Il nuovo Super 12 e il Campionato Franchigie

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AINDA
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Re: Il nuovo Super 12 e il Campionato Franchigie

Messaggio da AINDA » 23 giu 2009, 23:07

porcorosso ha scritto:
stefanot ha scritto:
megan ha scritto:mi spiegate per quale motivo una persona come Ascione, assolutamente incapace di ottenere risultati in tutta la sua carriera, debba decidere il futuro del rugby italiano???
quest'uomo ne capisce di rugby quanto un camerunense di hockey su ghiaccio!!non ha mai vinto nulla, ha distrutto le nostre nazionali giovanili e non gode della stima di nessuno. ma dov'è finita la meritocrazia????per quale motivo non viene cacciato????
Se da decenni alla sicilia viene affiancata la figura della mafia, è giusto che anche la fir venga trattata allo stesso modo!!questa è mafia pura!!!
gente che distrugge il movimento, rinnegata dal movimento ma che guida il movimento!!
basta!!!
mi dite adesso chi ha interesse ad investire in un campionato del genere???Dove li prendono i soldi le società con un campionato di cosi basso profilo???come fa un giovane a campare solo col rugby???
si torna quindi al giocatore/lavoratore che vuol dire abbassamento verticale del livello del rugby italiano!!!
l'accademia è gestita dalla fir e puo' mantenere un ragazzo, una squadra non ce la farà più ed al massimo daranno rimborsi spese ma non sufficenti ad eguagliare uno stipedio!!
Io credo sia un gran passo avanti che non si sia lasciato tutto com'e' ma si sia capito che le squadre della magners dovranno essere sostenute dal movimento e si e' cambiata profondamente la struttura del campionato italiano in vista di questo. Dire che il movimento italiano verra' distrutto da questo cambiamento prima ancora che abbia piede mi sembra assurdo!
Perche' parli di basso profilo, ti risulta che attualmente il campionato italiano sia di alto profilo con tutti questi stranieri che abbiamo? In Heineken continuiamo a fare figure penose quindi ben venga un cambiamento.
Inoltre neanche adesso mi pare che gli sponsor abbiano intenzione di investire nel rugby e questo non per la magners ma per la crisi economica.
Credo che la Federazione continuera' ad incentivare i club che cercheranno di trattenere i migliori italiani e daranno giocatori ai club della magners.
Ciao Stefanot
Io non credo che il nostro movimento sarà distrutto ma ridimensionato di non poco si, e da tifoso di questo me ne dispiaccio non poco.
La mia opinione personale è che un gran movimento si appoggia su una solida e sana base e la gestione FIR non mi sembra, allo stato attuale, la più adatta a perseguire il miglioramento della propria base, ma anzi il miglioramento dei propri vertici.

La prassi dell'equiparazione e dell'utilizzo massiccio degli oriundi che dai più e a ragione è indicata come un punto di debolezza del rugby italiano è stata introdotta e sproporzionalmente utilizzata dalla FIR stessa che non sta dando il buon esempio nemmeno in questi giorni di riforma.

Anzichè l'apertura di 4 nuove accademie avrei preferito che la federazione optasse per alcune delle seguenti azioni che mi paiono di più fondamentale utilità:
- aiuto nell'incontro scuole-rugby, attualmente svolto solo dai club
- mantenere la visibilità del rugby occupandosi della tutela della trasmissione in chiaro del 6N (non credo che in questo ambito non abbia alcun potere)
- promozione del rugby in Italia -io al di là degli spot su La7 (fatti da La7) e qualche cartello a Roma per il 6N non ho visto altro-
- tecnici italiani o stranieri itineranti presso i vari club che visionano-aiutano la formazione

Come tutti gli scettici qui dentro credo che la FIR si stia preoccupando di curare le due realtà che andranno in CL da cui poi pescare la nazionale con la quale fare discrete figure in ambito internazionale, mentre il resto del movimento viene lasciato in attesa.
Poi tutte le critiche del caso possono essere mosse nei confronti dei club italiani che non sono riusciti a sfruttare le loro occasioni, hanno gestito male le loro risorse e non hanno creato spettacolo markettizzabile. Ma non credo che si possa prescindere da riforme che non prevedono la rimessa in salute dei club stessi.

