Il diario dell'allenatore

Sezione dedicata a discussioni sulle problematiche legate all'allenamento ed alla didattica del rugby.

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Mr Ian
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Il diario dell'allenatore

Messaggio da Mr Ian » 20 giu 2023, 8:53

In questa pausa da partite ed impegni quotidiani con il rugby, voglio aprire questo spazio per provare a creare una stanza di discussione e condivisione con altri appassionati, allenatori o persone che vogliono avvicinarsi al mondo del coaching.
Questa stanza si chiama “Il diario dell’allenatore” ed è una raccolta di video effettuati durante le sessioni di allenamento della squadra che alleno. Riprendere gli esercizi è un metodo che adotto ormai da un po' e mi serve come strumento di verifica mia personale o da condividere insieme alla squadra magari il giorno dopo la seduta.
Premetto che non ho nulla da insegnare né da dimostrare, anzi quello che chiedo in primis è un giudizio schietto e sincero, che sia positivo o negativo, meglio ancora perché mi servirà come feedback per cercare di migliorare.
L’idea della condivisione dei video nasce anche dalla riflessione su una delle lamentele più comuni che si sentono nei vari corsi tra allenatori, del tipo “non posso lavorare una determinata cosa perché non ho numeri”. In realtà è vero che ci sono scarsi numeri possono limitare un determinato tipo di lavoro, ma questo non può essere alibi che limita la nostra creatività o la voglia di lavorare dei ragazzi. Con un po' di materiale ed inventiva si possono fare tante cose, purchè non si trascuri mai l aspetto ludico all interno di una seduta, soprattutto se i protagonisti sono dei ragazzi.
Il gruppo di riferimento dei video è un U15, ovviamente sia io che i ragazzi abbiamo dei limiti rugbistici, il livello è quello che è ed il vissuto è legato al contesto in cui viviamo, ma vi posso garantire che i progressi che hanno fatto questi ragazzi dopo un anno di lavoro sono veramente entusiasmanti. Io mi reputo fortunato ad aver allenato questo gruppo, è il nostro primo anno insieme e durante tutta la stagione mi hanno dimostrato che oltre ad essere atleti che si impegnano quotidianamente, sono anche ragazzi che si mettono alla prova per diventare giovani uomini, non scendo nei particolari perché vi annoierei, ma vi garantisco che le occasioni di soddisfazione non sono mancate.
In questo spazio di condivisione inoltre voglio parlare anche della metodica di allenamento che sto cercando di sviluppare da un paio d’anni a questa parte.
La filosofia di fondo da cui sono partito è la condivisione di spazi e tempi di una seduta insieme ai membri di uno staff, io lavoro con un preparatore atletico e mi avvalgo della consulenza tecnica di un altro allenatore del club che è maestro di judo.
L’ispirazione tecnica invece viene dalle nuove figure specialistiche che si stanno affermando nel rugby moderno, nello specifico mi riferisco agli “strenght and conditioning” coach. Il mondo del coaching si sta evolvendo sempre di più in un mix tecnico atletico che vuole accompagnare l atleta a conservare le proprie capacità tecniche e decisionali anche in condizioni di alto stress fisico.
La nostra seduta di allenamento si sviluppa partendo da un tema base che vogliono lavorare, trasferisco le mie richieste al preparatore fisico che inizia a creare degli esercizi ad hoc. Per cui partiamo da una prima parte di lavoro fisico/atletico di un particolare, nel proseguo dell allenamento iniziamo ad inserire il pallone o quantomeno lo specifico rugby ed iniziamo ad alzare i volumi di lavoro fisico fino a raggiungere il climax di fatica, per quanto sia possibile per dei ragazzi in formazione…dopodiche calano i volumi atletici delle ripetizioni per inserire degli spaccati di gioco condizionati appunto dal tema principale della seduta, in modo da rialzare nuovamente il ritmo fino alla fine della seduta.
Lavoro uguale quando lavoro insieme al maestro di judo, specialista del condizionamento fisico, infatti sono convinto che nel rugby acquisire la massima consapevolezza del proprio corpo a contatto con il terreno ed a contatto con un altro corpo, sia la base di partenza per poter alzare la propria performance. Se per fare questo riusciamo a raccogliere più elementi possibili dal judo, il nostro lavoro risulterà ancora più facilitato..anche perché come dico ai ragazzi, nel momento del placcaggio le cose che contano sono due, la vostra sicurezza e la velocità con cui mettere a terra l avversario, la tecnica è qualcosa di soggettivo, quello che conta realmente è il rispetto del regolamento…
https://www.youtube.com/@Ildiariodellal ... /playlists su questo canale, in corsa di aggiornamento, ho caricato i video di tutta questa stagione, nei prossimi giorni ne caricherò ancora. Non sono alla ricerca né di visibilità né ambisco a diventare un creatore di contenuti, ribadisco, vorrei creare uno spazio di condivisione discussione sul rugby e sul coaching, cosa che veramente latita nel nostro paese…Inoltre, caricare i video mi libera spazio dal cellulare e soprattutto non perdo i video…
Scusate la lunghezza del messaggio….

