supermax ha scritto: ↑13 apr 2021, 16:49
Io non sono mai intervenuto sulla questione, che divide parecchio il forum. Anche perché forse siamo come i capponi manzoniani, con il rugby nostrano che va al macello preferiamo azzuffarci fra di noi
Scherzo, eh, la polemica è l'anima di rugby.it.
In linea di massima eviterei le posizioni manichee: con i criteri di jpr non avrebbero dovuto giocare per l'Italia non solo i Cuttitta, ma anche Parisse, Castrogiovanni e, udite, udite, neanche il mitico Ambrogio Bona, cresciuto e formatosi in Sudafrica. Ma sono, erano, tutti italianissimi di lingua, passaporto e cultura, per cui non avrei mai dubitato un minuto del loro diritto a vestire la maglia azzurra.
Dall'altra parte, però, jpr non ha tutti i torti. Una partita della nazionale inizia con l'inno ed a me da molto fastidio vedere giocatori che palesemente non lo conoscono o lo imparano a memoria senza sapere il significato delle parole. Varney e Polledri sono bravissimi, ma se parlano solo inglese io sono molto perplesso a vederli rappresentare l'Italia e resto con il dubbio che vogliano solo essere sicuri di giocare a livello internazionale, cosa che non gli era garantita in Galles ed Inghilterra, e "utilizzano" la maglia azzurra unicamente per assaporare certe atmosfere e tornei cui altrimenti non erano proprio sicurissimi di poter accedere. E allora, se il rugby è appartenenza, non mi sta tanto bene. Lo stesso vale per altri, molto più mediocri, che li hanno preceduti. Il fatto che le regole lo consentano e che alcune nazionali ne usino ed abusino mi lascia indifferente. Se noi vogliamo trovare una nostra via per la crescita del rugby piantiamolo di copiare il modello anglosassone e guardiamo alla sola nazionale che ci assomiglia per cultura: l'Argentina (non la Francia, che avevate capito?
). Sono cresciuti ed hanno ottenuto molto di più di noi perché hanno basato lo spirito della nazionale sull'appartenenza e infatti ci mettono un'anima nelle partite che noi ci sogniamo pure con gli italianissimi al 100%. Quello dobbiamo coltivare, oltre ovviamente alla parte tecnica, se no saremo sempre nell'anticamera del nobilastro anglosassone.