Politica italiana e internazionale da bar
Re: Politica italiana e internazionale da bar
James Hawes "La più breve storia della Germania che sia mai stata scritta" krukki sono geneticamente nazisti
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Re: Politica italiana e internazionale da bar
Per me sono innanzitutto ingegneri. Con tutti i limiti. Ma una serie di bulloni non normati come i 5S non c'é bisogno di provarli per buttarli nel cesso. Invece voi ve li avvitate alla minchia come bambini che per la prima volta trovano un giocattolo in cantina. Attenti che poi non si sfilano piú...
"Dobbiamo ballare, fioi!!" John Kirwan 21/03/22 sky.co.nz
- time vortex
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Re: Politica italiana e internazionale da bar
E' una bella gara a chi ha i sovranisti più scemi...
Nasciamo nudi, sporchi e affamati. Poi le cose peggiorano.
- jpr williams
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Re: Politica italiana e internazionale da bar
A me, invece, a forza di lavorare con stranieri pur vivendo in Italia è venuto il complesso opposto.Consulente ha scritto: ↑4 dic 2019, 13:30Scusa, mia debolezza, ma dopo aver vissuto all'estero Ed aver lavorato con gente di tutto il modo, sai, mi e' venuto un complesso di superiorita'...
Quando parlo con loro li vedo sempre molto frastornati dalle nostre stranezze. E dalle nostre nefandezze. E poi, essendo persone educate, minimizzano e non me lo fanno pesare.
Viviamo l'era del rugby itagliano che inizia a Treviso e finisce a Mogliano.
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)
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Re: Politica italiana e internazionale da bar
Non c'é gara. Come non c'é gara tra Maas (il piú scarso ministro degli esteri della storia tedesca anche futura) e DiMail, come non c'é gara tra noi e il SAF, come non c'é gara tra Renzi e gli altri. Come non c'é gara chi si rallegra con questi meme da coioni! Basta con questi memee!!!!!!!!!! Ma li fate voi? Come si puó pubblicare a 40 anni suonati queste scemenze e sperare pure di fare ridere???
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Re: Politica italiana e internazionale da bar
Non é vero, non capiscono proprio. Come non capisco io. Ma finché la barca andava, al limite si glissava. Ma da una decina d'anni siete impazziti. In ogni settore, culturale, sportivo, economico, politico. I giovani U30 letteralmente spariti! E l'ultima cigliegina: votare per i clown e i texxoni al governo. Vi siete finiti il cervello, non so perché, cerco di capirlojpr williams ha scritto: ↑4 dic 2019, 17:09A me, invece, a forza di lavorare con stranieri pur vivendo in Italia è venuto il complesso opposto.Consulente ha scritto: ↑4 dic 2019, 13:30Scusa, mia debolezza, ma dopo aver vissuto all'estero Ed aver lavorato con gente di tutto il modo, sai, mi e' venuto un complesso di superiorita'...
Quando parlo con loro li vedo sempre molto frastornati dalle nostre stranezze. E dalle nostre nefandezze. E poi, essendo persone educate, minimizzano e non me lo fanno pesare.
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Re: Politica italiana e internazionale da bar
Ma guarda che anche tu condividi lo stesso passaporto mio, eh.
Non hai neanche un cognome crucco!
Davvero non ti sei mai accorto di essere italiano?
Non ti puoi tirare fuori da questo casino!
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Re: Politica italiana e internazionale da bar
Ma che, ma davvero?
E non è neanche un meme! E' proprio vero!
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Re: Politica italiana e internazionale da bar
Puó essere che una parte della colpa sia anche di altri (EU ecc...). Peró in fondo é come tra fratelli, quello meno bravo resta un pó indietro, e quando non c'é piú la mammina che lo coccola, magari si incattivisce sentendosi trattato male (Salvini).zappatalpa ha scritto: ↑4 dic 2019, 17:22Vi siete finiti il cervello, non so perché, cerco di capirlo
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Re: Politica italiana e internazionale da bar
Un dramma che mi fa temere per i figliuoli. Proprio per questo insisto: se ce ne fossero di piú, mini-talpe intendo, qualche istinto sano dovrebbe riaffiorare. sperojpr williams ha scritto: ↑4 dic 2019, 17:26Ma guarda che anche tu condividi lo stesso passaporto mio, eh.
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Re: Politica italiana e internazionale da bar
Stavolta mi tocca darti amaramente ragione. Imparagli il crucco e spera nel passaporto di Kurz.zappatalpa ha scritto: ↑4 dic 2019, 17:37Un dramma che mi fa temere per i figliuoli.jpr williams ha scritto: ↑4 dic 2019, 17:26Ma guarda che anche tu condividi lo stesso passaporto mio, eh.
