Didattica e Rugby

Sezione dedicata a discussioni sulle problematiche legate all'allenamento ed alla didattica del rugby.

Moderatore: Emy77

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andrea12
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Didattica e Rugby

Messaggio da andrea12 » 16 ott 2010, 10:08

I corsi di aggiornamento della FIR, piuttosto che Comitati Regionali ci sono; io quando posso ci vado e credo che sempre si possa imparare qualcosa. Generalmente sono di tipo "tecnico"; ma sulla didattica e sulle metodologie, oltre che sulla filosofia della pedagogia applicata, non necessariamente e soltanto alle U.12 o 10, non ne ho trovati.
Qualcuno sa aiutarmi?
Grazie

zorrykid
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Re: Didattica e Rugby

Messaggio da zorrykid » 21 ott 2010, 15:11

andrea12 ha scritto:I corsi di aggiornamento della FIR, piuttosto che Comitati Regionali ci sono; io quando posso ci vado e credo che sempre si possa imparare qualcosa. Generalmente sono di tipo "tecnico"; ma sulla didattica e sulle metodologie, oltre che sulla filosofia della pedagogia applicata, non necessariamente e soltanto alle U.12 o 10, non ne ho trovati.
Qualcuno sa aiutarmi?
Grazie
Se cerchi qualcosa sul come e cosa dire piuttosto del come e cosa fare, difficilmente lo trovi su libri specifici sul rugby... 8-) Trovo, per allenare il rugby, interessanti libri che parlano di cose ben diverse, ma servono moltissimo in campo... Ad esempio pubblicazioni sul linguaggio, per usare le parole. Puoi dire non passare il pallone in avanti, ma molto meglio: passa la palla all'indietro. Stessa cosa ma togli pensieri negativi... Su uno di criminologia ho trovato la teoria del vetro rotto. Se in un palazzo vedi un vetro rotto e non lo cambi subito, capiterà che il giorno dopo spaccheranno altri vetri e con ogni probabilità qualcuno darà fuoco all'edificio... Per cui quando alleno cerco di risolvere subito problemi e comportamenti non corretti, per evitare, lasciandoli la, di averne poi di più grandi... Magari non ti ho aiutato molto, ma trovo più interessante stare con gli occhi aperti, guardare, ascoltare per trovare qualcosa che ti può servire, piuttosto che trovare il manuale: come allenare in 15 lezioni e perdere 20 chili.... :wink:
Immagine Vado bene per Rialto?

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andrea12
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Re: Didattica e Rugby

Messaggio da andrea12 » 22 ott 2010, 15:10

Grazie Zorrykid,
sono perfettamente d'accordo te, ma io chiedevo se esiste qualcosa sulla didattica; cioè sui presupposti educativi e formativi che poi diventano esecutività sul campo e metodo di formazione/voluzione del rugby, soprattutto a livello giovanile.
Gli anglosassoni credono molto nello sviluppo delle skill, i francesi su una lettura globale e poi settoriale, ma anche proposta, delle situazioni.
Sono due metodologie abbastanza contrapposte, che ho visto, invece, molto vicine in Galles. In Italia so bene che la didattica, negli ultimi anni, si è avvicinata molto a quella francese e volevo capire se al di là di parecchia editoria federale (alcuna molto buona), ci fosse anche altro. Grazie

lele68
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Re: Didattica e Rugby

Messaggio da lele68 » 23 ott 2010, 23:52

Credo che un ottimo libro da segnalarti sull'argomento che ti interessa sia: Il maestro di sport. Vademecum per allenatori dei bambini e dei ragazzi.

E' un libro che ho trovato pieno di spunti pratici, proprio sugli argomenti che mi sembra ti interessano.

Una sezione che ho trovato illuminante e come dicevo molto pratica, almeno per me, è relativa all'autovalutazione della capacità comunicativa dell'allenatore.