speartakle
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Re: Il diario dell'allenatore

Messaggio da speartakle » 20 giu 2023, 10:01

bello, complimenti. Trovare sempre spunti nuovi o variare gli esercizi in modo da mantenere gli obiettivi e i fattori chiave invariati ma dando spunti nuovi o diversi diventa ormai fondamentale. I ragazzi dopo un po' che ripetono quella decina di esercizi con variazioni, riducono parecchio la loro recettività.
Quando mi allenavo io avrò ripetuto gli stessi esercizi dalla u14 alla prima squadra. Avessi fatto gli esercizi messi giù come adesso mi sarei s. in braga (per usare un venetismo). Oggi dopo una stagione gli esercizi hanno perso quell'appeal.
Grazie.

Falco_77
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Re: Il diario dell'allenatore

Messaggio da Falco_77 » 20 giu 2023, 10:04

Ho visto con piacere i video, e seguo con interesse uno spazio di condivisione come questo.
Per pura curiosità, vedo dai video che sei di base a Ragusa, con quanti ragazzi lavori in media?

Mr Ian
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Re: Il diario dell'allenatore

Messaggio da Mr Ian » 20 giu 2023, 10:20

Vi ringrazio per le osservazioni..
Caricherò altri video ma non sapevo delle limitazioni giornalieri di youtube.
Nel cercare di trovare un mio metodo, per me sono stati di grande ispirazione sia i lavori di Francesco Dimundo, individuazione e crescita del talento, ma anche conferme personali ho trovato nelle interviste di Tommaso Boldrini. Per chiarezza non conosco personalmente nessuno dei due e spero un giorno di avere questo piacere..
A Ragusa il mio gruppo squadra è composto da 12 ragazzi, con una media presenze del 80% in tutto l anno, raramente siamo stati meno di 7/8..giovedì c è stato l ultimo allenamento e tutti mi tenevano il muso, ma poi lo so, se ne vanno al mare e rimaniamo ancora meno..
Il mio rammarico più grande della stagione è legato alle occasioni di confronto, per lo più festival o amichevoli insieme ad altre squadre..loro di questo si lamentano, ma io gli dico sempre che noi non giochiamo per il risultato, noi viviamo per il risultato attraverso la ricerca della performance...li tratto come atleti professionisti e questo diverte più me che loro che in fondo sono ancora ragazzini.
Personalmente la cosa che invece mi fa contento è vedere come durante la sessione, in corso d opera si aggiungono anche atleti dalle altre categorie, sia uomini che donne in modo che poi il collettivo inizia a farsi interessante..
Scusate se sono prolisso, ma ho la sindrome della solitudine dell allenatore, sento la mancanza di parlare e confrontarmi con altri tecnici...magari la colpa è mia che lo vivo come un lavoro a tutti gli effetti...