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Re: Politica italiana e internazionale da bar
Attenzione che la cosa potrebbe assumere un significato diverso, se si considera che Torino è la città di Satana, è la capitale del satanismo, dei riti esotericijpr williams ha scritto: ↑4 dic 2019, 17:30Ma che, ma davvero?
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"Mi hanno detto che sono incompleto perché non ho un figlio. Mi sa che mi prendo un cane"
Zerocalcare
Re: Politica italiana e internazionale da bar
Sono più scemi quelli tedeschi, secondo me.
I nostri fanno la scena, si arrabbiano davanti alle telecamere, ma poi vanno a divertirsi al Papeete
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Re: Politica italiana e internazionale da bar
Un uomo che ho sempre ammirato e non smetterò mai di ringraziare per aver lottato per la mia libertà. Ora lo ringrazierò anche per questa lettera che mi piace leggere come se fosse scritta direttamente a me. E vorrei che tutti quelli che si riconoscono in questi principi la leggessero come se ne fossero i destinatari diretti.
Lettera aperta del Partigiano e Presidente emerito dell'ANPI, Carlo Smuraglia
- Lettera aperta alle “Sardine”.
Care “sardine”, sto seguendo le vostre iniziative, con l'attenzione dovuta a tutto ciò che si “muove” in questa società, troppo statica e troppo spesso legata ad antiche prassi ed abitudini. Non ho nulla da suggerirvi e da proporvi, non solo perché non ne avete bisogno, ma perché sarebbe sbagliato. Ognuno ha il diritto – dovere di prendere in mano il proprio destino, così come molti di noi hanno fatto con la scelta partigiana nell'ormai lontano autunno del 1943. Gli sbocchi sono sempre incerti ed indefinibili a priori e nessuno ha il diritto di interferire, ferma restando la speranza che ne esca qualcosa di positivo per il complesso della vita politica e sociale italiana, così insoddisfacente per molti di noi (e di voi, credo).
Ho notato, però, un particolare che mi è parso assai interessante: durante la manifestazione svoltasi a Milano si sarebbero letti dal palco, alcuni articoli della Costituzione. Non so quali, perché ero a casa per una indisposizione che mi impediva di uscire in una giornata di pioggia. Il fatto, però, mi è sembrato positivo perché rappresenta quello che spero possa essere una premessa dello sviluppo delle iniziative che continueranno a svolgersi in tutta Italia.
Sostengo da tempo, come disse molto tempo fa Piero Calamandrei, che nei momenti difficili del Paese, il punto di riferimento deve essere la Costituzione. È questa che deve illuminarci, nei periodi più ardui e complessi, come punto di riferimento di ogni azione, perché la Costituzione è di tutti.
Io credo che già la lettura dei primi dieci articoli della Costituzione costituisca da sola un vero e proprio indirizzo per le azioni individuali e collettive. Ma sono anche convinto che l'intero “spirito” della Costituzione debba essere colto come un indirizzo, un “faro” che può guidarci, appunto quando tutto appare difficile e complicato e quando occorre individuare le vie d'uscita da un sistema che non riesce più a soddisfare i bisogni, i desideri, le attese della gente.
Ma c'è ancora una cosa su cui desidero richiamare la vostra attenzione. È pacifico che questa Costituzione si compone di affermazioni di valori, di princìpi e di impegni solenni per garantire l'effettività dei diritti, della uguaglianza e degli stessi valori concentrati soprattutto nella prima parte. Ebbene, la non attuazione di moltissimi di questi impegni è sotto gli occhi di tutti (dal lavoro, all'ambiente, alla tutela del patrimonio artistico, allo sviluppo della cultura, alla realizzazione di una vera “pari dignità sociale” e così via).
La sola attuazione di questi aspetti fondamentali della Costituzione rappresenterebbe un cambiamento sostanziale del sistema politico e sociale, un miglioramento della convivenza civile, uno sviluppo della rilevanza della persona e della sua dignità: insomma, una vera rivoluzione pacifica.
È un profilo importante, che mi permetto di sottoporre alla vostra attenzione, per ogni possibile sviluppo. Se intervengo su questo punto, lo faccio per convinzione personale (del resto, ho pubblicato due anni fa un libro con un titolo significativo: “Con la Costituzione nel cuore”) e per indicare una possibile e forse necessaria via di approfondimento.
Leggete dunque queste parole non come una interferenza, che non mi permetterei mai, ma come una sollecitazione a riflettere su un punto importantissimo della vita nazionale, verso la quale voi stessi avete espresso un segnale inequivocabile di attenzione.