Ne riporto di seguito le domande (spero che non mi lincino per lesione al copyright!):
I tuoi messaggi contengono sempre informazioni credibili
Chiami i tuoi ragazzi per nome
I tuoi messaggi sono semplici e diretti
Agli atleti parli di un argomento per volta
Usi un linguaggio comprensibile a tutti
Usi incoraggiare i tuoi ragazzi
Le tue correzioni contengoo informazioni complete
Sei onesto e leale
Parli con voce sufficientemente alta
Dai dimostrazione pratica degli esercizi
Cerchi di stimolare delle discussioni con i ragazzi
Usi uno stile di conduzioe appropriato alle varie situazioni
Il tuo linguaggio verbale è in sintonia con quello verbale
Ascolti i ragazzi
Mostri interesse per quello che ti dicono
Sorridi loro
Mantieni una buona igiene personale e negli abiti
Utilizzi un linguaggio scurrile e verbale
Usi insultare i ragazzi
Stimoli la risoluzione dei problemi da parte dei ragazzi
Per vincere accetti comportamenti scorretti
Sei imparziale nella valutazione dei ragazzi
Insegnando ti rivolgi a tutti anche ai meno bravi
Tieni considerazione i comportamenti di tutti i ragazzi
Usi dare una autovalutazione dei tuoi comportamenti


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andrea12
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Re: Didattica e Rugby

Messaggio da andrea12 » 26 ott 2010, 9:36

Nell'apprezzamento per gli interventi ma anche nella condivisione di parecchi spunti di riflessione, credo di non essere stato capito.
Quando parlo di didattica non posso pensare che sia sufficiente la comprensione di un presupposto (questo, evidentemente me lo studio prima). La didattica è proprio la chiave di comprensione di un sistema che sta dietro al rugby, ma che è talmente importante da determinarne l'efficacia (anche educativa).
La didattica del rugby è qualcosa che, nella considerazione del gruppo e dei singoli, individua strategie e metodologia efficaci. Degli esercizi e delle forme di ludicità che posso trovare sui libri, è ormai cosa risaputa universalmente, me ne faccio poco perchè poi mi gioco l'intervento (la lezione o l'allenamento) con ciò che sono in grado di trasmettere, con l'energia che mettiamo e con la comprensione (anche empatica) che suscitiamo nella squadra.
Sappiamo bene quale è la didattica degli anglosassoni, anche quella dei francesi, e poi quella di australiani e sudafricani........ma la didattica italiana è ancora qualcosa di soltanto esplicitato nei Corsi, nelle conferenze e nei momenti di dibattito........poi ognuno, sul campo, (generalmente, non sempre, per fortuna) ritorna a fare quello che gli hanno insegnanto 10 o 20 anni fa. E questo non è certamente il modo per portare il rugby italiano nel terzo millennio. Non essendoci professionismo, io credo che rimarremo così ancora per parecchio, e quindi fuori dall'evoluzione del gioco internazionale

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andrea12
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Re: Didattica e Rugby

Messaggio da andrea12 » 31 ott 2010, 14:37

Farò un esempio che forse chiarirà meglio la mia posizione ( e che permetterà a molti dei miei colleghi allenatori di mettermi alla berlina; già qualcuno non mi saluta più): oggi ho visto una partita U.18 e una delle due squadre, quella che ha perso, pur avendo mantenuto un rapporto di sostanziale equlibrio nel primo tempo, è decisamente affondata nel secondo. La squadra che ha vinto non ha espresso molto, se non una maggiore aggressività sui P.I.; ma sotto l'aspetto tecnico diciamo che non ha certo brillato per iniziativa o bellezza del gioco. Chi ha perso ha dimostrato di aver imparato tante belle strutture ma di aver perso tutto in idee e comprensione del gioco. Per molti di quei ragazzi (questa domenica perdenti) rischia di profilarsi una stagione senza alcuna possibilità di evoluzione, di sperimentazione collettiva di nuove giocate e di vero divertimento.
Ecco, io credo che questa sia la tomba del rugby giovanile italiano, il capolinea di evoluzioni che dall'U.18 dovrebbero già fare intravedere il gioco da seniores. Tutto quanto è stato fatto, negli anni, con questi ragazzi è già andato perso in 2 mesi e, poichè sono costretto, vedremo quando il rugby pret a porter comincerà a dare i risultati sperati dallo staff.
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lele68
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Re: Didattica e Rugby

Messaggio da lele68 » 31 ott 2010, 21:49

andrea12 ha scritto:I corsi di aggiornamento della FIR, piuttosto che Comitati Regionali ci sono; io quando posso ci vado e credo che sempre si possa imparare qualcosa. Generalmente sono di tipo "tecnico"; ma sulla didattica e sulle metodologie, oltre che sulla filosofia della pedagogia applicata, non necessariamente e soltanto alle U.12 o 10, non ne ho trovati.
Qualcuno sa aiutarmi?
Grazie
Proviamo a ripartire dall'inizio? A me, il tuo spunto interessa in particolar modo.

