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Re: Il diario dell'allenatore

Inviato: 24 lug 2023, 10:04
da crouchbindset
Mr Ian ha scritto:
21 lug 2023, 17:31
Cosa ne pensate di un rugby esclusivo tag fino all under 14? Se dovessi attrarre nuovi praticanti, il fatto di offrire un rugby senza contatto, che poi è quello che si pratica nelle scuole, potrebbe invogliare maggiormente ragazzini e genitori a provare la disciplina, magari persone che hanno limitate idee di cosa posa offrire il rugby.
Dal punto di vista didattico, l assenza del contatto e quindi di una forma di costrizione che potrebbe vivere il bambino, non permetterebbe a noi allenatori di provare a sviluppare delle aree dove siamo notoriamente carenti, la comunicazione, la visione e di conseguenza la capacità di scegliere l opzioni migliore.
Se parli di come riuscire ad entrare nelle scuole con una proposta sono anni che penso che tag o touch siano perfetti e che presentino l'opportunitá di proporre una versione dello sport che allarmi di meno i genitori, e che soprattutto sia fattibile nelle scuole italiane dove spesso in termini di infrastrutture per lo sport siamo molto carenti. Aggiungo anche che sia tag che touch possono essere fatti in misto, quindi puoi portare la pratica sia ai ragazzi che alle ragazze contestualmente.

In termini di club e quindi chi entra nel rugby club per giocare a rugby penso sia importante lavorare sui fondamentali del placcaggio fin da giovani, mutuando come dite anche voi esperienze anche da altri sport. Diciamo che in un club fino a 14 anni senza contatto non lo farei di sicuro, forse i primissimi anni. Tag e Touch peró come detto sopra sarebbero per me lo strumento migliore per entrare nelle scuole.

Re: Il diario dell'allenatore

Inviato: 24 lug 2023, 10:11
da crouchbindset
speartakle ha scritto:
20 lug 2023, 12:11
Non è facile ma io anche con meno numeri adotto il metodo della divisione per gruppi di competenza, in base al lavoro tecnico che voglio proporre. Ai giocatori più competenti propongo lo stesso tema con una stessa partenza ma una evoluzione più spinta. Al gruppo meno evoluto/competente mi concentro sulla base, in modo che ogni giocatore sia maggiormente esposto a più ripetizioni, con lui come protagonista e si confronti con giocatori più o meno con le stesse doti. Idem per quei giocatori più forti che si ritrovano a sfidare quasi sempre giocatori più o meno competenti e non dei principianti.
Se hai tanti giocatori di solito si fanno circa 3 livelli.

Per la questione del gioco/partita consiglio allenamenti congiunti con altre società, se sono così tanti riuscite a fare 4 squadre magari non tutte da 15 giocatori. ma almeno dai un tempo similare alla partita a tutti e aggiunge l'opportunità di lavorare bene il gioco generale.

Ovviamente non sono facili da fare e da gestire, deve essere comunicato molto bene il perchè di questa metodologia di lavoro e i motivi per i quali uno viene considerato evoluto o meno per quell'esercizio o meno.
Condivido l'apporcio di spear a patto che si abbia il numero di allenatori per poter fare questo tipo di suddivisione.

Re: Il diario dell'allenatore

Inviato: 24 lug 2023, 10:54
da Panoramixxx
crouchbindset ha scritto:
24 lug 2023, 10:04
Mr Ian ha scritto:
21 lug 2023, 17:31
Cosa ne pensate di un rugby esclusivo tag fino all under 14? Se dovessi attrarre nuovi praticanti, il fatto di offrire un rugby senza contatto, che poi è quello che si pratica nelle scuole, potrebbe invogliare maggiormente ragazzini e genitori a provare la disciplina, magari persone che hanno limitate idee di cosa posa offrire il rugby.
Dal punto di vista didattico, l assenza del contatto e quindi di una forma di costrizione che potrebbe vivere il bambino, non permetterebbe a noi allenatori di provare a sviluppare delle aree dove siamo notoriamente carenti, la comunicazione, la visione e di conseguenza la capacità di scegliere l opzioni migliore.
Se parli di come riuscire ad entrare nelle scuole con una proposta sono anni che penso che tag o touch siano perfetti e che presentino l'opportunitá di proporre una versione dello sport che allarmi di meno i genitori, e che soprattutto sia fattibile nelle scuole italiane dove spesso in termini di infrastrutture per lo sport siamo molto carenti. Aggiungo anche che sia tag che touch possono essere fatti in misto, quindi puoi portare la pratica sia ai ragazzi che alle ragazze contestualmente.

