1 DEL RUGBY UNO TRA TANTI

La Storia del Rugby, le sue Tradizioni, le Leggende, attraverso documenti, detti, racconti, aforismi.

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bobo67
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1 DEL RUGBY UNO TRA TANTI

Messaggio da bobo67 » 9 mag 2006, 19:26

Posto in questa sezione un racconto di vita, vissuta intensamente all’interno del mondo del Rugby.

Mi piace accostarlo alla storia del rugby perché chi ama questo sport ne ha sicuramente una propria da raccontare ed ogni singolo rugbysta contribuisce a creare le leggende di questa fantastica disciplina che prima di essere agonismo è scuola di vita.

Postare questo "pezzo" vuole essere, oltre che un omaggio a chi l'ha scritto, anche un modo di spronarvi a raccontare le vostre storie che sono sicuramente altrettanto importanti e significative.

Ringrazio “giove” per avermi dato l’opportunità di pubblicare questo racconto inviandomelo e spero, anzi sono sicuro, che il protagonista ed autore, Enzo Sangiovanni, continui a trovare nel Rugby quella grande famiglia che tutti noi condividiamo giorno dopo giorno.

Grazie

Bobo

P.S.: Non spaventatevi non è molto lungo e vale veramente la pena leggerlo..........



1 DEL RUGBY
UNO TRA TANTI


Un racconto “ovale”

Immagine


Di Sangio (al secolo Enzo Sangiovanni)



Vi racconto una storia:

Adamo ed Eva……
No, avviciniamoci nel tempo.

C’era una volta……
No, troppo favolistico.

Era il lontano 1965, l’uomo non aveva ancora lasciato impronte sulla luna. In quel di Crema veniva alla luce…… alt!
Ancora troppo lontano nel tempo.

Allora:
La giornata volgeva al termine ed era una di quelle giornate di settembre avanzato in cui non sai ancora se è l’estate che sta per finire o l’autunno che sta per cominciare.

A quell’epoca frequentavo il liceo ed ero nel pieno di quel marasma di emozioni che si provano a quell’età e alle quali non sai dare né forma né significato.
Così ho cercato una risposta e…

Avevo scovato in un angolo della bacheca a scuola una locandina che propagandava “LEVA GIOVANILE DI RUGBY” e, a piè di pagina, “rivolgersi a Luca Soave”.

Le mie conoscenze di quello sport si limitavano a qualche sporadica visione TV dell’allora cinque nazioni commentate da Rosi, quindi ben poca cosa.

Salii le scale durante la ricreazione e trovai Luca.

- Va bene, non ci sono problemi, porta una tuta e un paio di
scarpe e ci vediamo domani sera al campo. Ciao.

- Tutto qui? Sì, ma il campo? Via S.Antonino? E dov’è??

- Hai presente l’aeroporto civile? Dopo i campi da tennis?

Mica vivo in città che conosco le vie, la piantina di Vicenza che avevo in testa era fatta solo di fermate dell’autobus, Corso Palladio, Piazza Matteotti (quando si brucia a scuola) e, ovviamente, la scuola.

Va bene, mi arrangio.
Parto da Bressanvido in autobus (l’ultimo parte alle 14) con la mia borsa e in tasca una piantina molto approssimativa della città.
Scendo in Piazza Matteotti, la fermata che più mi pareva vicina al posto da raggiungere.

E adesso?
Via a piedi!

Pensavo fosse più vicino, ma avevo tempo.
Tanto tempo.
Ricordo ancora adesso la sensazione che provai seduto su di una panchina di Piazzetta Gioia, dopo aver chiesto per l’ennesima volta la strada ad un passante ed esser stato rassicurato sul fatto che non ero poi molto lontano.

Non potevo immaginare che quel giorno sarei stato contagiato da un virus di potenza inaudita e che sarebbe iniziata un’avventura che continua a distanza di tanti anni con la medesima intensità.

Un’avventura che ha un nome……Rugby!

Giunto al campo con notevole anticipo, vizio che mi è rimasto attaccato per tutti gli anni a seguire, ho atteso che arrivasse qualcuno fuori della recinzione.

La prima persona che ho incontrato è stata un omone alto, coi baffi, dallo sguardo indagatore e che metteva soggezione solo a guardarlo (effettivamente Augusto Fantelli mi fa lo stesso effetto anche ora…).

- Chi sito?