Come te la cavi con l'inglese? Io ho trovato molto interessante questa risorsa liberamente scaricabile dal sito federugby.

http://www.federugby.it/index.php?optio ... Itemid=258

la cui decrizione breve nel sito riporta:
Un testo in inglese molto interessante sulla formazione "mentale" del giocatore nei suoi momenti decisionali. Come un allenatore può affrontare il problema dell'"empowerment" (ossia il potere decisionale dei propri giocatori).

A partire da tale libro, più che dal corso di I livello fatto l'anno scorso, mi sono rimesso in gioco proprio sugli argomenti che tu citi (...non ritornare ad allenare come 20 anni fa...). Ti posso assicurare che non è assolutamente facile.

Che ne pensi?
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Re: Didattica e Rugby

Messaggio da andrea12 » 1 nov 2010, 8:50

Grazie lele per aver riportato al centro la questione.
Effettivamente di Wayne Smith credo che si possa dire tutto ma non che da qualche tempo abbia svecchiato un intero sistema, peraltro molto più conservatore e tradizionalista del nostro. Questo non l'ho ancora letto però ti posso dire che il Tipo, anzi i tipi li ho sentiti e visti in action in USA dove, i Club concordano, durante il periodo estivo, la loro accoglienza e condividono momenti didattici ed operativi sia sul campo che a lezione. leggerò, credo oggi, con vivo interesse quello che proponi ma il problema è un altro: una Federazione come la nostra deve pubblicare la letteratura internazionale perchè di suo non ha niente.................e questo non lascia molti spazi al pensiero e neppure momenti di dibattito (non c'è carne al fuoco).
Questa estate, fino a fine settembre, mio figlio è stato in Galles a giocare ed allenarsi con una squadra gallese e ho potuto confrontarmi con i Coach: tutti ex giocatori nazionali, quindi con un trascorso di almeno 15-20 anni alle spalle, loro, sono perfettamente consci che è possibile pensare ad altro rugby anche con numeri ridottissimi (il numero di tesserati percentuale è molto elevato ma quello totale per uno Stato grande quanto la Lombardia, non indica un numero pauroso di praticanti). In Galles, ormai da anni si cerca di mantenere tutto il buono del vecchio rugby e si pensa al futuro in due direzioni: velocità di base paurosa e motricità naturale molto elaborata. A dirla così credo sembri una grossissima banalità (guarda che lo fanno molto anche NZ, Francesi e qualche Club Australiano. Per viene diverse e con altra impostazione anche i Sudfricani).
Sulla didattica, però ci sono parecchi dubbi perchè il sistema inglese lo puoi applicare ad un sistema educativo chiuso (elitario per definizione); mentre il sistema francese ha un'utenza molto più simile alla nostra (sulla motricità di base non proprio, anzi direi che noi partiamo decisamente dietro...........molto dietro).
Ora; la didattica italiana, quella che Ascione ha presentato agli Inglesi l'anno scorso mi sta molto bene e ricalca pienamente e quasi in tutto anche la mia didattica di insegnante (di educazione fisica). Però, quello che dico io, è che la sua didattica rimane sua (di Ascione) perchè nessuno la vuole, o la sa, mettere in pratica: Infatti richiede una competenza allargata di tipo psico-pedagogico, poi delle esperienze estese nel tempo, ma anche l'occhio di chi ha fatto anche altre esperienze (non solo rugby). Insomma, una didattica molto francese che oltralpe applicano e dà ottimi risultati e che qui rimane sulla carta perchè snobbata dai soloni, veri Guru di un rugby che fu (che poi cosa abbiano fatto non si sa e neppure che l'Italia di venti anni fa fosse ai primi posti del ranking mondiale, e tantomeno a livello giovanile).
Va anche esteso, poi, il concetto di didattica alle realtà sociali (leggi Club) in cui dovrebbe venire applicata: noi non abbiamo allenatori/educatori e il Club fagocita i migliori con le prime squadre. Prima o poi andrò in veneto, a cercare un paio di allenatori per confrontarmi con loro e per imparare da chi ne sa davvero di più. Grazie per il suggerimento. Buon rugby

lele68
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Re: Didattica e Rugby