In termini di club e quindi chi entra nel rugby club per giocare a rugby penso sia importante lavorare sui fondamentali del placcaggio fin da giovani, mutuando come dite anche voi esperienze anche da altri sport. Diciamo che in un club fino a 14 anni senza contatto non lo farei di sicuro, forse i primissimi anni. Tag e Touch peró come detto sopra sarebbero per me lo strumento migliore per entrare nelle scuole.
Assolutamente d'accordo con Tag e Touch strumenti che possono essere usati per entrare nelle scuole
Utili anche nei club eh, sia off season che on season quando dobbiamo sviluppare sia tecnica di evasione che velocità di lettura e trasmissione palla

Re: Il diario dell'allenatore

Inviato: 24 lug 2023, 11:09
da crouchbindset
Panoramixxx ha scritto:
24 lug 2023, 10:54
Assolutamente d'accordo con Tag e Touch strumenti che possono essere usati per entrare nelle scuole
Utili anche nei club eh, sia off season che on season quando dobbiamo sviluppare sia tecnica di evasione che velocità di lettura e trasmissione palla
Certo, son sempre utili, parlavo piú come era proposta per come l'avevo capita io, fare completamente solo tag senza contatto, forse ho frainteso io il discorso nazionale.

Re: Il diario dell'allenatore

Inviato: 24 lug 2023, 12:02
da Mr Ian
Sicuramente il placcaggio, ma parlerei più di acquisire consapevolezza del corpo a contatto con il terreno o altri corpi, va lavorato bene e specificatamente, su quando introdurlo molto dipende dal gruppo che si allena e quanto sono pronti..
Le indicazioni generali che vengono da fuori cmq considerano sempre di più l esigenza di abbassare le sedute di contatto libero e alla luce della riforma che abbassa la linea del placcaggio, anche su questo il tag può essere fortemente propedeutico. Il gesto tecnico di strappare contemporaneamente le due bandierine cmq simula l atto del cinturare l avversario, iniziando con il tag cmq già porti i ragazzini ad un abitudine nel placare bassi e nell adottare una posizione che favorisce proprio questo..

Re: Il diario dell'allenatore

Inviato: 24 lug 2023, 12:21
da crouchbindset
Scusa Ian ma il tag non per forza finisci per toglielro solo in quella maniera, lo puoi togliere in maniera che noin é minimamente propedeutica al placcaggio.

Diverso il discorso sulle sedute di allenamento con contatto, abbassamento della linea del placcaggio cose che necessiterebbero una discussione separata.
Quando io ho risposto inizialmente avevo forse (fra)inteso il discorso ed avevo capito che si voleva togliere del tutto il contatto fino ai 14 anni, ed ero intervenuto in quel senso. Il discorso é diversissimo se parliamo di integrare tag o touch nel percorso di allenamento che ha anche il contatto. Di nuovo o ho frainteso io inizilamente e mi scuso o stiamo adesso spostando la conversazione su questo.

