"Wally's Pub": terza puntata

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yeti
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"Wally's Pub": terza puntata

Messaggio da yeti » 26 feb 2007, 13:44

Ormai i miei fans mi mandano messaggi privati del tipo „ma quando c4$$o pubblichi la terza puntata?“. A nessuno importa sapere se sono stato bene o male, se sono ancora vivo o morto. A nessuno preme sapere che domenica mattina sono tornato a casa alle 5 di mattina e che siccome avevo un appuntamento alle 11 a Homburg-Schwarzenbach con Rainer Oster per suonare l’organo, non sono nemmeno entrato in camera da letto per non farmi nemmeno venire la tentazione. A nessuno importa sapere che alle 6 di sera sono crollato e mi sono svegliato solo questa mattina alle 7, interrotto solo da una telefonata di Neroverde alle 9 di sera circa – credo - che prima mi strombazza sulla segreteria telefonica “GIORGIO.....GIORGIO.....YETO DIMMERDA DOVE c4$$o STAI.... GIORGIO....” poi al telefono “Eh Yeto, sto guardando per i biglietti di Italia-Galles”. “Li hai trovati?”. “Ah Yeto, guarda c’è un po’ di casino, mo’ devo vedere due o tre cose. Aspetta che vado dov’è un computer e ti richiamo”. E poi non mi ha più chiamato. Insomma, al divo nume della scrittura si può concedere tutto, tranne di essere umano. E il Wally’s Pub è diventato come Harry Potter, come Rocky e Rambo, come “Fantastico” 1 2 3 4 5 6 7 e così via. Io sono ormai schiavo del personaggio, incarcerato in un locale di 30 metri quadrati dall’aria anglosassone così flané e autunnale anche a fine giugno, accompagnato dai seguenti personaggi:
- un proprietario irlandese che ho sempre pensato fosse scozzese
- Horacio, il celeberrimo argentino di origini austriache, l’argentino ormai più conosciuto in Italia dopo Maradona, Evita Peron, Carlos Gardel, Astor Piazzolla e Hugo Kempes.
- una cicciona locale che potrebbe essere la sorella gemella di Horacio
- l’apparizione saltuaria di una madonna-barista.