Per ultimo e poi chiudo. Crederò alla FIR quando vedrò un bilancio dettaglaito pubblicato on line e un piano dettagliato di sviluppo del rugby italiano a lungo termine con steps e obiettivi dichiarati di risanamento.
Saluti Scettici PR

molti punti condivisibili......comunque bel intervento propositivo
AINDA
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stefanot
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Re: Il nuovo Super 12 e il Campionato Franchigie

Messaggio da stefanot » 24 giu 2009, 9:32

Scusate, io continuo a non capire perche' secondo voi deve essere la federazione a fare tutto, ovvero allenare i giovani, reclutarli nelle scuole, promuovere il rugby eccetera. Credo che la Federazione stia facendo finalmente la sua parte ovvero apertura accademie per giovani e arbitri, promozione delle partite della nazionale, candidatura al mondiale e Magners League.
Secondo me i compiti che vuoi dite che debba fare la federazione sono proprio i compiti che dovrebbero fare i club o che avrebbe dovuto fare la lega e che non ha mai fatto. Troppo comodo dare sempre addosso alla federazione: ricordiamo che tutte le proposte fatte dalla federazione di entrare nella magners sono state sempre puntualmente bocciate dalla lega.
La lega italiana e' stata per troppi anni un organo passivo che non ha mai fatto ne proposto niente: questa e' stata la vera disfatta del rugby italiano, essersi affidati ad una lega di questo tipo. Che poi in federazione ci siano limiti a livello dirigenziale e formativo (scuola allenatori) e che certi progetti siano stati avviati tardi (accademie in primis) questo puo' essere vero, ma per piacere smettiamola di dare le colpe tutte alla federazione!

Bacioci
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Re: Il nuovo Super 12 e il Campionato Franchigie

Messaggio da Bacioci » 24 giu 2009, 9:47

porcorosso ha scritto: Scusa Bacioci ma le nazionale giovanile è espressione dell'accademia di Tirrenia da già qualche anno. Ora lungi da me il voler puntare il dito contro un mondiale andato male poichè ci sono diversi fattori da prendere in considerazione, ma imputare la caduta di prestazioni al movimento extra FIR delle giovanili mi sembra un po' fuorviante, visto che solo due dei giocatori della JWRC erano extra-Tirrenia.

Sul fatto che si possa partire da questa riforma per migliorare ho qualche dubbio. Non rispetto al livello della testa che è palese che migliorerà. Ma non vedo alcun programma, nemmeno abbozzato, di riforma della base, non basta fare due gironi da 6, e non basta nemmeno fare qualche accademia in più. Anzi, prova ad immagginare 2 accademie under 20: se per due anni venissero gestite da c*** (possibile perchè siamo uomini) significherebbe avere una 60ina di giocatori flosci che dovrebbero andare a fare da vivaio alla CL... Basare la propria sopravvivenza su poche risorse significa morire di fame alla prima carestia.
Se invece ci fossero 12 o più club che vengono aiutati, obbligati a formare una squadra di under20 di elite ed utilizzarli anche nel campionato senior te ne puoi perdere anche la metà, ma con l'altra metà vai avanti.
Sarà che questa è una strada più lenta e difficile...

Da tutte le sfere arrivano critiche taglienti e forcaiole al S10, anche dalla FIR, ma allora dove sono le proposte per migliorare il S10? Perchè spero che si voglia arrivare anche a quello. Come si fa a renderlo più appetibile agli sponsor, al pubblico, farlo diventare un campionato al quale valga la pena di pagare un biglietto? Su questo fronte la FIR cosa ha intenzione di fare? Questi punti non vengono risolti con l'aumento dei formati in Italia, con l'innesto di giovani accademici o peggio con la divisione in due gironi.
Questi problemi vengono risolti con INVESTIMENTI che la FIR non mostra di voler fare: promozione, formazione, incentivi, dialogo... Soldi (anzi sempre meno).
E' qui dove la FIR non è ancora arrivata dove io non mi fido di lei e dove la critico.
Poi facciamo pure anche la CL.
Saluti e questa volta crepi l'avarizia, pure Baci :-] PR
Quello che scrivi è assolutamente condivisibile e io non voglio difendere questa riforma per nulla al mondo. Voglio, però, solo dire che forse sarebbe il caso di aspettare a criticare, perchè è un tentativo di cambiamento dello stato attuale che si sta dimostrando fallimentare. Visto il cronico immobilismo della Fir prendiamo questa "rivoluzione" come un segno positivo, perchè almeno qualcosa si tenta. Poi le cose si aggiusteranno con il tempo e, speriamo, che ci siano persone capaci a gestire questa cosa.
La cosa che mi preoccupa di più di tutto questo è che manca completamente un piano a medio-lungo termine fatto come si deve, con obiettivi, tempistiche, risorse necessarie per raggiungere questi obiettivi, ecc.
Purtroppo la Fir non è capace di farlo, ma questo è un difetto tipico dell'attività pubblica in Italia, in tutti i settori.
Una nota: Sul discorso accademie, ricordo lunghissime discussioni un paio di anni fa sull'assoluta necessità di formarle e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Rovigoto18
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Re: Il nuovo Super 12 e il Campionato Franchigie