Messaggio da lele68 » 1 nov 2010, 21:16

andrea12 ha scritto:...Ora; la didattica italiana, quella che Ascione ha presentato agli Inglesi l'anno scorso mi sta molto bene e ricalca pienamente e quasi in tutto anche la mia didattica di insegnante (di educazione fisica). Però, quello che dico io, è che la sua didattica rimane sua (di Ascione) perchè nessuno la vuole, o la sa, mettere in pratica: Infatti richiede una competenza allargata di tipo psico-pedagogico, poi delle esperienze estese nel tempo, ma anche l'occhio di chi ha fatto anche altre esperienze (non solo rugby). Insomma, una didattica molto francese che oltralpe applicano e dà ottimi risultati e che qui rimane sulla carta perchè snobbata dai soloni, veri Guru di un rugby che fu (che poi cosa abbiano fatto non si sa e neppure che l'Italia di venti anni fa fosse ai primi posti del ranking mondiale, e tantomeno a livello giovanile).
Va anche esteso, poi, il concetto di didattica alle realtà sociali (leggi Club) in cui dovrebbe venire applicata: noi non abbiamo allenatori/educatori e il Club fagocita i migliori con le prime squadre. Prima o poi andrò in veneto, a cercare un paio di allenatori per confrontarmi con loro e per imparare da chi ne sa davvero di più. Grazie per il suggerimento. Buon rugby...
Il rugby siamo tutti noi ed in particolare tutte le persone che dedicano il loro tempo libero a cercare di coinvolgere i ragazzi nel nostro sport.

Io sono convinto che una idea è un'idea, inventata da me o da altri non importa. Il fattore importante è non arenarsi sull'idea che hai appena scoperto/utilizzato. Siamo in continua evoluzione e pertanto la cosa importante per crescere, e per continuare a farlo, è trovare spunti/risorse da condividere. Se riusciamo a trovare momenti per la convivisione di idee (nello spirito che ritrovo in questo contributo di Kirwan che condivido pienamente) innanzitutto non perdiamo tempo ad inventare l'acqua calda e possiamo dedicare del tempo nel trovare il modo di evolvere le risorse che già abbiamo (ripeto: da qualsiasi parte provengano, non importa se francese, inglese, o quant'altro. Anche Wayne Smith lo ammette nel libro che citavo nel precedente intervento. Ha copiato qui in Italia un modo di allenare e poi ha continuato ad evolverlo).

Noi siamo l'Italia delle tante piccole realtà differenti, con una risorsa di varietà notevole. Mettiamole a fattor comune! Già avere una comunità di riferimento come in questo Forum è una risorsa. Continuiamo così.

Ma per andare sul pratico, io non so che attività di comunicazione ci sia stata, ma trovo veramente lodevole l'iniziativa di Rugby Di Marca. Tu ne sai qualcosa? Io l'ho scoperta per caso... E' l'unica iniziativa che conosco in Italia di condividere qualcosa sugli allenamenti del rugby (a parte la Federazione). Sembra un sito partito a razzo che è fermo però dall'inizio dell'anno.

Lo so, sto mettendo troppa carne al fuoco: ma mi piacerebbe avere il tuo parere sullo spirito del TGFU (Teaching Game For Understanding). Io, al momento, ne sono molto affascinato. Potrebbe essere il grimaldello per smuovere i famosi soloni che citi nel tuo precederente post.
La "mia" (tra virgolette perchè me la son fatta mia dal libro che ti ho segnalato)idea è questa: Come si possono far divertire dei ragazzi ed al tempo stesso trasmettergli i principi del rugby? Se troviamo dei giochi veramente efficaci insieme a degli educatori/allenatori che applicano i principi dell'empowerment sin dove potremmo arrivare?

Ho ideato personalmente un variante di gioco semplificato del rugby che permette di far capire la necessità del sostegno di continuità. Lo propongo ogni volta che mi occorre trovando dei buoni riscontri sia da parte dei ragazzi sia dai miei colleghi educatori/allenatori. Mi piacerebbe farmi la scorta di nuovi giochi, uno per ogni occasione/necessità. Ad esempio, mi piacerebbe averne uno per stimolare la velocità di azione dei giocatori e la qualità delle decisioni da intraprendere (stile galles, francia, ecc. ecc. ). Esisterà mai questo gioco semplificato perfetto?