Re: Il diario dell'allenatore

Inviato: 24 lug 2023, 12:27
da Mr Ian
Però il tag lo posso utilizzare anche per cominciare a lavorare sulla qualità del placcaggio.
Sul discorso del togliere completamente il placcaggio, io in un certo senso sarei anche drastico e fino ai 12 13 anni non farei placcare. Intanto perché è la fascia d età dove maschi e femmine possono ancora giocare assieme e poi perché eviterei ai ragazzi di risolvere una situazione utilizzando prevalentemente la forza fisica..ovvero palla al più grosso e tutti dietro..cercherei più di spingere sulla risoluzione collettiva della situazione e sul principio dell evasione come strumento per battere l avversario.. però questo è un mio punto di vista che sicuramente troverà tanti in disaccordo

Re: Il diario dell'allenatore

Inviato: 24 lug 2023, 13:45
da crouchbindset
Mr Ian ha scritto:
24 lug 2023, 12:27
Però il tag lo posso utilizzare anche per cominciare a lavorare sulla qualità del placcaggio.
Sul discorso del togliere completamente il placcaggio, io in un certo senso sarei anche drastico e fino ai 12 13 anni non farei placcare. Intanto perché è la fascia d età dove maschi e femmine possono ancora giocare assieme e poi perché eviterei ai ragazzi di risolvere una situazione utilizzando prevalentemente la forza fisica..ovvero palla al più grosso e tutti dietro..cercherei più di spingere sulla risoluzione collettiva della situazione e sul principio dell evasione come strumento per battere l avversario.. però questo è un mio punto di vista che sicuramente troverà tanti in disaccordo
Stiamo aprlando di scuola o club?

Scuola: tag o touch ottimi per entrare nel sistema scolastico, ha anche un'ottima flessibilitá nel numero dei partecipanti, permette di giocare misto, permette di lavorare su alcuni aspetti del gioco come tu elenchi: evasione, risoluzione collettiva, lettura degli spazi ecc ecc. Puoi andare avanti tutto il percorso che vuoi per cercare di sfruttare al massimo questi benefici, anche perché a scuoa il rugby a XV o 7S con contatto non riuscirai probabilmente mai a portarlo.

Club: per me uno non esclude l'altro, per me lí includi nei tuoi allenamenti esercizi di tag o touch a seconda delle situazioni, con possibili variazioni sul tema. PEr esempio io in passato ho utilizzato il touch con vari "stadi". Prima touch puro, poi diventava che al touch l'attaccante doveva presentare l'ovale ed difensore una volta che ha toccato l'avversario doveva distendersi a pancia in giú e rialzarsi, poi il difensore ed il compagno dell'attacco piú vicino dovevano "simulare" una ruck nel senso che andavano dove il giocatore toccato era a terra presentare l'ovale ed appoggiarsi l'uno all'altro per simulare la ruck e cosí via. Il tutto per portare piccoli aspetti del rugby ma senza contatto.

Detto questo per me prima inizi ada llenare il placcaggio e meglio é, parlo di tecnica di base, e certo puoi includere allenamenti come quelli del judo che hai giá discusso, ma le basi del placcaggio per me non puoi aspettare troppo per insegnarle.

Se poi discutiamo di usare tag/touch a club per le partite nel weekend puoi anche in questo caso alternare, non pneso che uno escluda l'altra a priori.

Re: Il diario dell'allenatore

Inviato: 24 lug 2023, 15:06
da Mr Ian
Nel nostro contesto scuola e club si fondono assieme..ovviamente nelle scuole non è ammesso contatto, però paradossalmente se dovessimo riproporre la frase facciamo rugby a scuola come fanno all estero, noi dovremmo quasi sempre proporre un rugby privo di contatto.. il che non è detto che debba essere per forza un male. Alla fine staremmo promuovendo la diffusione dell utilizzo della palla ovale..
Per il resto, sugli approcci metodologici, sono d accordo con te

Re: Il diario dell'allenatore

Inviato: 24 lug 2023, 15:10
da speartakle
crouchbindset ha scritto:
24 lug 2023, 10:11
Condivido l'apporcio di spear a patto che si abbia il numero di allenatori per poter fare questo tipo di suddivisione.
si beh quella è la base di partenza, devi minimo avere un rapporto 1a10. Se hai tanti giocatori ma pochi allenatori il tuo ultimo problema è la qualità, hai già un problema in partenza, prima risolvi quello e poi pensi alla qualità.

