danni cerebrali, demenza, cte nel rugby
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Re: Attenzione Molto triste
https://www.bbc.co.uk/sport/rugby-union/55349732
https://www.bbc.co.uk/sounds/play/p091s7g0
Mi sa qui se vincono in in tribunale e la fine del RU professionistico.
Se la multa e grande WR RFU w WRFU vanno in banco rotta.
E il fanatici di RL saranno super felici.... per un anno.... e poi busseranno su la loro porta
https://www.bbc.co.uk/sounds/play/p091s7g0
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Re: Attenzione Molto triste
Più che altro è la fine del rugby come sportoldprussians ha scritto: ↑18 dic 2020, 14:55https://www.bbc.co.uk/sport/rugby-union/55349732
https://www.bbc.co.uk/sounds/play/p091s7g0
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Re: Attenzione Molto triste
Non sono sicuro che sia tutta colpa del professionismo. Tra i dilettanti si vede gente andare al placcagio con la testa in posizione non corretta, cosa che tra i professionisti non accade. Va anche detto che l' encefalopatia traumatica cronica e' stata descritta non piu' di 20 anni fa, quindi mancano studi epidemiologici affidabili per gli anni precedenti.
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Re: Attenzione Molto triste
Ma certo che non è colpa del professionismo.30 min ha scritto: ↑18 dic 2020, 15:33Non sono sicuro che sia tutta colpa del professionismo. Tra i dilettanti si vede gente andare al placcagio con la testa in posizione non corretta, cosa che tra i professionisti non accade. Va anche detto che l' encefalopatia traumatica cronica e' stata descritta non piu' di 20 anni fa, quindi mancano studi epidemiologici affidabili per gli anni precedenti.
Ormai non le scrivo più queste cose perché mi sembra che ci sia qualcuno che se gli indichi la luna guardi il dito.
La questione sono i regolamenti da modificare, purtroppo.
Dico purtroppo, perché in ogni caso sarà uno stravolgimento del rugby come lo conosciamo.
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Re: Attenzione Molto triste
adesso si parla di togliere completamente il placcaggio nel rugby giovanile scolastico
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Re: Attenzione Molto triste
di questo passo sarà come dice stmod. i codici accettabili, sotto questa prospettiva, potrebbero essere solo il 13 e il 7. che latte ai c.oglioni! e in seguito come dice old, batteranno le campane anche nel 13 e nel sette, infine il nulla. la fine del rugby. nel contempo finiranno anche il football americano, la boxe, le mma ( che stanno prendendo a calci la boxe- Mike Tyson dice ) e qualsiasi forma di sport di combattimento fisico. pallavolo e danza incluse.
giocheremo tutti alla play e quando avremo finito faremo gli spettatori di quelli che ci giocano. non intendo come succede adesso, dove diverse migliaia di persone si sfidano con campionati sportivi virtuali, avendo anche una grande audience. intendo che lo sport fisico finirà.
si usa il corpo. è un uso improprio, appartenente ad un retaggio morto e sepolto.
lasciateci vivere tutti da alienati. con i cervelloni poggiati sullo sgabello, come fossimo meduse, entità biologiche senza corpo, eterne. perfettamente fuse con l'intelligenza artificiale.
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Re: Attenzione Molto triste
Dunque, ricapitolando:
-si ha notizia del fatto che la prima generazione di atleti che hanno smesso dopo una carriera interamente professionistica presentano seri problemi di salute
-la mia ipotesi è che il professionismo, con l'estremizzazione che comporta, ne sia una causa e pongo l'ipotesi che il professionismo sia perciò inadatto, per le sue caratteristiche, al rugby
-mi si contrdeduce che non è vero e che il professionismo va benissimo, solo che bisogna stravolgere il rugby come lo conosciamo per adattarlo al professionismo
-il che mi sembra la stessa cosa che dire che il professionismo non va bene per il rugby, visto che per "metterrli d'accordo" si propone di stravolgere il rugby come lo conosciamo
Perciò alla fine la soluzione sarebbe di buttare il rugby per tenersi il professionismo.
Allora provocatoriamente faccio "a modest proposal": teniamo il rugby per gli amatori e i professionisti li facciamo giocare a touch.
Così potremo dire che non c'è incompatibilità fra rugby e professionismo.
-si ha notizia del fatto che la prima generazione di atleti che hanno smesso dopo una carriera interamente professionistica presentano seri problemi di salute
-la mia ipotesi è che il professionismo, con l'estremizzazione che comporta, ne sia una causa e pongo l'ipotesi che il professionismo sia perciò inadatto, per le sue caratteristiche, al rugby
-mi si contrdeduce che non è vero e che il professionismo va benissimo, solo che bisogna stravolgere il rugby come lo conosciamo per adattarlo al professionismo
-il che mi sembra la stessa cosa che dire che il professionismo non va bene per il rugby, visto che per "metterrli d'accordo" si propone di stravolgere il rugby come lo conosciamo
Perciò alla fine la soluzione sarebbe di buttare il rugby per tenersi il professionismo.