Insomma, sempre e comunque al lavoro!

Buon Rugby

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Re: Didattica e Rugby

Messaggio da pilonefrustato » 16 dic 2010, 15:50

a novembre ho partecipato ad un corso di aggiornamentio nel quale partecipava come relatore Pierre Vilepreux

a termine del corso ci hanno dato un indirizzo di un portale e-mail da dove poter scaricare del materiale tecnico

qualcuno ha l'indirizzo e le modalità di ingresso nel portale

grazie in anticipo

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andrea12
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Re: Didattica e Rugby

Messaggio da andrea12 » 4 gen 2011, 10:41

Premessa
Non ho la presunzione di insegnare la didattica del rugby a nessuno, però, per quello che ho fatto come allenatore a partire dalla U.13 fino alla U.18 elite, ho colto che certi prerequisiti o si attivano dall’U.10 e anche prima, oppure poi diventa sempre troppo tardi.
Sfidare, fare la meta.
Io credo che sia proprio questo il punto e che il prerequisito essenziale e fondamentale, già in U.12 sia il placcaggio. Il placcaggio la considero, insieme al passaggio, la skill determinante. In U.12 non si può chiedere un numero elevato di placcaggi, ma sulla qualità dello stesso bisogna intervenire. Intanto il placcaggio laterale e/o posteriore, direi di evitarli, servono a poco e sono solo l’estrema ratio per un difensore distratto. Insegnamo il placcaggio frontale, dal basso verso l’alto, fatto in avanzamento difensivo. Evitiamo certamente il ribaltamento ma se accade ricordiamo che il placcatore, se accompagna a terra il compagno può eseguirlo. Io non ho mai dato enfasi a questo aspetto e non l’ho mai incentivato: facciamo, però, attenzione, perché piace maledettamente.
Facciamoli placcare con tutte e due le spalle e, al contempo, lasciamo che sia una fase intera di gioco a determinare la fine dell’esercizio per i due giocatori (1vs1).
Il concetto di base è che bisogna sempre tener presente che il rugby è un gioco: gli esercizi, sia individuali che collettivi vanno sempre collocati nell’idea di gioco. Solo nel divertimento possiamo pensare ad un miglioramento ed evoluzione del giocatore .
Evitiamo, per esempio i tempi morti, i tempi di attesa, le spiegazioni troppo prolisse …………. i ragazzini si devono divertire; più si divertono e più possono sperimentare. Se ho programmato un 1vs1 è evidente che non posso aspettare di farlo fare a tutti con una unica fila perché chi l’ha appena fatto è costretto ad aspettare troppo tempo. Allora facciamo più gruppi; diamo ritmo al lavoro, diamo continuità al divertimento, diamo ripetitività, pur nella variazione delle situazioni e facciamo sempre in modo di cambiare le coppie; tutti devono confrontarsi con tutti (sta poi all’educatore saper valutare e decidere se Tizio, che arriva al campo per la prima volta, è opportuno che giochi con Caio che è il più forte del gruppo).
In U.12 va già elaborato (non solo proposto) il concetto di 2vs1 e tutte le variazioni (2vs1+1, ecc) ed evitiamo di spiegare subito come va fatto. Questo è un punto didatticamente fondamentale. Ogni giocatore deve poter sbagliare (e gli va detto) ma la soluzione ottimale va provata, cercata, ricercata e riprovata più volte. Solo quando non si ottiene l’effetto voluto allora si fa vedere, ma evitiamo di spiegare e dare subito la soluzione. Lasciamo che il gioco sia un gioco di ricerca perché così aumentano la concentrazione, l’attenzione e la motivazione a risolvere.
Se non c’è sfida non c’è rugby.
Se sfido devo anche trovare degli angoli adeguati (ed è il giocatore che deve poter scegliere, sempre) devo avere dei sostegni, devo poter valutare le opzioni di gioco ma devo comunque cercare la sfida, cercare gli intervalli e il momento opportuno. In U.13 non ho mai fatto fare del touch, (cosa che per riscaldamento usavo magari in U.18) proprio perché l’idea implicita del touch è l’evitamento. Avremo tempo di riprendere il discorso verso la fine dell’anno, quando bisognerà anche cominciare a dire che spessissimo si passa negli spazi, si fa meno fatica e si creano grandi complicazioni per la difesa (giocare dentro e oltre la difesa è troppo bello), piuttosto che andare a impattare.
Ritmi di lavoro
Facciamo in modo che le fase anaerobiche non siano mai esasperate, però evitiamo il lavoro lungo e protratto, magari a ritmi blandi, che non serve a niente se non a “stufare” i giovani.
Il comparto aerobico, lo possiamo sollecitare partendo da fasi ripetute e brevi. Cerchiamo sempre di ottenere, già a fine riscaldamento e fino alla fine della seduta, gli stessi ritmi, velocità e recuperi, tipici della partita. Eventualmente, raggiunta la velocità più levata possibile (anche più elevata di quella solitamente utilizzata in partita), creiamo dei momenti di recupero attivo ma mai sopra i 40, 50 secondi. Le fasi per piccoli gruppi con la palla in gioco (l’educatore è opportuno che ne tenga sempre un’altra pronta lui) devono avere i seguenti requisiti: far avanzare (sia in attacco che difesa) la L.V., permettere la profondità e la scelta di metrizzazione tra i propri compagni, evitare i grappoli di attaccanti, avviare il concetto di sostegno, fermare il gioco dopo la creazione del P.I.
Nel riscaldamento evitiamo i giri di campo (perché l’allenatore è arrivato tardi e deve preparare il campo) ma piuttosto facciamo esercizi di avviamento motorio, sempre con la palla, magari lavorando sul passaggio, cercando comunque di ridurre le pause ed elevando il ritmo in modo progressivo. Un ragazzino di 30/40 Kg non ha masse muscolari da pilone senior. Facciamo sempre in modo che il riscaldamento si concluda con fasi di gioco in cui l’avversario va bloccato a due mani, dal basso verso l’alto, producendo quindi impatti che ancora non prevedono l’atterramento e il placcaggio vero e proprio. Insegniamo a strappare la palla e spingere, poi strappare, spingere, passare al sostegno che arriva in velocità ……. Facciamo sempre in modo che chi passa la palla al compagno diventi primo sostegno e non disinteressarsi al gioco (sennò insegnamo che ci si diverte solo con la palla in mano; che è vero).
Rugby e Scuola
E’ un binomio che finora ha funzionato poco perché con l’attuale sistema federale non c’è autonomia per le Scuole. Generalmente, quando va bene, si formano degli Enti scolastici che agiscono da fagocitatori di giovani e lasciano pochissima autonomia agli insegnanti (che spessissimo sono pochissimo coinvolti ma, soprattutto, si sentono inutili e aggiogati ad un filosofia che non conoscono del tutto). A questo va aggiunta l’inettitudine di molti Dirigenti e la mancanza di voglia, di molti Docenti, di combattere ancora per una causa giusta
Se ci fosse il coraggio di istruire la docenza avremmo una autonomia vera della Scuola, rispetto al Club, e un bacino d’utenza che comunque, a 18 anni rende i giocatori alle Società (così come succede in tuto il mondo rugbystico emancipato).

