Sotto gli occhi di Eddie Jones !Rugbysti per sempre ha scritto: ↑27 nov 2021, 17:02Intanto Garbisi decisivo per l’ennesima volta in stagione per la vittoria del Montpellier con i suoi piazzati
Osservatorio italiani all'estero
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Re: Osservatorio italiani all'estero
Re: Osservatorio italiani all'estero
c'è l'emoticon 'riso amaro' ?giuseppone64 ha scritto: ↑27 nov 2021, 19:12facesse vince qualcosa pure a noi...Rugbysti per sempre ha scritto: ↑27 nov 2021, 17:02Intanto Garbisi decisivo per l’ennesima volta in stagione per la vittoria del Montpellier con i suoi piazzati
Re: Osservatorio italiani all'estero
È questo che non capisco.
Diciamo che è stanco e che deve riposare solo quando deve mettere la maglia azzurra.
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"Mi hanno detto che sono incompleto perché non ho un figlio. Mi sa che mi prendo un cane"
Zerocalcare
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Re: Osservatorio italiani all'estero
Io dico che deve riposare perché è l'unico momento in cui possiamo decidere noi. Se vuoi posso scriverti ogni giornata di top14 che dovrebbe riposare a volte, ma non cambia nulla, decide il club
Re: Osservatorio italiani all'estero
Credo che per il club Garbisi sia importante quanto per la nazionale.
Vogliono anche loro che giochi bene e che non si "rompa"
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Re: Osservatorio italiani all'estero
Ieri nel campionato portoghese
Benfica-Sao Miguel 33-7
Colli ha giocato 15 nel Benfica. Era un derby di Lisbona, come spesso accade nella divisione superiore portoghese dove penso che più di metà delle squadre abbiano sede nella capitale.
Per dire che il nostro Top10 non è mediaticamente poi così malandato, mi è stato impossibile trovare una formazione del Benfica o un articolo di presentazione o cronaca della partita, e il previsto live video del match ieri pomeriggio non funzionava.
E' disponibile però la registrazione completa, per i (nessuno) interessati: https://vimeo.com/650594709
Il Benfica con questo successo risale in settima posizione su dodici, con tre vittorie, un pareggio e tre sconfitte.
Nel riassunto dei risultati di giornata preparato dalla federazione portoghese il giocatore raffigurato è proprio Colli
Benfica-Sao Miguel 33-7
Colli ha giocato 15 nel Benfica. Era un derby di Lisbona, come spesso accade nella divisione superiore portoghese dove penso che più di metà delle squadre abbiano sede nella capitale.
Per dire che il nostro Top10 non è mediaticamente poi così malandato, mi è stato impossibile trovare una formazione del Benfica o un articolo di presentazione o cronaca della partita, e il previsto live video del match ieri pomeriggio non funzionava.
E' disponibile però la registrazione completa, per i (nessuno) interessati: https://vimeo.com/650594709
Il Benfica con questo successo risale in settima posizione su dodici, con tre vittorie, un pareggio e tre sconfitte.
Nel riassunto dei risultati di giornata preparato dalla federazione portoghese il giocatore raffigurato è proprio Colli
Re: Osservatorio italiani all'estero
salve, posso sapere dove sei riuscito a vedere la partita? grazie milleCoach8 ha scritto: ↑27 nov 2021, 13:53Io la partita l'ho vista e nonostante il tentativo di rimonta degli Wasps ha fatto poco o nullaSilverShadow ha scritto: ↑27 nov 2021, 0:43Ho visto appena adesso che ha giocato, non era nemmeno in lista gara ma evidentemente Crossdale si è fatto male all'ultimo. Così male?
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Re: Osservatorio italiani all'estero
Iniziate alle 12:00 le partite di Divison de Honor spagnola. In panchina o in gruppo partita tutti e tre gli italiani: Moreschi (Santboiana, 20), Bacchi (Barca, 21), Lo Sasso (Alcobendas, gruppo).
Streaming su Facebook: https://www.facebook.com/watch/LaLigaSportsTV/
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Re: Osservatorio italiani all'estero
Volevo scriverlo io
Ne approfitto allora per riportare integralmente l'intervista del solito Battaggia (meriterebbe il Peroni Journalist of the Year) a Lo Sasso
Un mese fa abbiamo avuto modo di conoscere un po’ meglio il rugby spagnolo. La partita contro l’Italia A a Madrid ha messo in mostra una nazionale ben organizzata in campo, con giocatori importanti e strutture di gioco di buon livello, espressione di un campionato, la Division de Honor, che offre un livello di gioco rispettabile. Nel weekend si è giocata la Supercoppa, la sfida che oppone i vincitori del campionato a quelli della Coppa del Re. In campo, come spesso è accaduto negli ultimi anni, il Valladolid (Vrac), vincitore di nove degli ultimi dieci tornei nazionali, e l’Alcobendas, club di un quartiere di Madrid, vincitore della Coppa del Re. In campo con la squadra della capitale c’era anche un italiano. Valerio Lo Sasso, trequarti centro, azzurro del beach rugby, una vita passata con la maglia della Lazio prima di trasferirsi in Spagna.