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Viviamo l'era del rugby itagliano che inizia a Treviso e finisce a Mogliano.
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)
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Re: Attenzione Molto triste
Che rant moscio, nn c'è neanche un "ai miei tempi"tonione ha scritto: ↑18 dic 2020, 22:48di questo passo sarà come dice stmod. i codici accettabili, sotto questa prospettiva, potrebbero essere solo il 13 e il 7. che latte ai c.oglioni! e in seguito come dice old, batteranno le campane anche nel 13 e nel sette, infine il nulla. la fine del rugby. nel contempo finiranno anche il football americano, la boxe, le mma ( che stanno prendendo a calci la boxe- Mike Tyson dice ) e qualsiasi forma di sport di combattimento fisico. pallavolo e danza incluse.
giocheremo tutti alla play e quando avremo finito faremo gli spettatori di quelli che ci giocano. non intendo come succede adesso, dove diverse migliaia di persone si sfidano con campionati sportivi virtuali, avendo anche una grande audience. intendo che lo sport fisico finirà.
si usa il corpo. è un uso improprio, appartenente ad un retaggio morto e sepolto.
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Re: Attenzione Molto triste
jpr la paura arriva anche e soprattutto per il rugby giovanile mica il livello dilettante si salva.jpr williams ha scritto: ↑19 dic 2020, 9:08Dunque, ricapitolando:
-si ha notizia del fatto che la prima generazione di atleti che hanno smesso dopo una carriera interamente professionistica presentano seri problemi di salute
-la mia ipotesi è che il professionismo, con l'estremizzazione che comporta, ne sia una causa e pongo l'ipotesi che il professionismo sia perciò inadatto, per le sue caratteristiche, al rugby
-mi si contrdeduce che non è vero e che il professionismo va benissimo, solo che bisogna stravolgere il rugby come lo conosciamo per adattarlo al professionismo
-il che mi sembra la stessa cosa che dire che il professionismo non va bene per il rugby, visto che per "metterrli d'accordo" si propone di stravolgere il rugby come lo conosciamo
Perciò alla fine la soluzione sarebbe di buttare il rugby per tenersi il professionismo.
Allora provocatoriamente faccio "a modest proposal": teniamo il rugby per gli amatori e i professionisti li facciamo giocare a touch.
Così potremo dire che non c'è incompatibilità fra rugby e professionismo.
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Re: Attenzione Molto triste
Può essere.speartakle ha scritto: ↑19 dic 2020, 9:13jpr la paura arriva anche e soprattutto per il rugby giovanile mica il livello dilettante si salva.
Ma finchè il rugby era dilettantistico sicuramente numero di partite, kili e velocità erano diversi per difetto di parecchio: naturalmente si può sempre sostenere che numero di partite, kili e velocità siano irrilevanti. E' un'opinione che rispetto.
Ma il punto è: nel momento in cui si dice che bisogna stravolgere il rugby come lo conosciamo si ammette implicitamente che il professionismo col rugby come lo coosciamo non va d'accordo.
Viviamo l'era del rugby itagliano che inizia a Treviso e finisce a Mogliano.
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Re: Attenzione Molto triste
Non sono in grado di seguire filmati in inglese così lunghi ma mi sembra che Tonione avanzi una questione "filosofica" molto importante: fino a che punto l'assunzione del rischio è accettabile? Fino a che punto può essere regolamentata? Viviamo in un periodo in cui la cura anche legale per la riduzione e l'eliminazione del rischio è maniacale e già molto prima delle misure per l'emergenza Covid a mio parere sacrosante. Pratico da moltissimo un'attività "diversamente pericolosa" come la scalata sportiva ed alpinistica e vi posso assicurare che le cose anche qui stanno diventando sempre più difficili e ci si sente sempre più appena tollerati e a rischio di sanzioni di ogni tipo. Non entro in particolari ma è evidente che guidare un auto è spesso molto più pericoloso della scalata sportiva e che molto incidenti avvengono in casa.
Si tratta di una questione molto difficile e che non ha una soluzione assoluta: paradossalmente si può dire che vivere è pericoloso perché c'è sempre il rischio di morire e solo i morti non corrono rischi. Del resto qualsiasi grande impresa comporta rischi, non solo in senso sportivo ma anche esplorativo o scientifico: non ricordo se Salk o Sabin, comunque uno dei due grandi medici che inventarono il vaccino anti polio, inoculò il vaccino in fase sperimentale ai suoi figli. Criminale? Si ritorna così alle due domande iniziali del mio post. Non ho risposte sicure.
L'ultimo post di jpr non fa che evidenziare ancor più la questione e al sua difficoltà. La risposta provvisoria potrebbe essere la lotta senza quartiere ad ogni forma di doping: praticamente realizzabile?