Messaggio da Rovigoto18 » 25 giu 2009, 15:27

Bacioci ha scritto:
porcorosso ha scritto: Scusa Bacioci ma le nazionale giovanile è espressione dell'accademia di Tirrenia da già qualche anno. Ora lungi da me il voler puntare il dito contro un mondiale andato male poichè ci sono diversi fattori da prendere in considerazione, ma imputare la caduta di prestazioni al movimento extra FIR delle giovanili mi sembra un po' fuorviante, visto che solo due dei giocatori della JWRC erano extra-Tirrenia.

Sul fatto che si possa partire da questa riforma per migliorare ho qualche dubbio. Non rispetto al livello della testa che è palese che migliorerà. Ma non vedo alcun programma, nemmeno abbozzato, di riforma della base, non basta fare due gironi da 6, e non basta nemmeno fare qualche accademia in più. Anzi, prova ad immagginare 2 accademie under 20: se per due anni venissero gestite da c*** (possibile perchè siamo uomini) significherebbe avere una 60ina di giocatori flosci che dovrebbero andare a fare da vivaio alla CL... Basare la propria sopravvivenza su poche risorse significa morire di fame alla prima carestia.
Se invece ci fossero 12 o più club che vengono aiutati, obbligati a formare una squadra di under20 di elite ed utilizzarli anche nel campionato senior te ne puoi perdere anche la metà, ma con l'altra metà vai avanti.
Sarà che questa è una strada più lenta e difficile...

Da tutte le sfere arrivano critiche taglienti e forcaiole al S10, anche dalla FIR, ma allora dove sono le proposte per migliorare il S10? Perchè spero che si voglia arrivare anche a quello. Come si fa a renderlo più appetibile agli sponsor, al pubblico, farlo diventare un campionato al quale valga la pena di pagare un biglietto? Su questo fronte la FIR cosa ha intenzione di fare? Questi punti non vengono risolti con l'aumento dei formati in Italia, con l'innesto di giovani accademici o peggio con la divisione in due gironi.
Questi problemi vengono risolti con INVESTIMENTI che la FIR non mostra di voler fare: promozione, formazione, incentivi, dialogo... Soldi (anzi sempre meno).
E' qui dove la FIR non è ancora arrivata dove io non mi fido di lei e dove la critico.
Poi facciamo pure anche la CL.
Saluti e questa volta crepi l'avarizia, pure Baci :-] PR
Quello che scrivi è assolutamente condivisibile e io non voglio difendere questa riforma per nulla al mondo. Voglio, però, solo dire che forse sarebbe il caso di aspettare a criticare, perchè è un tentativo di cambiamento dello stato attuale che si sta dimostrando fallimentare. Visto il cronico immobilismo della Fir prendiamo questa "rivoluzione" come un segno positivo, perchè almeno qualcosa si tenta. Poi le cose si aggiusteranno con il tempo e, speriamo, che ci siano persone capaci a gestire questa cosa.
La cosa che mi preoccupa di più di tutto questo è che manca completamente un piano a medio-lungo termine fatto come si deve, con obiettivi, tempistiche, risorse necessarie per raggiungere questi obiettivi, ecc.
Purtroppo la Fir non è capace di farlo, ma questo è un difetto tipico dell'attività pubblica in Italia, in tutti i settori.
Una nota: Sul discorso accademie, ricordo lunghissime discussioni un paio di anni fa sull'assoluta necessità di formarle e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Non x fare il gufo ma credo che la celtic non migliorerà di molto l'italia ovale.. vedremo fra un po di tempo chi avrà ragione.. la celtic x me rimane una cavolata che rovinerà invece di incrementarlo il rugby italiano.. è inutile che si voglia stare su alti traguardi se non le possibilità!!
A NOI ROSSOBLU.. LA CELTIC NON VA GIU..

newrunner
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Re: Il nuovo Super 12 e il Campionato Franchigie

Messaggio da newrunner » 27 giu 2009, 1:03

Quoto Porcorosso e megan...Stefanot ..scusa ma ho l'impressione tu diventerai l'avvocato delle cause perse....perchè perderai...il che non mi può fregare nulla . Il problema sarà che ci perderà il rugby italiano. Ma se può valere la cacciata definitiva dell'attuale organigramma FIR ....un risultato positivo ci sarà ...e fatta piazza pulita ...la base insieme e questa volta democraticamente ..ripartirà curando dall'inizio tutti i giovani in ogni latitudine e longitudine d'Italia. Ai posteri l'ardua sentenza....