Come è finito a Madrid?
“E’ stata una scelta di vita extrasportiva. Io faccio anche il fisioterapista e volevo mettermi alla prova. I miei fratelli avevano aperto un ristorante a Madrid, che poi per via del Covid è stato chiuso. Io sono arrivato a luglio 2020. Diciamo che l’esperienza del confinamento di quella primavera mi ha fatto riflettere e decidere. Cercavo una città che mi desse un’opportunità e Madrid certamente lo è”.
Come ha avuto il contatto con l’Alcobendas?
“Agli Europei di beach conobbi un ragazzo spagnolo che ci giocava. “Restiamo in contatto”, “quando vieni a Madrid chiamami per una birra”, così quando sono arrivato l’ho chiamato. Sono andato a fare qualche allenamento, mi hanno preso e ho giocato praticamente tutta la stagione, a iniziare dalla scorsa Copa del Rey. Abbiamo vinto quasi sempre, a parte due incontri della stagione regolare. Abbiamo perso la finale della Liga de Honor contro il Vrac, per questo la vittoria nella Supercoppa è stata quasi una vendetta”.
Come ha iniziato a giocare in Italia?
“A sette anni, 21 anni fa. Mio padre aveva militato nell’Algida Rugby Roma, quell’anno mi portò al campo dell’Eur. Ricordo il primo allenamento, pioveva. L’allenatore ci fece togliere scarpe e calzini e ci disse “ora sporcatevi il più possibile“. Se dici così rendi felicissimo un bambino di sette anni. Mi innamorai, il rugby è l’amore più lungo della mia vita”.
E l’impegno nel beach?
“Ho iniziato alla Lazio, nell’ultimo anno di under 2o e poi in prima squadra. Ho militato nei Pessimi, una delle migliori squadre italiane. Abbiamo vinto sei scudetti di fila e un torneo di Lignano, una specie di Masters europeo. Ho partecipato al primo Europeo nel 2017 e anche all’ultimo, ora appoggiato totalmente da rugby Europe”.
La Fir sembra interessata allo sviluppo del beach e delle altre versioni di rugby a 5, snow compreso. Perché secondo lei?
“Perché è più intuitivo e veloce, non ci sono fasi statiche, si gioca in cinque e c’è tanto spettacolo. Hai due secondi per liberare il pallone da gioco a terra. Mi piace, se potessi farei solo beach. E poi è anche utile per chi inizia, perché ti permette di imparare a esplorare gli spazi. I bambini giocano in campi da 25 metri, ma sono in 5, così si abituano a cercare lo spazio e non il contatto“.
Qual è il livello del campionato spagnolo?
“Sul piano della comunicazione e del marketing direi che è organizzato meglio rispetto al Top 10. I club di Division de Honor hanno sponsor importanti, noi abbiamo Lexus, altre squadre hanno Volkswagen. Le partite sono trasmesse da La Liga Sport, una specie di Rai Sport privata. Sul piano tecnico il livello è stato una piacevole sorpresa. Forse leggermente più basso rispetto al campionato italiano, ma credo che le migliori 3-4 squadre qui si giocherebbero i playoff anche in Italia. C’è competenza e creatività. Le regole permettono di schierare parecchi stranieri, ora sono 6, e c’è una grande presenza di argentini, gente che magari grazie alla lingua viene per studiare e per cercare un lavoro e poi gioca anche a rugby. I professionisti invece si concentrano nel Seven, su cui la Spagna investe molto: la federazione li mette sotto contratto, mentre l’impegno con i club a XV è di secondo piano. Quando c’è un torneo di Seven importante, loro staccano dalla società e iniziano ad allenarsi a 7 anche un paio di settimane prima”.
In generale che momento sta vivendo il rugby spagnolo? Che idea si è fatto?
“La Nazionale è composta da giocatori della Division de Honor, del Top 14 e del Pro D2. Sono andato a vedere anche la partita contro le Figi e sono rimasto impressionato, perché nel secondo tempo i figiani hanno fatto valere tecnica e fisico e sono esplosi ma nel primo tempo il punteggio era strettissimo. Mi sembra che qui si viva il rugby così come si viveva in Italia negli Anni Novanta. In dieci-quindici anni possono crearsi delle opportunità interessanti”.
Quanto si allena?
“Quattro giorni alla settimana, due volte al giorno, mattina palestra e pomeriggio campo. Lunedì spesso è di recupero, martedì è dedicato alla difesa, giovedì all’attacco, venerdì rifinitura e domenica partita”.
