ITALIA U17, TROPPO FORTE LA FRANCIA

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

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Luqa-bis
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Re: ITALIA U17, TROPPO FORTE LA FRANCIA

Messaggio da Luqa-bis » 16 apr 2012, 10:44

Siccome ogni partita delle squadre giovanili si porta dietro le solite polemiche,
mi permetto di osservare che, a mio parere, dovremmo distinguere tra le U16,U17,U18 e la U20.

Le prime si riferiscono ad atleti in età liceale che non possono confrontarsi con atleti seniores.
L'ultima invece è formata da atleti che devono cominicare a controntarsi con atleti seniores.

Questa differenza non va dimenticata quando si propongono modifiche organizzative del percorso didattico-agonistico-formativo

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andrea12
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Re: ITALIA U17, TROPPO FORTE LA FRANCIA

Messaggio da andrea12 » 16 apr 2012, 11:02

TommyHowlett ha scritto:Le Accademie zonali andrebbero benissimo se all'attività prettamente accademica che va dal lunedì al venerdì, di indubbio valore, fosse affiancato un torneo gestito direttamente dalle stesse o quantomeno sotto la loro supervisione, in modo da permettere agli allievi di mettere in pratica nel modo corretto quanto imparato e di sviluppare una diversa attitudine a certi ritmi. Invece attualmente i ragazzi sono lasciati liberi di andare nei rispettivi club e giocare nei tornei di categoria, generalmente di basso livello e con tecnici assolutamente poco preparati più interessati a fare di testa propria che seguire i dettami federali.
Così è facile capire perché si fanno figure del genere, praticamente costanti dalla U17 alla U20 esclusa (al momento).
Tanto valeva che i soldi spesi per le Accademie venissero girati direttamente alle società per lo sviluppo dei vivai, con programmi condivisi OBBLIGATORIAMENTE da tutti, corsi per tecnici locali da seguire OBBLIGATORIAMENTE, sotto la supervisione a livello federale di supertecnici dedicati, possibilmente francesi o inglesi che di rugby ne capiscono fin troppo più di noi.
perfettamente d'accordo :wink:
enfatizzerei anche l'aspetto di poco preparati più interessati a fare di testa propria che seguire i dettami federali

jentu
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Re: ITALIA U17, TROPPO FORTE LA FRANCIA

Messaggio da jentu » 16 apr 2012, 12:49

Il movimento giovanile italiano è allo sbando per vari motivi.
prima di tutto c'è stato l'incomprensibile passaggio anni dispari anni pari, che oltra ad esserci costato qualche migliaio di praticanti, alcuni di buon livello, ci ha reso difficile i confronti internazionali a livello di club. Spero che abbiate presente le circonvoluzioni verbali che bisogna usare per chiedere il permesso all'ufficio tecnico per giocare amichevoli con squadre estere sia in casa, ma soprattutto fuori.
Poi l'istituzione del sistema delle accademie è la classica risposta di accentramento della formazione, fuori e talvolta contro i ragazzi da formare e le società che li hanno formati. I ragazzi sono sradicati dalla loro vita quotidiana e talvolta gli viene "consigliato" di tesserarsi con clubs più prestigiosi di quello iniziale per andare a 16 anni su un percorso che non porterà da nessuna parte per molti di loro. A quelli rimasti non selezionati, ammesso che siano tutti peggiori di quelli sussunti (cosa che non è spesso vera per ragioni che è lungo elencare, ma conosciamo), sono organizzati gironi regionali ed elite di 8 squadre. Il livello è basso, si dice, ma cosa si fa per farlo crescere? su cosa si seleziona? I barrage si fanno a settembre, a rischio massimo di infortuni per ragazzi con scarsa preparazione estiva, e li si gioca la stagione ma almeno in elite i selezionatori guardano per ovviare a errori di selezione iniziale? sono in grado ed hanno l'umiltà di mettere in discussione le loro scelte? No naturalmente.
Poi lo specifico degli U17 che non hanno categoria e nella U20 (in realtà una U19 mascherata, roba da commedia dell'arte) sono chiusi dai più grandi di uno o due anni.
Ora i barrage elite della U20 si fanno a fine stagione, almeno saranno più veritieri, ma i campionati nazionali U19 di qualche anno fa sono insostituibili per fare selezione a livello societario ed elevare il livello dei campionati, almeno quelli di elite. Nel caso costino troppo a livello di trasferta forse sarebbe il caso che la FIR immaginasse dei contributi decrescenti sulla base delle distanze.
Ci sono poi i famosi dettami tecnici federali un cui il mantra del volume di gioco in allenamento, a scapito della formazione individuale sulle abilità e della comprensione generale del gioco, contribuisce al peggioramento dei nostri ragazzi ad iniziare dai 14 anni in su. Ed allora si vedono allenamenti e partite che somigliano a corride, con festival delle cornate in cui tutti si compiacciono sulla cornata migliore...
Il ragionamenti fin qui svolto ha un filo rosso di base: se non hai dei grandi numeri su cui selezionare e campionati di livello in cui giocare, non avrai mai (MAI!) delle selezioni valide, tranne che per casi fortuiti.
Astenersi da scorciatoie.