Per concludere
Ho cercato di non entrare nel merito delle esercitazioni specifiche ma di rimanere generico e fornire un mio modo di intendere il rugby per i giovani di 11, 14 anni.
Buon rugby

prof. Andrea Cainer

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Re: Didattica e Rugby

Messaggio da pilonefrustato » 4 gen 2011, 12:55

andrea 12

non è il tuo modo di pensare, ma è quello della federazione

il problema è un'altro non tutti mettono in pratica quello che hanno studiato ma si affidano alla loro sia alta o bassa esperienza rugbystica e combinano poco, perchè o vanno oltre o fanno poco

allenatore ci si nasce (devi avere il fuoco dentro che cresce con esperinza e studio)e non si diventa solo grazie ad un brevetto dato

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Re: Didattica e Rugby

Messaggio da andrea12 » 4 gen 2011, 13:57

Puoi pensarla come vuoi e non mi devo vergognare di pensarla come la federazione ( questa è effettivamente ANCHE, la linea didattica ATTUALE della FIR,ma solo negli ultimissimi anni) anche se poi le mie esperienze sono mutuate da un contatto abbastanza diretto con FFR e da un rapporto abbastanza costante con un Club gallese.
Sul fatto che allenatori si nasca............beh, per certi versi sono d'accordo; tant'è che non mi interessa neppure di andare avanti con i brevetti FIR e continuo a studiare, ad ascoltare e vado a vedere, cosa si fa davvero sui campi. Ho conosciuto ottimi allenatori di 3 e 4 livello ma ad alcuni di loro non darei in mano nemmeno una delle mie capre. Ho conosciuto alcuni allenatori di primo livello che per intuizione e studio sono superiori a molti; ma questo non significa niente.
Io ho voluto solo esprimere, in pillole, quello che personalmente (non chiedo il permesso nè alla FIR nè ad altri e rispondo in proprio, oltre che firmarmi) credo. Poi è tutto opinabile