E la sua attività di fisioterapista?
“Sto aspettando il riconoscimento della laurea, poi mi attiverò. Ho un progetto interessante sulla riatletizzazione da portare avanti. In generale ho l’impressione che qui ci sia una cultura sportiva diversa. Ci sono strutture tenute meglio, maggiori investimenti”.
Ne approfitto allora per riportare integralmente l'intervista del solito Battaggia (meriterebbe il Peroni Journalist of the Year) a Lo Sasso
Un mese fa abbiamo avuto modo di conoscere un po’ meglio il rugby spagnolo. La partita contro l’Italia A a Madrid ha messo in mostra una nazionale ben organizzata in campo, con giocatori importanti e strutture di gioco di buon livello, espressione di un campionato, la Division de Honor, che offre un livello di gioco rispettabile. Nel weekend si è giocata la Supercoppa, la sfida che oppone i vincitori del campionato a quelli della Coppa del Re. In campo, come spesso è accaduto negli ultimi anni, il Valladolid (Vrac), vincitore di nove degli ultimi dieci tornei nazionali, e l’Alcobendas, club di un quartiere di Madrid, vincitore della Coppa del Re. In campo con la squadra della capitale c’era anche un italiano. Valerio Lo Sasso, trequarti centro, azzurro del beach rugby, una vita passata con la maglia della Lazio prima di trasferirsi in Spagna.
Come è finito a Madrid?
“E’ stata una scelta di vita extrasportiva. Io faccio anche il fisioterapista e volevo mettermi alla prova. I miei fratelli avevano aperto un ristorante a Madrid, che poi per via del Covid è stato chiuso. Io sono arrivato a luglio 2020. Diciamo che l’esperienza del confinamento di quella primavera mi ha fatto riflettere e decidere. Cercavo una città che mi desse un’opportunità e Madrid certamente lo è”.
Come ha avuto il contatto con l’Alcobendas?
“Agli Europei di beach conobbi un ragazzo spagnolo che ci giocava. “Restiamo in contatto”, “quando vieni a Madrid chiamami per una birra”, così quando sono arrivato l’ho chiamato. Sono andato a fare qualche allenamento, mi hanno preso e ho giocato praticamente tutta la stagione, a iniziare dalla scorsa Copa del Rey. Abbiamo vinto quasi sempre, a parte due incontri della stagione regolare. Abbiamo perso la finale della Liga de Honor contro il Vrac, per questo la vittoria nella Supercoppa è stata quasi una vendetta”.
Come ha iniziato a giocare in Italia?
“A sette anni, 21 anni fa. Mio padre aveva militato nell’Algida Rugby Roma, quell’anno mi portò al campo dell’Eur. Ricordo il primo allenamento, pioveva. L’allenatore ci fece togliere scarpe e calzini e ci disse “ora sporcatevi il più possibile“. Se dici così rendi felicissimo un bambino di sette anni. Mi innamorai, il rugby è l’amore più lungo della mia vita”.
E l’impegno nel beach?
“Ho iniziato alla Lazio, nell’ultimo anno di under 2o e poi in prima squadra. Ho militato nei Pessimi, una delle migliori squadre italiane. Abbiamo vinto sei scudetti di fila e un torneo di Lignano, una specie di Masters europeo. Ho partecipato al primo Europeo nel 2017 e anche all’ultimo, ora appoggiato totalmente da rugby Europe”.
La Fir sembra interessata allo sviluppo del beach e delle altre versioni di rugby a 5, snow compreso. Perché secondo lei?
“Perché è più intuitivo e veloce, non ci sono fasi statiche, si gioca in cinque e c’è tanto spettacolo. Hai due secondi per liberare il pallone da gioco a terra. Mi piace, se potessi farei solo beach. E poi è anche utile per chi inizia, perché ti permette di imparare a esplorare gli spazi. I bambini giocano in campi da 25 metri, ma sono in 5, così si abituano a cercare lo spazio e non il contatto“.
Qual è il livello del campionato spagnolo?
“Sul piano della comunicazione e del marketing direi che è organizzato meglio rispetto al Top 10. I club di Division de Honor hanno sponsor importanti, noi abbiamo Lexus, altre squadre hanno Volkswagen. Le partite sono trasmesse da La Liga Sport, una specie di Rai Sport privata. Sul piano tecnico il livello è stato una piacevole sorpresa. Forse leggermente più basso rispetto al campionato italiano, ma credo che le migliori 3-4 squadre qui si giocherebbero i playoff anche in Italia. C’è competenza e creatività. Le regole permettono di schierare parecchi stranieri, ora sono 6, e c’è una grande presenza di argentini, gente che magari grazie alla lingua viene per studiare e per cercare un lavoro e poi gioca anche a rugby. I professionisti invece si concentrano nel Seven, su cui la Spagna investe molto: la federazione li mette sotto contratto, mentre l’impegno con i club a XV è di secondo piano. Quando c’è un torneo di Seven importante, loro staccano dalla società e iniziano ad allenarsi a 7 anche un paio di settimane prima”.