Bene. Vox populi, vox dei. Così sia e andiamo avanti.
Meneghello esordisce nel suo celeberrimo “Libera nos a Malo” con la frase “Si comincia con un temporale”. Da noi al Wally’s si comincia con un “MEEEEEEEEEENGHIA”. Horacio è già lì. Lo vedo per primo, perché vederlo per secondo è impossibile. Troneggia come il bacchino sulla tartaruga nella famosa statua dei Giardini di Boboli. Quando lui se ne va, il locale si svuota, non importa quanta gente c’è. Ma il mio occhio si sposta immediatamente a destra, dietro al bancone. Vedete, a scriverlo o leggerlo, sembra una cosa lenta, riflessa, meditata (questo perché la scrittura non rispecchia i tempi della vita e degli eventi. E il più delle volte non rispecchia nemmeno la vita e gli eventi). Invece no, è stata un’azione di un decimo di secondo, quasi irriflessa e naturale, istantanea e istintiva come il pezzo di metallo che, volente o nolente, per una legge di natura che lo trascende, si orienta sulla calamita. E la calamita era lei, la barista a cui devo il ricordo del sapone Nordika, unica apparizione mariana finora documentata in terra protestante. La partita non è ancora cominciata e già c’è una meta.
Sia chiaro a questo punto: della partita ho visto ben poco, e di quel poco ho un assai pallido ricordo.
Nemmeno il tempo di avvicinarmi al bancone e arriva la seconda meta, quella di Mauro Bergamasco (sarò antipatriottico, ma io continuo ancora adesso a preferire la prima). La reasione de Horacio: “Buenisimo!!!! io è meso Bergamasco en mi squadra de fantarrrrubi”. Questa volta Horacio non ha mengiare cino, ma a riprova del suo ultimo viaggio di lavoro alla Fiera del Dolce di Colonia, sparge sul bancone una decina di pacchettini variopinti, contenenti piccole tortine ripiene, una specie di campionario ONU delle armi chimiche proibite. “Sono buenisime, vengono di Malesia”. MEEEEENGHIA, le merendine di Sandokan!!!!
Al bancone c’è anche la cicciona teutonica di cui sopra. Sta finendo di bioridurre un wurstel di mezzo chilo, poi si ordina un latte macchiato. “Hai il dolcificante?” fa alla barista “ sono a dieta”. “Dieta” è una delle parole magiche che scatenano la parlantina di Horacio, insieme ad “Aldimeòla” (cfr. 3d “scusi dov’è il bar”). Per la settantaquattresima volta racconta la storia encomiabile della sua dieta. Benché ormai assuefatto non mi sfugge un particolare: i chili perduti non sono più 16, ma 15. Potere delle merendine di Sandokan? Postumi da fiera del dolce?
Arrivano la seconda e la terza, pardona, la terza e la quarta meta. Sono talmente consecutive, che Horacio non ha ancora finito la AAAAAAAAAAA del MEEEEEEEEEEEENGHIAAAAAAAA per la meta di Scanavacca, che giá deve riattaccare col secondo MEEEEEEENGHIAAAAA per la meta di Robertson.
Poi Horacio mi fa “se, se, ce puoi credere. È todo vero” e poi rivolto alla barista di Lourdes “Mira come è tranquilo, esta pensando che no è posibele”. E solo in quel momento mi rendo conto che per le tre mete non ho fatto una piega. Potere delle merendine di Sandokan? Sindrome da Bernadette? Colgo l’occasione per ribadire un concetto-base, la bocca rivolta a Horacio e gli occhi all’immacolata concezione (non però troppo immacolata nella mia personalissima concezione), distorto come un ritratto di Picasso. “Horacio, te l’ho già detto. Io non sono un italiano come tutti si aspettano”. E la barista mi lancia un’occhiata come per dire “ancora ‘sta storia del sapone finlandese?”.
Oggi mi devo controllare. Stasera c’è la cena della squadra a Forbach, devo guidare, quindi non più di due Guinness. Se devo attaccare bottone, devo trovare otra scusa. Trattandosi di bottone, il migliore è quello della macchina fotografica digitale che mi sono portato appresso. Organizzo su due piedi un servizio fotografico sul soggetto in questione, e per non dare troppo nell’occhio, lo alterno con foto di Horacio e della cicciona teutonica. Ma do nell’occhio lo stesso, e, cercando di prenderla di sorpresa, mentre chinata sta scrivendo qualcosa su un taccuino, mi accorgo che il labbro prende una leggera piega, come se stesse sorridendo, ma solo come se.
La popolazione del pub assomma a 4 persone in tutto. Arriva un quinto, che ogni tanto lavora lì, francese e che avevo scoperto tempo fa essere cugino acquistato di un mio compagno di squadra di Forbach, seconda linea anche lui. Faccio come Phil nel mio film preferito (“Fandango” per la cronaca): guardo lui, guardo lei e mi sembra di intuire qualcosa.
Horacio ha finito di raccontare la mirabolante storia della sua dieta proprio quando la Scozia fa meta. Horacio si gonfia come una rana di San Giovanni, ingerisce una quantità di aria tale che per l’improvvisa mancanza di ossigeno si spengono le candele sul bancone davanti a lui, e poi si esibisce nel noto improperio contro li albitri anglesi che rrobano el sciogo contra Etalia, perché nunca se è vista una cosa del genere, perché se era Etalia che faceva meta così feschiava subito, e te dico ona otra cosa, vedrai che albitro fa come contra Anglatera, che fa vincera Escosia......Il tutto senza citare nemmeno una volta Loffreda. Strano.
Il padrone del pub esce dal retrobottega dove stava avvitando sedie. Vede il risultato e fa “Oh my God!”, che tradotto in buon irpinate vuol dire “Per la madonna!!!!”. Ogni tanto urla “Camoonìdali” e io che penso attonito “ma che c4$$o? Invece di fare il tifo per la Scozia.....”. Poi mi ricordo solo dopo qualche ora che lui è irlandese e non scozzese come ogni tanto continuo a credere quando sono sovrappensiero (sono cose che capitano quando invece della birra ti bevi la barista).
Il quinto tipo si è appollaiato al capo opposto del bancone, ingurgitando cose da McDonald. nuovo spunto per Horacio, che attacca esordendo “Io anca mengiava sempre cose de McDonald, quando estava en viasce per el labore.....”, un incipit che immancabilmente si incanala nella settantacinquesima replica della mirabolante avventura della dieta di Horacio.