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Re: ITALIA U17, TROPPO FORTE LA FRANCIA

Messaggio da piotor » 16 apr 2012, 15:49

Ragionamento ineccepibile ma che con un colpo di coda finale ribalta il problema: PRIMA di formare giocatori dobbiamo fare un lavoro per aumentare il bacino d'utenza. Stanno uscendo ora le prime generazioni che sono state "professioniste" fin dai primi passi rugbystici e la nostra disorganizzazione si fa lampante. Paradossalmente ora come ora più che buon rugby serve tanto, ma tanto marketing per portare ragazzi a giocare. Una volta che avremo i numeri allora potremo cominciare a parlare di qualità dell'insegnamento. Ora come ora raccogliere i migliori talenti per cercare di "amalgamarli" nelle accademie è la cosa migliore da fare per ottenere qualche risultato e farsi della pubblicità!

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Re: ITALIA U17, TROPPO FORTE LA FRANCIA

Messaggio da giuseppone64 » 16 apr 2012, 16:10

sarà, ma a me sembra proprio il concetto di seguire solo gli accademici sbagliato. chissà quanti campioncini si perdono per strada.
Scusa tesoro se sono stato un po' brusco stamani. Papà non sei stato un po' brusco, sei stato un barbaro...
mio figlio 17 anni
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MA CHE ORA E'?
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Molti amici molto onore
Io

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andrea12
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Re: ITALIA U17, TROPPO FORTE LA FRANCIA

Messaggio da andrea12 » 16 apr 2012, 17:23

piotor ha scritto:................... Una volta che avremo i numeri allora potremo cominciare a parlare di qualità dell'insegnamento. Ora come ora raccogliere i migliori talenti per cercare di "amalgamarli" nelle accademie è la cosa migliore da fare per ottenere qualche risultato e farsi della pubblicità!
Se intanto non abbiamo i numeri, non vedo perchè non si debba fare qualità con quel "poco" che si ha? la qualità è un obiettivo che prescinde dai numeri e la si può fare con un livello di coaching (e arbitrale) all'altezza della situazione. Certamente se avessi anche i numeri inglesi potremmo ottenere squadre finali di maggiore caratura, ma il problema, con i numeri risicati, è proprio quello di estrarre il meglio del meglio da quei pochi che ci sono. Fare qualità, significa anche perderne meno, far fare meno kilometri alle famiglie e richiedere meno spese sempre alle famiglie e anche in termini di traumi, cominciare a pensare che non è necessario fare sempre a sportellate per dichiarare chi è migliore.. Ti Faccio un esempio: nella mia zona, un club locale sta battendo a tappeto tutte le scuole medie della zona, proponendo il rugby, appunto, nelle scuole. Il risultato? che da due anni, nelle scuole superiori non c'è più 1 richiesta di rugby. Io credo che questo sia un effetto, purtroppo molto negativo, di come non si debba fare rugby. Negli anni, su 800 studenti circa, almeno una ventina all'anno ne riuscivo a tesserare (col gruppo sportivo e con la FIR)...da 2 anni zero. Mi dici che qualità posso fare adesso?

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Re: ITALIA U17, TROPPO FORTE LA FRANCIA

Messaggio da jerrylee » 16 apr 2012, 18:16

giuseppone64 ha scritto:sarà, ma a me sembra proprio il concetto di seguire solo gli accademici sbagliato. chissà quanti campioncini si perdono per strada.
sarà, ma se dopo due anni di ASA con oltre 100 ragazzi vagliati più volte se ne scelgono infine una trentina per le Accademie non credo che abbiamo perso 70 campioncini, sono certo che casi di "negligenza" ci siano (ai quali compartecipano le società, e ci sono, che ostacolano le procedure di selezione) ma anche che si possano contare sulle dita di una mano, sono fisiologici
i campioncini non si perdono mai per strada, se sono tali prima o poi emergono, Accademia o no

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Re: ITALIA U17, TROPPO FORTE LA FRANCIA

Messaggio da Luqa-bis » 16 apr 2012, 19:00

E' possibile , jerrylee, ma se il selezionato ha la certezza di non avere concorrenza fuori dall'Accademia, sarà stimolato o meno a migliorarsi?

Andra12.

