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da rivel1 » 18 giu 2010, 21:40
riporto l'intervista di rovigooggi, secondo me bellissima, a tommaso
L’erba del vicino non lo ha mai attratto. E lui, Tommaso Reato è rimasto sempre in rossoblu nonostante le sirene che ad ogni fine stagione lo vorrebbero portare in altri lidi. “Oggi, a dire il vero, non potrei giurarci. Mi spiego, non ho parlato con nessuno della Rugby Rovigo, per cui”.
Ma i puntini di sospensione e il “per cui” potrebbero significare tante cose, non ultima una “virata epocale”. E sul futuro personale e sul campionato, non si sbilancia, né potrebbe farlo visto che non si sa ancora come verrà strutturato il Super 10 dopo i due grandi addii, direzione Celtic League. “In effetti c’è molto lavoro per costruire le squadre, stranieri, non stranieri, non è una cosa facile per nessuno. Gli italiani si spostano meno volentieri di quanto si pensi, gli ingaggi si stanno ridimensionando e le prospettive non sono allettanti”.
A fronte di un panorama indefinito, cosa farà il capitano, partirà per la nuova avventura in rossoblu o emigrerà altrove come a sua tempo fece il “gemello” Antonio (Pavanello, ndr)? E alla successiva domanda, se dal 2005, stagione del distacco, Reato è cresciuto, Tommaso risponde candidamente: “Siamo cresciti tutti e due, lui però ha vinto qualcosa”.
Sincero, dal carattere schivo, non accenna alla serata del 16 scorso quando con altri sei giovani dal brillante futuro è premiato in un noto locale rodigino.
La sua liaison col Rovigo appare scontata. Sposato con Marianna che ultimamente si è appassionata del rugby, dovendo discutere la tesi in filosofia (è in dirittura d’arrivo), immerso nel nuovo lavoro assieme alla sorella Chiara (quando posso, ndr), Reato non vuole fare voli pindarici. Quindi al 90% rimarrà a Rovigo, per l’altro 10% si vedrà. “Oggi come oggi è difficile prospettare cambiamenti. Se maturasse un trasferimento dovrebbe essere molto distante da casa. Allora sì ne varrebbe la pena, ma adesso Rovigo e Padova possono essere considerate le realtà più belle del Super 10. Le altre squadre sono un gradino sotto. Non so comunque quante e quali saranno. E le competizioni europee saranno ancora utili o finiremo per buscarle da tutti? E con quali XV si presenteranno, con le prime, le seconde o le terze linee?”.
Mentalità diverse e mezzi che in larga parte mancano. Se in Italia per essere competitivi bisogna schierare 5 stranieri e il resto indigeni, ci sarà il modo di allestire 12 squadre di valore?
“Sarà alquanto difficile trovare tanti italiani di alto livello” Lui è uno di questi. Entra ed esce dal giro della Nazionale, ma è sempre lì. Per motivi di studio, seppure con dispiacere, ha dovuto rinunciare alla tournée in Romania con la A: “Non che mi manchino le ambizioni per l’azzurro, tutt’altro, la mia è stata una scelta ponderata. Devo sostenere degli esami (cinque) e preparare la tesi. Per fortuna riesco a conciliare rugby, studio, lavoro e matrimonio”.
Ma cosa farai da grande? “Di sicuro non il giocatore di rugby. Mi piacerebbe…”e dopo averci lasciato in sospeso sbotta sorridendo: “sai, non lo so proprio”.
Beata la sincerità.
Se hai tempo per fare due cose male, fanne bene una e incrocia le dita
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