Lei si è avvicinata davanti a lui, si scambiano poche parole che mi sembrano di circostanza. C’è una tensione papabile, un “lasciamo stare dai, non rifacciamo un letto ormai disfatto”. Non potendo circuirla, cerco di circuire un tipo tozzo e muscoloso che si è seduto di fianco a me, visto che a Forbach abbiamo bisogno di piloni come del pane. Ma niente da fare, i tedeschi riescono al massimo a guardare il rugby, ma non ne capiscono l’essenza. È troppo lontano dalle loro teste. Avrebbero tutto: il fisico, la disciplina, l’ordine, l’organizzazione. Ma cosa gli manca? Il temperamento, potrebbe pensare qualcuno. Lo penserei anch’io, ma non mi convince. Secondo me è la paura dell’imprevisto, l’incapacità di poter decidere in un millesimo di secondo di penetrare piuttosto che passare, di calciare piuttosto che penetrare, di passare piuttosto che calciare. Non ce la faranno mai. Mettere un tedesco davanti a un imprevisto è come mettere Leopoldo Mastelloni davanti alla figa. Panico totale.
Il quinto tipo fa per uscire. Si avvicina all’apertura del bancone. Si salutano. Lui le dà un bacio, ma solo sulla fronte, perché sa di averla fatta sporca e non si osa, lei lo guarda con quello sguardo carico di tristezza come per dire “è tutto finito, baby”, e lui ricambia lo sguardo come per dire “stai forse cercando di farmi capire qualcosa?” e io li osservo come per dire “Sii benedetto, dio s*****o del rugby che avevo perso palla e mi hai concesso una mischia a 5 metri dalla meta e io sono pure seconda linea!”.
Chissà che avrà mai combinato. “Mi aveva detto che mi avrebbe portato la colazione stamattina, ma non lo ha fatto” mi fa. Sarà, ma a me quando tiravano certe occhiate c’erano dentro anche il pranzo, la cena e l’aglio e olio di mezzanotte. Ci scambiano un’interminabile occhiata di 1,27 secondi (di più non avrei retto), sforzandomi di darmi un contegno e dico una sola cosa, mentre allontano il mio occhio dal suo verso acque più tranquille: “verstehe (volutamente ometto il pronome soggetto obbligatorio per dare più peso al mio “capisco” tedesco)”, che per una donna che si sente trascurata e incompresa può fare la stessa impressione del drop di Peens a Dublino: magari non vinci la partita, però tutti se ne ricorderanno per sempre. Che in fin dei conti è la cosa più importante, per gli inverni che ci aspetteranno, se mai ne avremo: avere un bel po’ di ricordi da sfogliare, ed essere noi stessi il ricordo di più persone possibili. Ho passato la mia vita a desiderare questo o quello, e alla fine ho trovato che l’unica cosa che avrei veramente voluto sarebbe stato essere io il desiderio di qualcuno a cui tenevo. Ma il mondo è pieno di ingiustizie ed incongruenze. Prendiamo la birra per esempio: ne ho bevute solo due pinte, per un totale di circa un litro e fischia. E allora perché ho pisciato per circa due litri e mezzo?
Ogni tanto c’è Horacio che coi suoi MEEEEENGHIAAAAA mi riporta alla realtà. Però anche lui non mi sembra in grande forma. “Horacio, cos’hai?” gli faccio. “Porché?”. Mi guarda un po’ attonito. “ma...così, non so, mi sembri strano oggi”. Mi osserva, silenzioso, un silenzio interminabile: non avevo mai sentito Horacio tacere per più di 3,8 secondi. Poi “ma bbbafangule!!! Tu invesce, tu tiene qualcosa, che te lo digo io, cosa”. E starnazza una risata. Ecco, cos’era. Non aveva ancora detto una volta bafangule, oggi. Tiro un sospiro di sollievo. Troppe cose strane oggi. Arrivano avventori, pronti per il grande incontro di oggi al Croke Park. Tutti chiedono il risultato della partita dell’Italia, tutti strabuzzano gli occhi. Complimenti e felicitazioni. Io sto pensando ai problemi della fame nel mondo, specie alla colazione. Arriva anche Florian, il mio compagno di squadra franco-tedesco, l’unico tedesco che riesce a farmi ridere con uscite del tipo “Forbach è un posto di merda. Persino i cani sono più belli degli esseri umani”. Decidiamo di guardare il primo tempo, poi nell’intervallo a Forbach, per la cena. Ma chi sarà mai stato quel genio che ha programmato la serata proprio il sabato con le partite in notturna del 6 nazioni? Si vede subito che per l’Inghilterra non c’è speranza. E si capisce dal fatto che il pubblico non fischia l’inno inglese, anzi lo applaude come forse mai prima d’ora era stato. Deve essere l’unico caso in cui si rendono gli onori agli sconfitti prima della partita, e non dopo.
In tono con l’atnmosfera anglosassone, al pub c’è il cambio della guardia: la barista se ne va, perché questa sera lavora da suo padre, che ha un bar nel Viertel, il famoso zum Bleistift. Magari ci ho pure suonato insieme qualche volta, intendo con suo padre. Altri tempi. La vedo che mette il cappotto, prende la borsetta, si pone al lato del bancone a parlare con quello che prende il suo posto. Io fisso gli occhi sullo schermo. La magia della palla ovale mi cattura di nuovo, lentamente, perché berti una barista non fa effetto subito, ma i giorni a seguire, strano tipo di alcool. Irlanda e Inghilterra è un’altra cosa, bisogna ammetterlo. È un alcool con effetto immediato.
Ad un tratto, mi sento una mano leggera sul fianco, come un’impercettibile carezza, un tentativo di richiamare la mia attenzione. Mi volto quasi di scatto. Non ho il coraggio di pensare che potrebbe essere proprio come mi sono immaginato. È Manel, il pilone destro che ci prova (d’altronde dopo tanti anni in mischia con la testa in mezzo a tutti questi culi pelosi, un po’ ricchioni si diventa). Manel? Che ore sono? Quasi le 10. Sono a Forbach, alla cena della squadra. Possibile? Ma non ero al pub? Che è successo in tutto questo tempo? E soprattutto, è successo? Mi coglie un atroce dubbio......le tre mete in 6 minuti, la vittoria, la barista che mi guarda, le merendine di Sandokan,......ma allora.....è stato tutto un sogno? Solo un sogno? No, no, mi assicurano. La partita è vera. 3 mete in 6 minuti, 37 e 17 per noi alla fine. Tutto vero. Sospirone di sollievo. Dio sia lodato. E bafangule alla barista.