Coach8
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Re: Il diario dell'allenatore

Messaggio da Coach8 » 20 giu 2023, 10:27

DAJE IAAAAAAAAAAAAAAAAN
:oola:
Analisi e Coaching Ovale
https://linktr.ee/RugbyCoach8

Mr Ian
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Re: Il diario dell'allenatore

Messaggio da Mr Ian » 22 giu 2023, 7:58

Una delle difficoltà che oggi vivono gli allenatori, o quantomeno quelli con cui mi confronto nella quotidianità, è quello di tradurre in esercizio un principio di gioco o un aspetto tecnico..
Oggi, rispetto a diversi anni fa, siamo molto fortunati perché la rete è senza dubbio fonte di ispirazione di idee o lavori. L errore più facile in cui si può incorrere è quello di ricopiare un esercizio visto in rete senza adattarlo al proprio contesto o al materiale umano a disposizione. Io sono stato il primo a commettere questi errori per inesperienza o scarsa sicurezza nei miei mezzi, crescendo ho capito che il segreto del successo è la semplificazione e l’esaltazione dell aspetto ludico di un esercizio, mettere sempre al primo posto il divertimento dei ragazzi che non vengono al campo per diventare dei robocop ma per ridere e stare bene insieme..gli dico sempre “non prendetevi mai troppo sul serio, ma prendete sul serio quello che volete fare”.
https://www.youtube.com/shorts/N514lYdEHDE
https://www.youtube.com/shorts/_Xj9x0jp-bw

Questi due esercizi, quando li ho pensati, alla base del mio obiettivo c era il lavoro delle situazioni. Ovvero “gioca quello che stai vivendo” piuttosto di “gioca quello che hai davanti”..
Quando preparo questi lavoretti banali, mi prefiggo l obiettivo di coinvolgere più giocatori possibili, mantenerli il più possibile in movimento e aiutare poi il continuo del gioco. Cerco di non interrompere il flow dell azione, e se per andare in meta fanno 2 o 3 fasi va bene, aggiusteremo in corso d opera quello che non va..

SilverShadow
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Re: Il diario dell'allenatore

Messaggio da SilverShadow » 22 giu 2023, 23:33

Non so se possa essere utile, ma ho appena scoperto che la federazione francese ha un canale youtube dedicato alla formazione, con video di allenamenti di tutte le categorie e seminari anche di allenatori della nazionale:

Link al canale: https://www.youtube.com/@lachainedelentraineuretdel8262

Link a due seminari d'alto livello:
https://www.youtube.com/watch?v=zs12__GVe18
https://www.youtube.com/watch?v=68Tu2KXQ5vQ

Mr Ian
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Re: Il diario dell'allenatore

Messaggio da Mr Ian » 23 giu 2023, 8:26

Grazie mille, non conoscevo questa pagina..molti club francesi, anche non di primissima fascia, hanno proprio dei canali dedicati alla formazione ed ai drills..
Si vede che sono dei professionisti anche a fare queste cose. Rispetto a loro, per qualità e proposta, io mi sento l Alex Magni della situazione...
Dal punto di vista della diffusione video noi abbiamo perso l occasione d oro durante la pandemia..
E proprio la pandemia per me è stato il periodo di svolta, ho passato un sacco di tempo a studiare, approfondire, scoprire..sento proprio che in quel periodo per me c è stata una svolta.
Sui contenuti video c è carenza anche a livello federale, per non parlare dei club..non capisco se è ritrosia nell esporsi, paura di mostrare contenuti perché se nessuno li vede puoi riproporli all infinito senza sentire la necessità di cambiare o modificare..

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Re: Il diario dell'allenatore

Messaggio da Panoramixxx » 27 giu 2023, 15:47

Una mia fonte di ispirazione è questa:
https://www.rugbytoolbox.co.nz/

Mi capita di spulciarla in pausa pranzo mentre sto pensando ai cicli di allenamenti delle settimane a venire.

Oppure mi confronto con gli altri tecnici del club, o quando capita di incrociarli (a volte invitandoli direttamente) i tecnici regionali

Falco_77
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Re: Il diario dell'allenatore