Cari saluti e molti auguri,
Carlo Smuraglia.
Milano, 3 dicembre 2019
Lettera aperta del Partigiano e Presidente emerito dell'ANPI, Carlo Smuraglia
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Care “sardine”, sto seguendo le vostre iniziative, con l'attenzione dovuta a tutto ciò che si “muove” in questa società, troppo statica e troppo spesso legata ad antiche prassi ed abitudini. Non ho nulla da suggerirvi e da proporvi, non solo perché non ne avete bisogno, ma perché sarebbe sbagliato. Ognuno ha il diritto – dovere di prendere in mano il proprio destino, così come molti di noi hanno fatto con la scelta partigiana nell'ormai lontano autunno del 1943. Gli sbocchi sono sempre incerti ed indefinibili a priori e nessuno ha il diritto di interferire, ferma restando la speranza che ne esca qualcosa di positivo per il complesso della vita politica e sociale italiana, così insoddisfacente per molti di noi (e di voi, credo).
Ho notato, però, un particolare che mi è parso assai interessante: durante la manifestazione svoltasi a Milano si sarebbero letti dal palco, alcuni articoli della Costituzione. Non so quali, perché ero a casa per una indisposizione che mi impediva di uscire in una giornata di pioggia. Il fatto, però, mi è sembrato positivo perché rappresenta quello che spero possa essere una premessa dello sviluppo delle iniziative che continueranno a svolgersi in tutta Italia.
Sostengo da tempo, come disse molto tempo fa Piero Calamandrei, che nei momenti difficili del Paese, il punto di riferimento deve essere la Costituzione. È questa che deve illuminarci, nei periodi più ardui e complessi, come punto di riferimento di ogni azione, perché la Costituzione è di tutti.
Io credo che già la lettura dei primi dieci articoli della Costituzione costituisca da sola un vero e proprio indirizzo per le azioni individuali e collettive. Ma sono anche convinto che l'intero “spirito” della Costituzione debba essere colto come un indirizzo, un “faro” che può guidarci, appunto quando tutto appare difficile e complicato e quando occorre individuare le vie d'uscita da un sistema che non riesce più a soddisfare i bisogni, i desideri, le attese della gente.
Ma c'è ancora una cosa su cui desidero richiamare la vostra attenzione. È pacifico che questa Costituzione si compone di affermazioni di valori, di princìpi e di impegni solenni per garantire l'effettività dei diritti, della uguaglianza e degli stessi valori concentrati soprattutto nella prima parte. Ebbene, la non attuazione di moltissimi di questi impegni è sotto gli occhi di tutti (dal lavoro, all'ambiente, alla tutela del patrimonio artistico, allo sviluppo della cultura, alla realizzazione di una vera “pari dignità sociale” e così via).
La sola attuazione di questi aspetti fondamentali della Costituzione rappresenterebbe un cambiamento sostanziale del sistema politico e sociale, un miglioramento della convivenza civile, uno sviluppo della rilevanza della persona e della sua dignità: insomma, una vera rivoluzione pacifica.
È un profilo importante, che mi permetto di sottoporre alla vostra attenzione, per ogni possibile sviluppo. Se intervengo su questo punto, lo faccio per convinzione personale (del resto, ho pubblicato due anni fa un libro con un titolo significativo: “Con la Costituzione nel cuore”) e per indicare una possibile e forse necessaria via di approfondimento.
Leggete dunque queste parole non come una interferenza, che non mi permetterei mai, ma come una sollecitazione a riflettere su un punto importantissimo della vita nazionale, verso la quale voi stessi avete espresso un segnale inequivocabile di attenzione.
Cari saluti e molti auguri,
Carlo Smuraglia.
Milano, 3 dicembre 2019
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Re: Politica italiana e internazionale da bar
Non so te, io di stranezze e nefandezze non ne ho mai fatte e non vedo nessun italiano farne, detto questo, mi fermo e torno al Rugby.jpr williams ha scritto: ↑4 dic 2019, 17:09A me, invece, a forza di lavorare con stranieri pur vivendo in Italia è venuto il complesso opposto.Consulente ha scritto: ↑4 dic 2019, 13:30Scusa, mia debolezza, ma dopo aver vissuto all'estero Ed aver lavorato con gente di tutto il modo, sai, mi e' venuto un complesso di superiorita'...
Quando parlo con loro li vedo sempre molto frastornati dalle nostre stranezze. E dalle nostre nefandezze. E poi, essendo persone educate, minimizzano e non me lo fanno pesare.