yeti
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Messaggio da yeti » 26 feb 2007, 13:52

Se ci riesco, seguiranno foto di alcuni dei protagonisti di questa miniserie, tra cui, in anteprima mondiale, quelle di HORACIO!!!!

G.

P.s. niente lanci di indumenti intimi, per cortesia.

Cappero
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Messaggio da Cappero » 26 feb 2007, 14:08

fossi in te, inizierei a proteggermi con un copyright.

wolf84
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Messaggio da wolf84 » 26 feb 2007, 14:14

grazie....
Angelo.
L'ovale ha sempre ragione.

yeti
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Messaggio da yeti » 26 feb 2007, 14:14

Cappero ha scritto:fossi in te, inizierei a proteggermi con un copyright.
Solo un pazzo potrebbe pensare di usare questi racconti a suo nome. E dico solo un pazzo, perché nel caso, il rischio che gli succeda qualcosa di brutto è assai alto.

G.

Cappero
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Messaggio da Cappero » 26 feb 2007, 14:18

Devi raccoglierli e continuare a scriverli.
Magari tra 10 anni vinciamo il 6N (vabbè...per dire) e qualcuno te li pubblica.
Certo non ci svolteresti mai la vita, ma sarebbe una bella soddisfazione, no?

L'importante è che rimani attaccato ad Horacio e soprattutto chen non gli dici nulla: è la tua miniera d'oro.
Non vedo l'ora di vederlo in foto :lol:

robbberta
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Messaggio da robbberta » 26 feb 2007, 14:30

yeti....alcune domande mi assillano....ma come stai?stai bene o male?sei vivo o sei morto?a che ora sei tornato a casa domenica mattina?
Non regalate terre promesse a chi non le mantiene...

parm
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Messaggio da parm » 26 feb 2007, 14:31

arf arf........grazie sommo yetuzzo!

vogliamo le fotoooooooooooooooo :D
La vie est ovale:on ne sait jamais de quel coté elle va retomber -George Charbonnier-

Cane_di_Pavlov
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Messaggio da Cane_di_Pavlov » 26 feb 2007, 15:11

Sabato c'ero pure io a Forbach (vabbè, lo potevate capire da soli dalla frase di Florian “Forbach è un posto di merda. Persino i cani sono più belli degli esseri umani”).

Ecco le foto

Horacio di profilo

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Horacio

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Florian

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Epa Teutonica

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Messaggio da Cane_di_Pavlov » 26 feb 2007, 15:15

Errata corrige

Turris Eburnea

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Cane_di_Pavlov
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Messaggio da Cane_di_Pavlov » 26 feb 2007, 15:18

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Dawnlight
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Messaggio da Dawnlight » 26 feb 2007, 15:18

Che fico Horacio...sembra un incrocio tra Gerard Depardieu e Ratzinger...col fisico di Bud Spencer...

Cane_di_Pavlov
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Messaggio da Cane_di_Pavlov » 26 feb 2007, 15:19

Ianua Coeli

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Ivan_il_Terrone
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Messaggio da Ivan_il_Terrone » 26 feb 2007, 17:18

O mio dio! Il sosia di Roy Hodgson!!!!


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FullMetalCicca ha scritto: "Chi ha parlato, chi ca22o ha parlato? Chi è quel lurido stron2o 3/4 equiparato pompinaro, che ha firmato la sua condanna a morte? Ah, non è nessuno, eh? Sarà stato l'utente buono del ca2o..."

AdoratoredelSole
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Messaggio da AdoratoredelSole » 26 feb 2007, 17:23

Mitico Yeti!!
Sei una forza della natura!! :-]
Vedrai che arriverai alla meta..... .... o forse no?! :roll:
«I rapporti tra gallesi e inglesi si basano sulla fiducia e sulla comprensione. I gallesi non hanno fiducia in noi e noi non comprendiamo i gallesi». Dudley Wood

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