Si tratta di una questione molto difficile e che non ha una soluzione assoluta: paradossalmente si può dire che vivere è pericoloso perché c'è sempre il rischio di morire e solo i morti non corrono rischi. Del resto qualsiasi grande impresa comporta rischi, non solo in senso sportivo ma anche esplorativo o scientifico: non ricordo se Salk o Sabin, comunque uno dei due grandi medici che inventarono il vaccino anti polio, inoculò il vaccino in fase sperimentale ai suoi figli. Criminale? Si ritorna così alle due domande iniziali del mio post. Non ho risposte sicure.
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Re: Attenzione Molto triste
Il problema è che la domanda se sia accettabile il rischio, gli atleti non se la sono posta, perché, dicono, le federazioni hanno nascosto scientemente il problema.
È questo che potrebbe portare come dice Oldie a cause legali multimilionarie che potrebbero condurre le federazioni alla bancarotta
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Re: Attenzione Molto triste
Il professionismo è una parte del problema ed è chiaro. Poi c'è l'altra parte del problema, che riguarda il rugby come lo conosciamo anche a livello dilettante, o junior, che le botte in testa fanno male, anche se non ti pagano per prenderle e giochi dalla u10 fino a 40 in serie B.jpr williams ha scritto: ↑19 dic 2020, 9:17Può essere.speartakle ha scritto: ↑19 dic 2020, 9:13jpr la paura arriva anche e soprattutto per il rugby giovanile mica il livello dilettante si salva.
Ma finchè il rugby era dilettantistico sicuramente numero di partite, kili e velocità erano diversi per difetto di parecchio: naturalmente si può sempre sostenere che numero di partite, kili e velocità siano irrilevanti. E' un'opinione che rispetto.
Ma il punto è: nel momento in cui si dice che bisogna stravolgere il rugby come lo conosciamo si ammette implicitamente che il professionismo col rugby come lo coosciamo non va d'accordo.
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Re: Attenzione Molto triste
Per il resto la differenza fra professionismo e dilettantismo, oggi, è che nel primo per dare le craniate ti pagano, mentre nel secondo lo fai gratis.
Con questa questione il professionismo non conta nulla, e infatti non viene mai tirato in ballo dagli atleti i quali, semmai, hanno una carta in più da giocare nella loro causa legale, in quanto si tratta del loro lavoro
Con questa questione il professionismo non conta nulla, e infatti non viene mai tirato in ballo dagli atleti i quali, semmai, hanno una carta in più da giocare nella loro causa legale, in quanto si tratta del loro lavoro
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Re: Attenzione Molto triste
Ma è chiaro. L'importante è esserne consapevoli, l'importante è che chi organizza l'attività, sia rugby o altro, rendesse pubblici i dati a sua disposizione, quindi informasse gli atleti ed operasse sul regolamento per prevenire questo genere di problemi.Guido_53 ha scritto: ↑19 dic 2020, 9:20...mi sembra che Tonione avanzi una questione "filosofica" molto importante: fino a che punto l'assunzione del rischio è accettabile? Fino a che punto può essere regolamentata? Viviamo in un periodo in cui la cura anche legale per la riduzione e l'eliminazione del rischio è maniacale e già molto prima delle misure per l'emergenza Covid a mio parere sacrosante. Pratico da moltissimo un'attività "diversamente pericolosa" come la scalata sportiva ed alpinistica e vi posso assicurare che le cose anche qui stanno diventando sempre più difficili e ci si sente sempre più appena tollerati e a rischio di sanzioni di ogni tipo. Non entro in particolari ma è evidente che guidare un auto è spesso molto più pericoloso della scalata sportiva e che molto incidenti avvengono in casa.
Si tratta di una questione molto difficile e che non ha una soluzione assoluta: paradossalmente si può dire che vivere è pericoloso perché c'è sempre il rischio di morire e solo i morti non corrono rischi.
...
Altra cosa sono gli infortuni di cui tutti siamo consapevoli. Siamo consapevoli che dopo una certa età molti vecchi infortuni si faranno sentire eccome, e che le stesse cose potrebbero saltare fuori anche dopo 40 anni di fabbrica o di lavori agricoli, e allora a quel punto si può dire che almeno ce li siamo procurati divertendoci su un campo da rugby.
L'argomento del thread però è diverso. Qui si parla di danni cerebrali, qualcosa che negli anni di apparente normalità lavora nell'ombra e ti conduce alla demenza precoce, quando non al suicidio, all'alcolismo, alla violenza ed ai problemi in famiglia, incidenti domestici (Popham ha incendiato la sua casa...) dovuti alla perdita di memoria a breve termine.
Si parla di persone ancora giovani e con figli piccoli che diventano un peso insostenibile per le loro famiglie e di conseguenza un problema per la società
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