Non ho capito l'associazione tra cluub locale che bazzica le medie inferiori e la scarsa richiesta nelle superiori.

jerrylee
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Re: ITALIA U17, TROPPO FORTE LA FRANCIA

Messaggio da jerrylee » 16 apr 2012, 20:07

[quote="Luqa-bis"]E' possibile , jerrylee, ma se il selezionato ha la certezza di non avere concorrenza fuori dall'Accademia, sarà stimolato o meno a migliorarsi?

ti assicuro che sono stimolati e per lo più non danno nulla per scontato, è una pressione continua - voluta anche per verificare i margini di resistenza -, il paradosso è che pur con tutto l'impegno e la motivazione rischiano comunque, per una serie di motivi, delle figuracce e da potenziali salvatori della patria passano allo status di c.....i, hanno si e no 18 anni!
non si rischia proprio così di perdere molti prospetti?

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andrea12
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Re: ITALIA U17, TROPPO FORTE LA FRANCIA

Messaggio da andrea12 » 16 apr 2012, 20:50

Provo a dare una risposta onnicomprensiva ( :) ):
la formazione dei giovani potrebbe anche passare dalla scuola e poi trasferirsi nel Club, cosa che ho fatto per circa 10 anni. Ora se un club lavora con 15 scuole medie che poi si riversano in 4 scuole superiori..........se alle superiori non hai 1, dico 1 o una, che accetta di giocare perchè ha avuto esperienze negative alle medie, hai già chiuso con la formazione.
Questo per dire che la formazione dei giovani è un fatto spessissimo sporadico e quasi casuale......non esiste un vero processo di formazione ma un modo di arrangiarsi, a livello di allenatori, che comporta un abbandono precoce (perchè poi ci si dovrebbe solo divertire fino all'U.14 e poi diventatre tutto triste?) e una perdita di talenti superiore alle entrate.
Chi si occupa di didattica, e neppure i CR (nel veneto non lo so ma mi sembra più o meno lasciato tutto ai Club) si interessa di cosa succede al ragazzino di 15/16 anni che emerge per magari un paio d'anni e poi diventa una schiappa..............perchè nel processo di formazione non ci si propone un obiettivo qualitativo e sopratutto evolutivo? Lo sappiamo tutti, che fino all'U.18 le prestazioni fisiche e fisiologiche, in tutto il mondo, sono pressocchè identiche?
Il problema età, e costruzione delle categorie, è l'ultimo dei problemi........costruiamo dei percorsi didattici, e poi ci accorgiamo come Paesi che hanno l'estensione del Veneto o della Lombardia, possono giocarsela per il 6° o 5° posto nel ranking mondiale..............e ogni tanto fanno un Grand Slam ( e danno 4/5 quindicesi ai Lions....che significa un terzo)

medianocercasi
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Re: ITALIA U17, TROPPO FORTE LA FRANCIA

Messaggio da medianocercasi » 17 apr 2012, 16:22

jerrylee ha scritto:
giuseppone64 ha scritto:sarà, ma a me sembra proprio il concetto di seguire solo gli accademici sbagliato. chissà quanti campioncini si perdono per strada.
sarà, ma se dopo due anni di ASA con oltre 100 ragazzi vagliati più volte se ne scelgono infine una trentina per le Accademie non credo che abbiamo perso 70 campioncini, sono certo che casi di "negligenza" ci siano (ai quali compartecipano le società, e ci sono, che ostacolano le procedure di selezione) ma anche che si possano contare sulle dita di una mano, sono fisiologici
i campioncini non si perdono mai per strada, se sono tali prima o poi emergono, Accademia o no
MAGARI!!!!! non ho voglia di ripetere quello già scritto l'anno scorso e 2 anni fa. (due anni di asa ??? ma se agli asa faccio andare chi voglio perchè il "cognome" mi fa pressione la società anche, più di un tot di una zona no, uno di quell'altra regione sì) quando chi chiama ha pressioni e interessi come fanno le selezioni ad essere trasparenti ?
chi è andato se lo merita, non si discute di questo, si discute di come si lasciano e si IGNORANO chi non è tra gli eletti ( a parte rari casi - qui si parlava di un ragazzo del pesaro e credo chi l'ha visto negli anni giocare sa che si meritava la convocazione!) . Non prendiamoci in giro chi non entra nel giro delle accademie ha poche chance e le società non ci investano per tutte i problemi o le incapacità che altri sanno meglio spiegare di me. E qualcuno ha pure il prosciutto sugli occhi..........ma la futura squadra con chi la vogliono fare con quello che ha fatto accademia e nazionale e stranieri??? e allora curateveli 'ste creature che hanno fatto elitè ,regionali, formazione ,asa investite di più in tempo, energie, stage e scambi all'estero allora sì che emergerà qualcuno non lasciandoli a pascolare con certi tecnici raccattati nella club house di paese. A loro adesso manca la motivazione si sentono falliti perchè non ce l'hanno fatta e non basta il selezionatore ganzino di turno a dire continua a lavorare!! è uno spreco è un'altra italianità!!
Chi vuol esser lieto sia...del doman non v'è certezza...

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