TUCKER
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Re: Il nuovo Super 12 e il Campionato Franchigie

Messaggio da TUCKER » 29 giu 2009, 1:18

Sul numero di Rugby! prossimamente in edicola c'è un approfondimento sulla riforma, abbiamo cercato di svelarne i lati oscuri.
Non dimentichiamo poi che va integrata con il resto dell'attività svolta dalla FIR e compresa alla luce della situazione socio-economica attuale

stefanot
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Re: Il nuovo Super 12 e il Campionato Franchigie

Messaggio da stefanot » 29 giu 2009, 11:45

newrunner ha scritto:Quoto Porcorosso e megan...Stefanot ..scusa ma ho l'impressione tu diventerai l'avvocato delle cause perse....perchè perderai...il che non mi può fregare nulla . Il problema sarà che ci perderà il rugby italiano. Ma se può valere la cacciata definitiva dell'attuale organigramma FIR ....un risultato positivo ci sarà ...e fatta piazza pulita ...la base insieme e questa volta democraticamente ..ripartirà curando dall'inizio tutti i giovani in ogni latitudine e longitudine d'Italia. Ai posteri l'ardua sentenza....

Continuo a ribadire che per me ci saranno solo vantaggi a partecipare alla Magners League, anche se verra' gestita male la cosa avremo una base di almeno 30 giocatori italiani veramente professionisti che giocheranno per tutto l'anno contro squadre che dominano in Heineken e danno giocatori a nazionali che dominano nel 6 nazioni. Ditemi quali sono i contro in tutto questo! Forse che abbiamo solo 2 squadre professioniste? Il board della Magners ha detto che in futuro potremo avere piu' squadre in Magners. Forse la riforma del campionato? Era ora! Forse il numero di giocatori di formazione a referto? Era ora! Forse una perdita di competitivita' nel breve periodo? Chi lo dice? Meglio una perdita di competitivita' nel breve con squadre finalmente focalizzate nella formazione dei giovani e che nel lungo periodo puo' portare ad avere ottimi giocatori in tutti i ruoli.
Inoltre a chi dice che il progetto accademia e' stato fallimentare voglio ricordare che l'accademia e' nata solo 3 anni fa ed ha sfornato giocatori come Favaro e altri che gia' hanno giocato nella nazionale maggiore allo stesso livello dei titolari. Senza l'accademia non credo proprio che potessero avere subito una chance nel campionato italiano o esordire cosi' presto in nazionale!
Abbiamo sempre criticato una mancanza di lungimiranza da parte della Federazione, ma mi pare che tutte queste riforme dimostrino che la Federazione sta finalmente guardando al lungo periodo!

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Re: Il nuovo Super 12 e il Campionato Franchigie

Messaggio da megan » 29 giu 2009, 12:00

stefanot ha scritto:
newrunner ha scritto:Quoto Porcorosso e megan...Stefanot ..scusa ma ho l'impressione tu diventerai l'avvocato delle cause perse....perchè perderai...il che non mi può fregare nulla . Il problema sarà che ci perderà il rugby italiano. Ma se può valere la cacciata definitiva dell'attuale organigramma FIR ....un risultato positivo ci sarà ...e fatta piazza pulita ...la base insieme e questa volta democraticamente ..ripartirà curando dall'inizio tutti i giovani in ogni latitudine e longitudine d'Italia. Ai posteri l'ardua sentenza....

Continuo a ribadire che per me ci saranno solo vantaggi a partecipare alla Magners League, anche se verra' gestita male la cosa avremo una base di almeno 30 giocatori italiani veramente professionisti che giocheranno per tutto l'anno contro squadre che dominano in Heineken e danno giocatori a nazionali che dominano nel 6 nazioni. Ditemi quali sono i contro in tutto questo!
sai quali sono i contro???che tutto il resto del movimento se ne va a put..ne perchè nessuno ha piu' interesse a tenere in piedi una squadra semiprofessionistica e quindi il movimento nazionale andrà a scendere inesorabilmente come livello!!nessuno potrà piu' pagare stipendi decenti ai giocatori che quindi dovranno cercare parallelamente un lavoro e non potranno dedicarsi interamente al rugby. L'unica alternativa sarebbero le accademie, ma uscito dall'accademia o vai in celtic o vai a lavorare, e quindi devi sperare che ogni anno dalle accademie escano almeno una decina di giocatori validi, altrimenti anche le accademie saranno un fallimento, e cmq stiamo parlando sempre di poche decine di giocatori validi e con il punto interrogativo senza nessuna certezza!!
si avremo 30 giocatori professionisti, ma dietro di quelli il vuoto assoluto!!!
se lo vuoi capire bene, se invece credi ancora nell'illusione che diventeremo come l'irlanda fai pure.....ti svegliarai di botto, magari con i nostri che le prendono dalla romania o dalla russia...
megan kaput mundi