- Enzo Sangiovanni, studio al Quadri, mi ha detto
Luca Soave di venire qua, vorrei provare…


- Cambiati, lo spogliatoio è lì, ci vediamo in campo.

Un po’ spaesato vado a cambiarmi e mi presento in campo.

...correre, correre, correre…

Mai corso tanto prima.


D’accordo, avevo giocato un poco a calcio nelle formazioni giovanili del paese dove vivevo, ma con risultati scarsissimi (non mi piaceva), avevo giocato a tennis e fatto nuoto, ma quanto a correre, correre, correre proprio…

E poi, piccola lezione privata dal titolo “adesso ti insegno a passare la palla” – corso accelerato.
Insegnanti Fantelli/ Priante.

Loro si mettono uno di fronte all’altro e tu corri avanti/indietro passando tra i due, ricevi palla da uno e la passi all’altro.
Tutto molto interessante e divertente!

Conclusione personale a fine allenamento:

“Io non ci vengo più, mica tanto divertente questo Rugby!”
E invece no! Vediamo come va…

E così comincia l’avventura, ogni allenamento sempre meglio, il desiderio di imparare, la competizione con chi già sa e la meravigliosa sensazione di stanco benessere dopo gli allenamenti, dopo le prime botte (e le prime fanno tanto male che te le ricordi per sempre).

Non avendo ancora la patente, mio fratello faceva servizio taxi per portarmi a casa (autobus per tornare alle nove di sera non ce ne sono più), ebbene, dopo pochi giorni mi dice: “Senti, a me non va tanto di venire tre volte la settimana a Vicenza solo per venire a prenderti, mi sono iscritto alla piscina del patronato (Leone XIII) e quindi passo a prenderti, andiamo in piscina e io mi faccio un’oretta di nuoto”.
“Per me va bene”, dico io, mica ho tanta scelta.
Dopo nemmeno una settimana decido di iscrivermi anch’io e quindi, dopo l’allenamento al campo, mi facevo la mia bell’oretta di nuoto.
Il mio fisico vive ancora di rendita da allora.
D’altra parte piuttosto di aspettare ancora….
Aspettavo autobus tutto il giorno ed è forse allora che ho imparato ad aspettare.
Ho imparato a mettere i libri di scuola al posto delle scarpe nella borsa, ad arrivare col bus ed andare in biblioteca a studiare fino all’ora del tram che mi avrebbe portato al campo, ad aspettare mio fratello, ad aspettare che finisse il turno precedente in piscina, ad aspettare...
La mia giornata iniziava alle 6.30 del mattino e finiva alle 23.30, senza cena (troppo stanco) e due litri di acqua zuccherata (il Gatorade è arrivato molto dopo).

Ma c’era il Rugby e mi piaceva!

Il Rugby ti cambia la vita.

Il Rugby non è semplicemente uno sport, è un modo di vivere.
E questa, come tante altre frasi dette e scritte sul Rugby non è retorica o filosofia spicciola, è constatazione di una realtà.

Sbagliato, caso mai, sarebbe il non ammettere a se stessi che appena entri in questo mondo, questo mondo entra in te e, per quanto tu faccia per proteggerti dal contagio, non c’è niente da fare, rugbysta sei e lo sarai per sempre.

Dopo le prime sofferenze, perché non sei capace, perché non hai esperienza, perché non hai mai giocato, arrivano anche le prime soddisfazioni, piccole e personali, estremamente personali.

Soddisfazioni per piccole gestualità durante il gioco che nessuno vede se non tu e, al massimo, il tuo avversario.

Ti placco, e tutti vedono il placcaggio, ci rialziamo e mi dai una pacca sulla spalla come a dire “bel placcaggio” e sei un mio avversario, nessuno lo vede, ma questo gesto ti riempie come un otre di sana autostima.

Ho sempre giocato in mischia.

Allora non esistevano centri da cento chili, a parte qualche rara eccezione che solitamente “stazionava” all’apertura e se sei un poco più grosso degli altri, in squadre come il Vicenza Rugby di allora, finisci in mischia.

La mischia, quando ho iniziato a giocare io, era proprio una mischia di nome e di fatto, che solo il rugby moderno ha finalmente e felicemente rivalutato anche sotto l’aspetto tecnico.

Non dico che allora non esistesse tecnica nel pack, ma predominava la forza bruta e, spesso, alcune azioni che, fuori dal campo, vengono considerate comunemente “rissa”.