In generale che momento sta vivendo il rugby spagnolo? Che idea si è fatto?
“La Nazionale è composta da giocatori della Division de Honor, del Top 14 e del Pro D2. Sono andato a vedere anche la partita contro le Figi e sono rimasto impressionato, perché nel secondo tempo i figiani hanno fatto valere tecnica e fisico e sono esplosi ma nel primo tempo il punteggio era strettissimo. Mi sembra che qui si viva il rugby così come si viveva in Italia negli Anni Novanta. In dieci-quindici anni possono crearsi delle opportunità interessanti”.
Quanto si allena?
“Quattro giorni alla settimana, due volte al giorno, mattina palestra e pomeriggio campo. Lunedì spesso è di recupero, martedì è dedicato alla difesa, giovedì all’attacco, venerdì rifinitura e domenica partita”.
E la sua attività di fisioterapista?
“Sto aspettando il riconoscimento della laurea, poi mi attiverò. Ho un progetto interessante sulla riatletizzazione da portare avanti. In generale ho l’impressione che qui ci sia una cultura sportiva diversa. Ci sono strutture tenute meglio, maggiori investimenti”.
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Re: Osservatorio italiani all'estero
prova qui:UMBEALA15 ha scritto: ↑28 nov 2021, 9:50salve, posso sapere dove sei riuscito a vedere la partita? grazie milleCoach8 ha scritto: ↑27 nov 2021, 13:53Io la partita l'ho vista e nonostante il tentativo di rimonta degli Wasps ha fatto poco o nullaSilverShadow ha scritto: ↑27 nov 2021, 0:43Ho visto appena adesso che ha giocato, non era nemmeno in lista gara ma evidentemente Crossdale si è fatto male all'ultimo. Così male?
https://www.premiershiprugby.com/prtv/#pr-videos
buon rugby
“These trees which he plants, and under whose shade he will never sit, he loves them for the sake of his children and his children’s children, who are to sit beneath the shadow of their spreading boughs.” (C. Loyson)
Re: Osservatorio italiani all'estero
In Spagna l'Alcobendas ha poi vinto la SuperCoppa, 18-13 sul Valladolid RAC; l'articolo di Battaggia non lo specificava.
Lo Sasso ha giocato #12 e mi pare che ora nel suo palmares ci siano già due Coppe di Spagna e una SuperCoppa di Spagna; mica male.
Nel discorso pre-partita del magnobaffuto capitano mi pare che Lo Sasso sia il giocatore sulla sinistra, quello con il neo vicino al naso
https://youtu.be/5egJok4u4Mk?t=142
Lo Sasso ha giocato #12 e mi pare che ora nel suo palmares ci siano già due Coppe di Spagna e una SuperCoppa di Spagna; mica male.
Nel discorso pre-partita del magnobaffuto capitano mi pare che Lo Sasso sia il giocatore sulla sinistra, quello con il neo vicino al naso
https://youtu.be/5egJok4u4Mk?t=142
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Re: Osservatorio italiani all'estero
Lo Sasso ha lo sguardo di uno che è pronto ad uccidere...
Riccardo
Re: Osservatorio italiani all'estero
Ancora una segnalazione minore dall'estero: il coach (head?) del Messico è Alessandro Cordone, italiano.
Il sito FIR ne conserva il nome solo in una comunicazione di undici anni fa, quando il Cordone giocava per l'Unione Bolognese; non ho trovato altre notizie su di lui, ma la stampa messicana lo chiama "el coach italiano".
Il Messico -sicuramente lo vorrete sapere- affronterà le Cayman in un test match l'11 dicembre
https://twitter.com/Rugby_Mexico/status ... 56/photo/1
Il sito FIR ne conserva il nome solo in una comunicazione di undici anni fa, quando il Cordone giocava per l'Unione Bolognese; non ho trovato altre notizie su di lui, ma la stampa messicana lo chiama "el coach italiano".
Il Messico -sicuramente lo vorrete sapere- affronterà le Cayman in un test match l'11 dicembre
https://twitter.com/Rugby_Mexico/status ... 56/photo/1
Re: Osservatorio italiani all'estero
Gorgo questa è una chicca. Giocatori si, ma allenatori da esportazione vere rarità.
Parlare e scrivere sono due attività umane differenti
I fatti degli altri sono solo opinioni, le mie opinioni sono fatti (cit. omen nomen)
Non discutere mai con un idiota: ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza (cit. Incertae sedis)
I fatti degli altri sono solo opinioni, le mie opinioni sono fatti (cit. omen nomen)
Non discutere mai con un idiota: ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza (cit. Incertae sedis)