Re: Il diario dell'allenatore

Inviato: 4 set 2023, 14:52
da Coach8
un paio di info sul placcaggio
https://youtu.be/z9FOQmOAjm8

Re: Il diario dell'allenatore

Inviato: 5 set 2023, 15:48
da Mr Ian
Ne abbiamo parlato anche privatamente con coach8, a me questi video sulla costruIone di un gesto tecnico mi piacciono tanto. Il lavoro sul particolare in un atleta di alto livello.
Per il resto auguro a tutti gli addetti ai lavori un buon inizio stagione. Che la visibilità del mondiale possa essere un buon volano per il reclutamento di nuovi praticanti, specialmente bambini e bambine. Alla fine di tutti i discorsi, i numeri sono la cosa che fa la differenza su tutto.

Re: Il diario dell'allenatore

Inviato: 4 ott 2023, 11:46
da Falco_77
Qual è secondo voi l'approccio giusto da utilizzare quando un ragazzo, con qualità fisiche e tecniche e comprensione del gioco più sviluppata rispetto ai compagni, è distruttivo nei confronti della squadra?
Categoria U18, giocatore alla fase finale di formazione che non accetta l'errore del compagno e che si "lamenta" quando il compagno sbaglia indipendentemente dalla situazione.
A quell'età è molto difficile capire che chi non ha le tue stesse competenze non può ottenere i tuoi stessi risultati, e quindi certi errori risultano agli occhi di un ragazzo che spicca per qualità rispetto ai compagni, incomprensibili.
Stiamo parlando tra l'altro di un ragazzo che quando sbaglia, se ne rende conto ma tende a sminuire l'accaduto cercando "attenuanti". Per i compagni rimane un riferimento perchè è uno dei giocatori che in campo fa la differenza.
Tuttavia credo che nell'economia di una squadra, di qualsiasi sport, se il più bravo quando sbagli ti aiuta diventa leader, se il più bravo quando sbagli ti mortifica diventa solo uno "s*****o" passatemi il termine.
Soluzioni già provate:
- Prenderlo in disparte, spiegare perchè quell'atteggiamento non è efficace e soprattutto non è utile.
- "Punirlo" con lavoro atletico (allungo fino ai pali / giro di campo) durante lo spazio riservato al gioco quando dice parole ai compagni. (Stessa punizione per chi protesta contro l'arbitro/allenatore durante la partitella)
- Comunicare di fronte a tutti, senza fare esempi singoli che atteggiamenti distruttivi non possono essere tollerati, e che siamo tutti in campo per crescere.

Altre idee/soluzioni?

Re: Il diario dell'allenatore

Inviato: 4 ott 2023, 12:00
da quaros
Hai la possibilità di farlo sentire "scarso", di portarlo coi piedi per terra?
Noi ne avevamo uno così che si credeva un fenomeno ed era convinto di essere frenato in under dai compagni più scarsi, è stato sufficiente portarlo in senior a prendere "sberle" per due partite di fila in compagnia di uno "scarso", lo scarso si è pure comportato meglio.

Re: Il diario dell'allenatore

Inviato: 4 ott 2023, 16:46
da Falco_77
quaros ha scritto:
4 ott 2023, 12:00
Hai la possibilità di farlo sentire "scarso", di portarlo coi piedi per terra?
Noi ne avevamo uno così che si credeva un fenomeno ed era convinto di essere frenato in under dai compagni più scarsi, è stato sufficiente portarlo in senior a prendere "sberle" per due partite di fila in compagnia di uno "scarso", lo scarso si è pure comportato meglio.
Diciamo che questa possibilità non c'è.
Mi piacerebbe che il ragazzo riuscisse a mettere a servizio della squadra le qualità che ha, capendo che se cresce la squadra di conseguenza cresce anche lui, e che per i compagni è più stimolante avere un giocatore "forte" che lo aiuta piuttosto che un giocatore "forte" che lo mette in soggezione.