Ho iniziato giocando seconda linea con opzione di pilone perché a Vicenza, a quel tempo, c’era penuria di piloni, in una giovanile che era un gran bel gruppo, grazie anche al più “incazzoso” (perché appassionato) degli allenatori.

Devo molto a Fantelli che mi ha insegnato veramente molto dentro e fuori dal campo.

Ho sempre giocato a Vicenza e a questa squadra sono legato.


Sì, c’è stata la parentesi bellissima ed esaltante del Titanus Rugby Thiene, dello scudetto universitario del ’91 vinto col blasonato Cus Padova, da studente, ma Vicenza è e resta la mia squadra.


I ricordi si mescolano, come sempre quando si parla di Rugby, con piccoli e grandi miti che, col passare degli anni, diventano sempre più mitici e che nascono all’ombra di qualche boccale di birra di troppo, quando la lingua, sebbene “impastata”, corre veloce e allora il placcaggio ad un’ala che pesa venti kili bagnata diventa un placcaggio formidabile del tipo “ho fermato Lomu lanciato in meta”, un drop da sotto i pali, durante il terzo tempo, è già arrivato a centrocampo e, a seconda dell’autore e dell’importanza dei tre punti conseguiti (nondimeno dalla quantità di birre bevute), verso sera arriva a sfiorare i ventidue metri in difesa……

Non sono balle, nessun rugbysta le considera tali, le misura, le ridimensiona in silenzio dentro di sé e le accetta.

Chiamiamole infarciture?


Dicevo che ho sempre giocato in mischia e davanti, anche se il mio ruolo preferito resta la terza centro, ruolo che ho ricoperto per qualche tempo.


Alla fine sono diventato un pilone.


E me ne vanto!


Apro una piccola parentesi spezzando una lancia a favore di coloro che giocano in questo ruolo.

Spesso presi in giro perché, se sei pilone, sei grosso ed è considerato grosso anche il tuo cervello, nel senso di poco fino.

Ebbene, non sempre è così!

Occorre molta umiltà e capacità di soffrire in silenzio per giocare in un ruolo che spesso non ti fa toccare nemmeno una palla per tutta la partita, se ti va bene al massimo riesci a strappare una palla in un raggruppamento solo per il tempo necessario a passarla ad un altro.

E se ti trovi in mano una palla in un’azione aperta senti già che i tuoi compagni di gioco e anche il pubblico stanno già pensando:” Ehh, la perde, la perde… sicuro che el fa in-avanti, varda che lento che l’è…”

Occorre umiltà per prendere parole infuocate da tutti (soprattutto dal mediano di mischia, tanto sei grosso e sopporti…) e ricevere tante botte facendo cose che nessuno vedrà mai, solo per permettere ad altri di fare la loro bella figura.

E’ l’essenza del rugbysta.

Giocare per gli altri, perché altri possano esprimere le loro fantasie danzando sulle tue spalle.

Sei Atlante che regge il mondo!

Se la vedi in questo modo sopporti meglio tutto il resto.

Lascia pure che ti diano dell’ottuso, tanto hanno bisogno di te.

In prima linea tutto nasce e tutto muore.

Non importa che durante il terzo tempo si parlerà solo dei guizzi dei trequarti e poco delle mischie o delle touches.

E chi è o è stato anche solo una volta uomo di prima linea sa valutare il tuo gioco, sa che (questa battuta è per i miei amici) è dura lì davanti!


C’è un odore in spogliatoio prima di ogni partita, c’è solo prima delle partite, l’avete mai notato?

E non fate le solite battute del tipo “ E lavati!”

Prima pensavo fosse il balsamo Sifcamina, l’etere o l’olio canforato e invece no!

E’ l’odore dell’adrenalina, quella che ti chiude lo stomaco, è l’odore dei piccoli gesti, a volte scaramantici che tu fai e che ogni tuo compagno di squadra fa.

Chi si allaccia le scarpe con preciso ordine, chi si massaggia una spalla, chi si fa un giro di nastro dove non serve a nulla…

E’ l’odore della concentrazione e della paura, perché è umano avere paura in uno sport di contatto, la paura ti salva.

E’ l’odore della voglia di vincere, l’odore che ti fa dimenticare che fuori piove, che c’è un freddo da gelarti le ossa e quindici persone pronte a randellarti.

