Ieri ho visto la mia prima partita di League, campionato IRFL. E' un gioco abbastanza divertente, ma il rugby union mi sembra più vario e "profondo". Mi pare che i punti a favore del league siano i tempi morti quasi assenti, il fatto che ogni giocatore debba essere atleta completo (potenza, velocità di corsa, capacità di placcaggio e di passaggio) e anche il fatto che quasi tutte le mete siano limpide e avvengano in corsa, cioè risultino comprensibili e godibili anche per gli spettatori meno esperti (non ci sono quelle maul caotiche e fangose alla Pig Pen con l'arbitro che assegna o non assegna la meta senza che lo spettatore abbia capito nulla).
Però, come hanno già detto molti altri, se il league è una raccolta di arguti aforismi l'union è l'Iliade: divertente, godibile e apprezzabile il primo, ma più ricco e profondo il secondo. Bè, tutto questo dopo aver visto una sola partita; magari fra altre due partite avrò del tutto cambiato idea.
Numero di spettatori: quattordici compreso me. Il league italiano è ancora molto lontano dall'avere uno zoccolo di appassionati e questo rende ancor più buffa la diatriba tra le nostre due federazioni.
Off topic: probabilmente è una cosa già venuta in mente a molti amanti del rugby a 13, ma ho pensato che sarebbe interessante replicare su un campo da rugby la Disfida di Barletta, che, ho imparato nei giorni scorsi, si svolse proprio in 13 contro 13. Una bella partita di league Italia contro Francia sul campo di Barletta.
Su wikipedia ci sono le formazioni della vera Disfida e i 13 cavalieri italiani erano una vera "nazionale": provenivano da Capua, Caltanissetta, Napoli, Parma, Palermo, Sarno, Tagliacozzo, Norcia, Aversa, Forlì, Lodi e Troia. E tra i francesi c'era anche un oriundo di Asti.
http://it.wikipedia.org/wiki/Disfida_di ... rtecipanti