Turch
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Re: Il nuovo Super 12 e il Campionato Franchigie

Messaggio da Turch » 29 giu 2009, 13:49

Megan, chiedi a Marzio Innocenti cosa ne pensa uno come lui del finto professionismo che abbiamo avuto in Italia in questi anni.
Il ritorno ad un campionato semi-professionstico è a mio parere la salvezza del nostro rugby che tornerà ad affidarsi a giocatori nati e cresciuti da noi senza cercare facili scorciatoie buone solo per il breve periodo. Poi se uno è tanto bravo si guadagnerà un contratto da professionista vero con la Celtic.

ayr
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OT ma non troppo....

Messaggio da ayr » 29 giu 2009, 15:11

da: www.gazzettino.it

L’INCHIESTA Il nostro Paese rischia il declino, ma qualcosa si può fare: «Magari cominciando a risolvere un problema culturale...»

«I vivai unica salvezza per il calcio italiano»

Giorgio Molon, responsabile del settore giovanile del Padova: «Non c’è il coraggio di far esordire i ragazzi»

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Lunedì 29 Giugno 2009,
di Maurizio Paglialunga


Professor Molon, perché una società professionistica dovrebbe investire nel settore giovanile?
«Per una questione di coraggio. Quel coraggio di far esordire i giovani che in Italia non c'è».
La questione si complica.
«Sì è una questione complessa, ma anche semplice. È un problema tipicamente italiano, di cultura e politica sportiva e gestionale: in sostanza di credere nel futuro. Nel nostro Paese, purtroppo, la cultura è legata al risultato e non al bel gioco. Uno scenario che, sembra incredibile, parte fin dall’età di 8-9 anni, anche a livelli parrocchiali. Potremmo definirla una cultura da terzo mondo, se non fosse che in quei Paesi la crescita in atto è rapidissima».
Un problema anche di sistema, quindi.
«Il sistema sportivo italiano si basa sull'associazionismo, sul volontariato. Dovrebbe invece partire, come avviene normalmente all'estero, dalla scuola come punto di riferimento per l'avviamento allo sport. Qui da noi tutte le federazioni negli ultimi 30 anni hanno anticipato l'età di partenza nell'attività sportiva, surrogando un compito che sarebbe della scuola. All’estero tutto ciò è assolutamente normale, da noi no».
Con quali conseguenze?
«In un sistema basato sulla buona volontà, tanto per restare nel mondo del calcio, la stragrande maggioranza degli operatori gestisce bambini e ragazzi senza avere competenze specifiche. Manca la figura del responsabile del settore giovanile, non esiste un patentino obbligatorio. Siamo a livello di self made man».
E i risultati rischiano di essere persino controproducenti.
«Certo, questo è uno degli scenari peggiori. Operare sui giovani e con i giovani è materia sensibile, si rischia di far danni. Quando addirittura non si trasmettono valori sbagliati. Le competenze sono fondamentali al pari della condivisione di una diversa cultura sportiva».
Questo vale ancor di più per il calcio.
«Altro che! A livello di bambini ci dovremmo preoccupare di formazione motoria, tecnica, ma soprattutto del piacere di giocare. Invece si scimmiottano le gare dei grandi, si dà addosso all'arbitro, il ragazzino non può sbagliare, per non parlare dell'invadenza dei genitori. La pratica delle gare assume contorni anomali e spesso fuorvianti proprio per la presenza di tanti adulti. Anni fa anche in Italia era raro il fenomeno del padre (o della madre) tifoso. Le partite dei figli non erano sistematicamente seguite dai genitori. Oggi la pressione sui bambini è enorme. Chi protegge l'attività dai 5 ai 13 anni?».
Ma all'estero è poi tanto diverso?
«I ragazzini italiani sono "analfabeti" motori rispetto ad altre parti del mondo. Oggi da noi l'apprendimento motorio e del calcio è concentrato in 6 ore settimanali, altrove - ma qualche anno fa era così anche da noi - fino a una certa età c'era la pratica del gioco libero e la naturale crescita della motricità. Ad esempio i ragazzini di colore hanno spesso un qualcosa in più, un vissuto che li ha stimolati fisicamente, una quotidianità motoria spontanea che aiuta a crescere. Certo non aiutano la playstation o la televisione, le sedentarietà in generale, la scarsa attività fisica negli orari scolastici».
Quindi il futuro del calcio italico non è roseo?
«Il settore giovanile è la chiave di volta. Ma è necessario riequilibrare il sistema, superare una serie di norme che favoriscono comportamenti che non tutelano le società. Servono incentivi per lavorare sui giovani. C'è una corsa, anche da parte dei procuratori, ad anticipare gli approcci con le famiglie e le società. I grandi club sono arrivati ad opzionare anche bambini di 9-10 anni. Il limite per il tesseramento vero e proprio è fissato a 14 anni, ma ormai ci si muove prima perché l'acquisizione del giovane deve costare il meno possibile. Non a caso Platini, presidente dell’Uefa, si batte per la tutela dei giovani, per evitare che diventino pacchi postali. E anche la nostra Federazione vigila sui ragazzi provenienti dall’estero».
Ma dovrebbero esserci regole da rispettare e, soprattutto, tra società dovrebbe prevalere un gentlemen’s agreement per non contendersi i ragazzi.
«Non c'è più un'etica basata sul rispetto reciproco tra le società da almeno 4-5 stagioni, prevale la strategia d'impresa, il budget. Le norme sui premi di preparazione risalgono a 25 anni fa. Oggi i grandi club prendono i tredicenni non ancora vincolati da società professionistiche minori. È un "prodotto" lavorato, educato, che costa non più di 18mila euro. Il mercato d'entrata la grande società lo fa con tredicenni che, assieme ai genitori, scelgono il proprio destino a prescindere dal club che li ha cresciuti perché non hanno ancora 14 anni. Io come risposta sul territorio posso solo offrire un settore giovanile valido, un servizio gratificante anche sotto il profilo della crescita umana».
Ma forse i genitori "investono" sui figli con altre aspettative.
«Torniamo al discorso iniziale, è un colossale problema culturale che riguarda tutti, anche a livello dirigenziale. Spesso l'allenatore anche nelle giovanili è succube di una valutazione legata soltanto al risultato sul campo, quando nell'attività di base bisogna dare i rudimenti della pratica sportiva».
Insomma, senza settori giovanili strutturati il futuro del nostro calcio è nebuloso.
«Bisogna valorizzare il "prodotto interno", creare i presupposti per rilanciare i settori giovanili con garanzie precise, interrogarsi sulle politiche più idonee. In Francia, per i ragazzini tra i 9 ed i 14 anni, hanno creato dei centri di formazione. L'importante è non perdere terreno rispetto a un mondo che corre, e convincere con validi argomenti le società che il settore giovanile può essere la valida risposta alternativa alle follie di mercato. Ripeto, serve il coraggio di far esordire i giovani, come ha fatto l’Inter con Santon».