Una sensazione unica che solo chi ha giocato conosce e apprezza.

Una sensazione che, ora che sono alla fine di questa lunga avventura, sarà la mia nostalgia, come lo è stata e lo è di molti prima di me.

Mi mancheranno le cose che ora a voi sembrano banali e preferibilmente evitabili.

Mi riferisco alla stanchezza che ti prende dopo la partita, una stanchezza fisica, soddisfatta che lenisci con qualche chiacchiera inzuppata in qualche birra.

Parlo di quei piccoli fantastici dolori del lunedì mattina, quando metti i piedi giù dal letto ed il sangue che ritorna in circolo ti ricorda tutti i tuoi errori ed i tuoi “eroismi” della partita di domenica, dolori che ti fanno sentire vivo.

Mi mancherà sentirmi parte di una specie di macro-organismo unico qual è una squadra di rugby, soprattutto quando all’unisono, rispondendo ad un comando silente, tutte le cellule di questo organismo smettono di essere individui e si concentrano in un pensiero unico.

Sarebbe bello poter continuare fino alla fine dei miei giorni a giocare a rugby, ma il rugby è come la vita, a volte l’avversario (in questo caso il tempo) è troppo forte e devi stringergli la mano dopo che ci hai provato fino in fondo a batterlo constatandone la vittoria.

Sperando ti conceda almeno l’onore delle armi.


Vorrei ringraziare tutti, tutti quelli che mi hanno accompagnato fino a qui, tutti coloro che mi hanno bonariamente schernito facendomi sentire comunque benvoluto.

Tutti quelli che hanno assistito ai miei cambiamenti, alle frustrazioni ed alle esaltazioni, dentro e fuori dal terreno di gioco.

Tutti compresa Francesca che sopporta di dividere il tempo con i miei venerdì al club e le domeniche di gioco, seguendomi in interminabili discorsi di rugby sul rugby (so che non è sempre facile).

Soprattutto tutti quelli che mi hanno dato molto di se stessi in un breve sguardo, senza bisogno di parole, prima di entrare in campo, come a dire “ci sono anch’io qui con te adesso”.

Ma ci sarà tempo per farlo, anche se non scenderò più in campo, io ci sarò.

Non è facile pensare a questo cambiamento dopo tanti anni.

E’ triste ed è anche per questo motivo che ho scritto queste poche righe.

Perché chiunque entrerà in campo possa, almeno per un momento, pensare alla fortuna che ha di farlo, di vivere qualcosa che sarà parte della sua esistenza per sempre.

Un abbraccio sincero, da pilone.


Sang1o

P.S. Intanto lui è là....

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ciccibaliccio
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RE: 1 DEL RUGBY UNO TRA TANTI

Messaggio da ciccibaliccio » 9 mag 2006, 21:08

Grazie a Sangio per aver scritto questa bellissima testimonianza , e grazie anche a Bobo per avercela proposta. Inoltre a Sangio vorrei dire di non abbandonare il mondo del rugby perchè si può altrettanto essere utili in altri ruoli o mansioni ,poi un Pilone essendo per natura un generoso, ha sempre il dovere di mettersi al servizio degli altri anche quando non gioca più.
Un saluto affettuoso da un ex tallonatore che sognava di giocare all'ala.

Sangio
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RE: 1 DEL RUGBY UNO TRA TANTI

Messaggio da Sangio » 9 mag 2006, 22:04

Grazie a voi e soprattutto ai moderatori che hanno voluto pubblicare questo breve racconto di rugby vissuto.
Grazie a Kibubu (grande seconda vicentina dall'anima e radici trevigiane) che ha fatto di tutto per farlo pubblicare.
Grazie al rugby e a chi mi ha dato la possibilità di conoscerlo.
Non lascerò sicuramente....nelle ultime analisi i miei globuli rossi erano ovali...qualcuno anche col grip..

bobo67
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RE: 1 DEL RUGBY UNO TRA TANTI

Messaggio da bobo67 » 11 mag 2006, 18:59

Io intanto porto su questo forum (almeno in home page) mi sembra che per l'intensità del racconto siano troppo pochi d averlo letto e commentato......................................

numa
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RE: 1 DEL RUGBY UNO TRA TANTI

Messaggio da numa » 11 mag 2006, 22:03

VERAMENTE VERAMENTE BELLO A TRATTI MI CI RITROVO A PARTE L ESSER LOPPINE MA PER IL RESTO CONDIVIDO

THAKER
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RE: 1 DEL RUGBY UNO TRA TANTI

Messaggio da THAKER » 12 mag 2006, 1:09

Come già ho avuto il piacere di scrivere: SEMPLICEMENTE MERAVIGLIOSO!!!

