Tallonatore80 ha scritto:I ragazzi perdono, a mio avviso, perchè:
- Non ci sono regole che obbligano ad un impiego di giovani tra i 18 e i 21 nella massima serie nazionale;
- Il sistema di franchigie è troppo affannato a legittimarsi in pro12 per essere quello che dovrebbe: una cima di arrivo per giovani formati dalla base di squadre tra loro collegate e che fungono da serbatoio;
- Mancanza di un programma per mandarli anche solo un annetto o due in giro per il mondo a giocare e confrontarsi ad alto livello;
- Evidente scarsa preparazione dei tecnici e dei preparatori. Effettivamente ci sono troppe accademie frammentate. Dovrebbero essere 1 o 2 per regione (anche 3 per quelle che producono più giocatori) in cui sono condensate la preparazione rugbystica e quella scolastica.
- Poche risorse economiche spese per incentivare i club a migliorare i propri tecnici.
E poi perdono perchè: gli allenatori andrebbero scelti per capacità, non per raccomandazione, e dovrebbero avere i nazionali a disposizione per un tempo maggiore.
- I giovani fra 18 passati e 21 anni -a differenza di TUTTE le altre nazioni che ci sono davanti nel ranking , non giocano in un loro campionato o torneo specifico , ma
solo in squadre senior, dove lo spazio a disposizione è ovviamente più limitato .
- Formiamo troppo pochi giocatori per fare selezione, in più il sistema delle accademie non solo sposta la selezione a 15 anni, ma è un sistema che tende inevitabilmente a confermare le scelte a priori : avete mai visto qualcuno
escluso dalle accademie u18 o da Tirrenia/Parma -? ma se non fanno selezione, come si fa a fare "alto livello" ?
- Non solo non creiamo delle occasioni di confronto ad alto livello con squadre straniere, ma mettiamo i bastoni tra le ruote e cerchiamo di impedire ai ragazzi di andare all'estero
- Abbiamo voluto
eliminare il circolo virtuoso nel quale i ragazzi si confrontavano con i pari età in un campionato nazionale meritocratico, e sostituirlo con un sistema molto più vischioso .
Non c'è da stupirsi dei risultati.