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Re: Il nuovo Super 12 e il Campionato Franchigie

Messaggio da AINDA » 29 giu 2009, 15:13

intervista a Marzio Innocenti
TITOLO
Innocenti l'eretico: "Basta con il falso professionismo e attenzione alle scorciatoie Celtic"

Lunedì 29 Giugno 2009,
Marzio Innocenti approda in Laguna lungo il Naviglio Brenta che da Padova lo aveva già sbarcato a Mira, a guidare il Riviera fino alla recente promozione in serie A. Adesso deve condurre il gonfalone amaranto-oro del VeneziaMestre verso l'era celtica, attraverso l'ultimo Super 10 prima della riforma.
Qual è la ricetta che il dottor Innocenti (è otorino-laringoiatra, ma in pratica dirige una struttura sanitaria a Vicenza) prescrive in questo momento epocale? L'ex azzurro e 3. linea del Petrarca ha una visione “eretica” del rugby rispetto a quella corrente.
«Premiare i giocatori in base all'abilità e al talento, e non per le prestazioni atletiche o per la stazza come fa Nick Mallett sbagliando – dice Innocenti – chiaro che le due qualità possono sposarsi con il dato fisico. Finirla poi con il malinteso del professionismo, un'illusione dilagata in questi anni nei club, che rischia di danneggiare la vita dei giocatori, molti dei quali sono professionisti solo nel senso che non fanno altro, non in quello che potranno sostenersi giocando».
A questo proposito Innocenti rivela un particolare della trattativa che lo ha portato a Favaro Veneto.
«Ha richiesto alla società di allenare in tempi e modi che permettano ai giocatori di studiare e lavorare, anche perchè un giocatore che non lavora né studia mi lascia un po' perplesso. Credo che con la creazione delle due superselezioni da mandare in Celtic League, il campionato italiano tornerà in parte simile a quello vissuto da me quando giocavo».
Già il progetto Celtic, porterà l'Italia a confrontarsi alla pari con le grandi della palla ovale?
«Si è fatto male in passato e adesso in breve tempo si vuole recuperare, con un'operazione che è piena di incognite e che staremo a vedere... - prosegue – Credo che per crescere bisogna lavorare molto e con idee chiare a partire dalla base del movimento, che sono club nel territorio».
Lo considera un ritorno all'alto livello, l'ingaggio con il Casinò di Venezia?
«Anche nel Valsugana poteva esserci l'alto livello dipende da come si gioca. Qui vengo dopo Gajan di cui condivido la visione con alcune distinzioni che riguardano la difesa, e la conquista che è la prima cosa da fare in campo. E poi non è obbligatorio scegliere sempre la soluzione di gioco più pericolosa, lo spettacolo sorge anche da altre situazioni».
Quale rosa avrà a disposizione a partire dal raduno del 26 luglio?
«Terremo i giovani italiani (Benetti, Ceglie, Paschini ndr) e ne faremo arrivare altri dalle serie minori, assieme agli esperti come il capitano Candiago (laureando in Economia) e Boccalon (classe 1972)». Dell'ultima ora è l'ingaggio del trequarti argentino Carlos Ignacio Stodart nato nel 1985 dal Mirano.
Michele Salin