Messaggio da Falco_77 » 20 lug 2023, 11:20

Una domanda che mi incuriosisce è questa, e magari qualcuno qui è in grado di dare qualche spunto interessante.
Si parla spesso di mancanza di numeri, ma se si presentasse il problema opposto, ovvero tanti numeri, come si può riuscire ad aumentare la qualità senza perdere i ragazzi che giocano meno?
L'esempio è 30-32 ragazzi di media in campo ad allenamento, ma come si sa si gioca in 15+7.
Vuol dire che qualcuno rimarrebbe per forza fuori. Come si possono coinvolgere i ragazzi meno abili senza rischiare di perderli per poco utilizzo?
Inoltre, sembrerebbe facile aumentare la qualità dei giocatori perchè in teoria c'è molta concorrenza per il posto in squadra, ma si tratta di aumentare la qualità dei giocatori nella media aumentando il livello della squadra.
Ogni squadra giovanile però ha il suo "fuoriclasse" perchè già pronto fisicamente rispetto agli altri e magari ha iniziato prima, come posso farlo sviluppare ancora di più mettendolo a servizio dei compagni senza limitarlo?
Si parla di categorie U14-16.
Sono domande che onestamente trovano una difficile risposta, perchè qualsiasi metodo di lavoro si segue si rischia di lasciare indietro qualcuno.
Se la proposta è troppo complicata i meno abili rimangono indietro, giocano ancora meno, e aumenta il rischio di perdere i ragazzi.
Se la proposta è troppo semplice i ragazzi tecnicamente e fisicamente più pronti non migliorano quanto potrebbero.
Quello che cerco è una sorta di via di mezzo, sapendo che nella gestione di un gruppo di ragazzi così giovani ci sono una miriade di altri fattori, tipo scuola, morose, genitori e altro che decido volutamente di ignorare in questo post.
Se avete qualche idea o spunto di riflessione sarei felice di leggerlo, grazie per l'attenzione e scusate se mi sono dilungato

speartakle
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Re: Il diario dell'allenatore

Messaggio da speartakle » 20 lug 2023, 12:11

Falco_77 ha scritto:
20 lug 2023, 11:20
Una domanda che mi incuriosisce è questa, e magari qualcuno qui è in grado di dare qualche spunto interessante.
Si parla spesso di mancanza di numeri, ma se si presentasse il problema opposto, ovvero tanti numeri, come si può riuscire ad aumentare la qualità senza perdere i ragazzi che giocano meno?
L'esempio è 30-32 ragazzi di media in campo ad allenamento, ma come si sa si gioca in 15+7.
Vuol dire che qualcuno rimarrebbe per forza fuori. Come si possono coinvolgere i ragazzi meno abili senza rischiare di perderli per poco utilizzo?
Inoltre, sembrerebbe facile aumentare la qualità dei giocatori perchè in teoria c'è molta concorrenza per il posto in squadra, ma si tratta di aumentare la qualità dei giocatori nella media aumentando il livello della squadra.
Ogni squadra giovanile però ha il suo "fuoriclasse" perchè già pronto fisicamente rispetto agli altri e magari ha iniziato prima, come posso farlo sviluppare ancora di più mettendolo a servizio dei compagni senza limitarlo?
Si parla di categorie U14-16.
Sono domande che onestamente trovano una difficile risposta, perchè qualsiasi metodo di lavoro si segue si rischia di lasciare indietro qualcuno.
Se la proposta è troppo complicata i meno abili rimangono indietro, giocano ancora meno, e aumenta il rischio di perdere i ragazzi.
Se la proposta è troppo semplice i ragazzi tecnicamente e fisicamente più pronti non migliorano quanto potrebbero.
Quello che cerco è una sorta di via di mezzo, sapendo che nella gestione di un gruppo di ragazzi così giovani ci sono una miriade di altri fattori, tipo scuola, morose, genitori e altro che decido volutamente di ignorare in questo post.
Se avete qualche idea o spunto di riflessione sarei felice di leggerlo, grazie per l'attenzione e scusate se mi sono dilungato
Non è facile ma io anche con meno numeri adotto il metodo della divisione per gruppi di competenza, in base al lavoro tecnico che voglio proporre. Ai giocatori più competenti propongo lo stesso tema con una stessa partenza ma una evoluzione più spinta. Al gruppo meno evoluto/competente mi concentro sulla base, in modo che ogni giocatore sia maggiormente esposto a più ripetizioni, con lui come protagonista e si confronti con giocatori più o meno con le stesse doti. Idem per quei giocatori più forti che si ritrovano a sfidare quasi sempre giocatori più o meno competenti e non dei principianti.
Se hai tanti giocatori di solito si fanno circa 3 livelli.