Sangio, posso avere l'onore di riportarlo nella sezione Anthology-Racconti di www.marcopolorugby.com (ovviamente coi giusti ringraziamenti e riportando tutte le fonti)?

Sangio
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RE: 1 DEL RUGBY UNO TRA TANTI

Messaggio da Sangio » 15 mag 2006, 11:58

Scusate il ritardo dovuto ad un lutto improvviso.
Thaker, nessun problema per me. Il rugby cresce anche con le storie di rugby.
Grazie bobo... effettivamente mi aspettavo qualche messaggino in più, però è bello vedere che ho dato spunti anche alla creazione del club delle prime linee....http://www.rugby.it/index.php?name=PNph ... pic&t=8400
Un abbraccio.

Sangio

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RE: 1 DEL RUGBY UNO TRA TANTI

Messaggio da DVD » 15 mag 2006, 12:52

Forse non ci sono parole per descrivere l'intensità e la bellezza di questo racconto. Da tallonatore/pilone posso quasi rispecchiarmici. E con gli occhi "umidi" dalla lontana Australia un saluto a tutti.
Fra tre anni sarò di nuovo tra voi!!

AntoRoma
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RE: 1 DEL RUGBY UNO TRA TANTI

Messaggio da AntoRoma » 19 mag 2006, 13:10

Splendido racconto...
Davvero bello...anche se ho iniziato da poco, mi sembra di ritrovarmici in ogni passaggio.
I dolori la mattina, che ti fanno sentire vivo...
I primi allenamenti...e le botte che fanno male
La sensazione, quando finisci l'allenamento...ti senti incredibilmente, inaspettatamente VIVO

Grazie
Il rugby è una scienza esatta.Funziona. (jimmy)

L'uncinetto è uno sport estremo (sempre jimmy)

A.P.A #18 / Hang the dj...

Papalla
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Messaggio da Papalla » 19 mag 2006, 13:49

E' bellissimo!
Che emozioni!
Io sono una seconda linea..e anche io a fine carriera!
Ringrazio mio marito e tutti gli uomini non rugbysti che "sopportano" le loro donne rugbyste.........e curano i loro lividi!! :P

nambereit
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Messaggio da nambereit » 19 mag 2006, 14:41

Sangio,
un pilone un perchè...

.. è bello scoprire che anche i piloni sanno scrivere.

Adesso che ti sei fatto grande (cioè, che hai smesso di perdere tempo in serie C), puoi completare la tua trasformazione e diventare un maestoso Old.

A partire da domani a Rovigo.
And the scrum conductor says
make a break number 8, number 8 make a break
We’ve been on this shift too long.
And the scrum conductor says
make a break number 8, number 8 make a break
We can reach our destination, but were still a ways away

URP2000
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Messaggio da URP2000 » 19 mag 2006, 15:06

Straordinaria testimonianza di quanto faccia bene il RUGBY.

Giazie Sangio.
Quitame el pan, si quieres,
quitame el aire, pero
no me quites tu risa.

biglo
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Località: Firenze

Messaggio da biglo » 19 mag 2006, 17:15

Mi scuso col membro Sangio per il ritardo... L'API si dichiara commossa dalle tue parole d'elogio per la Nostra UMILE categoria... e ha deciso di proclamarti scrittore e relatore ufficiale della API (sempre che il suddetto sia intenzionato ad accettare)... il Tuo e Vostro portavoce dell'API...
Gli amici e colleghi dell'ATI approvano pienamente le tue bellissime parole...
Buona birra verde e doppio malto a tutti

patriarcabg
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Messaggio da patriarcabg » 19 mag 2006, 17:35

Più volte ho letto e riletto quanto scritto, e tutte le volte mi si inumidiscono gli occhi, :oops: :cry: : non capisco il perchè.
Forse perchè dopo 20 anni di rugby e 10 di "PILONE" condivido! :wink:

Ricordatevi gli OLD servono per potersi divertire ancora.

patriarcabg
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Messaggio da patriarcabg » 22 mag 2006, 12:19

Leggete!

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