articolo molto in focus per me
AINDA
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stefanot
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Re: Il nuovo Super 12 e il Campionato Franchigie

Messaggio da stefanot » 29 giu 2009, 17:08

megan ha scritto:
stefanot ha scritto:
newrunner ha scritto:Quoto Porcorosso e megan...Stefanot ..scusa ma ho l'impressione tu diventerai l'avvocato delle cause perse....perchè perderai...il che non mi può fregare nulla . Il problema sarà che ci perderà il rugby italiano. Ma se può valere la cacciata definitiva dell'attuale organigramma FIR ....un risultato positivo ci sarà ...e fatta piazza pulita ...la base insieme e questa volta democraticamente ..ripartirà curando dall'inizio tutti i giovani in ogni latitudine e longitudine d'Italia. Ai posteri l'ardua sentenza....

Continuo a ribadire che per me ci saranno solo vantaggi a partecipare alla Magners League, anche se verra' gestita male la cosa avremo una base di almeno 30 giocatori italiani veramente professionisti che giocheranno per tutto l'anno contro squadre che dominano in Heineken e danno giocatori a nazionali che dominano nel 6 nazioni. Ditemi quali sono i contro in tutto questo!
sai quali sono i contro???che tutto il resto del movimento se ne va a put..ne perchè nessuno ha piu' interesse a tenere in piedi una squadra semiprofessionistica e quindi il movimento nazionale andrà a scendere inesorabilmente come livello!!nessuno potrà piu' pagare stipendi decenti ai giocatori che quindi dovranno cercare parallelamente un lavoro e non potranno dedicarsi interamente al rugby. L'unica alternativa sarebbero le accademie, ma uscito dall'accademia o vai in celtic o vai a lavorare, e quindi devi sperare che ogni anno dalle accademie escano almeno una decina di giocatori validi, altrimenti anche le accademie saranno un fallimento, e cmq stiamo parlando sempre di poche decine di giocatori validi e con il punto interrogativo senza nessuna certezza!!
si avremo 30 giocatori professionisti, ma dietro di quelli il vuoto assoluto!!!
se lo vuoi capire bene, se invece credi ancora nell'illusione che diventeremo come l'irlanda fai pure.....ti svegliarai di botto, magari con i nostri che le prendono dalla romania o dalla russia...
Vedi i precedenti post circa il movimento italiano. Vorrei che mi si dicesse quale italiano che gioca in italia prende uno stipendio da vero professionista. Sinceramente io non lo so ma posso immaginare che siano davvero pochi. Ti dico un'altra conseguenza positiva di tutto quello che sta succedendo: credo che il grosso delle uscite delle attuali squadre di rugby sia dovuto agli stipendi di giocatori stranieri. Con l'uscita di grossi sponsor, la crisi internazionale e il conseguente ridimensionamento del budget le societa' italiane non potranno far altro che puntare sui giovani per sopravvivere. Questo portera' ad un livellamento della qualita' (non stiamo parlando di livello stellare) del rugby italiano solo se Federazione, Lega (speriamo una finalmente con le idee chiare) e le societa' punteranno sulla qualita' dell'allenamento e sul reclutamento giovanile!
Se accademie e settori giovanili lavorano sulla qualita' stai certo che non ci sara' il vuoto dietro la Magners.
Inoltre noto una contraddizione o un paradosso nelle tue parole: se avessimo 30 giocatori di livello internazionale (quindi piu' di adesso) e di qualita' ripeto che giocano in maniera costante ed assieme contro grandi campioni, perche' dovremmo prenderle dalla romania o dalla russia?
Secondo: non ho mai parlato di modello irlandese e comunque mi pare che le altre realta' della magners abbiano al max 2-3 selezioni veramente competitive e dietro un semiprofessionismo o dilettantismo (da vedere se i giocatori gallesi e irlandesi che non giocano in magners prendono uno stipendio accettabile).
Non voglio difendere a spada tratta quello che fa la federazione ma almeno aspettiamo qualche anno, valutiamo i risultati della nazionale, delle squadre impegnate in Magners e delle selezioni in Challenge prima di dire qualcosa.
Comunque non sono un grande conoscitore di rugby internazionale, anzi correggetemi se sbaglio!