Per la questione del gioco/partita consiglio allenamenti congiunti con altre società, se sono così tanti riuscite a fare 4 squadre magari non tutte da 15 giocatori. ma almeno dai un tempo similare alla partita a tutti e aggiunge l'opportunità di lavorare bene il gioco generale.

Ovviamente non sono facili da fare e da gestire, deve essere comunicato molto bene il perchè di questa metodologia di lavoro e i motivi per i quali uno viene considerato evoluto o meno per quell'esercizio o meno.

Mr Ian
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Re: Il diario dell'allenatore

Messaggio da Mr Ian » 20 lug 2023, 21:45

Oltre a quanto ben detto da Spear, un altro aspetto fondamentale è il numero degli allenatori coinvolti, se già si parla di 25 ragazzi, 3 sarebbe il numero perfetto, così che nei collettivi si possano dividere uno vicino al pallone e gli altri due dietro le linee..
Cmq anche allenare grossi numeri puó diventare un problema..
Quanto alle partite, se magari trovi una società che ha il problema inverso, fare due squadre divise per annate sarebbe un ottima cosa..

Mr Ian
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Re: Il diario dell'allenatore

Messaggio da Mr Ian » 21 lug 2023, 17:31

Cosa ne pensate di un rugby esclusivo tag fino all under 14? Se dovessi attrarre nuovi praticanti, il fatto di offrire un rugby senza contatto, che poi è quello che si pratica nelle scuole, potrebbe invogliare maggiormente ragazzini e genitori a provare la disciplina, magari persone che hanno limitate idee di cosa posa offrire il rugby.
Dal punto di vista didattico, l assenza del contatto e quindi di una forma di costrizione che potrebbe vivere il bambino, non permetterebbe a noi allenatori di provare a sviluppare delle aree dove siamo notoriamente carenti, la comunicazione, la visione e di conseguenza la capacità di scegliere l opzioni migliore.

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Re: Il diario dell'allenatore

Messaggio da Panoramixxx » 21 lug 2023, 17:55

Nei piccoli il contatto non è fondamentale ma non credo che escluderlo totalmente sia una buona cosa. Con i dovuti tempi e modi bisogna conoscere il contatto sia con il terreno che con gli avversari,
Farei, invece, di tutto per fargli fare un'esperienza "diversa" del contatto. Mutuerei alcune delle capacità che Judo può offrire tipo ' come cadere in sicurezza', 'rotola e rialzati', 'gestisci il tuo corpo - e il pallone - nelle fasi di squilibrio' per quanto riguarda il contatto con il terreno e 'come usare l'anca' o 'leve e dintorni' per quanto riguarda il placcaggio

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Re: Il diario dell'allenatore

Messaggio da Mr Ian » 21 lug 2023, 18:27

Panoramixxx ha scritto:
21 lug 2023, 17:55
Nei piccoli il contatto non è fondamentale ma non credo che escluderlo totalmente sia una buona cosa. Con i dovuti tempi e modi bisogna conoscere il contatto sia con il terreno che con gli avversari,
Farei, invece, di tutto per fargli fare un'esperienza "diversa" del contatto. Mutuerei alcune delle capacità che Judo può offrire tipo ' come cadere in sicurezza', 'rotola e rialzati', 'gestisci il tuo corpo - e il pallone - nelle fasi di squilibrio' per quanto riguarda il contatto con il terreno e 'come usare l'anca' o 'leve e dintorni' per quanto riguarda il placcaggio
Sono contento di questo tuo intervento, mi rassicura su quali possano essere gli sviluppi per introdurre la fisicità.
Nel metodo di allenamento che propongo, c è anche la figura di un allenatore di rugby che è anche un maestro di judo.. è alle prime armi come allenatore di rugby, ma spesso lavoriamo insieme e lo stimolo a proporre allenamenti specifici di judo, dove poi mettere insieme elementi di rugby, per arrivare ad un evoluzione di lavoro negli adulti stile questo video.. https://fb.watch/lWqIpqfKDx/
Questi lavori per me sono una figata, sono contento che alle Zebre lo stiano facendo, ho altri esempi di allenatori che vengono dal mma prestati al rugby.
A Biella c era o c è un giovane allenatore inglese, Frase Murray che proponeva lavori simili, chissà non sia arrivato anche a Parma tramite Birchall

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