jpr williams ha scritto:
Così non vale, infierire a questo modo sulle nostalgie di un povero vecchio non è giusto
.
In realtà la prima apertura che ho visto in vita mia è stata un'altra: come scritto altrove mi sono innamorato del rugby nel 1973 all'età di 8 anni grazie ad un professore di inglese originario di Bridgend e che era stato amico e compagno di squadra dell'immenso JPR; egli mi fece vedere dei filmati (incredibile, esistevano già allora) che aveva grazie ad un amico della BBC e nei quali si vedeva la nazionale rossa (oddio, grigio scuro per la verità: erano in bianco e nero...) e, pur nell'immaturità e ignoranza di allora, oltre al grande JPR, notai gli altri due giocatori che quel professore descriveva come veri extraterrestri: il numero 9, un certo Gareth Edwards, e, appunto, un numero 10 di un'eleganza, inventiva, tecnica e genialità irripetibili, tale Barry John. Purtroppo, mi disse, si era ritirato l'anno prima. Questa sfortuna, aver scoperto l'esistenza di Barry John dopo il suo ritiro, venne compensata dall'apparire del suo sostituto, il formidabile Phil Bennett (dal quale mutuo anche l'opinione sull'inghilterra e gli inglesi). Capisci perchè quando parlo del pur bravo Dan Biggar mi riesce difficile entusiasmarmi? Quando ti abitui troppo bene già all'inizio è difficile abbassare i propri standard
Per fortuna citi Cipriani (che fatico a vedere nella splendida foto di gruppo che scatti) e quindi mi riporti alla realtà allontanandomi dalla dolorosa nostalgia
jpr, Barry John era di un'altra categoria, era un fenomeno assoluto, aveva sbagliato solo il luogo di nascita (
), per il resto era un supercampione. Ti permetto di farti umilmente notare che giocava in una squadra di fenomeni, lui era la ciliegina sulla torta, the icing on the cake, meravigliosa, ma gia' la torta era super. Io facevo solo un confronto tra Biggar e le aperture attuali (in particolare dell'emisfero nord). Io sono d'accordo con chi dice che ci sono aperture che fanno sognare, ma per come la vedo io l'apertura deve soprattutto fare giocare bene la squadra, esaltare i trequarti, gestire lo spazio, muovere la palla con intelligenza. Se poi oltre a fare questo sa attaccare la linea e "camminare sulle acque" allora parliamo appunto di Barry John. Ho gia' citato in questo forum una frase a proposito di un campione di un altro sport che mi rimase molto impressa: anno 1984, erano entrati in campo 5 giocatori dei Boston Celtics, il commentatore TV americano disse: "ecco 5 ottimi giocatori". Il sesto ad entrare fu Larry Bird, uno dei piu' grandi giocatori NBA di tutti i tempi, ed il commentatore disse: "ecco 6 campioni". Complimento piu' bello credo che a Bird non lo potessero fare. La meravigliosa Jugoslavia del 78 aveva in Dalipagić e Kićanović due cecchini implacabili e Krešimir Čosić e' stato forse il piu' grande pivot mai nato in Europa. Ma il mondiale i plavi lo vinsero grazie a Vilfan, playmaker oscuro, non spettacolare, ma che faceva girare la squadra, quella fucina di talenti spesso individualisti ed anarcoidi, con rigore austro-ungarico (difatti Vilfan era sloveno). L'apertura deve innanzitutto far giocare bene i compagni. E' il direttore d'orchestra, e' lui che gestisce la musica, anche se poi le singole note le suonano archi e fiati. E' la mia visione, sia chiaro. Ecco perche' non partecipo alle discussioni in cui un'apertura viene criticata per una giornataccia dalla piazzola (Allan a Parigi nell'ultimo 6N per fare un esempio), ai miei tempi poi era solito calciare l'estremo, o perche' resto freddo per le aperture francesi alla Trinh-Duc. Io voglio che l'apertura faccia giocare bene la squadra, facendo rendere al massimo i suoi trequarti. In questo mi sembra che il Biggar di sabato scorso sia stato perfetto, scelte di gioco sempre impeccabili e mai banali, gestione degli spazi da consumato campione di go. Non lo vedo attualmente inferiore a Sexton. Wilkinson era perfetto in questo, sir Jonny ha sempre fatto giocare la squadra in modo impeccabile. In questo momento, pur piacendomi molto Farrell, l'Inghilterra gioca meglio con Ford, anche se spero che Farrell torni ai livelli del 2012. Non c'e' dubbio che Pollard sia un talento destinato a diventare una stella luminosissima, ne ho parlato io per primo sul forum dopo averlo visto ai mondiali U20 (pur con la finale persa contro l'Inghilterra). Cooper potrebbe fare di piu', ma io mi dispero per Cipriani: era potenzialmente un giocatore che sapeva far giocare la squadra e anche attaccare la linea, sapeva insomma fare il direttore d'orchestra ed il primo violino. Purtroppo si e' un po' perso, io spero sempre che Lancaster lo porti ai mondiali, magari come terza apertura. Se torna ai livelli 2008, mi torna una speranza, sia pure lieve, che il mondiale lo possa vincere l'unica vera squadra che esiste al mondo: la Rosa!