ayr
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Re: Il nuovo Super 12 e il Campionato Franchigie

Messaggio da ayr » 29 giu 2009, 17:22

stefanot ha scritto:Scusate, io continuo a non capire perche' secondo voi deve essere la federazione a fare tutto, ovvero allenare i giovani, reclutarli nelle scuole, promuovere il rugby eccetera.
perche' questo succede in buona perte dei paesi dove si gioca a rugby

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Chuba
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Re: Il nuovo Super 12 e il Campionato Franchigie

Messaggio da Chuba » 29 giu 2009, 17:29

Turch ha scritto:Megan, chiedi a Marzio Innocenti cosa ne pensa uno come lui del finto professionismo che abbiamo avuto in Italia in questi anni.
Il ritorno ad un campionato semi-professionstico è a mio parere la salvezza del nostro rugby che tornerà ad affidarsi a giocatori nati e cresciuti da noi senza cercare facili scorciatoie buone solo per il breve periodo. Poi se uno è tanto bravo si guadagnerà un contratto da professionista vero con la Celtic.
Un bel "quota" è d'obbligo!
Mi spiegate come si fa a tenere in piedi un baraccone da 2 o 3 milioni di euro all'anno per avere 2000 persone allo stadio (se va bene), le differite su Rai sport Sat alle 11 di sera e gli articoli relativi al campionato sui quotidiani sportivi, non più lunghi di un necrologio?
Quando il mecenate di turno si stanca ( o è in difficoltà) il castello crolla.
Il sistema Italia probabilmente non può sopportare più di un paio di squadre professionistiche.
Per gli altri un campionato di livello inferiore (ma forse neanche troppo) molti semiprofessionisti che provengono dal territorio e quindi un maggior coinvolgimento del pubblico locale. Azzardo anche un aumento dell'interesse a livello locale e un allargamento della base.
Quo usque tandem abutere,Catilina, patientia nostra.........

GiorgioXT
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Re: Il nuovo Super 12 e il Campionato Franchigie

Messaggio da GiorgioXT » 29 giu 2009, 19:43

stefanot ha scritto: Secondo: non ho mai parlato di modello irlandese e comunque mi pare che le altre realta' della magners abbiano al max 2-3 selezioni veramente competitive e dietro un semiprofessionismo o dilettantismo (da vedere se i giocatori gallesi e irlandesi che non giocano in magners prendono uno stipendio accettabile).
:shock:
Se parliamo di Magners league e ci riferiamo alle squadre che ci giocano ... beh , Munster e Leinster hanno budget annuali che passano i 15 milioni di euro, come Ospreys e Blues ... il Connacht che è un "development side" ed è quasi costantemente ultimo ha comunque più di 7 milioni di euro di budget...
stefanot ha scritto: Non voglio difendere a spada tratta quello che fa la federazione ma almeno aspettiamo qualche anno, valutiamo i risultati della nazionale, delle squadre impegnate in Magners e delle selezioni in Challenge prima di dire qualcosa.
Comunque non sono un grande conoscitore di rugby internazionale, anzi correggetemi se sbaglio!
Il problema è che intanto che aspettiamo il grande e progressivo futuro offerto dalla Magners league si sarebbe dovuto fare di tutto per sostenere e sviluppare al massimo il rugby che in italia c'è , perchè solo quello che c'è ora può dare i giocatori alla nazionale od alla CL ...anche ammesso che le accademie come sono impostate funzionino -ed ho serie certezze negative al riguardo confermate dei fatti- stiamo comunque parlando di 10-15 giocatori all'anno (nella più rosea ipotesi) pronti fra almeno tre anni ...
e per questo si butta a mare tutto il resto.
Ha ragione chi parla di deriva stile socialismo reale , il piano di Ascione è degno della romania di Ceasecescu , basta chiamare le accademie una "steaua" e l'altra "dinamo" e ci siamo...

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