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Re: Didattica e Rugby

Messaggio da pilonefrustato » 7 gen 2011, 10:22

andrea12 ha scritto:Puoi pensarla come vuoi e non mi devo vergognare di pensarla come la federazione ( questa è effettivamente ANCHE, la linea didattica ATTUALE della FIR,ma solo negli ultimissimi anni) anche se poi le mie esperienze sono mutuate da un contatto abbastanza diretto con FFR e da un rapporto abbastanza costante con un Club gallese.
Sul fatto che allenatori si nasca............beh, per certi versi sono d'accordo; tant'è che non mi interessa neppure di andare avanti con i brevetti FIR e continuo a studiare, ad ascoltare e vado a vedere, cosa si fa davvero sui campi. Ho conosciuto ottimi allenatori di 3 e 4 livello ma ad alcuni di loro non darei in mano nemmeno una delle mie capre. Ho conosciuto alcuni allenatori di primo livello che per intuizione e studio sono superiori a molti; ma questo non significa niente.
Io ho voluto solo esprimere, in pillole, quello che personalmente (non chiedo il permesso nè alla FIR nè ad altri e rispondo in proprio, oltre che firmarmi) credo. Poi è tutto opinabile
non ho detto che ti devi vergognare
anzi sei apprezzabile
anche io la penso come te

il problema e che non tutti la pensano come noi

purtroppo di pastori invece che di allanatori ancora ce ne sono troppi
bisogna scrollarsi la superbia e lavorare lavorare e studiare cercano di dare il massimo anche e soprattutto da allenatori per plasmare veri atleti e non solo rugbysti

oltre a questo voglio aggiungere che molte società non sono pronte a tutto questo, vuoi per mancanza di risorse umane, vuoi per mancanza di struttura tecnica, per mancanza di fondi o soprattutto per mancanza di voglia (brutta brutta cosa) e vivono nella loro oasi solo per esistere non per vivere e crescere

l'anno passato ho partecipato ad un corso allenatori specifico per il settorre giovanile organizzato dal comitato regionale della durata di un anno(una volta la settimana circa) si lavorava a diretto contatto con le accademie regionali e zonali, partecipando alle sedute di allenamento, un gran bel corso molto dettagliato e poi ????

un corso di aggiornamento annuale è un po' poco per chi allena i ragazzi
e in + questi allenatori dovrebbero essere visionati sui campi di allenamento e aiutati il + possibile
voglio aiuto per crescere con il rugby e aiutare il rugby a crescere

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Re: Didattica e Rugby

Messaggio da andrea12 » 29 mag 2011, 10:15

Per i Club di eccellenza, quelli che hanno un budget che generalmente coinvolge qualche milione di euro, io credo si possa applicare anche una ulteriore obbligatorietà: quella di formare delle franchigie giovanili (magari per macroaree) e obbligare queste franchigie ad almeno 15 partite internazionali/anno (pena esclusione eccellenza o impossibilità regolamentare ad entrarvi), dall'U.16 compreso, in su (U.16, U.17 e U.18/19 o youth).
In questo modo a moltissimi giovani verrebbe offerta una occasione di esperienze notevole, sia sotto il profilo della comprensione del gioco, delle necessità sportive in generale, ma anche di competenza, che di tipo tecnico/relazionale per i coach. Ovviamente con team designati, perchè no, da IRB, per un campionato tipo Magners ma di anno in anno variabile: per esempio: quest'anno l'Italia con la Francia e l'Inghilterra con l'Irlanda e Galles-Scozia. Il prossimo anno l'Italia con Scozia, piuttosto che con Irlanda, e così via,
In 4 anni, un ragazzo di 16 anni arriva in youth con una competnza internazionale di tutto prestigio......e i suoi allenatori anche
Buon rugby

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