie D è concomitante con loro e dunque via, giocano adesso a Ospedaletto Euganeo. Insomma un gruppo un po’ errante e in effetti tali si considerano. Erranti e la loro parte a disagio. Dicono intanto che al Zanchi davvero c’è da sperare che non piova: bastano due gocce e diventa un acquitrino, lì sopra chissà quante sono le squadre che ci giocano, giusto un campo di sfogo e l’erba meglio dimenticarsela. Ma anche la soluzione del martedì è a suo modo precaria e non certo stimolante. Sono ospiti infatti (pagando al Comune comunque una quota) della locale società di rugby, assegnataria del campo, che generosamente ha aperto loro le porte. Ecco così che usano una metà del campo, dall’altra parte fanno lo stesso con la palla ovale e il risultato è che l’allenamento lo fanno senza avere a disposizione una porta, proprio così. C’è sì quella per il rugby, ma non è certo la stessa cosa. Avanti allora con cinesini e partitine a tema, non è certo il massimo come prospettiva, anche andare a un allenamento strutturato in questo modo ne devi avere di voglia.
Neopromossi in Seconda, traguardo storico per questa frazione di Este, 4-5 chilometri dal centro, sulla strada per Villa Estense e Solesino. Sono adesso in fondo alla classifica, penultimi, cinque partite perse di fila, tre punti (tre pareggi) nel ritorno; percorso simile all’ultima in classifica, la Fluminense di Occhiobello, che però è a un solo punto. Allenamento dunque all’Augusteo, non sono nemmeno in tanti, "almeno avvisano", dura perdere e perdere. Hanno provato anche la carta del cambio di allenatore, al posto di Daniele Buoso è arrivato Alberto Bassini, ma la situazione continua a essere quella che è: sempre precari insomma, in campo e fuori, erranti e senza così una casa propria, tanto è vero che la "fortuna" per loro è la vettura spaziosa del magazziniere che può così portare in giro di volta in volta palloni e attrezzatura varia. Il nuovo tecnico Bassini ha 45 anni, l’anno scorso era sulla panca ad Agna; vive a Monselice, due figli, fa il dipintore "che vuole dire insomma imbianchino. Qui mi hanno chiesto di provare a salvare la squadra e in effetti da quando sono arrivato non è che si stia andando bene. Ogni domenica creiamo occasioni, ma non riusciamo a buttarla dentro. Quello che mi dà in particolare da pensare è la difesa. Sono, come dire, un po’ sbadati, perdono facilmente attenzione. Ho provato dietro la zona, ma alla fine dei conti per loro è meglio a uomo, hanno almeno i loro riferimenti. È un campionato questo che si basa molto sulla grinta e sull’aggressività, non è che si giochi poi tanto il pallone. L’allenarsi così, su metà campo? Che vuoi, la situazione è questa, certo che non è facile per la squadra; sono così molto preso, perdere non fa mai bene e minimo fino al lunedì ci sto proprio male».
Capitano è Mauro Vascon, di Este, 28 anni tra un mese: «Sono qui da cinque anni, penso sia stato intanto questo uno dei motivi per cui ho la fascia, capitano lo sono stato anche lo scorso anno, quello della promozione in Seconda. Ma penso di esserlo anche per il comportamento che cerco di avere sia in campo e sia nello spogliatoio: sono di quelli che cerca sempre una parola di sostegno, per tutti. Sono geometra e lavoro in un’azienda del marmo, in pratica vendo pavimenti. Ho preferito restare qui per continuare a giocare nella squadra con cui avevamo vinto la Terza, qui so di essere anche stimato, magari da altre parti avrei anche potuto prendere i 2-300 euro in più, ma non mi avrebbero cambiato la vita. Certo, ora come ora il morale è sotto i tacchi, lo spogliatoio non è che sia disunito, fiacco lo è di certo. Sicuro che ci credo ancora, altrimenti queste due volte la settimana potrei anche andarmi a mangiare una pizza o andare al cinema».
Pino Lazzaro

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